Storia delle Unità
Divisione CC.NN. "23 Marzo"
Data di costituzione |
23 aprile 1935 |
Comandante |
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Vice Comandante |
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Capo di S.M. |
T. Col. di S.M. Gastone Gambara |
Motto |
"Implacabile" |
Composizione della Divisione
Reparti |
Comandante |
Sede |
135a Legione "Indomita"
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Console Enrico Francisci
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La Spezia
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192a Legione "Francesco Ferrucci"
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Console Giuseppe Conticelli
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Firenze
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202a Legione "Cacciatori del Tevere"
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Console Alberto Piroli
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Perugia
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Completano la Divisione
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Storia operativa
L'addestramento della divisione viene effettuato nella zona di Sora dove la "23 Marzo" si concentra tra il 30 aprile ed il 1° maggio e si sviluppa tra S. Giorgio, La Selva, Cioppiglio, Carnello, Isola Liri. Il campo rende ai legionari la vita dura e continua ininterrotto per tre mesi. Seguono le manovre ed il campo mobile nella zona di Isernia, con una disciplina sempre più rigida per trasformare i volontari in perfetti soldati. In giugno la Divisione viene passata in rivista da S.M. il Re lungo il rettilineo che congiunge Sora ad Isola Liri. Dopo questo intenso periodo di addestramento, fra il 18 ed il 24 agosto la Divisione si imbarca a Napoli e dal 28 agosto i primi reparti della Divisione "23 Marzo" sbarcano a Massaua; tre giorni dopo arriva il Comando di divisione e successivamente, fino al 5 settembre si completa l'arrivo del resto della divisione con gli altri scaglioni.
Il 3 ottobre 1935, la I Divisione CC.NN. varca il fiume Belesa con le sue tre legioni, che vanno ad occupare alcune alture al di là del fiume. Successivamente, la Divisione, attraversata la regione di Endicciò, rimane a presidiare tutto questo settore, provvedendo alla fortificazione sia della zona di sicurezza che della linea di resistenza, nonché alla costruzione di opere stradali. Fra queste la camionabile che, attraverso la sella ad est dell'Amba Adi Caraes, superando un dislivello di 250 metri, mette in comunicazione la piana di Enda Mariam con quella di Adi Tzalcà, proseguendo lungo la valle del Mai Feres. Il 20 novembre, il generale Bastico, promosso Comandante di corpo d'Armata, lascia il comando della "23 Marzo" che viene assunto da S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia Duca di Pistoia (1). Il 27 novembre la Divisione inizia lo spostamento verso Hausien da dove il 6 dicembre si trasferisce nella zona di Macallé, passando alle dipendenze del III Corpo d'Armata (Gen. Bastico), recentemente costituito, insieme alla Divisione "Sila". Qui viene ripreso il lavoro di sistemazione stradale, intensificandolo in previsione delle prossime operazioni di guerra (2). La sera del 18 gennaio, mentre la "Sila" si concentra presso l'abitato di Macallè, la "23 Marzo" si snoda nella piana del Calaminò poco oltre il guado del torrente. Questa manovra aveva come scopo quello di impedire al nemico di attaccare attraverso il Tembien per tagliare le comunicazioni alla nostra massa maggiore sul fronte di Macallè. Il 19 iniziano i primi movimenti verso gli obiettivi, a destra dello schieramento la 192a Legione occupa Debrì, a sinistra la 135a Legione occupa Adi Hotzà e q. 2.257, al centro la 202a Legione si sposta verso la confluenza Gebat-Calaminò.
"All'alba del 20 gennaio, il nemico che ha approfittato della notte per serrare sulle posizioni italiane, lancia un terribile attacco contro la linea della 202a Legione. L'assalto è impressionante e selvaggio: malgrado l'efficace fuoco delle nostre mitragliatrici, favorito dal terreno, il nemico riesce ad arrivare su qualche arma trucidandovi i serventi che lottano fino alla morte. Il combattimento continua per l'intera giornata, ma le CC.NN. reggono valorosamente e alla fine gli abissini sono ricacciati, ma si annidano nelle numerose caverne al riparo del nostro fuoco". (3)
Il 21 gennaio 1936, il CXCII Battaglione, appoggiato dalla 135a Batteria da 65/17, esce dalle sue posizioni e scende nella valle del Gabat, attaccando il nemico per costringerlo ad uscire dai suoi ripari e per spazzare le postazioni antistanti le linee occupate dalla 135a e dalla 202a Legione. L'attacco, che viene condotto allo scoperto sotto il tiro dell'avversario, causa numerose perdite ma l'azione non viene interrotta. Nel combattimento viene gettata come rinforzo una compagnia del CXXXV Battaglione, appoggiata dal fuoco di tutte le mitragliatrici pesanti, e nelle prime ore del pomeriggio intervengono anche reparti della 202a Legione, che alla baionetta annientano le ultime resistenze. A metà pomeriggio gli obiettivi sono completamente raggiunti e il nemico viene messo in fuga dopo aver riportato perdite considerevoli.
La battaglia dell'Endertà
L'offensiva dell'Endertà trova la Divisione inquadrata nel III Corpo d'Armata. La mattina del 15 febbraio, le Camicie Nere della I Divisione sono pronte ad attaccare le pendici dell'Amba Aradam, che viene nel frattempo aggirata a destra dalla divisione di fanteria "Sila" e a sinistra dal I Corpo d'Armata. Il 14 febbraio intanto, la 135a e la 192a Legione hanno sostituito sulla linea del fronte le posizioni occupate nei giorni precedenti dalla divisione di fanteria "Sila". La 202a Legione si è spostata nel pomeriggio dello stesso giorno a sud del guado sul Gabat. Alle prime ore del 15 febbraio, la 202a Legione si sposta sulla dorsale dell'Amba Aradam. A metà mattinata, il CXXXV Battaglione effettua un primo tentativo di assalto per saggiare le difese nemiche. Infine nel primo pomeriggio, il 188° Battaglione sul fianco sinistro ed il 135° Battaglione sul fianco destro del fronte, con azione avvolgente, attaccano con decisione gli abissini. Alla fine del pomeriggio, la bandiera italiana insieme al gagliardetto nero della Divisione vengono piantati sulla vetta più alta dell'Amba Aradam (2.755 m.) dal CLXXXVII Battaglione.
Ripresa l'avanzata, la Divisione riceve l'ordine di avanzare verso sud. Raggiunge così il Ghevat, che oltrepassa risalendo verso nord per Dibuch e la regione Andinò onde sbarrare ogni possibile via di ritirata alle truppe di Ras Cassa e Ras Sejum, a loro volta fronteggiate a nord dal Corpo d'Armata Indigeno, dalla Divisione CC.NN "28 Ottobre" e dal I Gruppo Battaglioni CC.NN. d'Eritrea.
La seconda battaglia del Tembien
Sempre alle dipendenze del III C.d'A., costituito adesso dalle Divisioni "23 Marzo" e 1a Eritrea, la Divisione partecipa alla battaglia del 27 e 28 febbraio 1936. Raggiunto il fiume Ghevà, la "23 Marzo" punta verso Dibbuk (regione di Andinò) per chiudere la ritirata alle truppe del Ras Cassa e Sejum, attaccate a nord dal C.A. Eritreo (2a divisione eritrea e Divisione CC.NN. "28 Ottobre") avanzante verso Abbi Addi, con direttrice nord-sud e nord-sud-ovest. Passato il Ghevà a Dibbuk, la 192a Legione conquista, combattendo duramente, l'Amba Tzellerè e poi per la valle del Tonquà, si ricollega agli altri reparti della Divisione. Il risultato positivo della seconda battaglia del Tembien, fu dovuto appunto a questo coordinamento tattico offensivo con la Divisione "28 Ottobre" e il Corpo d'Armata Indigeno (4).
Fra il 6 e il 12 marzo, il III C.d'A. con le Divisioni "23 Marzo" e la 1a Eritrea, reduce dalle operazioni del Tembien, dopo aver nuovamente cambiato fronte, si concentra nella zona di Samrè-Fenaroà contribuendo alla costruzione della pista. Prima ancora che questa fosse ultimata, una colonna viene distaccata per occupare Socotà, distante 80 km di mulattiera, attraveso una regione impervia, difficile e poco nota. Fu necessario impiantare una organizzazione dei rifornimenti con portatori. Quattromila uomini del corpo d'Armata su un percorso di 40 km, si assoggettarono per più giorni a questa dura fatica per assicurare alla colonna operante i mezzi di vita necessari al suo sostentamento (5). Il 28 marzo fu occupata Socotà.
Complessivamente nella campagna d'Etiopia, i caduti della Divisione "23 Marzo" furono 108.
NOTE
(1) Al momento della presa del comando, il Duca Emanuele Filiberto dirama il seguente ordine del Giorno: "Assumendo oggi il comando dell'Implacabile I Divisione Camicie Nere "23 Marzo" invio ai miei ufficiali, Sottufficiali e Militi il più fervido saluto. Nei nomi fatidici del Re e del Duce noi andremo sempre avanti fino alla sicura vittoria"
(2) Il 18 gennaio Il comandante della Divisione dirama il seguente Ordine del Giorno alle Camicie Nere: "La battaglia decisiva sarà sferrata. A noi tutti l'onore di parteciparvi, il dovere di vencerla. Lo comanda il Duce che in noi ripone assoluta fiducia; lo attende l'Italia tutta che è qui in ispirito in A.O. e nella carne dei suoi figli migliori. La battaglia sarà dura, quale si addice a uomini forti degni del nome d'Italia. In questi pochi giorni che ancora ci separano dalla battaglia dobbiamo fortificare il già forte nostro animo ad una sola volontà: quella di vincere per il Re, per il Duce, per l'Italia".
(3) E. Lucas-G. De Vecchi, "Storia delle unità combattenti della MVSN", Volpe Editore, Roma, 1976, pag. 66.
(4) Ad operazioni belliche concluse, il Duca di Pistoia invia al Podestà di Firenze, in data 5 marzo, il seguente telegramma: "All'imbrunire del giorno 28 febbraio, la 192a Legione delle Camicie Nere fiorentine, dopo aver combattuto e vinto, conquistava Amba Tzellerè, impediva al nemico la ritirata, lo batteva nuovamente il giorno successivo, occupava tutto l'Andinò, dominava i valloni di Abbi Addi, cuore del Tembien. Ancora una volta , seguendo tradizioni antiche e recenti, il popolo di Firenze, in armi nella magnifica Legione Francesco Ferrucci, fece vedere chi sia". Ma il Principe, già in data 9 gennaio 1936, dal forte Enda Jesus di Macallè, aveva espresso la sua ammirazione verso le CC.NN. in un messaggio alla divisione: "Milite, susciti in me un sentimento di grande ammirazione; hai lasciato tutto ciò che avevi di più caro - moglie, figli, genitori - vivi la tua dura vita serenamente sopportando fatiche, disagi, privazioni, perché sai l'utilità del tuo sacrificio. Vivete accanto nella stessa tenda, sotto il medesimo telo, il ricco ed il povero, l'erudito e il semplice, affratellati nella grande idea di Patria. Questo è il popolo d'Italia, risvegliato dal Duce in regime fascista".
(5) Così Badoglio telegrafava a Roma: "60 tonnellate di viveri furono trasportate a spalla da 4.000 soldati ... Con soldati come questi si va in capo al mondo".
FONTI
E. Lucas-G. De Vecchi, "Storia delle unità combattenti della MVSN", Volpe Editore, Roma, 1976. Un testo fondamentale per la conoscenza delle operazioni svolte dalla Milizia su tutti i fronti.
I Diari Storici delle Legioni della MVSN e dei Battaglioni CC.NN., delle Divisioni del R.E. e dei Corpi d'Armata conservati negli archivi dell'Ufficio Storico dello Stato Maggiore dell'Esercito.
La Stampa, Anno 71 n. 26, sabato 30 gennaio 1937-Anno XV
Altri riferimenti: vedi la pagina contenente la bibliografia