Le armi
Mitragliatrice Breda Mod. 38
Arma per carri armati
Funzionamento.
Arma scarica. — Otturatore
chiuso. A mezzo del carrello d'armamento si tira indietro la
massa battente e con essa l'otturatore (aperto) finché
questo si agganci alla leva di ritegno.
Durante questo movimento si abbassa il blocco e si comprime
la molla di ricupero.
La massa battente si aggancia al dente di scatto con lieve
anticipo rispetto all'otturatore sulla leva di ritegno, per
cui essendo l'otturatore trattenuto dalla leva di ritegno,
la massa battente non è impegnata nel dente di scatto.
Arma carica. — Si introduce il caricatore
nell'apertura di caricamento, presentandolo leggermente
inclinato in avanti e, facendolo ruotare alquanto
all'indietro, lo si spinge in basso fino a farlo agganciare
alla leva di fissaggio. Durante questa operazione, la leva
di ritegno dell'otturatore è obbligata a sollevarsi,
liberando l'otturatore, il quale è solidale con la massa
battente che va ad agganciarsi al dente di scatto. L'arma è
così pronta per lo sparo.
Si dispone il braccio della sicurezza in corrispondenza
della parola «fuoco» (in alto).
Si preme il grilletto; la massa battente, liberata dal dente
di scatto, è spinta in avanti dalla molla di ricupero,
Durante l'avanzata avviene:
- nel primo tratto, lo sfilamento di una cartuccia dal
caricatore per opera del risalto superiore dell'otturatore,
e l'arresto dell'otturatore contro la parte posteriore della
canna;
- l'unghia dell'estrattore si impegna nell'orlo del fondello
della cartuccia;
- nel secondo tratto, di 20 mm. circa, soltanto la massa
battente continua ad avanzare, obbligando il blocco a
sollevarsi (bloccaggio) ed il percussore ad avanzare sino a
percuotere la capsula della cartuccia.
Partito il colpo, un'aliquota dei gas che spinge il
proiettile, 'viene sottratta attraverso il foro esistente
nella canna, non appena il proiettile abbia oltrepassato il
foro stesso. I gas giungendo nella camera di espansione
attraverso il condotto del manicotto, agiscono sulla testa
del pistone, obbligandolo a retrocedere unitamente alla
massa battente. Durante la retrocessione avviene:
- nel primo tratto, di 20 mm. circa, la massa battente
retrocede obbligando il percussore a ritrarsi e il blocco ad
abbassarsi (sbloccaggio);
- nel secondo tratto, la massa battente trascina indietro
otturatore e blocco; l'estrattore, sempre impegnato con
l'unghia nell'orlo del fondello, estrae il bossolo dalla
camera e lo trascina indietro fino a farlo urtare contro
l'espulsore, provocandone l'espulsione verso il basso
attraverso l'apposita finestra. La parte posteriore della
massa battente e dell'otturatore giungono fin contro
l'ammortizzatore, comprimendo la molla di ricupero.
Se si mantiene la pressione sul grilletto e se vi sono altre
cartucce nel caricatore, la massa battente, sollecitata
dalla molla di ricupero, torna ad avanzare, ripetendo le
operazioni già descritte. Quando il tiratore desiste dal
premere sul grilletto, il dente di scatto si solleva e
aggancia la massa battente trattenendola in posizione
arretrata (otturatore aperto). Per riprendere il tiro è
sufficiente ripetere la pressione sul grilletto.
Con la retrocessione dell'otturatore, appena sparata
l'ultima cartuccia del caricatore, il dente dell'elevatore,
spinto dalla molla del caricatore, obbliga la leva di
sganciamento a ruotare, liberando tra loro la leva di
ritegno dell'otturatore e quella di fissaggio del
caricatore.
La prima, abbassandosi, trattiene l'otturatore in posizione
di aperto, anche se il tiratore continui la pressione sul
grilletto.
Per riprendere il tiro è necessario introdurre un nuovo
caricatore.
Scomposizione e ricomposizione.
Scomposizione. — Il soldato, per
istruzione e per eseguire la pulizia dell'arma, può togliere
le parti che sono indicate qui di seguito, avendo
l'avvertenza di non appoggiarle per terra e di toglierle e
rimetterle senza forzarle. Le altre parti, che possono
essere smontate esclusivamente dall'armaiuolo sono indicate
successivamente.
Togliere la canna: armare, in precedenza, a mano
l'otturatore, allo scopo di impedire che il pistone sporga
dal castello; svincolare la canna dal dente di fissaggio,
agendo sui due naselli e, a mano oppure con l'apposita
chiave applicata sulle due facce piane della flangia della
canna, far ruotare quest'ultima di 1/6 di giro verso destra
e sfilare.
Togliere i congegni contenuti nel castello: scattare in
precedenza l'arma, allo scopo di avere la molla di ricupero
non compressa;
- aprire il coperchio del castello;
- togliere la testata (spingendo in avanti l'impugnatura);
- sfilare l'impugnatura e poscia la massa battente con
l'otturatore, il blocco ed il congegno di ricupero;
- togliere il carrello d'armamento, sfilandolo in fuori;
- scomporre dalla massa battente, l'otturatore ed il blocco;
- togliere il percussore sfilando la relativa copiglia con
il cacciacopiglie;
- togliere il dente di scatto, dopo aver sfilato il relativo
perno;
- togliere il grilletto, dopo aver sfilato il relativo
perno;
- togliere il congegno di avviso arma vuota: sfilare il
coper-chietto e togliere con un cacciacopiglia il
chiavistello che fìssa la scatola del congegno al coperchio
del castello; sfilare all'indietro e alzare la scatola;
togliere il perno della leva di sganciamento del caricatore
e la leva stessa; togliere il perno della leva di ritegno
dell'otturatore ed il congegno completo di avviso arma
vuota.
Ricomposizione.
Si ricompongono e si mettono a sito le
varie parti, procedendo nell'ordine inverso a quello
indicato per la scomposizione, con l'avvertenza che, per
avvitare la canna, occorre armare in precedenza
l'otturatore.
Sono di competenza esclusiva dell'armaiuolo:
- togliere l'estrattore sfilando la copiglia col
cacciacopiglie;
- togliere la copiglia del piolo del dente di scatto;
togliere la copiglia del piolo del grilletto;
- togliere la sicurezza: togliere il perno che unisce la
leva del congegno alla parte posteriore dell'impugnatura;
- sfilare leva, molla e asticolo della
sicurezza;
- smontare il congegno di avviso arma vuota: togliere il
perno cavo e separare tra loro l'espulsore, la leva di
ritegno dell'otturatore e la leva di fissaggio del
caricatore; sfilare la copiglia per togliere il piolo con
molla della leva di ritegno dell'otturatore; detta copiglia
fa anche da perno al nottolino; sfilare la copiglia per
togliere il piolo con molla del nottolino;
- togliere il dente di fissaggio della canna al castello;
togliere i due naselli col traversino, il dente di fissaggio
e la molla;
- togliere il coperchio del castello: sfilare il perno del
coperchio da sinistra a destra, abbassando
contemporaneamente il dente di ritegno;
- togliere l'asticolo di arresto del coperchio del castello
in apertura: spingere in avanti Pasticcio e
contemporaneamente sfilarlo di lato; togliere il piolo e la
molla;
- togliere il chiavistello di chiusura del coperchio del
castello: spostare l'anello interrotto e poi sfilare la
copiglia del bottone;
- togliere il chiavistello. Per invertire sul castello la
posizione del chiavistello, occorre allogare. In una delle
due alie del castello la piastrina di fermo del
chiavistello, in modo che essa risulti dalla stessa parte
del bottone del chiavistello (l'arma destra ha il bottone
del chiavistello sul lato destro del castello; viceversa per
l'arma di sinistra);
- togliere il ritegno elastico del carrello d'armamento
ruotarlo di 90° e sfilarlo dall'asta del carrello;
- togliere il congegno di presa dei gas: togliere la valvola
svitandola; togliere il cilindro, dopo aver svitata la vite
che lo fissa al manicotto, sfilandolo dall'incastro della
canna;
- smontare l'ammortizzatore; sfilare la copiglia e quindi
togliere l'ammortizzatore e la molla ammortizzatrice;
- scomporre il caricatore: premere il bottone della
piastrina che sporge dal fondello del caricatore; sfilare il
fondello; togliere la molla e l'elevatore.
Per rimontare le suddette parti si procede nell'ordine
inverso.
Manutenzione.
Prima del tiro. — Il regolare
funzionamento dell'arma è assicurato da leggera
lubrificazione; essa funziona con sufficiente regolarità
anche completamente asciutta; in tal caso è conveniente
chiudere la valvola di una o due graduazioni rispetto a
quella normale, per evitare mancati funzionamenti.
Nei magazzini l'arma è mantenuta con una leggera spalmatura
di vasellina su tutti i congegni.
Prima del tiro, passare lo scovolo nella canna per togliere
il grasso e l'olio che eventualmente vi fossero rimasti per
aderenza e verificare lo stato d'uso di tutti i congegni ed
in ispecie:
- la molla e l'unghia dell'estrattore;
- il congegno di avviso arma vuota;
- la graduazione della valvola;
- i caricatori (deformazione dei fianchi, della costola, dei
bordi, usura dei denti) e la sistemazione in essi delle
cartucce.
Usura della canna. — La canna ha una durata media,
anche impiegando regimi di fuoco severi, di circa 16.000
colpi, dopo i quali la dispersione del tiro diventa
eccessiva, o la canna è da considerarsi fuori servizio.
L'usura della canna si controlla:
a) tenendo aggiornato il registro dei colpi sparati;
b) col verificatore da mm. 8,15 (verifica fatta dal capo
armaiuolo).
Durante il tiro. — Eseguire i movimenti con
decisione. L'arma richiede di essere pulita, di norma, dopo
aver sparato un forte numero di colpi, circa 4.000.
Porre particolare attenzione nel regolare la maggiore o
minore apertura della valvola per evitare deficienti rinculi
(valvola troppo aperta) ovvero eccessivo tormento all'arma
(valvola chiusa o poco aperta).
Dopo il tiro. — Ispezionare e poscia pulire bene
l'arma.
Inconvenienti.
Sono i seguenti:
1° Scatto a vuoto. — Il colpo non parte nonostante
che il percussore abbia percosso, la capsula della
cartuccia; togliere il caricatore, armare a mano
l'otturatore e far scattare l'arma. Se l'inconveniente si
ripete aprire il coperchio del castello ed armare
l'otturatore per controllare se la cartuccia non sparata sia
rimasta in camera. In tal caso detta cartuccia dovrà essere
estratta con l'apposito estrattore a mano.
Ripetendosi ancora l'inconveniente controllare il
percussore.
2° Mancata alimentazione. — È causata da mancato
sfilamento della cartuccia dal caricatore durante il tiro,
od incompleto sfilamento della prima cartuccia. Quest'ultimo
caso può essere originato dall'essere la punta della
pallottola della seconda cartuccia un poco sporgente dal
caricatore {maggiore attrito delle cartucce contro
l'otturatore). L'inconveniente si elimina nella maggioranza
dei casi, armando l'otturatore col carrello d'armamento.
3° Imperfetta presentazione della cartuccia. — Si
produce, in genere, impiegando caricatori molto logori o
aventi le labbra deformate; la cartuccia, non più guidata
mentre è sfilata dal caricatore, si presenta con la punta
della pallottola inclinata in basso, per cui non entra in
camera. L'inconveniente si elimina armando l'otturatore col
carrello d'armamento o cambiando il caricatore.
4° Mancata estrazione del bossolo. — Il bossolo non
viene estratto e rimane nella camera della canna. È
originato da rottura dell'estrattore o da indebolimento
della molla dell'estrattore. Si rimedia armando a mano
l'otturatore ed estraendo il bossolo con l'estrattore a
mano. Cambiare quindi l'estrattore o la molla.
5° Incompleta espulsione del bossolo. — Il bossolo,
dopo estratto, rimane a contrasto tra le pareti dèi castello
e quelle della finestra di espulsione dell'asta del congegno
di ricupero, mentre l'otturatore sta compiendo la nuova
corsa in avanti. Si produce, in genere, quando il ritmo di
tiro è lento o per presa irregolare dell'unghia
dell'estrattore nell'orlo del fondello del bossolo.
L'inconveniente si elimina armando l'otturatore col carrello
d'armamento.
6° Sganciamento del caricatore, durante il tiro. — È
originato da eccessivo imbrattamento del congegno di avviso
arma vuota ed, eccezionalmente, dal logorìo della leva di
fissaggio del caricatore. Si rimedia, durante il tiro,
spingendo a mano verso il basso il caricatore, sino ad
agganciarlo nuovamente. Durante una sosta del tiro,
controllare il congegno di avviso arma vuota;
all'occorrenza, sostituirlo.
7° Deficiente rinculo. — L'otturatore non compie
l'intera corsa di retrocessione; in conseguenza l'otturatore
torna in chiusura riportando il bossolo sparato in canna. Ì5
originato da eccessivo imbrattamento dell'arma, o da valvola
troppo aperta. Si rimedia, provvisoriamente, armando a mano
l'otturatore; occorre poscia chiudere opportunamente la
valvola con l'apposita chiave e, se occorre, pulire l'arma.
Avvertenze. — La maggior parte
degli inconvenienti sono prontamente eliminabili armando a
mano l'otturatore. 'Tenere presente che, per il normale
funzionamento dell'arma, il ritmo di tiro non deve scendere
al di sotto dei 600 colpi al minuto primo.
Cassetta per macchina carica-caricatori. — Contiene
la macchina per caricare le cartucce nel caricatore.
La macchina è fissata sul coperchio ribaltabile della
cassetta.
Comprende:
- la tramoggia di caricamento;
- la base;
- la leva, la quale, per mezzo di un braccio, aziona un
blocchetto d'introduzione delle cartucce nel caricatore.
La tramoggia si investe sulla base, fissata da apposito
perno; su un fianco ha uno scuotitoio delle cartucce.
La base riceve e da appoggio al caricatore, tenuto a sito da
un dente di ritegno; sul fondo della base può muoversi il
blocchetto, unito al braccio della leva per mezzo di un,
perno di rotazione fissato sulla base stessa.
Per l'impiego si introducono le cartucce nella tramoggia,
disponendole con l'ogiva della pallottola verso la leva come
è indicato dal profilo della cartuccia inciso sulla
tramoggia;, si introduce il caricatore nell'apposita
apertura della base, ove viene agganciato dal dente di
ritegno; quindi si agisce sulla leva con moto di va e vieni.
In tal modo le cartucce vengono dal blocchetto spinte
successivamente nel caricatore.
Ogni cassetta ha alcune parti di ricambio per la macchina,
sistemate in un astuccio e precisamente: 4 molle dello
scuotitoio; 4 molle del dente di ritegno del caricatore.
La cassetta viene trasportata dagli autocarri della
compagnia.
Manica convogliatrice dei bossoli.— È un tubo di tela
olona e cuoio, il quale, per mezzo di un becchetto, viene
investito sotto al castello, in corrispondenza dell'apertura
di espulsione, in modo che il rivestimento interno di cuoio
risulti verso la parte anteriore dell'arma. Viene fissato al
castello mediante l'apposita piastrina situata sul fianco
del bocchette.
Treppiede. — Per il tiro preparatorio, la
mitragliatrice Breda 38 impiega il treppiede della
mitragliatrice Fiat 35 che comprende: il blocco di bronzo,
le gambe, il congegno di punteria, con aggiunte le seguenti
parti:
- una suola di raccordo per l'applicazione dell'arma al
treppiede;
applicati all'arma:
- una tacca di mira con vite di fermo;
- un mirino con collare elastico e vite di serraggio;
- una lamina di protezione (accorciata);
- chiavistello con rosetta e copiglia.
La suola di raccordo viene fissata sulla piattaforma del
treppiede della mitragliatrice Fiat ed ha sulla faccia
superiore due incastri per ricevere la mitragliatrice Breda
38, un perno semicilindrico per fissare Tarma e due viti che
danno il punto di appoggio dell'arma sulla suola. Sul lato
sinistro, la suola ha un piano inclinato in corrispondenza
dell'apertura di espulsione dei bossoli. Peso della suola:
Kg. 2,800.
La tacca di mira è portata da una piastrina che viene
applicata sulla destra dell'arma alla estremità posteriore
dello spacco longitudinale del castello per il carrello di
armamento; una vite di fermo ne assicura la posizione.
Il mirino è portato da un collare con un dente ed una vite;
il collare viene applicato alla volata della canna, in modo
che il dente penetri nell'apposito incavo praticato sulla
sinistra della canna. La vite assicura il fissaggio del
collare.
La lamina serve di protezione allo spacco longitudinale del
castello per il carrello di' armamento.
La linea di mira determinata dai segni di mira, risulta,
parallela all'asse della canna ed è sulla destra dell'arma;
è lunga cm. 80,7.
L'alzo dell'arma per il tiro a terra ha elevazione zero.
Per l'impiego, la vite di pressione del congegno di
direzione del treppiede deve venire montata col braccio al
disotto del settore di falciamento.
Denominazione |
Fucile mitragliatore Breda 38 |
Tipo |
Arma difensiva |
Nazione di origine |
Italia |
Nazione utilizzatrice |
Italia |
Produttore |
Breda |
Caratteristiche.
Arma a sottrazione di gas con chiusura a blocco ascendente comandato da un pistone. Raffreddamento ad aria. Alimentazione con caricatore ad astuccio, capace di 24 cartucce.
Dati numerici principali
Calibro |
mm. 8 |
Velocità iniziale |
m/s 775 (con cartuccia ordinaria) |
Rigatura |
elicoidale destrorsa, righe: 4 |
Passo costante |
mm. 240 |
Durata media canna |
16.000 colpi |
Peso |
kg. 10,500 (esclusa la canna) |
Peso della canna |
Kg. 5,150 |
Larghezza |
mm. 91,5 |
Altezza |
mm. 366,5 (con caricatore montato) |
Lunghezza complessiva |
mm. 897,5 |
Lunghezza canna |
cm. 60 |
Velocità di tiro |
teorico: 600 colpi al minuto |
pratico: 350 colpi al minuto |
|
Dati relativi agli accessori
Peso caricatore vuoto |
Kg. 0,535 |
Peso caricatore pieno |
Kg. 1,245 |
Peso manica convogliatrice |
Kg. 0,960 |
Peso collimatore |
Kg. 6,150 |
Lunghezza collimatore |
cm. 80 |
Campo visivo |
30° |
Ingrandimento |
1 x 1 |
Ampiezza settore direzione |
28° |
Ampiezza settore elevazione |
da - 13° a + 23° |
|
|
Peso cartuccia |
gr. 29,9 |
Peso pallottola |
gr. 13,45 |
Lunghezza cartuccia |
mm. 82 |
Lunghezza pallottola |
mm. 33,8 |
Nomenclatura.
Costituzione: canna, castello, congegni.
Canna
camera di
cartuccia;
incavo per
l'estrattore; foro per la presa dei gas; |
||
congegno per la presa e l'utilizzione dei gas |
manicotto |
foro per
il passaggio dei gas; |
valvola |
testa con
incastri e graduazioni; estremità tronco conica con 3 finestre; |
|
cilindro |
camera di espansione dei gas; fori di sfuggita dei gas; vite di fissaggio al manicotto; attacco a coda di rondine per l'unione alla canna; |
|
pistone |
asta; testa. |
Castello
Castello propriamente detto |
foro superiore per il dette di fissaggio della canna al castello;
foro
centrale con segmenti filettati per l'unione della
canna; incastri per l'unione della testata; sede per la molla e il dente di fissaggio della canna; naselli di manovra del dente; traversino da infilare nel dente di fissaggio; sede per l'asticolo di arresto del coperchio del castello in apertura;
molla e
piolo dell'asticolo;
2 alie
forate per il chiavistello del coperchio; |
Testata |
nervature verticali per l'unione al castello; sede dell'ammortizzatore con molla e copiglia;
incavo per
il passaggio del codolo della massa battente; |
Impugnatura |
Del tipo a
pistola. Contiene il congegno di scatto e quello di
sicurezza; 2 tasselli di appoggio contro la testata; 2 nervature interrotte per l'unione al castello. |
Coperchio |
contiene
il congegno di avviso arma vuota e l'espulsore; dente di contrasto contro articolo di arresto; sportello con molla a lamina e perno; foro per il chiavistello. |
I congegni sono:
Congegno di otturazione e percussione
Otturatore |
sede del
percussore; |
Blocco |
2 alette di appoggio ai due tasselli del castello; due scanalature per lo scorrimento sulle nervature inclinate della massa battente. |
Massa battente |
cavità
cilindrica il cui fondo da appoggio al tirante della
molla di ricupero; |
Congegno di ricupero |
molla
elicoidale; |
Carrello d'armamento |
asta con
manubrio;
ritegno
elastico con risalto per fissare il carrello |
Congegno di sparo
Grilletto |
coda; |
Dente di scatto |
ruota su
un perno ed ha: |
Congegno di alimentazione
Caricatore |
È costituito da un astuccio sul quale si notano:
2 fianchi; |
Congegno di estrazione
estrattore
terminante con un'unghia; |
Congegno di espulsione
espulsore imperniato nel perno cavo della leva, di ritegno del caricatore, è spinto in basso da un piolo con molla, allogato nella leva suddetta. Il dente può scorrere nell'apposita scanalatura dell' otturatore. |
Congegno di sicurezza
asticolo
di sicurezza; |
Congegno di avviso arma vuota
È protetto
da una scatola, unita al coperchio del castello mediante
attacco a contrasto di denti e chiavistello; ricoperto
da un coperchietto. Comprende: |
Fonte:
F. Grandi, "Le armi e le artiglierie in servizio", Ed. fuori commercio, 1938.
Stato Maggiore del Regio Esercito, "Nozioni di armi, tiro e materiali vari per i Corsi Allievi Ufficiali di complemento", Edizioni de «Le Forze Armate», Roma, 1942.