Uniformi
Carabinieri Reali
Si ringraziano Alessandro Politi e il sito ufficiale dell'Arma che hanno reso possibile la pubblicazione di questo articolo, che trovate in versione integrale all'indirizzo www.carabinieri.it
1923
Dopo la 1a Guerra Mondiale, alla quale i Carabinieri presero parte
indossando il grigio-verde di tutti i loro compagni in armi, il Ministro
della Guerra Maresciallo Armando Diaz diramò in data 7 giugno la
circolare n. 331 avente all'oggetto “Uniforme degli ufficiali e dei
militari di truppa dei CC. RR." che viene qui anche per il suo
interesse storico - riportata integralmente:
"In seguito a proposta del Comando Generale dei CC. RR. suggerita
dalle esigenze e caratteristiche dello speciale servizio d'istituto alle
quali meglio risponde la tradizionale divisa dell'Arma, si emanano le
seguenti disposizioni colle quali è regolato l'uso dell'uniforme
dell'Arma stessa nel tempo di pace”.
Uniforme
degli ufficiali
Sono di prescrizione:
le tre uniformi di panno turchino scuro dell'anteguerra (coll'aggiunta di filettatura scarlatta al colletto e alle controspalline delle giubbe dell'uniforme piccola e ordinaria) secondo le norme che ne disciplinavano l'uso;
la mantellina nera
con risvolti di panno rosso.
E’ facoltativo l'uso del cappotto nero,
dell'impermeabile nero, e dello spencer;
le bardature d'anteguerra senza variazioni.
Uniforme dei
sottufficiali e della truppa
Sono di prescrizione le tre uniformi di panno turchino
scuro dell'anteguerra colle seguenti varianti:
l'abito di grande uniforme è privo di alamari doppi alle manopole ed ha sul colletto gli alamari dell'abito di piccola uniforme;
i pantaloni corti (rimboccati sotto il ginocchio) di panno turchino scuro di piccola uniforme sono forniti di pistagna scarlatta e vengono portati dentro gli stivaletti con gambaletto;
i militari dell'Arma a cavallo colla piccola uniforme e, quando fanno servizio montati, anche con quella ordinaria, dovranno portare il pantalone corto grigio-verde munito di semplice pistagna nera;
pei conduttori di autoveicoli e pei ciclisti sono adottati gambali di cuoio nero (come quelli prescritti per l'arma a cavallo) con pantalone turchino scuro corto;
il giubbone è ad un solo petto, con bottoniera esterna formata da nove piccoli bottoni metallici, applicata nel tratto dal colletto alla cinta - falda lunga una decina di centimetri in più di quella del giubbone già in uso taglio leggermente incavato alla cintola in modo che si adatti alla persona senza stringerla, con gonnellino piuttosto ampio da poter contenere sotto di sé la pistola - due tasche laterali sovrapposte alla falda con copritasca non sagomato, senza bottoni, una tasca interna nella fodera - una contro spallina sulla spalla sinistra fermata da un bottoncino metallico - colletto diritto (alto tre o quattro centimetri a seconda della figura del militare) con alamaro piccolo. Gradi applicati come stabilito per le altre armi.
Per i marescialli il giubbone è da confezionarsi come il modello stabilito per la giubba grigio-verde dei pari grado delle altre armi, con l'alamaro della piccola uniforme al colletto;
il berretto è infustito, della foggia di quello in uso anteguerra, con montanti in panno rosso, e fregio metallico di granata. Tale fregio è in ricamo d'argento per i marescialli d'alloggio e capi; in tessuto di seta nera ed oro per i marescialli maggiori.
Gradi, come
per le altre armi.
Disposizioni transitorie
Per gli ufficiali le attuali divise grigio-verdi
potranno usarsi senza modificazioni fino al 31 dicembre
1924.
Per i sottufficiali e la truppa la sostituzione
della tenuta grigio-verde avverrà gradualmente a
cominciare dai capoluoghi di Regione".
La tabella n. 1 allegata alla
circolare riguardava l'uniforme per gli ufficiali e
stabiliva:
"per la grande uniforme: cappello con pennacchio, abito di g.u. con decorazioni, pantalone lungo (corto nel servizio a cavallo), sciabola con pendaglio di argento e dragona d'oro, sciarpa, guanti bianchi, bandoliera in tessuto di argento, con giberna;
per l'uniforme ordinaria: berretto, giubba a due petti con nastrini, pantalone lungo, sciabola con pendaglio e dragona di cuoio nero, guanti di pelle bianca;
per la piccola uniforme: berretto, giubba di piccola uniforme, pantalone corto con gambali o stivaloni di cuoio nero (fuori servizio facoltativo il pantalone lungo), sciabola con pendaglio e dragona di cuoio nero, guanti marrone (fuori servizio facoltativi i bianchi)".
La tabella n. 2 concerneva l'uniforme per i militari di truppa:
"grande uniforme: cappello con pennacchio, abito di grande uniforme, con spalline, cordelline, decorazioni, pantalone di panno turchino con bande, cinturino con sciabola e dragona di tessuto, guanti bianchi calzati, bandoliera bianca con giberna nei servizi armati (eccetto quelli di pattuglia);
uniforme ordinaria: cappello senza pennacchio, abito di piccola uniforme con nastrini, pantalone turchino con bande, cinturino con sciabola e pistola (senza sciabola quando si porta il moschetto), dragona di cuoio, guanti bianchi calzati, bandoliera bianca con giberna nei servizi armati (eccetto quelli di pattuglia). L'Arma a cavallo, nei servizi montati, invece dei pantalone turchino lungo porta il pantalone corto grigio-verde con pistagna e gambali neri);
piccola uniforme: giubbone con nastrini, pantalone corto di panno turchino con pistagna, da portarsi entro gli stivaletti berretto (elmetto nei servizi di ordine pubblico ed ogni qualvolta sia ritenuto opportuno), cinturino con sciabola, dragona di cuoio, pistola, moschetto e bandoliera bianca nei servizi di perlustrazione nelle campagne, appiattamento, ricerca di malfattori, di squadriglia e di polizia ferroviaria. (L'Arma a cavallo col giubbone porta sempre il pantalone grigio-verde con pistagna e gambali neri, portano pure i gambali neri i militari ciclisti ed i conduttori di automobili).
Gli allievi carabinieri, in luogo della grande uniforme vestono quella ordinaria.
I marescialli con l'uniforme ordinaria portano il giubbone ed il berretto. - Nella stagione calda i comandanti di legione possono prescrivere la copertura bianca al berretto per le esercitazioni varie e serviti fuori residenza.
In bicicletta si porta il moschetto ad armacollo e la pistola con correggiola.
I marescialli ed i brigadieri quando escono isolati possono indossare nei giorni piovosi l'impermeabile nero.
La tenuta di tela si indossa in caserma, nelle esercitazioni di tiro, nelle marce eseguite a reparto riunito, quando lo ritenga opportuno il comandante la legione o divisione.
Nel 1927, a venti anni di distanza da quello precedente, il Ministero della Guerra pubblicò altro Regolamento sull'uniforme per l'Esercito, trattando al capo V le uniformi per l'Arma dei Carabinieri, senza apportare sostanziali varianti alle prescrizioni di cui alla circolare Diaz sopra riportata.
Altro Regolamento
sull'uniforme per l'Esercito venne emanato dal
Ministero della Guerra il 20 luglio 1931. In esso il
Capo V riguardò esclusivamente l'uniforme degli
ufficiali dei Carabinieri ed il Capo VI quella dei
sottufficiali e militari di truppa dell'Arma. Eccone la
sintesi:
Uniforme degli ufficiali. Oltre alla grande
uniforme militare, all'uniforme ordinaria ed alla
piccola uniforme venne prescritto l'uso della grande
uniforme da cerimonia, da portare nelle visite di
dovere, nelle cerimonie nuziali, nelle funzioni,
rappresentanze, spettacoli teatrali, serate e balli, "ai
quali i civili intervengono in abito da cerimonia" e
composta di berretto, giubba a doppio petto e nastrini,
pantaloni lunghi, sciabola con dragona e pendagli di
cuoio, guanti bianchi e, per soprabito, la mantellina
nera con risvolti di panno rosso (come per la grande
uniforme).
Facoltativo il cappotto nella piccola uniforme. Colletto
obbligatorio nella grande uniforme (militare e da
cerimonia) e con i pantaloni lunghi della piccola
uniforme, cravatta facoltativa negli altri capi.
Cordelline d'argento di unico tipo per tutti gli
ufficiali, con puntale dorato per gli ufficiali
superiori e i primi capitani. Sciarpa azzurra anche
nella grande uniforme da cerimonia. Mantellina
obbligatoria, cappotto facoltativo con l'uniforme
ordinaria e la piccola uniforme.
Uniforme dei sottufficiali e militari di truppa.
Alle tre uniformi già note si aggiunse l'uniforme di
fatica, di tela, da usare in caserma, nelle
esercitazioni di tiro, nelle esercitazioni di marcia e
tutte le volte che "venga ritenuto opportuno dai
comandanti di Legione o di Divisione".
Distintivi di grado di lana rossa (anziché nera) per gli
appuntati, un galloncino di lana rossa (anziché nera)
per il bavero della mantellina, dei mantello o del
cappotto dei vice brigadieri e brigadieri; per la grande
uniforme dei marescialli una, due o tre stellette a
seconda dei grado, da applicare sulle manopole.
Pantaloni:
per i militari a piedi i pantaloni lunghi con la grande uniforme e con l'uniforme ordinaria, i pantaloni corti con la piccola uniforme; per i militari a cavallo i pantaloni corti nei servizi montati e con la piccola uniforme, lunghi negli altri casi; quelli corti di panno turchino con la grande uniforme e di panno grigio-verde con l'uniforme ordinaria e con la piccola uniforme.
per i militari, sia a piedi che a cavallo, prescritti i pantaloni lunghi anche con la piccola uniforme nei casi di servizi in residenza;
per i musicanti, pantaloni lunghi con tutte le uniformi, con speroni e sottopiedi.
1933-1934
Una tappa fondamentale nell'evoluzione delle uniformi
del nostro Esercito s'ebbe con una serie di norme che
negli anni 1933-1934 - a firma del Sottosegretario alla
Guerra, Generale C.A. Federico Baistrocchi - portarono
all'abolizione della giubba a collo diritto e rigido,
ereditata da tempi lontani, ed alla sua sostituzione con
la giubba aperta.
Diversamente dal passato le nuove e sostanziali varianti
all'uniforme non formarono oggetto di un corpo unico di
nonne, ma di prescrizioni varie che, generalizzate per
l'Esercito, vennero successivamente applicate ai
Carabinieri direttamente dal Ministero oppure a cura del
Comando Generale dell'Arma.
La svolta uniformologica verificatasi con l'adozione
della giubba aperta (e consistente soprattutto nella
necessità di rispondere "specialmente a criteri di
semplicità e di adattamento alle varie esigenze del
servizio”, non poteva non integrarsi con la
sostituzione del berretto alto con quello a tipo piatto,
oltre che - naturalmente - con l'uso della camicia di
tipo "borghese" bianca o grigio-verde, e
l'applicazione ad essa della cravatta lunga a nodo
verticale.
Le nuove norme stabilirono altresì l'adozione per gli
ufficiali di una grande uniforme e di una uniforme
ordinaria estiva di tela bianca.
La gradualità dell'estensione ai Carabinieri delle
prescrizioni di cui sopra è confermata dal fatto che il
5 febbraio 1934 venne tenuto dall'allora Capo del
Governo un rapporto ai generali ed ai colonnelli
dell'Arma, cui fece subito seguito una circolare, della
quale trascriviamo quanto segue:
"Com'è stato comunicato con circolare n. 5477 del 12
gennaio corrente anno sono in corso sostanziali
modificazioni alle attuali uniformi dei sottufficiali e
militari di truppa dell'Arma. E poichè è da presumersi
quanto prima una definitiva determinazione in merito, si
rende necessario sospendere la costruzione di oggetti di
vestiario..."
Già prima di tale decisione riguardante i sottufficiali
e militari di truppa dei Carabinieri, l'uso del berretto
di nuova adozione era stata disposto per gli ufficiali
dal Comando Generale dell'Arma con circ. 6329/2 del 15
dicembre 1933 e con decorrenza dal 1° gennaio
successivo, mentre altra circolare del Comando Generale
(n. 6410/2 del 21 dicembre 1933) dava una conferma
indiretta dell'uso dell'uniforme aperta anche da parte
degli ufficiali dei Carabinieri, ai quali, del resto,
venne dal Comando Generale stesso consentito nel giugno
1934 l'uso dell'uniforme estiva aperta e di tela bianca,
che in un primo tempo non era stata considerata ad essi
applicabile.
E’ quindi evidente che tutte le innovazioni introdotte
nell'uniforme degli ufficiali dell'Esercito
interessarono, con la gradualità voluta anche dalle
tradizionali incombenze d'istituto dell'Arma, gli
ufficiali dei Carabinieri, com'è dimostrato, ad esempio,
dalla seguente circolare del Ministero della
Guerra-Gabinetto - n. 8000 dei 31 ottobre 1936:
"Il nuovo regolamento
sull'uniforme Prevede anche per gli ufficiali dei
Carabinieri Reali l'uniforme da marcia.
Essa è composta di:
giubba nera e pantalone nero corto già prescritti per l'uniforme ordinaria (stivali o gambali; facoltative fasce gambiere e calzettoni neri e scarpe alpine nei servizi in montagna);
berretto nero rigido (o nero da campo - cric. 215 G. M. c.a. - per i casi in cui è previsto per gli ufficiali delle altre armi il berretto da campo);
camicia e colletto grigio-verde con cravatta grigio-verde;
cinturone nero con fondina per pistola (modello già depositato all'Unione Militare);
guanti marrone.
In attesa della
pubblicazione del nuovo regolamento, le disposizioni di
cui al presente foglio entrano in vigore da domani 1°
novembre".
1935
Per i sottufficiali e militari di truppa dei
Carabinieri, il Comando Generale dell'Arma, con circ.
588314 di prot. dell'8 gennaio, emanò le seguenti
prescrizioni poi confermate dal Regolamento
sull’uniforme:
"Aiutanti di battaglia e
marescialli:
quattro specie di uniforme: grande uniforme, uniforme
ordinaria, uniforme estiva (facoltativa), uniforme di
fatica;
grande uniforme con cappello e pennacchio, abito di g. u. di panno turchino con spalline, cordelline e decorazioni; pantaloni lunghi di panno turchino (corti di panno turchino con doppie bande e gambali neri per i marescialli in servizio montato); guanti bianchi, dragona di tessuto, colletto diritto bianco inamidato, mantellina di panno turchino per i militari a piedi, mantello di panno turchino per quelli a cavallo; sola sciabola senza bandoliera bianca in libera uscita; sciabola, pistola e bandoliera bianca nei servizi rappresentativi; sciabola e bandoliera bianca negli altri casi;
uniforme ordinaria: berretto di panno turchino, giubba di panno turchino, tre tipi di pantaloni (lungo con 1 banda o 2 bande, corto con pistagna, grigio-verdi con gambali a seconda della specialità), camicia bianca con colletto rivoltato floscio o inamidato o grigio verde con colletto floscio grigio verde rivoltato; cravatta di tessuto nero a nodo verticale, guanti bianchi (marroni facoltativi fuori servizio) calzature, stivaletti neri al cromo, stivaletti a gambaletto, facoltativo fuori servizio le scarpe basse nere allacciate e con calze nere; bandoliera nera di notte nei servizi di appiattamento o ricerca malfattori;
uniforme estiva: berretto, giubba e pantaloni senza risvolto di tela bianca, camicia bianca e cravatta nera a nodo verticale, guanti bianchi, calze bianche scarpe basse, bianche, di pelle e di tela, armamento con pistola 1889 a carico del sottufficiale;
uniforme di fatica: di tela come per la truppa, da indossare in caserma, nelle esercitazioni di tiro ed in quelle di marcia o su ordine del comandante di Legione o di Divisione”.
Per i marescialli
maggiori comandanti di Sezione, capi scrivani presso gli
uffici dei Comando Generale, degli Ispettorati di zona,
della Scuola Centrale (comando, amministrazione e
direzione studi), delle Legioni, delle Divisioni
coloniali (comando, amministrazione e servizio) nonché
per i marescialli maggiori addetti alle Compagnie
comando e quelli nominati comandanti di plotone presso
la Scuola Centrale e la Legione allievi, oltre ai
distintivi di grado previsti per gli altri marescialli
maggiori, venne adottato in tutte le uniformi un gallone
d'argento striato in nero eguale a quello del berretto,
applicato ad angolo al di sopra delle manopole col
vertice in alto.
“Brigadieri vicebrigadieri, appuntati e carabinieri:
quattro specie di uniformi
grande uniforme, grande uniforme ridotta, uniforme
ordinaria, uniforme di fatica;
grande uniforme: come prima, con la differenza che i
militari a cavallo portavano i pantaloni corti di panno
turchino con doppie bande e gambali neri di cuoio.
Armamento: sciabola corta per i militari di truppa,
lunga se sottufficiali o dell'arma a cavallo; secondo i
servizi, pistola e sciabola con bandoliera bianca,
moschetto e bandoliera bianca;
grande uniforme ridotta: cappello senza pennacchio, abito di grande uniforme con controspalline movibili orlate di rosso; pantaloni lunghi di panno turchino, guanti bianchi, pistola, sciabola e bandoliera bianca;
uniforme ordinaria: berretto di panno turchino, giubba di panno turchino; pantaloni lunghi di panno turchino, o corti di panno turchino con pistagna per arma a piedi e grigio verdi con pistagna nera e gambali per arma a cavallo".
Per l'armamento e buffetteria venne stabilito:
"nei servizi in residenza i militari vanno armati di sola pistola ed indossano sempre la bandoliera bianca;
nei servizi di ordine pubblico i militari vanno armati di pistola e sciabola ed indossano la bandoliera bianca; tale armamento può essere completato col moschetto quando ciò sia ritenuto necessario: in tal caso non viene portata la sciabola;
in libera uscita i militari di truppa vanno armati di sola pistola; i sottufficiali della sola sciabola lunga: tutti senza bandoliera;
i sottufficiali adibiti alla carica di scrivano sono armati di sciabola lunga senza bandoliera;
nei servizi fuori della residenza i militari vanno armati di moschetto e pistola ed indossano la bandoliera bianca. Fanno eccezione i servizi di traduzione e d'ordinanza espressa nei quali i militari sono armati di sola pistola, indossando sempre la bandoliera bianca.
in casi particolari però gli ufficiali diretti, i comandanti di sezione ed i comandanti di stazione hanno facoltà di ordinare che i militari di traduzione e d'ordinanza espressa siano armati anche di moschetto;
la bandoliera nera viene indossata di notte e solo nei seguenti servizi: perlustrazioni (escluse quelle specificatamente disposte sulle strade nazionali e provinciali), appiattamenti e ricerche di malfattori".
1936
Con circolare n. 215 del Giornale Militare (18 marzo)
venne esteso agli ufficiali dell'Arma dei Carabinieri il
berretto a busta già modificato per gli ufficiali delle
altre Armi con G.M. 1935, circolare n. 275, e fu
stabilito che fosse di colore nero, con filettatura di
colore scarlatto larga 1 millimetro.
Un primo tipo di berretto, a busta grigio-verde -
chiamato berretto da campo - era stato adottato per i
militari dell'Esercito con circolare n. 370 del
Ministero della Guerra - G.M. disp. 25 - del 24 maggio
1934 (ufficiali, aiutanti di battaglia e marescialli) e
con circolare 371 della stessa data per sottufficiali e
militari di truppa, era stato prescritto un nuovo
berretto di fatica.
Nel cinquantennio trascorso dall'apertura della giubba e
dall'adozione del berretto basso per i militari
dell'Esercito - provvedimento particolarmente
emblematico per l'Arma dei Carabinieri, unica rimasta a
contemperare l'austera, secolare tradizione dell'abito
chiuso di grande uniforme con la moderna e generale
esigenza dell'uniforme aperta - sopravvennero
provvedimenti che via via dimostrarono l'importanza di
adattare anche l'equipaggiamento alle sempre mutevoli
esigenze dei servizio.
1939
Le
disposizioni emanate il 1° gennaio per le uniformi degli
ufficiali, sottufficiali e militari di truppa dell'Arma
erano state precedute dall'estensione ai Carabinieri dei
berretto a busta chiamato anche "berretto da
campo” prescritto per le altre Armi, e dall'adozione
ufficiale del berretto di panno turchino mod.
1935 (cosiddetto di "libera uscita") introdotto
nell'Arma dopo il 1933 e non ancora ratificato dal
Ministero della Guerra (circolare n. 819 del G.M. 1935).
Le norme non modificarono sostanzialmente quelle
antecedenti per quanto concerneva gli ufficiali.
Precisarono l'esigenza di una uniforme nera e di una
uniforme estiva da visita accanto a quella da
cerimonia, dalla quale si distinguevano per l'obbligo di
portare i nastrini delle decorazioni invece delle
decorazioni e per la giubba bianca in estate, e
introdussero l'uniforme estiva per l'equitazione,
caratterizzata dalla camicia grigio-verde con colletto
g.v. rivoltato, floscio, modificando la composizione
dell'uniforme ordinaria facoltativa grigio-verde
(ammessa anche nelle ore pomeridiane e serali) con
pantaloni corti g.v. a doppia banda di panno nero con
filetto rosso in mezzo separato dalle bande. Infine, fu
regolata la composizione della uniforme di marcia
grigio-verde, mantenendola facoltativa, e introdotto
l'uso del robbio sulle manopole e sulle controspalline,
ammesso per i capitani ed i tenenti incaricati delle
funzioni del grado superiore.
L'uso del robbio venne confermato per i colonnelli
comandanti titolari di Legione e Scuola Centrale e
nuovamente esteso ai tenenti colonnelli incaricati con
decreto ministeriale di detti comandi, mentre il
pennacchio bianco d'airone della grande uniforme nera
dei colonnelli titolari di comando fu consentito anche
ai colonnelli non titolari nella circostanza delle
funzioni di comando di Legione o Scuola.
I soprabiti stabiliti furono i seguenti: mantello
(obbligatorio con la grande uniforme, facoltativo fuori
servizio con le altre uniformi nere); cappotto,
obbligatorio in servizio e con le uniformi nere meno la
grande uniforme; impermeabile nero;
giubbone di pelle nera facoltativo per la guida di
automezzi.
Le norme del 1939 per gli aiutanti di battaglia e i
marescialli portarono, rispetto al 1935, da quattro a
sei le specie della loro uniforme, aggiungendovi
l'uniforme di marcia (berretto ed elmetto - fasce
gambiere o gambali) e la grande uniforme estiva.
L'uniforme ordinaria nera, immutata nel berretto e nella
giubba di panno turchino, venne modificata nell'uso dei
pantaloni stabiliti in pantaloni corti (cioè legati
sotto il ginocchio) di panno turchino con banda (doppia
banda per l'arma a cavallo e musicanti) e pantaloni
lunghi di panno turchino senza banda e senza risvolto,
da usare fuori servizio.
La grande uniforme estiva, composta di berretto, giubba
e pantaloni di tela bianca, di camicia a colletto bianco
inamidato e cravatta di tessuto nero a nodo verticale,
ebbe come accessori le decorazioni e la sciabola con
dragona di grande uniforme.
Per i brigadieri, vice brigadieri, appuntati e
carabinieri le quattro antecedenti uniformi vennero
completate dall'uniforme da marcia, composta da
berretto di panno turchino (eventualmente elmetto),
giubba e pantaloni corti di panno turchino (grigio-verdi
con doppia banda nera per i militari a cavallo montati),
camicia grigio-verde a colletto floscio rivoltato e
cravatta di tessuto nero a nodo verticale, fasce
gambiere o gambali di cuoio nero a stecca. Sempre con
berretto turchino, giubba e pantaloni di tela grigia e
camicia grigio-verde con cravatta nera l'uniforme
da fatica.
FONTI
Il sito ufficiale dell'Arma dei Carabinieri
www.carabinieri.it