Le armi

 

Fucile Mod. '91

Arma individuale: assicura l'offesa

e la difesa personale alle brevi distanze

 

 

 

 

 

 

 

Caratteristiche di funzionamento

 

Il 4 marzo 1892, la Commissione Italiana sugli armamenti adotta il fucile da 6,5 mod. 1891. Il moschetto da Cavalleria viene adottato il 15 luglio 1893 ed il mod. T.S. il 6 gennaio 1900.

L'arma è a ripetizione ordinaria. Serbatoio centrale capace di sei cartucce. Congegno di sicurezza che mette la molla in posizione di riposo. Appoggio anteriore ad alette, simmetrico.

Rigatura con inclinazione progressiva, da sinistra a destra, righe; 4.

Alzo a quadrante, con zoccolo  ad alette, graduato da 6 a 20 (tacca di mira fissa per distanze fino a metri 300; ritto abbattuto: metri 450; ritto fissato nelle tacche di graduazione dello zoccolo per distanze da metri 600 a metri 2.000).

 

L'arma assicura l'offesa e la difesa personale alle brevi distanze. Normalmente è usato a non oltre i metri 200. Tiratori particolarmente abili possono impiegarlo con buoni risultati fino a metri 300. Fucili di precisione, specialmente se muniti di cannocchiale, consentono di effettuare, con utili risultati, tiri a distanze superiori ai metri 300.

Con baionetta innestata diventa l'arma del corpo a corpo. Alle brevi distanze, se necessario, la squadra fucilieri può sostituire, o coadiuvare, il fucile mitragliatore.

 

Fucile 1891

 

Descrizione

Caratteristiche del fucile 91. - È a ripetizione ordinaria; serbatoio centrale, fisso, capace di 6 cartucce; caricamento multiplo; otturatore cilindrico, scorrevole e girevole; appoggio anteriore simmetrico; rigatura progressiva. Congegno di sicurezza che mette la molla del percussore in posizione pressoché di riposo e impedisce l'apertura dell'otturatore. Pesa kg. 3,900.
 

 

Funzionamento del fucile mod. 91.

Passaggio dalla posizione ordinaria a quella di sparo e viceversa. - Se dalla posizione ordinaria si spinge innanzi il tubetto e lo si gira a destra fino a che il suo dente non sia andato a disporsi in corrispondenza dell'alloggiamento anteriore dello spacco curvilineo del cilindro, si viene a comprimere la molla elicoidale fra la testa del percussore e l'orlo anteriore del tubetto che appoggia con la sua alia nell'apposito incastro di culatta mobile, e si ha l'arma pronta per lo sparo. In tale posizione i due punti d'appoggio della molla elicoidale non sono più sullo stesso mezzo (percussore) ma bensì su due mezzi diversi (percussore e culatta mobile): le condizioni meccaniche dell'arma permetteranno pertanto lo scatto.
Per passare dalla posizione di sparo a quella ordinaria o di sicurezza, si agisce col pollice della mano destra sul nasello del tubetto, spingendolo prima innanzi per disimpegnare il dente del tubetto stesso dall'alloggiamento anteriore dello spacco curvilineo del cilindro, poi girandolo a sinistra e cedendo alla spinta della molla del percussore fino a che il nasello del tubetto venga ad appoggiare contro il cane.
In questa seconda posizione, il dente del tubetto si trova in corrispondenza dell'alloggiamento posteriore dello spacco curvilineo del cilindro. Se si preme sul grilletto, il percussore, benché abbia la molla elicoidale non completamente distesa, non può avanzare in quanto la forza della molla non può esplicarsi perché i due punti d'appoggio della molla stessa si trovano sullo stesso mezzo: il percussore.

Caricamento. - Disposta l'arma in posizione di sparo, col palmo della mano destra si solleva completamente il manubrio, si fa retrocedere l'otturatore e si carica il serbatoio introducendovi il caricatore e premendo questo in basso, col pollice appoggiato in prossimità del fondello della cartuccia superiore, fino a sentire lo scatto del gancio d'arresto. Durante tale operazione l'anello del caricatore striscia sul dente del gancio d'arresto, che è a superficie convessa, e lo spinge indietro obbligandolo a comprimere la molla del gancio stesso. Non appena l'anello ha oltrepassato il dente, per reazione della molla predetta il dente stesso ritorna innanzi dando luogo allo scatto cui si è accennato. Cessando allora la pressione del dito sulle cartucce, il caricatore si risolleva di quanto è lungo il becco del gancio d'arresto il quale si aggancia all'anello, arrestando il movimento ascensionale del caricatore impressogli indirettamente dall'elevatore per mezzo delle cartucce.
Agendo sempre col palmo della mano e con energia, si richiude l'otturatore. La testa del cilindro urta contro la parte di fondello della cartuccia che sporge dalle labbra del caricatore e spinge innanzi la cartuccia stessa fino a che il . fondello viene preso da un lato dal dente dell'estrattore e dall'altro dal beccuccio del risalto semianulare; ciò costituisce la cosidetta presa iniziale della cartuccia. Continuando la spinta dell'otturatore, la cartuccia entra nella camera e quando la corsa è arrestata, si gira a destra il manubrio: l'aletta destra, risalendo il piano elicoidale inferiore di culatta mobile, fa avanzare ancora il cilindro con andamento elicoidale. In questa nuova avanzata la molla del percussore subisce un'altra compressione (dall'indietro all'avanti). L'alia del tubetto viene a collocarsi nell'apposito incastro di culatta mobile e provoca una lieve avanzata del tubetto con nasello, sufficiente a disimpegnare il suo dentino dal contrasto con il cilindro. A rotazione compiuta, l'asse dell'incastro elicoidale del cilindro e quello del risalto elicoidale del cane sono sullo stesso allineamento.
Quando si introduce nel serbatoio un caricatore con meno di 6 cartucce, si deve avere l'avvertenza di mantenere le cartucce premute contro le labbra superiori del caricatore, tenendole a sito col pollice e l'indice della mano destra.

Scatto. - Se si preme sul grilletto, il dente di scatto si abbassa e lascia libero il dente d'arresto del cane, per cui cane, percussore e bottone che formano sistema rigido, sotto la spinta della molla del percussore balzano innanzi e la punta del percussore determina la detonazione della capsula. Lo scatto avviene in due tempi: infatti dopo una prima pressione sulla coda del grilletto, si avverte un arresto provocato dalla seconda gobba della tavola del grilletto venuta a contatto della culatta mobile: dopo di che, una ulteriore leggera pressione determina lo scatto. Quando entra in funzione la terza gobba si ha il totale abbassamento del ritegno dell'otturatore che rende possibile l'estrazione dell'otturatore dalla culatta mobile.

Estrazione ed espulsione del bossolo. - Col palmo della mano si solleva il manubrio e si fa retrocedere l'otturatore usando moderata energia. Il cane, che sarebbe sollecitato a girare col cilindro, perché ha il risalto della sua guida allogato nel corrispondente incastro del cilindro stesso, non può ruotare essendo la sua guida trattenuta nella scanalatura longitudinale della culatta mobile, e, a causa del contrasto fra le superfici elicoidali (quella del risalto della guida del cane e quella dell'incastro del cilindro), il suo movimento è rettilineo e retrogrado, fino a che la punta del risalto del cane non abbandona l'incastro corrispondente per penetrare nell'incavo posteriore del cilindro, ove trova momentaneo appoggio. Col cane retrocede il bottone, e, in conseguenza, il percussore che comprime, dall'avanti all'indietro, la molla elicoidale fra la sua testa ed il tubetto, che gira col cilindro, ma non retrocede. Inoltre il cane, retrocedendo, striscia col dente d'arresto sul dente di scatto e lo abbassa, comprimendo la molla di espulsione e di scatto, la quale obbliga il dente di scatto a rialzar/si subito dopo che è stato oltrepassato dal dente d'arresto. Col sollevamento del manubrio le alette del cilindro giungono in corrispondenza dei piani elicoidali di culatta mobile; l'aletta di sinistra scorre, colla parte smentata anteriore, sul fianco elicoidale del risalto determinando così il distacca iniziale del bossolo.
Tale distacco è condizione indispensabile per un'arma a ripetizione: nel nostro fucile esso è facilitato dalla forma troncoconica del corpo del bossolo e della camera di cartuccia.
Colla progressiva retrocessione dell'otturatore e conseguentemente anche del bossolo, si ha l'emersione dell'espulsore nella scanalatura longitudinale del cilindro finché avviene l'urto del bossolo contro l'espulsore. Allora il bossolo, sul quale agiscono due forze uguali, dirette in senso opposto, viene espulso in alto a destra con movimento rotatorio.

Scaricare l'arma. - Si solleva il manubrio e lo si fa retrocedere lentamente; si mette il pollice della mano sinistra in corrispondenza dell'apertura di caricamento o si trae ulteriormente indietro l'otturatore fino ad espulsione avvenuta (il pollice della mano sinistra eviterà la caduta della cartuccia che si trovava nella camera).
Scaricare il serbatoio. — Si apre l'otturatore, si preme coll'indice ed il medio della mano destra sul caricatore abbassandolo fino a che il suo anello si sia disimpegnato dal becco del gancio d'arresto; contemporaneamente si preme con il pollice destro sul bottone del gancio stesso per farne ritrarre il becco; il caricatore, spinto dall'elevatore, sale nella culatta mobile.
Il gancio d'arresto del nostro fucile è fatto a becco. Tale , sistema impedisce al caricatore di uscire se, assieme alla pressione sul bottone del gancio d'arresto, che può essere accidentale, non vi è la contemporanea spinta in basso del caricatore stesso; esso presenta ancora il vantaggio di trattenere il caricatore allorquando questo tenderebbe ad avanzare, per attrito, trascinato da una cartuccia spinta innanzi dall'otturatore per essere introdotta nella camera.


Scomposizione e ricomposizione.

Scomposizione. - Per istruzione, o per eseguire la pulitura, l'arma si scompone nel seguente ordine, con l'avvertenza di non deporre mai a terra i diversi pezzi, e di togliere e rimettere a sito le parti senza mai forzarle.
1° Togliere la bacchetta dal suo alloggiamento. 2° Togliere l'otturatore.
Lo si apre, si tira indietro e, premendo contemporaneamente sul grilletto, si toglie dalla culatta mobile; quindi si disarma il percussore spostando avanti il cane finché si arresti, girandolo a sinistra.
3° Scomporre l'otturatore.
S'impugna con una mano l'otturatore, e si preme col pollice sul piuolo del cane; con l'altra mano si svita e si toglie il bottone; quindi si toglie il cane, poi il tubetto, facendo corrispondere il suo dente alla scanalatura d'uscita del cilindro; indi il percussore con la molla a spirale ed infine si sfila questa dal percussore. L'estrattore non si deve mai togliere.
Si può anche scomporre l'otturatore in due parti soltanto, quando si voglia solamente ispezionare o pulire l'interno del cilindro e la punta del percussore. Per far ciò, s'impugna l'otturatore con la mano sinistra, manubrio a destra; col pollice dell'altra mano si spinge avanti e si gira a sinistra il nasello, quindi, messo il dente del tubetto in corrispondenza della scanalatura d'uscita del cilindro, si estraggono insieme bottone, cane, tubetto, percussore e molla spirale. Se, dopo scomposto l'otturatore in due sole parti, si ' riconosce il bisogno di scomporlo totalmente, si rimettono prima nel cilindro le parti estratte, con l'avvertenza che la parte cilindrica del cane sia contro il nasello del tubetto, in modo che il suo dente vada ad appoggiarsi nell'alloggiamento anteriore del cilindro; dopo di che si fa la scomposizione totale.
4° Togliere la cinghia.
5° Disgiungere la canna dalla cassa.
Si svitano le due viti di culatta mobile e si toglie il serbatoio. Quindi: se si tratta del fucile o moschetto da truppe speciali, si tolgono la vite del bocchino e il bocchino senza urtare il mirino, e, premendo sulla molletta, si fa scorrere la fascetta lungo il fusto e la si toglie; poi si leva il copricanna; se invece si tratta del moschetto M. 91 si inasta la baionetta la vite del bocchino e si stacca questo dal fusto.
Infine si disgiunge la canna dalla cassa, allontanando l'una dall'altra senza strappi.
6° Togliere il congegno di scatto e di espulsione. Si toglie la copiglia del bilanciere facendo leva con la lama del cacciavite sotto la sua testa; separando poi il bilanciere dalla culatta mobile, si disgiungono il ritegno dell'otturatore, l'espulsore la molla dell'espulsore.

7° Scomporre il serbatoio.
Dal serbatoio è permesso togliere soltanto il fondello. Per far ciò si leva prima la vite, poi si preme sul fondello, servendosi della lama del cacciavite introdotta nell'apposito foro del serbatoio.
Parti d'arma che non si devono mai togliere. — Dall'arma non si devono mai togliere: il mirino, l'alzo e le sue partì, la culatta mobile, l'elevatore e la sua molla dal fondello, il dente di scatto, il grilletto, il gancio d'arresto e la sua molla? l'estrattore, la punta del percussore, il piuolo del cane, il traversino, i tubicini, la molletta della fascetta, la piastretta con maglietta, il calciolo.
È vietato inoltre togliere qualsiasi parte della sciabola baionetta.

Ricomposizione. - Si ricongiungono e si rimettono a sito le varie parti, procedendo nell'ordine inverso a quello indicato per la scomposizione.
Per ricomporre il congegno di scatto e di espulsione, disposta la canna con l'alzo in basso, si pone a sito l'espulsore con lo spigolo smussato dal lato opposto dell'apertura di caricamento e vi s'investe sopra la sua molla; poi si colloca a posto il resto del congegno, dopo aver disposto il ritegno dell'otturatore sullo sprone del grilletto con la faccia piana in fuori; infine si fissa il tutto con la copiglia del bilanciere avvertendo che, per facilitare l'introduzione di essa, si deve tener premuto il bilanciere contro la culatta mobile.
Nel mettere a posto serbatoio, si deve curare che le viti di culatta siano bene avvitate.
Per ricomporre l'otturatore, preso con una mano il cilindro, coll'altra vi si introduce il percussore, poi la molla spirale, poi il tubetto, facendone entrare il dente nella rispettiva scanalatura e girandolo a destra per fissarlo nel primo alloggiamento; si riprende poi a spingere il tubetto, finché il dente venga ad allogarsi nel secondo alloggiamento. Quindi si fa girare Vasta del percussore, fino a far corrispondere la riga di questa con quella del tubetto: si colloca il cane a sito sull'afa, in modo che resti scoperta l'avvitatura del percussore ; infine si avvita il bottone, avvertendo di premere coll'unghia del pollice sul piuolo del cane, quando si avvitano le ultime spire, e di non arrestarsi se non quando il bottone sia completamente avvitato (il piolo elastico del cane risulterà abbassato nel proprio alloggiamento, pronto ad arrestare il bottone qualora questo cominciasse a svitarsi). Per rimettere l'otturatore, si arma il percussore spostando indietro il cane e girandolo a destra finché lo si sente arrestato ; quindi si introduce l'otturatore nell'arma premendo sul grilletto per abbassare il ritegno; infine lo si mette in posizione ordinaria.
Ricomposta l'arma, si verifica che essa funzioni bene, aprendo e richiudendo nuovamente l'otturatore e provando una volta lo scatto; poi si rimette l'otturatore in posizione ordinaria.


Fucile 91/38 Cal. 7,35.

È derivato dal fucile 91 del quale conserva tutti i pregi di robustezza, rusticità, semplicità, facilità di smontaggio, sicurezza e continuità di fuoco, intercambiabilità delle parti, mentre ne ha migliorato le qualità balistiche, ridotto il peso, alleggerita la sciabola baionetta che è stata trasformata in pugnale, diminuito l'ingombro dell'arma, aumentato il calibro pur avendo alleggerito il proiettile e dato, ad esso un maggior potere di arresto.
Le differenze principali tra le due armi sono le seguenti:
a) Lunghezza: senza baionetta cm. 102;
b) Peso: senza baionetta kg. 3,400; con la baionetta kg. 3,675
c) Canna: più corta, solcata internamente da 4 righe a passo costante (elicoidale); diametro (calibro) 7,35; senza alzo provvista di una sola tacca di mira fissa per la distanza fino a 300 metri;
d) Baionetta-pugnale: più corta e più leggera, ripiegabile lungo il fusto;
e) Munizioni: cartuccia più leggera, più corta, con proiettile di calibro maggiore.

È in distribuzione ai reparti della G.I.L. (1).

 

 

 

NOTE

1) Vi è, inoltre, il fucile mod. 38, cal. 6,5 in distribuzione ai reparti Genio.

 

Fonte:

F. Grandi, "Le armi e le artiglierie in servizio", Ed. fuori commercio, 1938.

Stato Maggiore del Regio Esercito, "Nozioni di armi, tiro e materiali vari per i Corsi Allievi Ufficiali di complemento", Edizioni de «Le Forze Armate», Roma, 1942.

 

Caratteristiche.

 

Denominazione

Fucile 1891 cal. 6,5x52

Tipo

Fucile a ripetizione

Nazione di origine

Italia

Nazione utilizzatrice

Italia

Produttore

Arsenale di Brescia 1893-1918

Terni 1892-1936

Torino 1893-1898

Arsenale di Roma 1917-1918

Torre Annunziata 1893-1900

Mida 1917-1918

Beretta 1936-1938

Quantità prodotta

Oltre 3,5 milioni di pezzi

 

 

Il 4 marzo 1892, la Commissione Italiana sugli armamenti adotta il fucile da 6,5 mod. 1891. Il moschetto da Cavalleria viene adottato il 15 luglio 1893 ed il mod. T.S. il 6 gennaio 1900.

L'arma è a ripetizione ordinaria. Serbatoio centrale capace di sei cartucce. Congegno di sicurezza che mette la molla in posizione di riposo. Appoggio anteriore ad alette, simmetrico.

Rigatura con inclinazione progressiva, da sinistra a destra, righe; 4.

Alzo a quadrante, con zoccolo  ad alette, graduato da 6 a 20 (tacca di mira fissa per distanze fino a metri 300; ritto abbattuto: metri 450; ritto fissato nelle tacche di graduazione dello zoccolo per distanze da metri 600 a metri 2.000).

 

Dati numerici principali

 

Calibro

mm. 6,5

Velocità iniziale

m/s 700

Rigatura

da sinistra a destra, righe: 4

Lunghezza (senza baionetta)

mm. 1285

Lunghezza (con baionetta)

mm. 1585

Peso (senza baionetta)

kg. 3,800

Peso (con baionetta)

kg. 4,280

Peso della cartuccia

gr. 22.6

Lunghezza della cartuccia

mm. 76,5

Carica della cartuccia

balistite grammi 1,95

solinite grammi 2,28

Sciabola baionetta

peso: kg. 0,340

lunghezza: mm. 0,414

Celerità di tiro

max 12 colpi al minuto (se mirato)

 

L'arma assicura l'offesa e la difesa personale alle brevi distanze. Normalmente è usato a non oltre i metri 200. Tiratori particolarmente abili possono impiegarlo con buoni risultati fino a metri 300. Fucili di precisione, specialmente se muniti di cannocchiale, consentono di effettuare, con utili risultati, tiri a distanze superiori ai metri 300.

Con baionetta innestata diventa l'arma del corpo a corpo. Alle brevi distanze, se necessario, la squadra fucilieri può sostituire, o coadiuvare, il fucile mitragliatore.

 

Fucile 1891

 

Descrizione e funzionamento

Caratteristiche del fucile 91. - È a ripetizione ordinaria; serbatoio centrale, fisso, capace di 6 cartucce; caricamento multiplo; otturatore cilindrico, scorrevole e girevole; appoggio anteriore simmetrico; rigatura progressiva. Congegno di sicurezza che mette la molla del percussore in posizione pressoché di riposo e impedisce l'apertura dell'otturatore. Pesa kg. 3,900.
Nomenclatura. — Il fucile mod. 91 è costituito dalle seguenti parti:

Canna

metallo:

acciaio

calibro:

mm. 6,5 (misurato tra i vuoti delle righe mm. 6,8)

rigatura:

4 righe, volgentisi da sinistra a destra;

inclinazione progressiva, con passo che va da cm. 58 in culatta a cm. 20 alla bocca

5 faccette, di cui una porta i contrassegni dell'arma


Congegno di puntamento

mirino:

ghiera con base, infilata sulla canna;

cresta incastrata a coda di rondine sulla base.

alzo a quadrante:

zoccolo con tacca di mira fìssa per la distanza di 3 hm. e tacche sul fianco destro per graduare il ritto. Le corrispondenti distanze in hm. sono incise, quelle pari a destra, quelle dispari a sinistra. Graduazione massima: 20 hm.;

ritto con tacca. Quando è abbattuto corrisponde alla distanza di m. 450;

molla per fissare il ritto;

bottone (serve per liberare la molla).


Culatta mobile

forma:

cilindrica con prolungamento posteriore (codetta)

parti:

apertura superiore e inferiore di caricamento; risalto elicoidale interno, per il distacco iniziale del bossolo;

scanalature longitudinali, per lo scorrimento delle alette dell'otturatore;

talloni, per avvitarvi le due viti di culatta mobile.

 

Serbatoio

apertura inferiore;

ponticello;

fondello con molla ed elevatore;

gancio di arresto del caricatore:

dente; 

bottone;

molla.

   

Otturatore

cilindro:

a) esternamente

manubrio;

risalto semicircolare con beccuccio;

2 alette: quella di sinistra smussata per il distacco iniziale del bossolo;

spacco curvilineo per il dente del tubetto;

incastro elicoidale per i cane;

scanalatura longitudinale per l'espulsore;

incavo posteriore;

foro superiore.

b) internamente

foro per l'asta e la punta del percussore;

scanalatura per il passaggio del dentino del tubetto nella scomposizione e ricomposizione.

estrattore:

mod. 907, con dente e coda, incastrato attraverso l'aletta destra. Porta incisa una crocetta;

mod. 912, con dente ad arco di cerchio e coda ' incastrato a fianco dell'aletta destra.

percussore:

asta, con riga (per la ricomposizione) e avvitatura per il bottone;

testa;

punta con risalto.

molla elicoidale:

di acciaio temprato

tubetto:

dente;

nasello di manovra con alia;

riga per facilitare la ricomposizione.

cane:

guida, con risalto elicoidale e piuolo;

dente d'arresto, per contrastare col dente di scatto.

bottone:

tiene riunite le parti dell'otturatore.

 

Congegno di scatto e di espulsione

bilanciere:

aletta per l'unione alla culatta mobile; braccio anteriore con foro per l'espulsore; braccie posteriore con dente di scatto.

grilletto:

coda su cui si agisce col dito per scattare; tavola con tre gobbe, le prime due per lo scatto in due tempi, la terza per estrarre l'otturatore; sprone per il ritegno dell'otturatore.

ritegno dell'otturatore

espulsore con molla elicoidale

 

Cassa di legno di noce

fusto con incassi vari e canale per la bacchetta;

impugnatura;

calcio con i contrassegni dell'arma.

 

Bacchetta

testa con feritoia per la lama del cacciavite;

avvitatura per assicurarla alla cassa e per avvitarvi lo scovolino.

 

Fornimenti

bocchino:

preserva l'estremità anteriore del fusto e tiene unita la canna alla cassa;

fascetta con maglietta e sua molletta;

copricanna;

traversino:

trasmette direttamente alla cassa il movimento di rinculo;

piastretta con maglietta;

calciolo:

preserva l'estremità del calcio;

tubicini:

preservano il legno in corrispondenza dei fori per le viti;

viti varie.

 

Sciabola baionetta (arma da punta e da taglio)

lama:

taglio e falso taglio;

dorso;

tallone;

codolo per l'unione all'impugnatura;

sgusci di alleggerimento.

impugnatura:

crociera con anello - porta incisi i contrassegni dell'arma;

cappuccio con incastro per il fermo di sciabola baionetta;

piuolo d'arresto e bottone; guance di legno.

fodero:

cappa con bottone e bocchetta;

puntale.

 

 

 

 

Fonte:

F. Grandi, "Le armi e le artiglierie in servizio", Ed. fuori commercio, 1938.

Stato Maggiore del Regio Esercito, "Nozioni di armi, tiro e materiali vari per i Corsi Allievi Ufficiali di complemento", Edizioni de «Le Forze Armate», Roma, 1942.