I mezzi cingolati
Carro Veloce L3 35 (CV 35)
Origini e sviluppo
Il Regio Esercito nel 1935 fece un ordine di circa 1.300
CV-35, molti dei quali destinati all'esportazione in vari
paesi. Tecnicamente questi carri non erano dotati di una vera
e propria torretta girevole, bensì delle piastre saldate in
rialzo rispetto al profilo del carro, a protezione del
mitragliere. Questi, che era anche il comandante del
veicolo, sedeva sulla sinistra e il conducente sedeva a
destra. Il motore era montato trasversalmente nella parte
posteriore, con il radiatore circolare montato dietro il
motore; la trazione era anteriore. L'L3-35 fu sviluppato
sulla base del precedente L3-33, a sua volta derivato dallo
sviluppo del carro leggero inglese Carden-Loyd Mk VI
tankette, importato in Italia nel 1929. Il primo modello
derivato dal carro inglese fu denominato CV-29 costruito in 21
esemplari. Fu il primo modello definitivo del carro,
costruito congiuntamente da Fiat e Ansaldo che entrò in
servizio già nel 1934 durante il Referendum nella Saar con
funzioni di ordine pubblico. Fu prodotto in circa 300
esemplari.
L3-35
Nel 1936 fu iniziata la produzione del modello aggiornato,
il CV-35, con differenze rilevabili nella corazzatura,
fissata con dei rivetti anziché solo saldata, e l'unica
mitragliatrice FIAT-Revelli Mod. 1914 da 6,5 mm che era
montata sul modello precedente, fu sostituita con due
mitragliatrici Fiat Mod. 14/35 da 8 mm. Molti CV-33 sono
stati adattati per soddisfare le specifiche del CV-35. Nel
1938, i veicoli sono stati rinominati come L3/33 ("L" per
Leggero) e L3/35. Furono prodotti all'incirca 2.000/2.500
esemplari di carro leggero L3 nelle varie versioni.
L3-38
Questo modello fu introdotto nel 1938 e non molti di questi
mezzi furono
costruiti o entrarono in servizio. Le innovazioni furono
l'introduzione di una sospensione a barra di torsione e la
presenza in molti esemplari di una mitragliatrice pesante Breda Mod.31.
Tra le due guerre
Già durante il periodo tra le due guerre i carri L3
dimostrarono la loro pochezza tecnica, in almeno due
occasioni durante l'invasione italiana dell'Etiopia, i carri
leggeri L3 furono messi fuori combattimento da massicci
attacchi di fanteria etiope. In Spagna, durante la guerra
civile gli L3 del Corpo Truppe Volontarie (CTV) erano in
netta difficoltà a confronto dei T-26 e BT-5 russi. Altra
fortuna ebbero i carri ungheresi, le forze slovacche non
furono mai in grado di opporre una adeguata resistenza agli
L3.
Impiego operativo
Oltre che essere impiegato durante le guerre coloniali
italiane in Etiopia, durante la seconda guerra
sino-giapponese, la guerra civile spagnola, la guerra
slovacco-ungherese, e la guerra anglo-irachena, il carro
"L3" fu utilizzato quasi ovunque dalle truppe italiane che
combatterono durante la seconda guerra mondiale. Esemplari
in buone condizioni e fuori combattimento di L3 furono
trovati sul confine italo-francese, durante l'occupazione
italiana del sud-est della Francia svolgevano ruoli di
polizia, in Nord Africa, in Africa Orientale, nei Balcani,
in URSS durante la Campagna di Russia, in la Sicilia, e in
tutto il resto della penisola.
Seconda guerra mondiale
Il 10 giugno 1940, l'Italia dichiarò guerra alla Francia,
con il Regio Esercito Italiano in possesso solo di un
centinaio di carri armati medi M11/39 divisi tra due
battaglioni corazzati. Gli L3 nonostante fossero inefficaci
e obsoleti, erano ancora in dotazione a tutte le divisioni
corazzate italiane, alle divisioni motorizzate, e agli
squadroni "Celere".
Oltre 40 carri L3/33-35 furono catturati dall'esercito greco
tra il 1940-'41 ed altri furono preda di guerra in
Jugoslavia nel 1941. Dal 1941, alcuni L3/35 furono venduti
al governo "fantoccio" croato (Hrvatska Nezavisna Država, o
NDH), anche se i carri italiani dimostrarono subito la
loro inadeguatezza e il loro scarso valore tattico in prima
linea a causa dell'autonomia limitata e della corazzatura
irrisoria. Ciò non significa che gli L3 fossero totalmente
inutili; lo stesso generale Babini, comandante delle forze
corazzate italiane in Spagna nel periodo 1937-'39 (che
comprendevano fra gli altri 149 carri L3 delle varie
versioni), scrisse nella relazione al Comando supremo
militare italiano che l'L3 dal punto di vista meccanico
aveva i suoi difetti (come l'avviamento a manovella, il
pericolo di rovesciamento, scarso armamento, autonomia e
protezione), ma anche che "aveva vinto le sue battaglie" ed
"aveva assolto pienamente al proprio rendimento tattico";
cioè considerandolo buono come mezzo da ricognizione e non
come carro di rottura, ruolo quest'ultimo per il quale era
palesemente inadeguato, anche con la provvisoria
installazione di mitragliere Breda 20/65 Mod. 1935 da 20 mm
o fuciloni controcarro Solothurn pure da 20 mm (in grado di
perforare 40 mm a 500 m, quindi più che sufficienti a
perforare le corazzature dei T-26 russi, il nerbo delle
forze blindate della repubblica spagnola). Dopo l'armistizio
dell'8 settembre 1943, molti L3 sono stati utilizzati dalla
Wehrmacht e dall'Esercito Nazionale Repubblicano della
Repubblica Sociale Italiana (RSI), dove fu riscoperta
l'efficacia di questo piccolo mezzo in funzione
antipartigiana sugli stretti sentieri alpini ed appenninici.
Specifiche L3/35 (CV 35) |
|
Dimensioni |
3,150 x 1,4 x 1,28 m |
Cingolo |
72 maglie |
Peso totale, pronto per la battaglia |
3,456 tonnellate |
Equipaggio |
2 (capo carro mitragliere, pilota) |
Motore |
Fiat Tipo CV 3-005 a carburazione; 4 cilindri 2.745 cm3; 43 CV a 2400 giri |
Trasmissione |
Frizione a secco, a
dischi multipli. |
Sospensione |
Per i modelli 35, carrelli a sei rulli gommati (69 x 154) per lato, collegati da biscottini elastici alla estremità di mezze molle a balestra |
Cingoli |
bimaglia (72+ 72), larghezza 0,19 mt, passo 50/45 mm |
Pendenza superabile |
100° |
Gradino |
0,65 m |
Trincea |
1,45 m |
Guado |
0,70 m |
Velocità massima |
38-42 km/h su strada; 14,4-15 km/h su terreno vario |
Serbatoio |
75 lt |
Autonomia |
100-120 km su strada; 5-6 ore fuori strada |
Armamenti |
2 mitragliatrici Fiat 14/35 cal. 8 mm |
Elevazione e brandeggio |
-12° +15°; 12° sx e 12° dx |
Munizioni |
2320 colpi (29 caricatori da 80 colpi) |
Comunicazioni |
feritoie con chiusura sui due lati e
due posteriori; |
Armatura |
scafo: frontale 14 mm; laterale e retro 8 mm; retro 7,5 mm; fondo 14 mm torretta fissa: frontale 14 mm; laterale 8 mm; cielo 7 mm |
Produzione totale |
- |
S.M.R.E. - "Nozioni di armi, tiro e materiali vari", Edizioni Le "Forze Armate", Roma, 1942.
Fronte Terra, "Carri armati in servizio fra le due guerre", vol. 2/I e 2/II, Edizioni Bizzarri Roma, 1973.
N. Pignato, "I mezzi blindo-corazzati italiani 1923-1943", Albertelli Edizioni Speciali, Parma, 2004
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