Storia delle Unità

 

Direzione Sanità della Milizia

 

 

 

 

 

Storia operativa in A.O. (*)

 

La Direzione di Sanità del Comando Generale iniziò fin dal 1929 la bonifica sociale degli iscritti alla Milizia, allo scopo di recuperare militarmente tutti i riformati del Regio Esercito, sottoponendo soprattutto ad interventi operativi gli individui affetti da imperfezioni che potevano utilmente essere modificate. Vennero così recuperati 19.231 individui. Di questi 7.653 poterono essere utilizzati come legionari nella Campagna A.O.

Agli inizi della mobilitazione per l'A.O. il Comando Generale propose la costituzione di Unità sanitarie specializzate ed ospedaletti da campo. Non avrebbe certamente fatto difetto l'elemento tecnico, poiché nei ranghi delle CC.NN. militarono ottimi professionisti, dal professore universitario al medico condotto. Ma per ragioni organiche le proposte non si poterono realizzare.

Dall'inizio delle operazioni arteciparono alla Campagna in A.O. 555 medici della milizia (1), fra cui numerosi specialisti, distribuiti fra i reparti operanti e le centurie di operai. L'opera di questi medici durante il periodo delle operazioni militari in A.O. si svcolse attraverso difficoltà di ogni genere, alle quali si aggiunsero, talvolta, temporanee deficienze di carattere logistico. Malgrado ciò, l'attività sanitaria fu sempre all'altezza delle circostanze, grazie anche alle capacità e abnegazione della classe medica.

Nella vita dei reparti combattenti, nelle retrovie, negli ospedali da campo, il contributo del medico fu semplicemente prezioso per le truppe, le quali trovarono nell'organizzazione sanitaria la più efficace tutela delle loro esigenze igieniche, la prevenzione e la cura di ogni malattia che il clima, unito ai disagi della Campagna, non mancò di causare.

La profilassi antitifica, antimalarica e antivaiolosa; la scrupolosa analisi dell'acqua; l'immediata repressione delle malattie infettive che si manifestarono saltuariamente tra le truppe operanti; il più rigoroso controllo per le malattie veneree e contagiose, nonché l'assistenza agli indigeni. Queste le principali benemerenze dei medici della Milizia in A.O. Essi si prodigarono in qualunque circostanza anche sulla linea di combattimento, pagando il loro tributo di sangue e valore. Numerosi furono infatti i medici citati all'ordine del giorno e decorati al V.M. Fra tutti il Capo Manipolo Medico Luigi Chiavellati, decorato sul campo, caduto a Mai Belès il 21 gennaio 1936.

 

 

 

 

NOTE

(1) A questo proposito, non vanno dimenticati i medici della Direzione Sanitaria Veterinaria, che tanto fecero per l'assistenza agli animali da soma utilizzati dalle truppe per il trasporto di materiali e armi.

 

FONTI

Da "MVSN - La Milizia per l'Impero", a cura di G. Scalia per il Comando Generale della Milizia, Istituto Grafico Tiberino, Roma, 1937, pagg. 135-136. 

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