Storia delle Unità

 

 

La Milizia nella campagna di Grecia 1940-1941 (*)

15a Legione CC.NN. d'assalto "Leonessa"

 

 

 

 

 

 

I due battaglioni che compongono questa Legione sono già carichi di gloria per aver bravamente combattuto in Etiopia con la Divisione CC.NN. «28 Ottobre» ed hanno la meritata fama di essere fra i più ferrei della Milizia.

Essi sono il XIV di Bergamo ed il XV di Brescia. In A.O. formavano la 114a Legione CC.NN. che altra non era se non la 14a di Bergamo. In questa campagna di Grecia la numerazione spetta all'altra legione di mobilitazione, la 15a di Brescia, madre del XV Btg. come la 14a è la madre del XIV Btg.

La Legione è completata dalla 15a Compagnia mitraglieri CC.NN., sempre mobilitata dalla Legione di Brescia. La Legione «Leonessa» è comandata dal Console Carlo Bozzi ed è inquadrata nella Divisione di fanteria «Lupi di Toscana» (77° e 78° Reggimenti di Fanteria - 30° Reggimento Artiglieria).

Il XV Btg. ha già preso parte alle operazioni sul fronte francese.

Il 1" gennaio 1941 trova la Legione mobilitata e così dislocata: XIV Btg. a Bergamo, XV Btg. a Lonato, 153 cp. mitraglieri a Brescia assieme al Comando di Legione. I reparti continuano, malgrado il freddo, la neve e la pioggia, ad esercitarsi al combattimento.

L'ordine di partenza raggiunge la Legione il giorno 8 gennaio. La notte stessa viene effettuato il caricamento sui treni dei materiali, dei muli e degli automezzi. Nella giornata del 9 partono anche i due battaglioni, il Comando Legione e la compagnia mitraglieri. L'arrivo a Bari si completa nella giornata dell'I1.

La forza della Legione è la seguente:

 

Comando Legione

Uff. 10

 

 

Plotone comando

Uff. 1

S. uff. 8

CC.NN. 84

XIV Btg.

Uff. 18

S. uff. 29

CC.NN. 479

XV Btg.

Uff. 18

S. uff. 29

CC.NN. 479

15a cp. mitr.

Uff. 5

S. uff. 9

CC.NN. 198

Totale

Uff. 52

S. uff. 75

CC.NN. 1.240

 

Nei giorni che precedono l'imbarco i reparti continuano nell'addestramento.

Il 23 gennaio, con suggestiva cerimonia, il XIV Btg. effettua la comunione collettiva in S. Nicola di Bari.

L'imbarco dell'intera Legione, meno una compagnia del XV Btg. e la compagnia  mitraglieri, avviene il 24 ed è compiuto poco dopo la mezzanotte. La navigazione si svolge tranquillamente ed i reparti sbarcano a Durazzo a cominciare dalle ore 16 del 25 gennaio.

La 3a cp. del XV ed i mitraglieri si imbarcano il 25 ed arrivano a Durazzo il 26 La Legione, autocarrata, si trasferisce a Berati dove si accampa il 27, restando alle dipendenze della Divisione «Lupi di Toscana», comandata dal Generale Reisoli Mathieu; si trasferisce quindi a Karbunara.

Nella notte dal 30 al 31 gennaio giunge l'ordine che la Legione sia pronta a partire per la linea del fuoco alle 8 del 31. La 15a viene trasportata a Murisít e passa alle dipendenze della Diviisone «Siena»; appena giunta a Murisit viene fatta proseguire per altri 18 chilometri fino a Ciaf e Ciciocut dove si accampano il comando Legione, la 15a cp. mitraglieri ed il XIV Btg., mentre il XV Btg. prosegue per Arze di sotto e forma caposaldo a q. 1.080, prendendo contatto con la 136a Legione CC.NN. che presidia q. 1.054 di Arze di mezzo e con i reparti che difendono Arze di sopra.

Imperversa il mal tempo; vento, neve e pioggia, con il tremendo fango albanese, tormentano i legionari.

Il 2 febbraio alle 18, per ordine della Divisione «Siena» il XIV Btg. CC.NN. deve trasferirsi da Ciaf e Ciciocut a Scialesit, e mettersi agli ordini della Divisione «Pinerolo», alle dipendenze della quale passa l'intera Legione. Il comandante della «Pinerolo», generale De Stefanis, alle 18 impartisce verbalmente l'ordine che il comando legione, la cp. mitraglieri e il XV Btg. raggiungano urgentemente Scialesit, dove il XIV Btg. stava già opponendo tenace resistenza agli attacchi del nemico. Alle 19 il XV Btg. e la cp. mitraglieri lasciarono Ciaf e Ciciocut diretti in linea e guidati da 2 soldati del 14° fanteria; la marcia fu opprimente sotto una pioggia torrenziale e con vento freddissimo.

La mulattiera era un torrente di fango vischioso e scivoloso, mantenersi in piedi era quanto mai arduo. Nel buio le guide smarrirono la strada e di conseguenza fino al mattino tutta la truppa rimase impantanata; nell'impossibilità di riposare nel fango gli uomini dovettero rimanere tutta la notte in piedi carichi delle armi e delle munizioni. Tanto più, grande fu la fatica giacché le CC.NN. per aumentare la disponibilità di bombe ne avevano prelevate molte in più lasciando volontariamente i viveri di riserva. Malgrado tutto, in queste condizioni, al mattino del 3 alcuni reparti del XIV, vennero già impiegati a q. 800. Dopo reiterati contrattacchi, resistettero e mantennero le posizioni, sistemandovisi a difesa. Alle 12 la 2a cp. venne inviata in rinforzo a q. 802, ma non vi arrivò perché essa già occupata dal nemico, cosa ignorata dal comando settore che aveva impartito l'ordine. La compagnia si sistemò a difesa di q. 725 mentre cadeva colpito a morte il suo comandante Cent. Vincenzo Gavazzani di Bergamo, ferito da bomba di mortaio.

Alle 13 cadeva anche il cent. Felice Ravasio, comandante la 1a cp. abbattuto da una raffica di mitragliatrice.

Alle 19,30 la 3a cp., comandata dall'A.M. in 2a del battaglione, veniva lanciata alla riconquista di q. 802, ma per mancanza di notizie esatte sulla situazione e per le menomatissime condizioni degli uomini, l'azione non riusciva e all'alba successiva la 3a cp. si spostava su q. 800 a rinforzo della la ridotta a pochi uomini per le perdite subite. Erano nel frattempo feriti anche il Comandante del Btg. 1° Sen. Aliata ed il C.M. Comolli.

Le perdite della giornata furono:

caduti: 9 di cui 2 ufficiali.

feriti: 23 di cui 3 ufficiali.

Nella successiva giornata del 5 febbraio il tempo imperversava implacabile con la pioggia continua ed il fango deprimente. Arrivano a Scialesit il XV Btg. e la 15a cp. mitraglieri. Il comando del settore era affidato al colonnello Franceschetti del 13° fanteria. La 2a cp. del XIV Btg. CC.NN., rinforzata dal plotone comando del battaglione, da quanto restava del plotone esploratori e da soldati dispersi del 13° fanteria, respingeva continui attacchi avversari; a q. 800 le compagnie 1a e 3a respingevano i violenti attacchi greci che si susseguivano ininterrottamente, aumentando di violenza nella notte.

La resistenza tenace, disperata, continuava, sempre sotto la pioggia, anche il 6 febbraio; tutti gli attacchi nemici venivano respinti. I greci, accortisi che le nostre artiglierie per cause non precisate, sparavano sulle posizioni tenute tanto eroicamente dalle CC.NN., aumentavano la pressione sui difensori. Anche in queste tristi condizioni i legionari continuarono a battersi leoninamente ed i greci non passarono.

I combattimenti continuarono anche il 7 febbraio, come continuò il maltempo.

Alla 2a cp. del XIV Btg. Bergamo, rinforzata da reparti di formazione di fanti, venne ordinato di effettuare un attacco a q. 802; l'azione, mal coordinata, non riuscì.

Le compagnie 1a e 3a del XIV, comandate dall'A.M. in 2a, ridotte ad un pugno di uomini per le perdite subite dal tiro nemico e da quello errato delle nostre artiglierie, continuavano eroicamente a resistere.

Mentre finalmente l'8 febbraio fu una giornata bella, continuò ad infuriare il vento gelido. La 2a cp.del XIV, rimasta senza ufficiali e sensibilmente ridotta nella forza, dovette ripiegare sul comando settore agli ordini di un caposquadra; venne però subito inviata a q. 800 in rinforzo alle altre due compagnie.

Venne ordinato alla 105a Legione CC.NN. di effettuare l'attacco a q. 802, e contemporaneamente ad un piccolo reparto del XIV Btg. di attaccare a scopo diversivo q. 785. Ma gli attacchi fallirono.

Durante la notte, pattuglie nemiche, con assalti ripetuti, molestarono continuamente ie nostre posizioni, ma furono sempre respinte. La successiva mattina del 9 febbraio, alle 6,30, i greci - con ingenti forze attaccano frontalmente q. 800. Dopo quasi due ore di lotta accanita e un contrattacco sferrato sulla destra dello schieramento, l'avversario è definitivamente ributtato lasciando sul terreno un centinaio di morti, una mitragliatrice, armi varie e in nostra mano 4 prigionieri.

Finalmente il 10 la 3a cp. del XV Btg. Brescia ed un plotone della 15a cp. mitraglieri, sostituiscono in linea i resti del provatissimo XIV rCC.NN.

L'11 febbraio, ancora una volta, testardamente, i greci - preceduti da violentissimo bombardamento - tornano all'assalto di q. 800. Gli accaniti attacchi durano oltre due ore e la 3a cp. del XV oppone una resistenza disperata, appoggiata validamente dai mitraglieri: assalti e contrassalti si succedono incessantemente. Il nemico subisce fortissime perdite e finalmente cede volgendo in fuga e lasciando nelle mani delle CC.NN. varie armi automatiche e 5 prigionieri. Nella selvaggia mischia cade colpito a morte il cent. Francesco Manassero, comandante la 3a compagnia, guidando il suo reparto in un contrassalto. Viene proposto per la medaglia d'oro al V.M. alla memoria.

In considerazione dell'insistenza dei greci nell'intento di conquistare q. 800, alla 3a cp. del XV vengono inviati in ulteriore rinforzo un altro plotone mitraglieri ed il 2° plotone della 1a cp. del XV.

Finalmente torna il tempo bello col sole; i legionari che hanno vissuto, come e quando hanno potuto, con gallette e scatolette di carne, solo il 12 febbraio hanno il conforto di un rancio caldo.

Anche il servizio sanitario può essere, col tempo buono, riorganizzato con l'aiuto delle salmerie. Nei giorni precedenti i feriti leggeri dovevano percorrere a piedi sette chilometri per arrivare al posto di medicazione e quelli gravi, nell'impossibilità di essere trasportati, dovevano soccombere. Migliora anche il servizio munizioni che durante le prime giornate di battaglia doveva essere effettuato a spalla: ora viene effettuato coi muli e con maggiore regolarità.

Ma l'avversario non dà pace: alle 20,30 del 12, improvvisamente, su tutta la linea si manifesta un violento attacco. 1 greci cercano di forzare le posizioni avanzando a plotoni affiancati, preceduti dal fuoco delle armi automatiche.

Una colonna scende da q. 802 ed ha in testa un gagliardetto bianco; cerca di avvolgere il lato sinistro di q. 800, ma la reazione delle CC.NN, ha ragione del nemico su tutta la linea li tracotante avversario ripiega lasciando sul terreno morti e feriti ed in mano dei legionari molte armi e lo stendardo bianco.

Ma il nemico spera ancora di poter passare; la mattina dei 13 febbraio, dopo intenso fuoco di mortai, attacca nuovamente in forze q. 800. Il combattimento è asprissimo, ma i greci ancora una volta debbono volgere le spalle alle indomabili CC.NN. e ripiegano lasciando a terra morti e feriti, numerose armi e 5 prigionieri tra cui un ufficiale. Il comando del settore, in previsione di nuovi assalti, rinforza ancora la posizione tanto contesa con altri due plotoni della 1a cp. del XV Btg.

Alle 23,30 dello stesso giorno, mentre i fanti della Divisione «Cagliari» si apprestano a dare finalmente il cambio alle CC.NN. sfinite dopo tanti giorni di dura lotta, il nemico sferra un ulteriore attacco; ma i legionari malgrado il momento critico e delicato del cambio, con prontezza di spirito e molto coraggio, riescono a contenere prima e poi ricacciare l'avversario infliggendogli notevoli perdite. Dopo questa ultima azione le CC.NN. lasciano la difesa di q. 800 ai fanti della «Cagliari» ; quota che mai avevano perduta.

I reparti CC.NN. arretrano su q. 727 e si accampano sempre sottoposti ai tiri nemici.

Per questi giorni di sacrificio e di strenuo valore il Battaglione CC.NN. di Bergamo viene citato sul bollettino delle FF.AA. n. 248, 10-2-19411.

Il 14 febbraio le CC.NN. si dedicano al rafforzamento delle posizioni loro affidate mentre sale al comando settore anche la 2a cp. del XV Btg.

Alle 19 il nemico attacca la selletta di q. 802. Dopo alcune ore è ridotto al silenzio da un nutrito fuoco di mitragliatrici e mortai.

Tra il 15 ed il 16 giungono da ogni parte d'Italia telegrammi di elogio per la 15' Legione: particolarmente significativo quello del presidente del Senato. Nei giorni che seguono i legionari continuano i lavori di rafforzamento delle posizioni mentre riprende ad infuriare il maltempo.

Solo il 21 dal Comando Divisione «Cagliari» arriva l'ordine che la legione rientri, per riposo e per il riordinamento, alla sua base di Karbunara. Alle 17 la Legione comincia ad incolonnarsi e marcia per sette ore sotto la pioggia e nel fango. È rientrata così alle dipendenze della sua Divisione originaria, la «Lupi di Toscana» il cui comandante passerà in rassegna la 15a il giorno 24 ed esprimerà il suo elogio e la fierezza di averla ai suoi ordini.

Le perdite totali subite dalla Legione dallo sbarco al 25 febbraio 1941 sono:

 

Caduti 45 di Cui 4 ufficiali.

Feriti 150 di cui 11 ufficiali.

Spedalizz. 137 di cui 1 ufficiale.

Dispersi 7 di cui nessun ufficiale.

 

Dei rimanenti 1.023 uomini in totale presenti ai reparti, 120 sono malati negli accampamenti per febbri reumatiche o principi di congelamento.

Col 1° marzo tutta la 15a Legione riprende l'addestramento al combattimento sfruttando l'esperienza avuta sui metodi di attacco e di difesa del nemico. Il trasferimento a Mavrova, per il riordinamento e l'assestamento della truppa e per il rifornimento dei materiali e delle divise, si effettuava tra il 2 ed il 5 marzo. Il 6 la Legione si schiera sulla strada per rendere gli onori a Mussolini; questi si ferma e la passa in rassegna. È presente anche il 1° seniore Aliata, più volte ferito a Scialesit, essendosi rifiutato di rimpatriare e di lasciare il suo XIV Btg.

Nelle giornate successive continuava il riordinamento dei reparti e l'assestamento del campo. Il 13 veniva fatta la distribuzione alla CC.NN. dei materiali richiesti ed arrivati.

Il 16 veniva ordinato il trasferimento della Legione a Bescisti di sotto.

Alle 18,30 la colonna legionale arrivava a Ponte di Turano, dove scendeva dagli automezzi e riprendeva subito il movimento a piedi, dovendo la marcia svolgersi di notte perché la mulattiera era battuta dal fuoco nemico. Durante la marcia veniva modificato l'ordine: accamparsi a Bescisti di sopra anziché a Bescisti di sotto. Durante la notte a causa di un attacco nemico sullo Scindeli l'accampamento veniva raggiunto da proiettili e da schegge che causavano qualche ferito.

Per ordine della Divisione «Lupi» alle 20 del 20 marzo il XV Btg. si trasferiva in linea nel punto di congiunzione tra il 78° Fanteria e la Divisione «Julia», come massa di manovra. Il giorno 22 la Legione era raggiunta dal battaglione complementi con 11 ufficiali, 17 sottufficiali e 264 CC.NN., così che la forza della Legione ritornava al disopra degli organici con un totale di 62 ufficiali, 81 sottufficiali e 1.243 CC.NN. che venivano così distribuiti:

 

Comando Legione

uff. 21

sottuff. 14

CC.NN. 97

XIV Btg.

uff. 18

sottufff 29

CC.NN. 474

XV Btg.

uff. 18

sottuff. 29

CC.NN. 474

15' cp. mitr.

uff. 5

sottuff. 9

CC.NN. 198

 

Il 25 marzo la mulattiera tra l'accampamento della Legione e la dislocazione del XV Btg. era sottoposta al continuo tiro delle artiglierie avversarie.

Il 28 marzo, d'ordine della Divisione, durante la notte, il XV Btg. con due plotoni mitraglieri entrava in linea in sostituzione dei bersaglieri del 2° reggimento, attestandosi a destra del II/78° fino ai roccioni di q. 162.

Il XIV Btg, rinforzato da un plotone mitraglieri, prendeva il posto del XV quale riserva divisionale. Nelle giornate successive furono effettuati lavori per costituire una seconda linea difensiva, mentre veniva sostituita in linea anche l'ultima compagnia di bersaglieri in modo che il 2° reggimento al completo restasse disponibile quale riserva di C.A. Sul fronte, duelli delle opposte artiglierie.

Ancora il 9 aprile si intensificano freddo, neve e pioggia. Dalle 6 del mattino del 14 aprile, per l'inizio della nostra ripresa offensiva, incominciava un fuoco violento della nostra artiglieria al quale il nemico rispondeva debolmente. Sulla linea i due battaglioni ed i mitraglieri erano pronti ad ogni evento.

Il 16 aprile viene disposto che il 78° Fanteria e la 15a Legione si attestino al più presto sulla linea q. 807 - q. 890 avendo il 77° già preso contatto col nemico a sud di Poliklani. Da questo momento la Legione, tutta riunita, avanza cori la sua Divisione a marce forzate verso il confine greco, su per impervie mulattiere e tra asprezze di ogni genere, con sacrifici infiniti per la difficoltà dei rifornimenti e della distribuzione dei viveri; impossibile far avere ai reparti il rancio caldo. Fino al 23 aprile prosegue la avanzata: alle 18 cessano le ostilità con la Grecia. Il 25 la Legione si schiera per tempo indeterminato nella zona a N.O. di Chani Delvinakion.

Le perdite totali sofferte dalla Legione nella campagna sono:

Caduti 47 di cui 4 ufficiali

Feriti 158 di cui Il ufficiali

Dispersi 8 di cui nessun ufficiale

Spedalizzati 177 di cui 1 ufficiale.

Il 4 maggio la Legione si trasferisce a Kakavia (Borgo Tellini) in una prima tappa; la seconda tappa porterà i reparti a Kalogorausi a 22 km. di distanza, il 5 maggio. Seguono altre marce da Maskovo a Palokastra (20 km.) e da Palokastra a Tepeleni (22 km.) sempre sotto la pioggia.

11 21 maggio una rappresentanza di ufficiali e CC.NN. della 15a Legione va in pellegrinaggio a Scialesit dove in febbraio la Legione si è coperta di gloria; visita le linee greche, q. 800 dove mai fu ceduto un pollice di terreno. Si celebra la messa per i Caduti. A q. 802 vengono rintracciate le salme di 4 CC.NN. disperse del XIV Btg., sepolte amorevolmente dai fanti della «Cagliari».

In data 25 maggio perveniva alla Legione l'elogio della Divisione «Pinerolo»2.

Il 12 giugno ha luogo il trasferimento della Legione da Tepeleni a Dukati: prima tappa da Tepoleni a Sinanani (26 Km.) Il 13 seconda tappa da Sinanani a Plocia (22 Km.). I1 14 terza tappa da Plocia a Bratai ed il 16 ultima tappa da Brataí a Dukati.

I1 29 giugno rientra alla Legione il Console Carlo Bozzi che era andato in licenza per la morte del padre. Comunica alle truppe che, di motu proprio di S.M. il Re Imperatore, gli è stata concessa la croce dei SS. Maurizio e Lazzaro e che la deve all'eroismo dimostrato dalle sue CC.NN. nei vittoriosi combattimenti sullo Scialesit.

A proposito della 15a Legione, dobbiamo far presente di aver notata una strana omissione sul libro del Gen. Papagos, comandante dell'esercito greco: mentre scrupolosamente nomina tutti i reparti, dell'esercito italiano e di CC.NN., scontratisi coi greci durante la campagna, inspiegabilmente ignora proprio la 15a Legione che non cedette un palmo di terreno agli attacchi nemici.

Tacendo, forse cerca di nascondere che i due battaglioni della «Leonessa» hanno sempre nettamente battute le truppe greche che li hanno affrontati.

Al termine della campagna la 15a Legione venne rinviata in Italia e i suoi battaglioni, dopo un periodo di riordinamento presso le sedi di mobilitazione, furono spostati prima nella zona di Salò, poi nella zona di Nicastro nel febbraio 1942, con compiti di battaglioni costieri; infine furono trasferiti a Roma, al campo speciale per la trasformazione in battaglioni «M».

A Roma, i battaglioni XIV e XV, insieme al XXXVIII (Asti) di Armi anticarro ed accompagnamento, costituirono il Gruppo Battaglioni «Leonessa» destinato al II C.A.; e con questo partirono verso l'epopea e la tragedia in terra di Russia.

 

  

NOTE

(1) Eccone il testo: «Sul fronte greco, i nazioni di carattere locale, il nemico ha subito sensibili perdite. Negli ultimi combattimenti si è particolarmente distinto il XIV Battaglione CC.NN. della Legione "Leonessa"...».

(2) Questo era il testo: «CC.NN. della. 15a Legione d'assalto! Nel momento in cui fate rientro alla vostra Divisione di appartenenza mi è gradito confermarvi la mia sincera ammirazione per l'opera da voi prestata alle dipendenze della Divisione «Pinerolo» nelle dure, indimenticabili giornate dello Scialesit. Gli eroi di q. 800, gli irresistibili assaltatori di forze nemiche nettamente più numerose, hanno scritto dal 4 al 12 febbraio u.s. una fulgida pagina di valore; e come il loro nome fu associato a quello dei fanti del 13° in una stessa citazione sul bollettino delle FF.AA., così nel nostro cuore rimarrà comune il ricordo in una stessa misura di affetto e di riconoscenza.

A tutti voi il mio elogio; a tutti voi il fervido augurio di perenne fortuna e di gloria».

Generale De Stefanis.

 

FONTI

(*) Testo tratto da: E. Lucas-G. De Vecchi, "Storia delle unità combattenti della M.V.S.N. 1923-1943", Giovanni Volpe Editore, Roma, 1976

Altri riferimenti: vedi la pagina contenente la bibliografia