Storia delle Unità
6° Gruppo Battaglioni CC.NN. d'Eritrea
Data di costituzione |
4 aprile 1935 |
Comandante |
Console Generale Renzo Montagna |
Vice Comandante |
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Motto |
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Composizione del Gruppo
Reparti |
Comandante |
Sede |
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Storia operativa
Il 6° Gruppo sbarca a Massaua il 18 luglio 1935, il giorno dopo inizia la marcia di trasferimento a Mai Tzadà, sul percorso Saganeiti - Mai Airù - Coatit - Addi Cajeh - Amba Sain. Il 3 ottobre passa il confine come riserva del I C.A. occupando Mai Mere. Il 5 raggiunge Adigrat ed è adibito a lavori di fortificazione, fino al 2 novembre e si trasferisce al Passo Mai Agulà. Il giorno 7, una rappresentanza del gruppo è destinata alla colonna Broglia per l'ingresso in Macallè, che si effettua l'8 novembre.
Attraverso marce e realizzando lavori, si trasferisce nella conca di Mai Dolò, a Eghir Erivà, a Danberà. Il 10 febbraio inizia l'avanzata verso Amba Aradam, quale riserva del Comando Superiore A.O. Il 12 occupa a difesa la stretta di Eicallet; il 15 si sposta a ovest di Mai Gul Negus, poi a Enda Ghiorghis per rastrellare il campo di battaglia. (Endertà). Il 20 il gruppo è ancora spostato nella piana di Buiè ed il 27 inizia l'avanzata su Amba Alagi, che occupa il 28 febbraio alle ore 11. Il giorno 8 marzo l'LXXXII Btg. viene distaccato dal Gruppo ed aggregato alla colonna Starace per la marcia su Gondar.
I1 6° Gruppo, con i rimanenti battaglioni e reparti minori, il 15 marzo è a Passo Ailà; il 29 a Passo Dubbar ed il 31 prende parte all'ultima battaglia della campagna. Alle prime luci dell'alba ha inizio l'attacco delle armate imperiali del Negus contro la Divisione Alpina «Pusteria» ed il C.A. Eritreo, schierati in primo scaglione. A sud del Monte Bohorà il battaglione alpino «Intra» riceve in pieno l'ondata di assalto; il ridotto del battaglione è paragonabile ad uno scoglio flagellato dalle ondate, ma non barcolla e non cede. La reazione degli alpini schianta l'attacco nemico. Più indietro l'LXXXI Btg. CC.NN. (Ravenna) del 6° Gruppo sosta di rincalzo in attesa di ordini, ma udendo il fragore infernale della battaglia si porta di sua iniziativa presso gli alpini fortemente impegnati, fornendo materiale sanitario, portaferiti, munizioni. Per far questo le CC.NN. attraversano tratti scoperti, fortemente battuti dal fuoco avversario.
Verso le 16, un nuovo disperato attacco veniva tentato contro le ali dello schieramento italiano; allora, in concomitanza con il XX Btg. eritreo, l'LXXXI Btg. CC.NN. si slancia al contrattacco. Il nemico, prima perplesso, poi terrorizzato dall'impeto delle CC. NN., volge in fuga (1). Gli alpini ammirati applaudono in piedi e così premiano fraternamente lo slancio valoroso delle CC.NN. volontarie. Il colonnello Konovaloff, ex ufficiale dell'esercito imperiale russo, che fu al servizio del Negus prima e durante la campagna etiopica, nel suo libro: «Con le Armate del Negus. Un bianco fra i neri», così si esprime riferendosi a questo episodio di cui fu ignoto quanto sereno testimone.
"I soldati italiani non dimenticano mai il loro dovere e gli ordini avuti per bene eseguirlo, perciò non perdono tempo; i loro mitraglieri vedono tutto e senza fermarsi dirigono il fuoco dove è necessario. L'ufficiale, durante il combattimento, dà gli ordini in piedi. Uno di essi indica ai suoi uomini il bersaglio con un bastoncino». E anche: "L'attacco, condotto con sovrano disprezzo del pericolo, riusciva ad arrestare su quel settore la pressione abissina, obbligava le truppe del Negus alla ritirata e quindi, incalzandole da presso le costringeva nel pomeriggio a ripiegare definitivamente ed in disordine verso le posizioni di partenza".
E ancora sempre il colonnello Konovaloff riporta:
"Interrogando al riguardo diversi capi abissini essi rispondevano concordi che era impossibile fare qualcosa contro gli italiani: «Sono troppo gobas» (coraggiosi, forti)".
Il bollettino di guerra così premiò il valore delle CC.NN.:
"L'azione concorde delle due Divisioni Eritree sulla sinistra ed il saldo contegno del battaglione Alpini "Intra", sulla destra, sostenuto dai reparti CC.NN. del 6° Gruppo battaglioni e dalle bande dello Scimenzana, decidevano della giornata".
NOTE
(1) pag. 181 del volume di Badoglio « La Guerra d'Etiopia »
FONTI
La Stampa, Anno 71 n. 26, sabato 30 gennaio 1937-Anno XV
Altri riferimenti: vedi la pagina contenente la bibliografia