I mezzi cingolati

 

Carro Veloce L3/33 e L3/35 Varianti

 

 

 

 

 

Origini e sviluppo

 

Il carro veloce CV 33 (denominato in seguito carro L3/33) e CV 35 (denominato in seguito L3/35) ebbero numerose varianti al progetto base che manteneva comunque le sue caratteristiche principali e alcune innovazioni dovute alle caratteristiche specifiche delle singole varianti. Non tutte le versioni delle varianti riuscirono a passare dalla fase di progetto alla versione operativa dopo le valutazioni dell'eventuale prototipo realizzato.

 

Le versioni

 

Date le scarse doti del carro in scontri all'aperto con i suoi simili meglio armati e corazzati, fu rilegato spesso a ruoli di ordine pubblico e polizia nei campi di prigionia. Tuttavia della serie CV furono create varie versioni utili ad assegnare a questo carro una molteplicità di funzioni.

 

CV33 I serie - Designazione iniziale del Carro Veloce Ansaldo, I serie, caratterizzato dalla mitragliatrice Fiat Mod. 14 tipo Aviazione da 6,5 mm raffreddata ad aria e da una piastra singola di supporto della ruota tendicingolo. Dopo pochi mesi, tutti i carri di I serie furono riarmati come quelli della II serie sostituendo la mitragliatrice Fiat Mod. 14 da 6,5 mm con un'arma dello stesso tipo, la Fiat Mod. 14/35, adattata alla cartuccia da 8 mm.


CV33 II serie - Apparso già nel 1934 ma in distribuzione dal 1936, introduceva un armamento costituito da 2 mitragliatrici Fiat Mod. 14/35 da 8 mm o Breda 38 cal. 8 mm. Inoltre aveva un supporto della ruota tendicingolo separato da quello della ruota di rinvio, una feritoia del pilota incernierata all'interno, la sostituzione degli sportellini posteriori con feritoie, lo sportello di aerazione protetto da uno scudo metallico e diversa disposizione degli accessori esterni. 


CV35 I serie - Variante del precedente CV33 II serie, difficilmente distinguibile, che aveva parte delle lamiere dello scafo imbullonate anziché saldate; nel corso dell'impiego le sue armi furono sostituite dalle FIAT Mod.35 o dalle Breda Mod. 38.


CV35 II serie - Uguale alla precedente ma con modifiche a portelli e feritoie dello scafo.

 

CV38: questo modello fu introdotto nel 1938 e non molti di questi mezzi furono costruiti o entrarono in servizio. Le innovazioni furono l'introduzione di una sospensione a barra di torsione e la presenza in molti esemplari di una mitragliatrice pesante Breda Mod.31. Queste modifiche vennero applicate anche a carri delle versioni precedenti nell'ambito delle operazioni di revisione.

 

Sulla base delle evoluzioni dell'L3/33 e dell'L3/35 furono realizzati dei carri specifici:

 

Carro d'assalto lanciafiamme (L 35/LF)

Il carro montava al posto di una delle mitragliatrici un tubo lanciafiamme alimentato da un serbatoio esterno che poteva essere sia montato sul portello di ispezione del motore che su rimochietto apposito. La modifica venne eseguita sia su scafi L/3 33 II Serie e L/3 35 I e II Serie. Nel primo prototipo, al posto della mitragliatrice di sinistra era inserita una lunga lancia, dal caratteristico terminale, mentre l'impianto di alimentazione era all'interno del carro e attingeva a un rimorchietto-serbatoio da 520 litri denominato Apparecchiatura L. Fu realizzato anche almeno un prototipo in cui l'intero impianto era contenuto all'interno del carro e, infine, fu scelta una terza soluzione, nella quale il serbatoio del liquido infiammabile era sistemato sul cofano motore, che riduceva la capienza del contenitore ma non vi era l'inconveniente del rimorchietto che poteva creare problemi.

 

 

 

Specifiche tecniche Carro Armato L 35 L.F.

Dimensioni

5,6715x1,50x1,3 mt

Peso totale, pronto per la battaglia

4,7 tonnellate

Equipaggio

2 (pilota, capo carro flammiere)

Propulsione

Fiat CV 3-0051 4 cilindri 2746 cc a benzina, 43 hp

Velocità

40 su strada; 15 fuori strada

Pendenza massima

70%

Autonomia

150 km su strada; 6 ore fuori strada

Scalino

0,40 m

Trincea superabile

- m

Guado

0,70 m

Armamento primario

1 lanciafiamme 1 mitragliatrice Fiar 35 cal 8mm

Munizioni

liquido l.f. (nel rimorchio) 500 litri

1820 colpi per Fiat 35 (26 caricatori da 70)

Corazzatura

frontale 15 mm; laterale 9 mm; cielo e fondo scafo 6 mm

Apparecchio radio

-

Apparecchi ottici

1 iposcopio; 1 cannocchiale di puntamento

 

L35 Aviotrasportabile

 

Carro lanciafiamme utilizzato per prove di compatibilità con l'aerotrasporto, agganciato sotto la fusoliera di un Savoia-Marchetti S.M.82.

 

 

 

 

Carro armato L3/35/r con apparati radio

 

Nel 1934 si sperimentò, sullo scafo di un carro veloce 33 della prima serie, la sistemazione di una apparecchiatura radio (r.f. ed r.t.), derivata dal tipo R3 in uso presso le truppe celeri e che doveva divenire la R3CV. Il modello fu adottato nel 1935 e montato sui CV 33 della seconda serie, in tempo per l'impiego in Africa Orientale sui carri comando di compagnia. L'antenna a telaio era sistemata sul bordo di sinistra della torretta e fissata posteriormente all'estremità sinistra della gngl1a radiatore. Le batterie di alimentazione erano in due cassette sulle fiancate della camera motore, al posto dei rulli di scorta che erano stati spostati sui loro coperchi. Il Ministero della Guerra - Ufficio Ordinamento e mobilitazione provvide, con circolare n. 1250 di prot. del 23 maggio 1936.XIV, a modificare gli organici dei reparti di fanteria carrista (e con circolare n. 12730 di protocollo per la cavalleria) con l'assegnazione, di 1 carro d'assalto 35/RT con stazione R3 - in sostituzione di un carro d'assalto (o veloce) 35 ordinario a ciascun comando di battaglione carri d'assalto (0 di gruppo carri veloci) e a ciascun comando di compagnia carri d'assalto o carri veloci. Successivamente tutti i reparti ne furono dotati e la stazione prese il nome di R.F.C.A., la portata andava dai 5 agli 8 km con carro fermo e da 1 a 2 con il carro in marcia. Ai primi del 1939 alcuni dei carri comando di battaglione e compagnia del 32° Reggimento Fanteria Carrista ricevettero sperimentalmente la stazione radio Siemens a onde ultra corte per carri armati con portata di 4 km e dalla caratteristica antenna alta 2 m, sistemata su un supporto fissato anteriormente, al centro della torretta fissa, tra la casamatta ed il portello di visuale. L'apparato fu sperimentato durante le Grandi esercitazioni dell'anno XVII ma non diede buona prova. Con l'adozione della Magneti Marelli RF1C.A. nel 1940 (portata 2 km m telefonia, 3-4 in telegrafia) si provvide gradualmente a sostituire le R3CV sui carri L 3, dotandoli dell'antenna a sollevamento automatico. Si deve aggiungere che il carro L disponeva, per le comunicazioni, dell'asta da segnalazioni e del segnalatore ottico. Il carro fu impiegato come carro comando ed era destinato ai comandati di squadrone (o di compagnia) o di gruppo squadroni (o di battaglione).

 

 

 

L3 Zappatori

 

Noto anche come Carro Passerella (o CV3 Rampa Semovente), era una versione gettaponti sperimentale che non ebbe successo.  Il carro base fu adattato per il trasporto e la messa in opera di una passerella della lunghezza massima di 6 metri. Privo di armamento. Prototipo. Fu questo il primo carro armato gettaponte dell'Esercito italiano. Esso era stato costruito dall'Officina di Costruzioni del Genio Militare di Pavia su progetto dell'allora Direttore Tenente Colonnello Calligaris. Si trattava di un CV 33 della seconda serie, attrezzato in modo speciale per poter superare ostacoli orizzontali e verticali.
La realizzazione aveva avuto inizio nel 1935, quando il 13° Reggimento ''Cavalleggeri di Monferrato'', di stanza a Voghera (PV), inviò il suo carro targa 1576 (nominativo PONTE DI VERSA) con relativo pilota (per la storia, il caporal maggiore Giuseppe Mangiagalli), presso l' Officina per applicarvi una passerella in metallo azionata meccanicamente dal carro stesso.
I primi lavori cominciarono nel novembre-dicembre e vennero ripresi - dopo i vari collaudi in sala prova - nel febbraio 1936. La difficoltà maggiore era nel gruppo riduttore che azionava l'elevazione della passerella in tubolari d'acciaio, del tipo a traliccio, la quale, ancorata alla parte anteriore del carro, in posizione avanzata, era sostenuta da tiranti in acciaio. La manovra avveniva attraverso detto riduttore, a motore acceso, essendo questo collegato alla trasmissione. La manovra veniva eseguita dal pilota innestando la 1a marcia con la leva del riduttore unita al cambio di velocità in folle (ovviamente la manovra andava effettuata a carro fermo).
Le prime prove ufficiali furono eseguite all'interno dello Stabilimento sul canaletto della larghezza di 8 m (il bacino per il varo dei barconi-ponte in costruzione presso la stessa Officina per essere dirottati nel Ticino). Il problema maggiore fu rappresentato dall'insufficiente trattazione termica degli ingranaggi, che fu risolto soltanto quando i collaboratori del colonnello Calligaris e cioè il capo tecnico Carnaghi, il disegnatore tecnico Mezzadra ed altri si recarono a proprie spese in Germania per trovare una soluzione soddisfacente. Nel giugno 1936 finalmente, alla presenza di alti ufficiali italiani e tedeschi si poté effettuare una dimostrazione con ottimi risultati. Al carro veloce era stato applicata posteriormente una zavorra per ev1tare che durante la manovra di elevazione, il retro si sollevasse al punto di far toccare terra alla sua sezione anteriore. Presentato in pubblico per la prima volta il 27 agosto 1936 a Montemarano (AV) in occasione delle Grandi Manovre A. XIV svoltesi in Irpinia, fu largamente pubblicizzato.

Il complesso si presenta come un carro veloce con una sovrastruttura a verricello e con una lunga appendice anteriore formata da elementi a traliccio, in parte tubolari, i quali formano due guide, sulle quali scorrono i cingoli del carro e che è destinata ad essere varata attraverso le interruzioni .
Il carro porta quindi l'attrezzatura ed il materiale per la composizione ed il gittamento della passerella su interruzioni orizzontali fino alla luce di 6 m circa, nonché per il superamento di ostacoli verticali fino all'altezza di 4,50 m. Materiali, accessori e dispositivi vengono trasportati, durante il trasferimento, su apposito carrello rimorchiato dallo stesso carro veloce. La passerella è composta di due travi metalliche portanti parallele, collegate da apposito sistema di controventatura.
Caratteristica tipica del sistema è quella di permettere che la manovra della stessa possa essere effettuata dal solo personale carrista - 2 uomini - senza che debba uscire dal carro. Essa comprende il seguente materiale: travi con controventatura, scarpe di appoggio, dispositivo di ammarro, triangoli di unione. Il peso complessivo si aggira sui 1000 kg.
Il carro invece comprende la seguente attrezzatura:
- dispositivi occorrenti per la manovra e il gittamento della passerella, e cioè un dispositivo di attacco e distacco della passerella dal carro, un verricello con funi metalliche azionate a mano e dal motore del carro per sollevarla ed abbassarla, un telaio con controventi munito di carrucole di rimando per le funi metalliche ed un dispositivo elastico di appoggio della passerella contro il carro.
- materiale di manovra: composto da carrello manovrato con pattino, capre con paranchi e briglie di sospensione. Il carrello serve durante l'avvicinamento all'ostacolo, a ridurre il carico del carro e a facilitare tale manovra. La stabilità del carro veloce in questo contesto si può migliorare zavorrando un contenitore agganciato posteriormente alla camera motore.
Per il montaggio della passerella bastano i 2 uomini del carro, che vi impiegano dai 15 ai 20'. Per il gittamento, il carro esegue la seguente manovra: esso si porta, con la passerella montata, davanti all'interruzione, ponendosi a conveniente distanza. Quivi il carrista, azionando il verricello, abbassa l'estremo libero della passerella fin quasi ad appoggiarlo sulla sponda opposta; ciò fatto, con lievi spostamenti del carro, regola l'estremo libero della stessa in modo che si trovi in giusta posizione per poter prendere definitivo appoggio sul ciglio di avvio. Dopo di che, continuando ad azionare il verricello, egli allenta le funi dando appoggio all'estremo libero della passerella.
In ultimo, agendo sul volantino del dispositivo di attacco della passerella medesima, si svincola l 'estremità di essa dall'unione a cerniera. Mediante lento indietreggiamento del carro e manovra di verricello insieme combinati, le funi che la trattengono ricadono libere al suolo ed il carro si distacca lasciando libero il transito agli altri carri.
Il tempo medio occorrente per il gittamento della passerella di 7 m va dai 5' ai 7'. Essa può essere recuperata tanto sulla sponda di partenza quanto su quella di arrivo.
Da quanto si può arguire (alle manovre del 1936 si videro due di questi carri, allora denominati "zappatore"), è possibile si prevedesse di distribuirne un esemplare per ciascuna delle compagnie miste per brigata meccanizzata in programma. Non risulta tuttavia 1nser1to nelle corrispondenti formazioni di guerra. In seguito, almeno uno di questi carri passerella fu impiegato nelle manovre svoltesi in agosto 1937 nella pianura veneto-friulana con una divisione motorizzata ed una divisione celere ("Emanuele Filiberto Testa di Ferro"). Si sperava, nel 1937-38, di venderne agli stati esteri che già utilizzavano i nostri carri veloci, ma la presentazione effettuata a Nettuno dinanzi agli addetti militari accreditati a Roma non portò ad ordinazioni di sorta. La sua ultima apparizione pubblica risale al 9 maggio 1940, alla Mostra dell'Esercito della Triennale d'Oltremare, a Napoli.

 

L3 carro recupero

 

Si tratta di versione sperimentale per il recupero dei carri incidentati. Il carro era dotato posteriormente di un sistema d'aggancio per il recupero di carri in avaria o danneggiati. Prototipo. Si tratta di una versione sperimentale non adottata ma presente in qualche esemplare all'interno dei reparti. Il prototipo era stato realizzato su un modello 33 con gancio posteriore di recupero.
 

 

Semovente L3 da 47/32

 

Prototipo di semovente armato con un cannone da 47/32 mm; tentativo "disperato" di adattare l'L33 alle nuove esigenze belliche, aveva un disegno molto simile al Panzerjäger I (anch'esso derivato dal carro leggero più diffuso presso l'esercito d'adozione, il Panzer I): lo scafo, privato della sovrastruttura, presentava frontalmente un cannone controcarro da 47/32 scudato, che doveva proteggere i serventi; il resto del mezzo era uguale allo chassis dell'L. 33, anche se dalla foto del prototipo sembra che le sospensioni fossero a molloni. Probabilmente non avrebbe avuto successo, dato che il pur contenuto rinculo del 47/32 poteva, a lungo andare, nuocere al funzionamento del mezzo.

 

L3/Solothurn o L3/CC (controcarro)

 

Modifica eseguita su svariati esemplari direttamente presso i reparti operativi in Africa settentrionale italiana nel 1941. Al posto delle mitragliatrici binate montava un fucile controcarro Solothurn S-18/1000 da 20 mm, che poteva fermare le autoblindo e i carri leggeri britannici. Carro veloce Solothurn: modifica eseguita su pochi esemplari direttamente presso i reparti operativi in Africa settentrionale nel 1941. Al posto delle mitragliatrici binate montava un fucilone controcarro Solothurn da 20 mm.

 

 

Carro veloce da addestramento

 

A partire dal 1941 alcuni esemplari, ritirati dalla prima linea in quanto obsoleti, e privati dell'armamento vennero usati, sempre sullo scafo mod. 33 e 35, dei carri per addestramento (che si distinguevano esternamente per avere una piastra metallica che chiudeva la parte inferiore del vano casamatta). Un tipo studiato per l'addestramento dei mitraglieri; dotata di un'arma singola di non identificato e senza cingoli e parte del secondo carrello, utilizzava ruote munite di particolari piastre asimmetriche che girando sopra un apposito supporto, simulavano le oscillazioni e i sobbalzi del carro nella marcia fuori strada.

 

Carro armato L. 3 con mitragliatrice cal. 13,2

 

nel 1937 fu presentato un carro L 35 prima serie poi dotato di nuove sospensioni a molla di torsione, con 2 carrelli per lato e ruote di medi0 diametro di tipo alleggerito e con nuovi cingoli monomaglia. Il carro era dotato dello stesso armamento dei cinque carri venduti al Brasile (una mitragliatrice Breda cal. 13,2). Le cassette per attrezzi erano state eliminate. La sospensione fu approvata, montata su un certo numero di esemplari delle varie serie e sperimentata presso i reparti. Le cassette attrezzi furono spostate sui fianchi della camera motore. L'armamento rimase quello originale. L'armamento con la mitragliatrice cal. 13,2 sarà adottato durante la seconda guerra mondiale.

 

Carro armato L 3 con mitragliatrice Breda SAFAT cal. 12,7

 

in Libia, verso la fine del 1940 alcuni carri L 35 del LXI Btg. furono riarmati con mitragliatrici pesanti da 12, 7 in sostituzione dell'abbinamento cal. 8. L'Ansaldo trovò tale soluzione praticabile con lievi modifiche alla casamatta e così, nel gennaio 1941, fu presentato un modello L 33 della II serie armato di una sola 12,7 mm Breda SAFAT dotata di collimatore. Questa variante tuttavia non sembra sia stata prodotta.

 

Carro armato L 3 con mortaio da 45 mm Brixia mod. 35

 

in Libia, nell'autunno del 1940, come aveva richiesto il Capitano Fortuna in Spagna, si ritenne conveniente montare il piccolo mortaio sul carro L 35. L'adattamento fu realizzato presso le officine dei reparti installando 1 arma sopra la torretta mediante un sostegno fissato alla sinistra del portello del capocarro-mitragliere. Se ne conoscono due sistemazioni, una applicata ai carri del 2° plotone delle 3 compagnie del XXI, un'altra realizzata presso il LXI, durante la sosta dell'offensiva su Sidi Barrani, e precisamente a Marsa Lugh (a occidente di Bardia), nell'ottobre del 1940. Questa esigenza aveva già suggerito all'aviere scelto motorista Egisto Rossi, all'epoca in O.M.S., di inviare, il 12 dicembre 1938, alla Direzione Generale di Artiglieria il progetto di un ingegnoso dispositivo lanciabombe automatico per carro armato con una portata di 100 m; il progetto, che come formulato appariva obbiettivamente incompleto, avrebbe potuto essere facilmente perfezionato ed applicato al carro L 3.

 

Carro armato L-35 con mortaio da 81

 

nel dicembre 1942 fu inoltrata - direttamente allo S.M.R.E. - dal tenente Silvestro Ferrari (del XVI Btg. Carri Medi) una proposta di abbinamento dei battaglioni carri L 35, un mezzo 0rmai considerato inutile; con i battaglioni mortai. La proposta del tenente Ferrari era che ogni compagnia carri L, coi suoi 13 carri, avrebbe dovuto essere abbinata ad una compagnia mortai da 81 coi suoi 6 mortai. Tolto un carro per il comandante, destinato a portare i congegni per la preparazione del tiro, ogni squadra mortai doveva avere a disposizione il mortaio; un altro avrebbe dovuto essere trasformato in cingoletta per il trasporto munizioni. Mentre sul mortaio semovente, per ragioni di spazio, non troverebbero più posto le attuali mitragliatrici, la cingoletta per il trasporto munizioni avrebbe dovuto continuare ad avere le mitragliatrici che sarebbero servite per la difesa vicina della squadra. Anche la cingoletta, come il semovente, doveva essere fornita di carro rimorchio per il trasporto munizioni. Il mortaio semovente avrebbe così al seguito 500 colpi (5 volte di più di quelli a disposizione della squadra someggiata). Il 5 gennaio 1943 fu comunicato al Comando da cui il Ferrari dipendeva che la preposta era allo studio. Ma, anche in questo caso, era ormai tardi. Va tuttavia ricordato che l'Ansaldo aveva già progettato nel 1939 la trasformazione del carro L 3 in porta-munizioni (con rimorchietto cingolato) e trattore semiblindato per il pezzo da fanteria da 47/32 ma gli studi non andarono oltre il modello in legno a grandezza naturale.

 

CV33 addestramento mitraglieri

 

Un esemplare fu parzialmente privato degli organi meccanici e trasformato in una sorta di simulatore per l'addestramento dei mitraglieri.


Trubia

 

Si tratta della versione sperimentale spagnola armata con un cannone Breda 20/65 Mod. 1935 da 20 mm.


L3 trattore leggero

 

Ipotetica versione per il traino dei cannoni da 47/32 Mod. 1935.


L3 da demolizione

 

Prototipo radiocomandato per la distruzione dei campi minati.

 

L3 trasporto munizioni

 

Si tratta della versione utilizzata per il trasporto munizioni del semovente da 47-32

 

Per concludere, si deve accennare alle modifiche minori apportate ad alcuni carri L in Africa, come il supporto per l'arma controaerei (mitra mod. 35 o 38) sistemato davanti al portello del mitragliere, gli eventuali agganci per taniche da 20 litri (normalmente 3, dal 1941), e parasabbia aggiuntivi in modo da evitare la proiezione di polvere, fango, e detriti, all'interno del carro. Quest'ultimo accorgimento fu adottato anche sul fronte russo, mentre già al C.S.M. si studiava l'incernieramento anteriore dei portelli, poi applicato su qualche carro.
Infine, per gli studi a lungo protrattisi al fine di migliorare le sospensioni (utilizzando i molloni di torsione e 3 carrelli con rulli reggicingolo o 2 carrelli con ruote di diverso diametro), si utilizzarono scafi di carri delle diverse serie, tra i quali quello di uno dei prototipi.

 

CV38 - Designato, non ufficialmente, L38, fu valutato nel 1937. Il prototipo aveva un nuovo treno di rotolamento, con le coppie di ruote dei quattro carrelli di diametro maggiore e nuove sospensioni (a barre di torsione, che fanno capolino per la prima volta in Italia, anziché a balestra); inoltre, le 2 mitragliatrici da 8 mm furono sostituite da una Breda Mod. 31 Tipo Marina, da 13,2 mm, già montata su 23 esemplari ordinati dal Brasile.

 

 

 

Specifiche L3 38 (CV 38)

Dimensioni

3,200 x 1,46 x 1,30 m

Cingolo

72 maglie

Peso totale, pronto per la battaglia

3,200 tonnellate

Equipaggio

2 (capo carro mitragliere, pilota)

Motore

Fiat Tipo CV 3-005 a carburazione; 4 cilindri 2.745 cm3; 43 CV a 2400 giri

Trasmissione

Frizione a secco, a dischi multipli.
Cambio a 4 velocità e RM, con riduttore.
Trasmissione epicicloidale (frizione-freno)

Sospensione

Per il modello 38, quattro carrelli a due rulli gommati (79x 200), con molle di torsione e un rullo di guida (68 x 114); per tutti, una longarina reggicingolo e
ruote motrici anteriori e posteriori di rinvio con tendicingolo

Cingoli

bimaglia (72+72), larghezza 0,20 m

Pendenza superabile

100°

Gradino

0,65 m

Trincea

1,60 m

Guado

0,70 m

Velocità massima

38-42 km/h su strada; 14,4-15 km/h su terreno vario

Serbatoio

75 lt

Autonomia

100-120 km su strada; 5-6 ore fuori strada

Armamenti

1 mitragliatrice Brada 38 cal. 8 mm

Elevazione e brandeggio

40°; 40°

Munizioni

2400 colpi (100 caricatori da 24 colpi)

Apparati ottici collimatore per le armi
iposcopio per il pilota
portello di guida anteriore

Comunicazioni

feritoie con chiusura sui due lati e due posteriori;
asta di segnalazione; segnalatore ottico notturno
apparrecchiatura radio (carri comando):RF 3 CV, RF 1 CA

Armatura

scafo: frontale 14 mm; laterale e retro 8 mm; retro 7,5 mm; fondo 14 mm

torretta fissa: frontale 14 mm; laterale 8 mm; cielo 7 mm

Produzione totale

-


 

Fonte

S.M.R.E. - "Nozioni di armi, tiro e materiali vari", Edizioni Le "Forze Armate", Roma, 1942.

Fronte Terra, "Carri armati in servizio fra le due guerre", vol. 2/I e 2/II, Edizioni Bizzarri Roma, 1973.

N. Pignato, "I mezzi blindo-corazzati italiani 1923-1943", Albertelli Edizioni Speciali, Parma, 2004

Wikipedia