I mezzi cingolati
Carro Veloce L3/33 e L3/35 Varianti
Origini e sviluppo
Il carro veloce CV 33 (denominato in seguito carro L3/33) e CV 35 (denominato in seguito L3/35) ebbero numerose varianti al progetto base che manteneva comunque le sue caratteristiche principali e alcune innovazioni dovute alle caratteristiche specifiche delle singole varianti. Non tutte le versioni delle varianti riuscirono a passare dalla fase di progetto alla versione operativa dopo le valutazioni dell'eventuale prototipo realizzato.
Le versioni
Date le scarse doti del carro in scontri all'aperto con i suoi simili meglio armati e corazzati, fu rilegato spesso a ruoli di ordine pubblico e polizia nei campi di prigionia. Tuttavia della serie CV furono create varie versioni utili ad assegnare a questo carro una molteplicità di funzioni.
CV33
I serie - Designazione iniziale del Carro Veloce Ansaldo, I serie, caratterizzato dalla mitragliatrice Fiat Mod. 14 tipo Aviazione da 6,5 mm raffreddata ad aria e da una piastra singola di supporto della ruota tendicingolo. Dopo pochi mesi, tutti i carri di I serie furono riarmati come quelli della II serie sostituendo la mitragliatrice Fiat Mod. 14 da 6,5 mm con un'arma dello stesso tipo, la Fiat Mod. 14/35, adattata alla cartuccia da 8 mm.
CV33 II serie - Apparso già nel 1934 ma in
distribuzione dal 1936, introduceva un armamento costituito
da 2 mitragliatrici Fiat Mod. 14/35 da 8 mm o Breda 38 cal.
8 mm. Inoltre aveva un supporto della ruota tendicingolo
separato da quello della ruota di rinvio, una feritoia del
pilota incernierata all'interno, la sostituzione degli
sportellini posteriori con feritoie, lo sportello di
aerazione protetto da uno scudo metallico e diversa
disposizione degli accessori esterni.
CV35 I serie - Variante del precedente CV33 II serie,
difficilmente distinguibile, che aveva parte delle lamiere
dello scafo imbullonate anziché saldate; nel corso
dell'impiego le sue armi furono sostituite dalle FIAT Mod.35
o dalle Breda Mod. 38.
CV35 II serie - Uguale alla precedente ma con
modifiche a portelli e feritoie dello scafo.
CV38: questo modello fu introdotto nel 1938 e non molti di questi mezzi furono costruiti o entrarono in servizio. Le innovazioni furono l'introduzione di una sospensione a barra di torsione e la presenza in molti esemplari di una mitragliatrice pesante Breda Mod.31. Queste modifiche vennero applicate anche a carri delle versioni precedenti nell'ambito delle operazioni di revisione.
Sulla base delle evoluzioni dell'L3/33 e dell'L3/35 furono realizzati dei carri specifici:
Carro d'assalto lanciafiamme (L 35/LF)
Il carro montava al posto di una delle mitragliatrici un tubo lanciafiamme alimentato da un serbatoio esterno che poteva essere sia montato sul portello di ispezione del motore che su rimochietto apposito. La modifica venne eseguita sia su scafi L/3 33 II Serie e L/3 35 I e II Serie. Nel primo prototipo, al posto della mitragliatrice di sinistra era inserita una lunga lancia, dal caratteristico terminale, mentre l'impianto di alimentazione era all'interno del carro e attingeva a un rimorchietto-serbatoio da 520 litri denominato Apparecchiatura L. Fu realizzato anche almeno un prototipo in cui l'intero impianto era contenuto all'interno del carro e, infine, fu scelta una terza soluzione, nella quale il serbatoio del liquido infiammabile era sistemato sul cofano motore, che riduceva la capienza del contenitore ma non vi era l'inconveniente del rimorchietto che poteva creare problemi.
Specifiche tecniche Carro Armato L 35 L.F. |
|
Dimensioni |
5,6715x1,50x1,3 mt |
Peso totale, pronto per la battaglia |
4,7 tonnellate |
Equipaggio |
2 (pilota, capo carro flammiere) |
Propulsione |
Fiat CV 3-0051 4 cilindri 2746 cc a benzina, 43 hp |
Velocità |
40 su strada; 15 fuori strada |
Pendenza massima |
70% |
Autonomia |
150 km su strada; 6 ore fuori strada |
Scalino |
0,40 m |
Trincea superabile |
- m |
Guado |
0,70 m |
Armamento primario |
1 lanciafiamme 1 mitragliatrice Fiar 35 cal 8mm |
Munizioni |
liquido l.f. (nel rimorchio) 500 litri 1820 colpi per Fiat 35 (26 caricatori da 70) |
Corazzatura |
frontale 15 mm; laterale 9 mm; cielo e fondo scafo 6 mm |
Apparecchio radio |
- |
Apparecchi ottici |
1 iposcopio; 1 cannocchiale di puntamento |
L35 Aviotrasportabile
Carro lanciafiamme utilizzato per prove di compatibilità con l'aerotrasporto, agganciato sotto la fusoliera di un Savoia-Marchetti S.M.82.
Carro armato L3/35/r con apparati radio
N
el 1934 si sperimentò, sullo scafo di un carro veloce 33 della prima serie, la sistemazione di una apparecchiatura radio (r.f. ed r.t.), derivata dal tipo R3 in uso presso le truppe celeri e che doveva divenire la R3CV. Il modello fu adottato nel 1935 e montato sui CV 33 della seconda serie, in tempo per l'impiego in Africa Orientale sui carri comando di compagnia. L'antenna a telaio era sistemata sul bordo di sinistra della torretta e fissata posteriormente all'estremità sinistra della gngl1a radiatore. Le batterie di alimentazione erano in due cassette sulle fiancate della camera motore, al posto dei rulli di scorta che erano stati spostati sui loro coperchi. Il Ministero della Guerra - Ufficio Ordinamento e mobilitazione provvide, con circolare n. 1250 di prot. del 23 maggio 1936.XIV, a modificare gli organici dei reparti di fanteria carrista (e con circolare n. 12730 di protocollo per la cavalleria) con l'assegnazione, di 1 carro d'assalto 35/RT con stazione R3 - in sostituzione di un carro d'assalto (o veloce) 35 ordinario a ciascun comando di battaglione carri d'assalto (0 di gruppo carri veloci) e a ciascun comando di compagnia carri d'assalto o carri veloci. Successivamente tutti i reparti ne furono dotati e la stazione prese il nome di R.F.C.A., la portata andava dai 5 agli 8 km con carro fermo e da 1 a 2 con il carro in marcia. Ai primi del 1939 alcuni dei carri comando di battaglione e compagnia del 32° Reggimento Fanteria Carrista ricevettero sperimentalmente la stazione radio Siemens a onde ultra corte per carri armati con portata di 4 km e dalla caratteristica antenna alta 2 m, sistemata su un supporto fissato anteriormente, al centro della torretta fissa, tra la casamatta ed il portello di visuale. L'apparato fu sperimentato durante le Grandi esercitazioni dell'anno XVII ma non diede buona prova. Con l'adozione della Magneti Marelli RF1C.A. nel 1940 (portata 2 km m telefonia, 3-4 in telegrafia) si provvide gradualmente a sostituire le R3CV sui carri L 3, dotandoli dell'antenna a sollevamento automatico. Si deve aggiungere che il carro L disponeva, per le comunicazioni, dell'asta da segnalazioni e del segnalatore ottico. Il carro fu impiegato come carro comando ed era destinato ai comandati di squadrone (o di compagnia) o di gruppo squadroni (o di battaglione).
L3 Zappatori
Noto anche come Carro Passerella (o CV3 Rampa Semovente), era una versione gettaponti sperimentale che non ebbe successo.
Il carro base fu adattato per il trasporto e la messa in opera di una passerella della lunghezza massima di 6 metri. Privo di armamento. Prototipo. Fu questo il primo carro armato gettaponte dell'Esercito italiano. Esso era stato costruito dall'Officina di Costruzioni del Genio Militare di Pavia su progetto dell'allora Direttore Tenente Colonnello Calligaris. Si trattava di un CV 33 della seconda serie, attrezzato in modo speciale per poter superare ostacoli orizzontali e verticali.
Il
complesso si presenta come un carro
veloce con una sovrastruttura a
verricello e con una lunga appendice
anteriore formata da elementi a
traliccio, in parte tubolari, i quali
formano due guide, sulle quali scorrono
i cingoli del carro e che è destinata ad
essere varata attraverso le interruzioni
.
Il carro porta quindi l'attrezzatura ed
il materiale per la composizione ed il
gittamento della passerella su
interruzioni orizzontali fino alla luce
di 6 m circa, nonché per il superamento
di ostacoli verticali fino all'altezza
di 4,50 m. Materiali, accessori e
dispositivi vengono trasportati, durante
il trasferimento, su apposito carrello
rimorchiato dallo stesso carro veloce.
La passerella è composta di due travi
metalliche portanti parallele, collegate
da apposito sistema di controventatura.
Caratteristica tipica del sistema è
quella di permettere che la manovra
della stessa possa essere effettuata dal
solo personale carrista - 2 uomini -
senza che debba uscire dal carro. Essa
comprende il seguente materiale: travi
con controventatura, scarpe di appoggio,
dispositivo di ammarro, triangoli di
unione. Il peso complessivo si aggira
sui 1000 kg.
Il carro invece comprende la seguente
attrezzatura:
- dispositivi occorrenti per la manovra
e il gittamento della passerella, e cioè
un dispositivo di attacco e distacco
della passerella dal carro, un
verricello con funi metalliche azionate
a mano e dal motore del carro per
sollevarla ed abbassarla, un telaio con
controventi munito di carrucole di
rimando per le funi metalliche ed un
dispositivo elastico di appoggio della
passerella contro il carro.
- materiale di manovra: composto da
carrello manovrato con pattino, capre
con paranchi e briglie di sospensione.
Il carrello serve durante
l'avvicinamento all'ostacolo, a ridurre
il carico del carro e a facilitare tale
manovra. La stabilità del carro veloce
in questo contesto si può migliorare
zavorrando un contenitore agganciato
posteriormente alla camera motore.
Per il montaggio della passerella
bastano i 2 uomini del carro, che vi
impiegano dai 15 ai 20'. Per il
gittamento, il carro esegue la seguente
manovra: esso si porta, con la
passerella montata, davanti
all'interruzione, ponendosi a
conveniente distanza. Quivi il carrista,
azionando il verricello, abbassa
l'estremo libero della passerella fin
quasi ad appoggiarlo sulla sponda
opposta; ciò fatto, con lievi
spostamenti del carro, regola l'estremo
libero della stessa in modo che si trovi
in giusta posizione per poter prendere
definitivo appoggio sul ciglio di avvio.
Dopo di che, continuando ad azionare il
verricello, egli allenta le funi dando
appoggio all'estremo libero della
passerella.
In ultimo, agendo sul volantino del
dispositivo di attacco della passerella
medesima, si svincola l 'estremità di
essa dall'unione a cerniera. Mediante
lento indietreggiamento del carro e
manovra di verricello insieme combinati,
le funi che la trattengono ricadono
libere al suolo ed il carro si distacca
lasciando libero il transito agli altri
carri.
Il tempo medio occorrente per il
gittamento della passerella di 7 m va
dai 5' ai 7'. Essa può essere recuperata
tanto sulla sponda di partenza quanto su
quella di arrivo.
Da quanto si può arguire (alle manovre
del 1936 si videro due di questi carri,
allora denominati "zappatore"), è
possibile si prevedesse di distribuirne
un esemplare per ciascuna delle
compagnie miste per brigata meccanizzata
in programma. Non risulta tuttavia
1nser1to nelle corrispondenti formazioni
di guerra. In seguito, almeno uno di
questi carri passerella fu impiegato
nelle manovre svoltesi in agosto 1937
nella pianura veneto-friulana con una
divisione motorizzata ed una divisione
celere ("Emanuele Filiberto Testa di
Ferro"). Si sperava, nel 1937-38, di
venderne agli stati esteri che già
utilizzavano i nostri carri veloci, ma
la presentazione effettuata a Nettuno
dinanzi agli addetti militari
accreditati a Roma non portò ad
ordinazioni di sorta. La sua ultima
apparizione pubblica risale al 9 maggio
1940, alla Mostra dell'Esercito della
Triennale d'Oltremare, a Napoli.
L3 carro recupero
Si tratta di
versione sperimentale per il recupero dei carri incidentati. Il carro era dotato posteriormente di un sistema d'aggancio per il recupero di carri in avaria o danneggiati. Prototipo. Si tratta di una versione sperimentale non adottata ma presente in qualche esemplare all'interno dei reparti. Il prototipo era stato realizzato su un modello 33 con gancio posteriore di recupero.
Semovente L3 da 47/32
Prototipo di semovente armato con un cannone da 47/32 mm; tentativo "disperato" di adattare l'L33 alle nuove esigenze belliche, aveva un disegno molto simile al Panzerjäger I (anch'esso derivato dal carro leggero più diffuso presso l'esercito d'adozione, il Panzer I): lo scafo, privato della sovrastruttura, presentava frontalmente un cannone controcarro da 47/32 scudato, che doveva proteggere i serventi; il resto del mezzo era uguale allo chassis dell'L. 33, anche se dalla foto del prototipo sembra che le sospensioni fossero a molloni. Probabilmente non avrebbe avuto successo, dato che il pur contenuto rinculo del 47/32 poteva, a lungo andare, nuocere al funzionamento del mezzo.
L3/Solothurn o L3/CC (controcarro)
Modifica eseguita su svariati esemplari direttamente presso i reparti operativi in Africa settentrionale italiana nel 1941. Al posto delle mitragliatrici binate montava un fucile controcarro Solothurn S-18/1000 da 20 mm, che poteva fermare le autoblindo e i carri leggeri britannici. Carro veloce Solothurn: modifica eseguita su pochi esemplari direttamente presso i reparti operativi in Africa settentrionale nel 1941. Al posto delle mitragliatrici binate montava un fucilone controcarro Solothurn da 20 mm.
Carro veloce da addestramento
A partire dal 1941 alcuni esemplari, ritirati dalla prima linea in quanto obsoleti, e privati dell'armamento vennero usati,
sempre sullo scafo mod. 33 e 35, dei carri per addestramento (che si distinguevano esternamente per avere una piastra metallica che chiudeva la parte inferiore del vano casamatta). Un tipo studiato per l'addestramento dei mitraglieri; dotata di un'arma singola di non identificato e senza cingoli e parte del secondo carrello, utilizzava ruote munite di particolari piastre asimmetriche che girando sopra un apposito supporto, simulavano le oscillazioni e i sobbalzi del carro nella marcia fuori strada.
Carro armato L. 3 con mitragliatrice cal. 13,2
nel
1937 fu presentato un carro L 35 prima serie poi dotato di
nuove sospensioni a molla di torsione, con 2 carrelli per
lato e ruote di medi0 diametro di tipo alleggerito e con
nuovi cingoli monomaglia. Il carro era dotato dello stesso
armamento dei cinque carri venduti al Brasile (una
mitragliatrice Breda cal. 13,2). Le cassette per attrezzi
erano state eliminate. La sospensione fu approvata, montata
su un certo numero di esemplari delle varie serie e
sperimentata presso i reparti. Le cassette attrezzi furono
spostate sui fianchi della camera motore. L'armamento rimase
quello originale. L'armamento con la mitragliatrice cal.
13,2 sarà adottato durante la seconda guerra mondiale.
Carro armato L 3 con mitragliatrice Breda SAFAT cal. 12,7
in
Libia, verso la fine del 1940 alcuni carri L 35 del LXI Btg.
furono riarmati con mitragliatrici pesanti da 12, 7 in
sostituzione dell'abbinamento cal. 8. L'Ansaldo trovò tale
soluzione praticabile con lievi modifiche alla casamatta e
così, nel gennaio 1941, fu presentato un modello L 33 della
II serie armato di una sola 12,7 mm Breda SAFAT dotata di
collimatore. Questa variante tuttavia non sembra sia stata
prodotta.
Carro armato L 3 con mortaio da 45 mm Brixia mod. 35
in
Libia, nell'autunno del 1940, come aveva richiesto il
Capitano Fortuna in Spagna, si ritenne conveniente montare
il piccolo mortaio sul carro L 35. L'adattamento fu
realizzato presso le officine dei reparti installando 1 arma
sopra la torretta mediante un sostegno fissato alla sinistra
del portello del capocarro-mitragliere. Se ne conoscono due
sistemazioni, una applicata ai carri del 2° plotone delle 3
compagnie del XXI, un'altra realizzata presso il LXI,
durante la sosta dell'offensiva su Sidi Barrani, e
precisamente a Marsa Lugh (a occidente di Bardia),
nell'ottobre del 1940. Questa esigenza aveva già suggerito
all'aviere scelto motorista Egisto Rossi, all'epoca in O.M.S.,
di inviare, il 12 dicembre 1938, alla Direzione Generale di
Artiglieria il progetto di un ingegnoso dispositivo
lanciabombe automatico per carro armato con una portata di
100 m; il progetto, che come formulato appariva
obbiettivamente incompleto, avrebbe potuto essere facilmente
perfezionato ed applicato al carro L 3.
Carro armato L-35 con mortaio da 81
nel
dicembre 1942 fu inoltrata - direttamente allo S.M.R.E. -
dal tenente Silvestro Ferrari (del XVI Btg. Carri Medi) una
proposta di abbinamento dei battaglioni carri L 35, un mezzo
0rmai considerato inutile; con i battaglioni mortai. La
proposta del tenente Ferrari era che ogni compagnia carri L,
coi suoi 13 carri, avrebbe dovuto essere abbinata ad una
compagnia mortai da 81 coi suoi 6 mortai. Tolto un carro per
il comandante, destinato a portare i congegni per la
preparazione del tiro, ogni squadra mortai doveva avere a
disposizione il mortaio; un altro avrebbe dovuto essere
trasformato in cingoletta per il trasporto munizioni. Mentre
sul mortaio semovente, per ragioni di spazio, non
troverebbero più posto le attuali mitragliatrici, la
cingoletta per il trasporto munizioni avrebbe dovuto
continuare ad avere le mitragliatrici che sarebbero servite
per la difesa vicina della squadra. Anche la cingoletta,
come il semovente, doveva essere fornita di carro rimorchio
per il trasporto munizioni. Il mortaio semovente avrebbe
così al seguito 500 colpi (5 volte di più di quelli a
disposizione della squadra someggiata). Il 5 gennaio 1943 fu
comunicato al Comando da cui il Ferrari dipendeva che la
preposta era allo studio. Ma, anche in questo caso, era
ormai tardi. Va tuttavia ricordato che l'Ansaldo aveva già
progettato nel 1939 la trasformazione del carro L 3 in
porta-munizioni (con rimorchietto cingolato) e trattore
semiblindato per il pezzo da fanteria da 47/32 ma gli studi
non andarono oltre il modello in legno a grandezza naturale.
CV33 addestramento mitraglieri
Un
esemplare fu parzialmente privato degli organi meccanici e trasformato in una sorta di simulatore per l'addestramento dei mitraglieri.
Trubia
Si tratta della versione sperimentale spagnola armata con un cannone Breda 20/65 Mod. 1935 da 20 mm.
L3 trattore leggero
Ipotetica versione per il traino dei cannoni da 47/32 Mod. 1935.
L3 da demolizione
Prototipo radiocomandato per la distruzione dei campi minati.
L3 trasporto munizioni
Si tratta della versione utilizzata per il trasporto munizioni del semovente da 47-32
Per concludere, si deve accennare alle
modifiche minori apportate ad alcuni
carri L in Africa, come il supporto per
l'arma controaerei (mitra mod. 35 o 38)
sistemato davanti al portello del
mitragliere, gli eventuali agganci per
taniche da 20 litri (normalmente 3, dal
1941), e parasabbia aggiuntivi in modo
da evitare la proiezione di polvere,
fango, e detriti, all'interno del carro.
Quest'ultimo accorgimento fu adottato
anche sul fronte russo, mentre già al
C.S.M. si studiava l'incernieramento
anteriore dei portelli, poi applicato su
qualche carro.
Infine, per gli studi a lungo
protrattisi al fine di migliorare le
sospensioni (utilizzando i molloni di
torsione e 3 carrelli con rulli
reggicingolo o 2 carrelli con ruote di
diverso diametro), si utilizzarono scafi
di carri delle diverse serie, tra i
quali quello di uno dei prototipi.
CV38 - Designato, non ufficialmente, L38, fu valutato nel 1937. Il prototipo aveva un nuovo treno di rotolamento, con le coppie di ruote dei quattro carrelli di diametro maggiore e nuove sospensioni (a barre di torsione, che fanno capolino per la prima volta in Italia, anziché a balestra); inoltre, le 2 mitragliatrici da 8 mm furono sostituite da una Breda Mod. 31 Tipo Marina, da 13,2 mm, già montata su 23 esemplari ordinati dal Brasile.
Specifiche L3 38 (CV 38) |
|
Dimensioni |
3,200 x 1,46 x 1,30 m |
Cingolo |
72 maglie |
Peso totale, pronto per la battaglia |
3,200 tonnellate |
Equipaggio |
2 (capo carro mitragliere, pilota) |
Motore |
Fiat Tipo CV 3-005 a carburazione; 4 cilindri 2.745 cm3; 43 CV a 2400 giri |
Trasmissione |
Frizione a secco, a
dischi multipli. |
Sospensione |
Per il modello 38,
quattro carrelli a due rulli gommati (79x 200), con molle di
torsione e un rullo di guida (68 x 114); per tutti, una
longarina reggicingolo e |
Cingoli |
bimaglia (72+72), larghezza 0,20 m |
Pendenza superabile |
100° |
Gradino |
0,65 m |
Trincea |
1,60 m |
Guado |
0,70 m |
Velocità massima |
38-42 km/h su strada; 14,4-15 km/h su terreno vario |
Serbatoio |
75 lt |
Autonomia |
100-120 km su strada; 5-6 ore fuori strada |
Armamenti |
1 mitragliatrice Brada 38 cal. 8 mm |
Elevazione e brandeggio |
40°; 40° |
Munizioni |
2400 colpi (100 caricatori da 24 colpi) |
Apparati ottici |
collimatore per le armi iposcopio per il pilota portello di guida anteriore |
Comunicazioni |
feritoie con chiusura sui due lati e
due posteriori; |
Armatura |
scafo: frontale 14 mm; laterale e retro 8 mm; retro 7,5 mm; fondo 14 mm torretta fissa: frontale 14 mm; laterale 8 mm; cielo 7 mm |
Produzione totale |
- |
Fonte
S.M.R.E. - "Nozioni di armi, tiro e materiali vari", Edizioni Le "Forze Armate", Roma, 1942.
Fronte Terra, "Carri armati in servizio fra le due guerre", vol. 2/I e 2/II, Edizioni Bizzarri Roma, 1973.
N. Pignato, "I mezzi blindo-corazzati italiani 1923-1943", Albertelli Edizioni Speciali, Parma, 2004
Wikipedia