Le armi
Fucile Mod. '91
Arma individuale: assicura l'offesa
e la difesa personale alle brevi distanze
Caratteristiche di funzionamento
Il 4 marzo 1892, la Commissione Italiana sugli armamenti adotta il fucile da 6,5 mod. 1891. Il moschetto da Cavalleria viene adottato il 15 luglio 1893 ed il mod. T.S. il 6 gennaio 1900.
L'arma è a ripetizione ordinaria. Serbatoio centrale capace di sei cartucce. Congegno di sicurezza che mette la molla in posizione di riposo. Appoggio anteriore ad alette, simmetrico.
Rigatura con inclinazione progressiva, da sinistra a destra, righe; 4.
Alzo a quadrante, con zoccolo ad alette, graduato da 6 a 20 (tacca di mira fissa per distanze fino a metri 300; ritto abbattuto: metri 450; ritto fissato nelle tacche di graduazione dello zoccolo per distanze da metri 600 a metri 2.000).
L'arma assicura l'offesa e la difesa personale alle brevi distanze. Normalmente è usato a non oltre i metri 200. Tiratori particolarmente abili possono impiegarlo con buoni risultati fino a metri 300. Fucili di precisione, specialmente se muniti di cannocchiale, consentono di effettuare, con utili risultati, tiri a distanze superiori ai metri 300.
Con baionetta innestata diventa l'arma del corpo a corpo. Alle brevi distanze, se necessario, la squadra fucilieri può sostituire, o coadiuvare, il fucile mitragliatore.
Fucile 1891
Descrizione
Caratteristiche del fucile 91. - È a
ripetizione ordinaria; serbatoio centrale, fisso, capace di 6
cartucce; caricamento multiplo; otturatore cilindrico,
scorrevole e girevole; appoggio anteriore simmetrico; rigatura
progressiva. Congegno di sicurezza che mette la molla del
percussore in posizione pressoché di riposo e impedisce
l'apertura dell'otturatore. Pesa kg. 3,900.
Funzionamento del fucile mod. 91.
Passaggio dalla posizione ordinaria a
quella di sparo e viceversa. - Se dalla posizione ordinaria
si spinge innanzi il tubetto e lo si gira a destra fino a che il
suo dente non sia andato a disporsi in corrispondenza
dell'alloggiamento anteriore dello spacco curvilineo del
cilindro, si viene a comprimere la molla elicoidale fra la testa
del percussore e l'orlo anteriore del tubetto che appoggia con
la sua alia nell'apposito incastro di culatta mobile, e si ha
l'arma pronta per lo sparo. In tale posizione i due punti
d'appoggio della molla elicoidale non sono più sullo stesso
mezzo (percussore) ma bensì su due mezzi diversi (percussore e
culatta mobile): le condizioni meccaniche dell'arma
permetteranno pertanto lo scatto.
Per passare dalla posizione di sparo a quella ordinaria o di
sicurezza, si agisce col pollice della mano destra sul nasello
del tubetto, spingendolo prima innanzi per disimpegnare il dente
del tubetto stesso dall'alloggiamento anteriore dello spacco
curvilineo del cilindro, poi girandolo a sinistra e cedendo alla
spinta della molla del percussore fino a che il nasello del
tubetto venga ad appoggiare contro il cane.
In questa seconda posizione, il dente del tubetto si trova in
corrispondenza dell'alloggiamento posteriore dello spacco
curvilineo del cilindro. Se si preme sul grilletto, il
percussore, benché abbia la molla elicoidale non completamente
distesa, non può avanzare in quanto la forza della molla non può
esplicarsi perché i due punti d'appoggio della molla stessa si
trovano sullo stesso mezzo: il percussore.
Caricamento. - Disposta l'arma in
posizione di sparo, col palmo della mano destra si solleva
completamente il manubrio, si fa retrocedere l'otturatore e si
carica il serbatoio introducendovi il caricatore e premendo
questo in basso, col pollice appoggiato in prossimità del
fondello della cartuccia superiore, fino a sentire lo scatto del
gancio d'arresto. Durante tale operazione l'anello del
caricatore striscia sul dente del gancio d'arresto, che è a
superficie convessa, e lo spinge indietro obbligandolo a
comprimere la molla del gancio stesso. Non appena l'anello ha
oltrepassato il dente, per reazione della molla predetta il
dente stesso ritorna innanzi dando luogo allo scatto cui si è
accennato. Cessando allora la pressione del dito sulle cartucce,
il caricatore si risolleva di quanto è lungo il becco del gancio
d'arresto il quale si aggancia all'anello, arrestando il
movimento ascensionale del caricatore impressogli indirettamente
dall'elevatore per mezzo delle cartucce.
Agendo sempre col palmo della mano e con energia, si richiude
l'otturatore. La testa del cilindro urta contro la parte di
fondello della cartuccia che sporge dalle labbra del caricatore
e spinge innanzi la cartuccia stessa fino a che il . fondello
viene preso da un lato dal dente dell'estrattore e dall'altro
dal beccuccio del risalto semianulare; ciò costituisce la
cosidetta presa iniziale della cartuccia. Continuando la spinta
dell'otturatore, la cartuccia entra nella camera e quando la
corsa è arrestata, si gira a destra il manubrio: l'aletta
destra, risalendo il piano elicoidale inferiore di culatta
mobile, fa avanzare ancora il cilindro con andamento elicoidale.
In questa nuova avanzata la molla del percussore subisce
un'altra compressione (dall'indietro all'avanti). L'alia del
tubetto viene a collocarsi nell'apposito incastro di culatta
mobile e provoca una lieve avanzata del tubetto con nasello,
sufficiente a disimpegnare il suo dentino dal contrasto con il
cilindro. A rotazione compiuta, l'asse dell'incastro elicoidale
del cilindro e quello del risalto elicoidale del cane sono sullo
stesso allineamento.
Quando si introduce nel serbatoio un caricatore con meno di 6
cartucce, si deve avere l'avvertenza di mantenere le cartucce
premute contro le labbra superiori del caricatore, tenendole a
sito col pollice e l'indice della mano destra.
Scatto. - Se si preme sul grilletto, il dente di scatto si abbassa e lascia libero il dente d'arresto del cane, per cui cane, percussore e bottone che formano sistema rigido, sotto la spinta della molla del percussore balzano innanzi e la punta del percussore determina la detonazione della capsula. Lo scatto avviene in due tempi: infatti dopo una prima pressione sulla coda del grilletto, si avverte un arresto provocato dalla seconda gobba della tavola del grilletto venuta a contatto della culatta mobile: dopo di che, una ulteriore leggera pressione determina lo scatto. Quando entra in funzione la terza gobba si ha il totale abbassamento del ritegno dell'otturatore che rende possibile l'estrazione dell'otturatore dalla culatta mobile.
Estrazione ed espulsione del bossolo. -
Col palmo della mano si solleva il manubrio e si fa retrocedere
l'otturatore usando moderata energia. Il cane, che sarebbe
sollecitato a girare col cilindro, perché ha il risalto della
sua guida allogato nel corrispondente incastro del cilindro
stesso, non può ruotare essendo la sua guida trattenuta nella
scanalatura longitudinale della culatta mobile, e, a causa del
contrasto fra le superfici elicoidali (quella del risalto della
guida del cane e quella dell'incastro del cilindro), il suo
movimento è rettilineo e retrogrado, fino a che la punta del
risalto del cane non abbandona l'incastro corrispondente per
penetrare nell'incavo posteriore del cilindro, ove trova
momentaneo appoggio. Col cane retrocede il bottone, e, in
conseguenza, il percussore che comprime, dall'avanti
all'indietro, la molla elicoidale fra la sua testa ed il
tubetto, che gira col cilindro, ma non retrocede. Inoltre il
cane, retrocedendo, striscia col dente d'arresto sul dente di
scatto e lo abbassa, comprimendo la molla di espulsione e di
scatto, la quale obbliga il dente di scatto a rialzar/si subito
dopo che è stato oltrepassato dal dente d'arresto. Col
sollevamento del manubrio le alette del cilindro giungono in
corrispondenza dei piani elicoidali di culatta mobile; l'aletta
di sinistra scorre, colla parte smentata anteriore, sul fianco
elicoidale del risalto determinando così il distacca iniziale
del bossolo.
Tale distacco è condizione indispensabile per un'arma a
ripetizione: nel nostro fucile esso è facilitato dalla forma
troncoconica del corpo del bossolo e della camera di cartuccia.
Colla progressiva retrocessione dell'otturatore e
conseguentemente anche del bossolo, si ha l'emersione
dell'espulsore nella scanalatura longitudinale del cilindro
finché avviene l'urto del bossolo contro l'espulsore. Allora il
bossolo, sul quale agiscono due forze uguali, dirette in senso
opposto, viene espulso in alto a destra con movimento rotatorio.
Scaricare l'arma. - Si solleva il
manubrio e lo si fa retrocedere lentamente; si mette il pollice
della mano sinistra in corrispondenza dell'apertura di
caricamento o si trae ulteriormente indietro l'otturatore fino
ad espulsione avvenuta (il pollice della mano sinistra eviterà
la caduta della cartuccia che si trovava nella camera).
Scaricare il serbatoio. — Si apre l'otturatore, si preme
coll'indice ed il medio della mano destra sul caricatore
abbassandolo fino a che il suo anello si sia disimpegnato dal
becco del gancio d'arresto; contemporaneamente si preme con il
pollice destro sul bottone del gancio stesso per farne ritrarre
il becco; il caricatore, spinto dall'elevatore, sale nella
culatta mobile.
Il gancio d'arresto del nostro fucile è fatto a becco. Tale ,
sistema impedisce al caricatore di uscire se, assieme alla
pressione sul bottone del gancio d'arresto, che può essere
accidentale, non vi è la contemporanea spinta in basso del
caricatore stesso; esso presenta ancora il vantaggio di
trattenere il caricatore allorquando questo tenderebbe ad
avanzare, per attrito, trascinato da una cartuccia spinta
innanzi dall'otturatore per essere introdotta nella camera.
Scomposizione e ricomposizione.
Scomposizione. - Per istruzione, o
per eseguire la pulitura, l'arma si scompone nel seguente
ordine, con l'avvertenza di non deporre mai a terra i diversi
pezzi, e di togliere e rimettere a sito le parti senza mai
forzarle.
1° Togliere la bacchetta dal suo alloggiamento. 2° Togliere
l'otturatore.
Lo si apre, si tira indietro e, premendo contemporaneamente sul
grilletto, si toglie dalla culatta mobile; quindi si disarma il
percussore spostando avanti il cane finché si arresti, girandolo
a sinistra.
3° Scomporre l'otturatore.
S'impugna con una mano l'otturatore, e si preme col pollice sul
piuolo del cane; con l'altra mano si svita e si toglie il
bottone; quindi si toglie il cane, poi il tubetto, facendo
corrispondere il suo dente alla scanalatura d'uscita del
cilindro; indi il percussore con la molla a spirale ed infine si
sfila questa dal percussore. L'estrattore non si deve mai
togliere.
Si può anche scomporre l'otturatore in due parti soltanto,
quando si voglia solamente ispezionare o pulire l'interno del
cilindro e la punta del percussore. Per far ciò, s'impugna
l'otturatore con la mano sinistra, manubrio a destra; col
pollice dell'altra mano si spinge avanti e si gira a sinistra il
nasello, quindi, messo il dente del tubetto in corrispondenza
della scanalatura d'uscita del cilindro, si estraggono insieme
bottone, cane, tubetto, percussore e molla spirale. Se, dopo
scomposto l'otturatore in due sole parti, si ' riconosce il
bisogno di scomporlo totalmente, si rimettono prima nel cilindro
le parti estratte, con l'avvertenza che la parte cilindrica del
cane sia contro il nasello del tubetto, in modo che il suo dente
vada ad appoggiarsi nell'alloggiamento anteriore del cilindro;
dopo di che si fa la scomposizione totale.
4° Togliere la cinghia.
5° Disgiungere la canna dalla cassa.
Si svitano le due viti di culatta mobile e si toglie il
serbatoio. Quindi: se si tratta del fucile o moschetto da truppe
speciali, si tolgono la vite del bocchino e il bocchino senza
urtare il mirino, e, premendo sulla molletta, si fa scorrere la
fascetta lungo il fusto e la si toglie; poi si leva il
copricanna; se invece si tratta del moschetto M. 91 si inasta la
baionetta la vite del bocchino e si stacca questo dal fusto.
Infine si disgiunge la canna dalla cassa, allontanando l'una
dall'altra senza strappi.
6° Togliere il congegno di scatto e di espulsione. Si toglie la
copiglia del bilanciere facendo leva con la lama del cacciavite
sotto la sua testa; separando poi il bilanciere dalla culatta
mobile, si disgiungono il ritegno dell'otturatore, l'espulsore
la molla dell'espulsore.
7° Scomporre il serbatoio.
Dal serbatoio è permesso togliere soltanto il fondello. Per far
ciò si leva prima la vite, poi si preme sul fondello, servendosi
della lama del cacciavite introdotta nell'apposito foro del
serbatoio.
Parti d'arma che non si devono mai togliere. — Dall'arma
non si devono mai togliere: il mirino, l'alzo e le sue partì, la
culatta mobile, l'elevatore e la sua molla dal fondello, il
dente di scatto, il grilletto, il gancio d'arresto e la sua
molla? l'estrattore, la punta del percussore, il piuolo del
cane, il traversino, i tubicini, la molletta della fascetta, la
piastretta con maglietta, il calciolo.
È vietato inoltre togliere qualsiasi parte della sciabola
baionetta.
Ricomposizione. - Si ricongiungono e
si rimettono a sito le varie parti, procedendo nell'ordine
inverso a quello indicato per la scomposizione.
Per ricomporre il congegno di scatto e di espulsione, disposta
la canna con l'alzo in basso, si pone a sito l'espulsore con lo
spigolo smussato dal lato opposto dell'apertura di caricamento e
vi s'investe sopra la sua molla; poi si colloca a posto il resto
del congegno, dopo aver disposto il ritegno dell'otturatore
sullo sprone del grilletto con la faccia piana in fuori; infine
si fissa il tutto con la copiglia del bilanciere avvertendo che,
per facilitare l'introduzione di essa, si deve tener premuto il
bilanciere contro la culatta mobile.
Nel mettere a posto serbatoio, si deve curare che le viti di
culatta siano bene avvitate.
Per ricomporre l'otturatore, preso con una mano il cilindro,
coll'altra vi si introduce il percussore, poi la molla spirale,
poi il tubetto, facendone entrare il dente nella rispettiva
scanalatura e girandolo a destra per fissarlo nel primo
alloggiamento; si riprende poi a spingere il tubetto, finché il
dente venga ad allogarsi nel secondo alloggiamento. Quindi si fa
girare Vasta del percussore, fino a far corrispondere la riga di
questa con quella del tubetto: si colloca il cane a sito
sull'afa, in modo che resti scoperta l'avvitatura del percussore
; infine si avvita il bottone, avvertendo di premere coll'unghia
del pollice sul piuolo del cane, quando si avvitano le ultime
spire, e di non arrestarsi se non quando il bottone sia
completamente avvitato (il piolo elastico del cane risulterà
abbassato nel proprio alloggiamento, pronto ad arrestare il
bottone qualora questo cominciasse a svitarsi). Per rimettere
l'otturatore, si arma il percussore spostando indietro il cane e
girandolo a destra finché lo si sente arrestato ; quindi si
introduce l'otturatore nell'arma premendo sul grilletto per
abbassare il ritegno; infine lo si mette in posizione ordinaria.
Ricomposta l'arma, si verifica che essa funzioni bene, aprendo e
richiudendo nuovamente l'otturatore e provando una volta lo
scatto; poi si rimette l'otturatore in posizione ordinaria.
Fucile 91/38 Cal. 7,35.
È derivato dal fucile 91 del quale conserva
tutti i pregi di robustezza, rusticità, semplicità, facilità di
smontaggio, sicurezza e continuità di fuoco, intercambiabilità
delle parti, mentre ne ha migliorato le qualità balistiche,
ridotto il peso, alleggerita la sciabola baionetta che è stata
trasformata in pugnale, diminuito l'ingombro dell'arma,
aumentato il calibro pur avendo alleggerito il proiettile e
dato, ad esso un maggior potere di arresto.
Le differenze principali tra le due armi sono le seguenti:
a) Lunghezza: senza baionetta cm. 102;
b) Peso: senza baionetta kg. 3,400; con la baionetta kg. 3,675
c) Canna: più corta, solcata internamente da 4 righe a passo
costante (elicoidale); diametro (calibro) 7,35; senza alzo
provvista di una sola tacca di mira fissa per la distanza fino a
300 metri;
d) Baionetta-pugnale: più corta e più leggera, ripiegabile lungo
il fusto;
e) Munizioni: cartuccia più leggera, più corta, con proiettile
di calibro maggiore.
È in distribuzione ai reparti della G.I.L. (1).
NOTE
1) Vi è, inoltre, il fucile mod. 38, cal. 6,5 in distribuzione ai reparti Genio.
Fonte:
F. Grandi, "Le armi e le artiglierie in servizio", Ed. fuori commercio, 1938.
Stato Maggiore del Regio Esercito, "Nozioni di armi, tiro e materiali vari per i Corsi Allievi Ufficiali di complemento", Edizioni de «Le Forze Armate», Roma, 1942.
Caratteristiche.
Denominazione |
Fucile 1891 cal. 6,5x52 |
Tipo |
Fucile a ripetizione |
Nazione di origine |
Italia |
Nazione utilizzatrice |
Italia |
Produttore |
Arsenale di Brescia 1893-1918 Terni 1892-1936 Torino 1893-1898 Arsenale di Roma 1917-1918 Torre Annunziata 1893-1900 Mida 1917-1918 Beretta 1936-1938 |
Quantità prodotta |
Oltre 3,5 milioni di pezzi |
Il 4 marzo 1892, la Commissione Italiana sugli armamenti adotta il fucile da 6,5 mod. 1891. Il moschetto da Cavalleria viene adottato il 15 luglio 1893 ed il mod. T.S. il 6 gennaio 1900.
L'arma è a ripetizione ordinaria. Serbatoio centrale capace di sei cartucce. Congegno di sicurezza che mette la molla in posizione di riposo. Appoggio anteriore ad alette, simmetrico.
Rigatura con inclinazione progressiva, da sinistra a destra, righe; 4.
Alzo a quadrante, con zoccolo ad alette, graduato da 6 a 20 (tacca di mira fissa per distanze fino a metri 300; ritto abbattuto: metri 450; ritto fissato nelle tacche di graduazione dello zoccolo per distanze da metri 600 a metri 2.000).
Dati numerici principali
Calibro |
mm. 6,5 |
Velocità iniziale |
m/s 700 |
Rigatura |
da sinistra a destra, righe: 4 |
Lunghezza (senza baionetta) |
mm. 1285 |
Lunghezza (con baionetta) |
mm. 1585 |
Peso (senza baionetta) |
kg. 3,800 |
Peso (con baionetta) |
kg. 4,280 |
Peso della cartuccia |
gr. 22.6 |
Lunghezza della cartuccia |
mm. 76,5 |
Carica della cartuccia |
balistite grammi 1,95 |
solinite grammi 2,28 |
|
Sciabola baionetta |
peso: kg. 0,340 |
lunghezza: mm. 0,414 |
|
Celerità di tiro |
max 12 colpi al minuto (se mirato) |
L'arma assicura l'offesa e la difesa personale alle brevi distanze. Normalmente è usato a non oltre i metri 200. Tiratori particolarmente abili possono impiegarlo con buoni risultati fino a metri 300. Fucili di precisione, specialmente se muniti di cannocchiale, consentono di effettuare, con utili risultati, tiri a distanze superiori ai metri 300.
Con baionetta innestata diventa l'arma del corpo a corpo. Alle brevi distanze, se necessario, la squadra fucilieri può sostituire, o coadiuvare, il fucile mitragliatore.
Fucile 1891
Descrizione e funzionamento
Caratteristiche del fucile 91. - È a
ripetizione ordinaria; serbatoio centrale, fisso, capace di 6
cartucce; caricamento multiplo; otturatore cilindrico,
scorrevole e girevole; appoggio anteriore simmetrico; rigatura
progressiva. Congegno di sicurezza che mette la molla del
percussore in posizione pressoché di riposo e impedisce
l'apertura dell'otturatore. Pesa kg. 3,900.
Nomenclatura. — Il fucile mod. 91 è costituito dalle seguenti
parti:
Canna
metallo: |
acciaio |
calibro: |
mm. 6,5 (misurato tra i vuoti delle righe mm. 6,8) |
rigatura: |
4 righe, volgentisi da sinistra a destra; inclinazione progressiva, con passo che va da cm. 58 in culatta a cm. 20 alla bocca |
5 faccette, di cui una porta i contrassegni dell'arma |
Congegno di puntamento
mirino: |
ghiera con base, infilata sulla canna; cresta incastrata a coda di rondine sulla base. |
alzo a quadrante: |
zoccolo con tacca di mira fìssa per la distanza di 3 hm. e tacche sul fianco destro per graduare il ritto. Le corrispondenti distanze in hm. sono incise, quelle pari a destra, quelle dispari a sinistra. Graduazione massima: 20 hm.; ritto con tacca. Quando è abbattuto corrisponde alla distanza di m. 450; molla per fissare il ritto; bottone (serve per liberare la molla). |
Culatta mobile
forma: |
cilindrica con prolungamento posteriore (codetta) |
parti: |
apertura superiore e inferiore di caricamento; risalto elicoidale interno, per il distacco iniziale del bossolo; scanalature longitudinali, per lo scorrimento delle alette dell'otturatore; talloni, per avvitarvi le due viti di culatta mobile. |
Serbatoio
apertura inferiore; |
|
ponticello; |
|
fondello con molla ed elevatore; |
|
gancio di arresto del caricatore: |
dente; bottone; molla. |
Otturatore
cilindro: |
a) esternamente |
manubrio; risalto semicircolare con beccuccio; 2 alette: quella di sinistra smussata per il distacco iniziale del bossolo; spacco curvilineo per il dente del tubetto; incastro elicoidale per i cane; scanalatura longitudinale per l'espulsore; incavo posteriore; foro superiore. |
b) internamente |
foro per l'asta e la punta del percussore; scanalatura per il passaggio del dentino del tubetto nella scomposizione e ricomposizione. |
|
estrattore: |
mod. 907, con dente e coda, incastrato attraverso l'aletta destra. Porta incisa una crocetta; mod. 912, con dente ad arco di cerchio e coda ' incastrato a fianco dell'aletta destra. |
|
percussore: |
asta, con riga (per la ricomposizione) e avvitatura per il bottone; testa; punta con risalto. |
|
molla elicoidale: |
di acciaio temprato |
|
tubetto: |
dente; nasello di manovra con alia; riga per facilitare la ricomposizione. |
|
cane: |
guida, con risalto elicoidale e piuolo; dente d'arresto, per contrastare col dente di scatto. |
|
bottone: |
tiene riunite le parti dell'otturatore. |
Congegno di scatto e di espulsione
bilanciere: |
aletta per l'unione alla culatta mobile; braccio anteriore con foro per l'espulsore; braccie posteriore con dente di scatto. |
grilletto: |
coda su cui si agisce col dito per scattare; tavola con tre gobbe, le prime due per lo scatto in due tempi, la terza per estrarre l'otturatore; sprone per il ritegno dell'otturatore. |
ritegno dell'otturatore |
|
espulsore con molla elicoidale |
Cassa di legno di noce
fusto con incassi vari e canale per la bacchetta; |
impugnatura; |
calcio con i contrassegni dell'arma. |
Bacchetta
testa con feritoia per la lama del cacciavite; |
avvitatura per assicurarla alla cassa e per avvitarvi lo scovolino. |
Fornimenti
bocchino: |
preserva l'estremità anteriore del fusto e tiene unita la canna alla cassa; |
fascetta con maglietta e sua molletta; |
|
copricanna; |
|
traversino: |
trasmette direttamente alla cassa il movimento di rinculo; |
piastretta con maglietta; |
|
calciolo: |
preserva l'estremità del calcio; |
tubicini: |
preservano il legno in corrispondenza dei fori per le viti; |
viti varie. |
Sciabola baionetta (arma da punta e da taglio)
lama: |
taglio e falso taglio; dorso; tallone; codolo per l'unione all'impugnatura; sgusci di alleggerimento. |
impugnatura: |
crociera con anello - porta incisi i contrassegni dell'arma; cappuccio con incastro per il fermo di sciabola baionetta; piuolo d'arresto e bottone; guance di legno. |
fodero: |
cappa con bottone e bocchetta; puntale. |
Fonte:
F. Grandi, "Le armi e le artiglierie in servizio", Ed. fuori commercio, 1938.
Stato Maggiore del Regio Esercito, "Nozioni di armi, tiro e materiali vari per i Corsi Allievi Ufficiali di complemento", Edizioni de «Le Forze Armate», Roma, 1942.