Storia delle Unità
La Milizia nella campagna di Grecia 1940-1941 (*)
24a Legione CC.NN. d'assalto
La 24a Legione, inizialmente costituita
dal XXV Btg. CC.NN. di Monza, dall'LXXXV Btg. CC.NN. di Apuania e dalla 24a Cp.
Mitraglieri (24a Legione
di Milano) fu mobilitata fra il 14 ed il 24 novembre 1940 è destinata alla
Divisione di fanteria «Cuneo» (7°-8° Fant. - 27° Art.).
A comandare la legione fu designato il Console Fabio Pastorini sostituito subito
dopo dal console Italo Romegialli; il XXV Btg. era comandato dal 1° Seniore
Stendardi, la 24a cp.
mitraglieri dal ceni. Raul Biagioni. Nei primi giorni di mobilitazione vennero
svolte tutte le operazioni, per il prelievo dei materiali, del vestiario e
dell'equipaggiamento e per la loro distribuzione; fu anche dato inizio al ciclo
addestrativo dei reparti.
I1 26 novembre il LXXXV Btg. passa alle dirette dipendenze del Comando FF.AA. di
Albania ed a sostituirlo nella legione viene mobilitato il XXIV Btg. CC.NN. di
Milano, comandato dal Seniore Guido Conca.
Il Principe di Piemonte passa in rivista i reparti il 20 dicembre e si compiace
della loro preparazione; mentre continua alacremente l'addestramento, alla
Legione perviene l'ordine di partenza. Il 26 dicembre partono per primi il
comando legione, il XXV Btg. CC.NN., (gli viene consegnato il gagliardetto con
cui lo stesso battaglione, sotto la numerazione di CXXV, aveva bravamente
combattuto in A.O. con la Divisione CC.NN. «28 Ottobre») e la XXV Btg. e XXV
Btg. e 24a Compagnia
ricevono l'ordine di proseguire a piedi fino a Palasa e il 18 assumono la
responsabilità del presidio della seconda linea di difesa nella zona di Ilias ad
ovest di Vunoj, sottoposti ai primi tiri delle artiglierie e dei mortai
dell'avversario.
Intanto sbarca a Valona il XXIV Btg. CC.NN. ed arriva, autotrasportato, a Palasa
ed Ilias il 22 gennaio.
Per ordine del comando Divisione «Cuneo», il 23, il XXV Btg. dà il cambio in
linea alla 18' Legione CC.NN., e si dispone come segue: la 1a Cp. a
q. 485, la 2a Cp. si attesta da q. 485 fino al contatto con un
reparto del XII Btg. CC.NN., la 3a Cp. sul greto del torrente Niles.
Anche il XXIV Btg. invia in linea la 1a Cp.
e la 2a Cp.;
il plotone esploratori viene sistemato come difesa costiera mentre la 3a Cp.
viene tenuta in rincalzo. I movimenti si effettuano sotto l'acqua battente.
Il 24 gennaio avvengono scambi di colpi di artiglieria, mitragliatrici e bombe a
mano. II XXV Btg., nella notte, superando notevoli difficoltà dovute al terreno
scosceso ed alla pioggia torrenziale, si porta sulle posizioni comprese fra q.
1005 - Vunoj e q. 353, ma riceve poi ordine di rientrare nelle posizioni di
partenza; perde un ferito.
Le compagnie 2a e 3a ed
il plotone comando di battaglione, raggiunto l'abitato di Ilias, ricevono ordine
di raggiungere la selletta di q. 985 e la 3a Cp.
arriva fino a q. 1017 dove prende contatto con reparti del XII Btg. CC.NN.
All'alba del 25, dopo una notte all'addiaccio, sotto una pioggia continua, le
due compagnie raggiungono le q. 1284 e 1389 sostituendo i reparti in linea del
XII e provvedendo a migliorare la sistemazione difensiva delle posizioni avute
in consegna. La 1a Cp.,
avuto a sua volta l'ordine di rientrare da q. 353, si ricongiunge al battaglione
a q. 1284 nelle prime ore del 27, sostituendo la 3a Cp.
del XXIV che passa alle dipendenze del XII CC.NN.
In seguito agli ordini della «Cuneo» il 1° sen. Stendardi assume il comando del
settore, avendo alle dipendenze il suo XXV, il XII ed un Btg. alpini di
formazione (magg. Bergui). Alle 10.15 del 27 ha inizio l'azione.
Inizia l'avanzata dei reparti ostacolata dalla difficile natura del terreno
completamente scoperto e dal fuoco nemico; si procede lentamente.
La 2a Cp.
(cent. Gatti) si impadronisce di q. 1620 e, spingendo un plotone sulla sinistra,
occupa anche la q. 1696 (Messimerit), fatta segno a violento fuoco dei greci.
Nel frattempo la 3a occupa
le pendici di q. 1620 e prende collegamento a vista col comando del XII (q. 1046
dell'Allonagit). La 1a Cp.
e il plotone esploratori sostano a q. 1284 e provvedono al rifornimento di
munizioni alle compagnie operanti. La 2a Cp., dopo aver consegnate al
btg. alpini del Magg. Bergui le posizioni occupate, scende ad occupare q. 1551.
Nella notte rientra a q. 1284. Per controbattere il tiro nemico viene chiesto
l'appoggio della nostra artiglieria.
Alle ore 15,30, ricevuto dalla divisione l'ordine di attaccare ed occupare q.
1387 fortemente presidiata dall'avversario con armi pesanti, sen. Stendardi si
pone alla testa dei suoi reparti e precisamente: a sinistra la 3a Cp.
(cent. Erba) con direttrice da q. 1284 a q. 1303; al Centro la 1a (C.M.
Gagliardi) con direttrice dalle posizioni di partenza a q. 1387; a destra la 2a (cent.
Gatti) con direttrice q. 1252 - q. 1387.
Malgrado l'accanita resistenza del nemico fortemente annidato sugli strapiombi
delle q. 1387 e 1376 dalle quali imperversa il tiro di armi pesanti, le CC.NN.
del XXV con calma e sprezzo del pericolo iniziano l'attacco e avanzano
guadagnando terreno: cadono subito 4 CC.NN. e si lamentano 18 feriti, tra cui lo
stesso comandante del battaglione. Questi, viste le difficoltà del terreno,
l'intensità del tiro nemico e la mancanza del fuoco di accompagnamento della
nostra artiglieria, fa sostare i reparti sulle posizioni raggiunte nell'avanzata
e ne da avviso al comando Divisione «Cuneo».
La sera stessa si scatena una violenta bufera the continuera per tutta la
giornata seguente, i legionari si aggrappano alle posizioni raggiunte e le
mantengono; in seguito all'allontanamento, per le ferite riportate, del
comandante del XXV, il Seniore Rossi comandante del XII CC.NN. assume il comando
dell'azione. Nella mattinata del 30 gennaio, d'ordine della divisione, le
compagnie 1a e 3a del XXV si raccolgono a q. 1046
dell'Allonagit, e si mettono agli ordini del sen. Rossi.
Nei giorni seguenti i reparti del XXV, con turni di compagnia, presidiano q.
1252, perdono 6 CC.NN. ed hanno 19 feriti, fra cui tre ufficiali.
In queste stesse giornate il battagliane forniva alla 18a Legione un
reparto di 22 uomini ed 1 ufficiale per l'effettuazione di colpo di mano su q.
1096; e vari servizi di pattuglia in prima linea a rincalzo di un reparto
del XIX Btg. CC.NN. Dopo il ricovero per ferite del suo comandante, il XXV
veniva comandato interinalmente dal cent. Pietro Erba.
Vediamo adesso come veniva impiegato, in questo medesimo periodo, il XXIV Btg.
CC.NN. Abbiamo vista la sua 3a Cp. passata dal 27 alle dipendenze del
XII Btg. sulle quote 1270 e 1252. All'alba del 28 si profilava un attacco nemico
tendente a scacciare i legionari da quelle posizioni, alimentato da intenso
fuoco di mitragliatrici pesanti e di mortai da 81. Le CC.NN. non disponevano che
di fucili mitragliatori e di mortai da 45, ma riuscivano a ributtare i reiterati
assalti dei greci infliggendo loro severe perdite in morti e feriti. La 3a compagnia
aveva 4 caduti e 12 feriti.
In questo combattimento si distingueva il C.M. Manlio Fanton; da solo, in mezzo
ai suoi uomini caduti, rifiutava i rinforzi e teneva testa al nemico col preciso
lancio di bombe a mano, intramezzando i lanci ad ironiche invettive.
La 2a compagnia viveva la sua tremenda tragedia a cominciare dalla
tarda sera del 29 gennaio: dovendo prendere collegamento con un battaglione
alpini dislocato a q. 1551, iniziava di notte la marcia attraverso un terreno
ignoto e privo di sentieri e non riusciva a raggiungere la meta neppure all'alba
del 30. Sostava per orientarsi ed in quel mentre era raggiunta da un ufficiale
che comunicava essere gli alpini attaccati e bisognosi di rinforzi per la grave
situazione in cui si trovavano. La 2a Cp., con slancio e generosità,
si alleggeriva di parte dell'equipaggiamento e, nell'intento di correre in aiuto
degli alpini, riprendeva subito la marcia sotto la bufera imperversante,
accelerando sempre più il movimento. Arrivava a congiungersi con gli alpini, che
erano sì attaccati, ma non seriamente come aveva riferito l'ufficiale. La
compagnia doveva quindi trascorrere la notte tra il 30 ed il 31 all'addiaccio
nel gelo e con insufficiente equipaggiamento. Il 31 veniva tentato il recupero
del materiale; tentativo reso tragico dalla furia della tempesta di neve the
perfino strappava le tende ancorate degli alpini, e non permetteva nessun riposo
e recupero fisico. Le terribili condizioni atmosferiche fecero vivere ore
spaventose alle CC.NN. accomunate nella lotta per la vita agli alpini
fortunatamente meglio equipaggiati; il maltempo continuo per vari giorni ancora
e purtroppo non tutte le CC.NN. furono in condizioni di superare con la forza
dello spirito e le capacità fisiche la tremenda prova. Molti furono i colpiti
dal mortale torpore e persero la vita assiderati.
Le perdite complessive del XXIV Btg. furono di 31 morti e 10 feriti. Anche la 24a Cp.
mitraglieri ebbe in quei giorni un lodevole comportamento battendosi coi suoi
plotoni a q. 513 in appoggio alla fanteria e nella zona dell'Allonagit col XII
Btg. CC.NN., perdendo 7 feriti.
Le perdite complessive della 24a Legione
d'assalto dall'inizio delle azioni fino a tutto febbraio furono di 43 caduti e
52 feriti.
Dopo queste dure prove la 24a Legione
a rilevata sulla linea da reparti del 7° Reggimento Fanteria e si raccoglie
tutta nella zona della seconda linea di difesa.
Neppure in seconda linea c'e riposo: le posizioni sono ugualmente battute a
varie riprese dal fuoco nemico di artiglieria e mortai che danneggiano i
ricoveri, interrompono le mulattiere, impediscono la regolarità dei
rifornimenti. Inoltre ci sono continui lavori da effettuare: riattamenti di
sentieri e mulattiere, nuovi collegamenti, camminamenti di arroccamento. E ci
sono ancora le pattuglie diurne e notturne da mandare fuori delle linee. Queste
attività durano per tutto il mese di marzo; in questo periodo giungono
dall'Italia i complementi a riportare i reparti alla forza organica. In tutto il
mese di marzo la Legione soffre solo la perdita di due feriti.
L'inizio di aprile trova ancora la 24a Legione
nella medesima situazione. Sono finiti i lavori di trasformazione in
carrettabile della pista Todhosi-Vunoj, frutto della fatica delle CC.NN. Dal 1°
aprile, spesso il nemico sottopone tutte le posizioni a pesanti tiri di
artiglieria e mortai ma ormai a immediatamente controbattuto dal nostro fuoco
che lo induce al silenzio. Alle 21 del 1°, da q. 517, il nemico, a mezzo
altoparlanti, invita in italiano le truppe ad abbandonare l'alleato e a
rinunciare alla guerra. Gli si risponde col fuoco e con una trasmissione radio
da q. 443.
Il 2 i greci ricominciano la propaganda annunziando la perdita di Asmara a
Massaua, invitando i nostri alla diserzione. Viene risposto col tiro e con
fischi.
Si intensifica, nei giorni seguenti, il servizio delle pattuglie.
Il 6 aprile il nemico stesso comunica alle nostre truppe col solito sistema, che
anche la Jugoslavia a coinvolta nel conflitto. I legionari accolgono la notizia
con entusiasmo, nei giorni che seguono si intensificano gli apprestamenti
difensivi nell'ipotesi che il nemico tenti approfittare dello spostamento di
unità sul fronte Jugoslavo imbastendo qualche seria offensiva.
L'8 aprile arriva alle truppe la notizia della fulminea controffensiva italo
tedesca in Libia, della riconquista di Bengasi e Derna e della avanzata
travolgente delle armate germaniche ad italiane in Jugoslavia.
Il 10 aprile, in previsione di una nostra ripresa offensiva, viene messo a
disposizione della Legione l'LXXXIII Btg. CC.NN. che si porta sulle posizioni
assegnate. Il 13 aprile è Pasqua: giungono alle truppe gli auguri del Generale
Messe (C.A. Speciale) e del Generale Melotti comandante della Div. «Cuneo». Il
tempo e avverso: scrosci di pioggia si alternano a nevischio. Nello stesso
giorno di Pasqua giunge l'ordine alla 24a Legione di attestarsi sulla linea
dello Skutarait in attesa dell'ordine di attacco.
Alle ore 6,30 la Legione, su due colonne, inizia il movimento in avanti verso le
q. 133 e 66; le CC.NN., malgrado la violenza inaudita del fuoco nemico
(certamente la preparazione delle nostre artiglierie non ha ottenuti risultati
demolitori) si inerpicano con coraggio esemplare verso le quote, sostenute dal
tiro di accompagnamento dei cannoni da 47/32 e da quello delle mitragliatrici
pesanti. Le perdite sono subito gravissime ma non diminuiscono l'aggressività
delle CC.NN. decise a raggiungere d'impeto le posizioni nemiche.
Mentre, sotto il tiro, provvede personalmente ad inviare una compagnia, tenuta
in riserva, in rinforzo ai reparti attaccanti, viene colpito a morte il 1°
Seniore Edoardo Bartolena, aiutante maggiore in 1a della 24a Legione.
Cade anche l'A.M. in 2a del
XXV Btg., Cent. Cerudi; cadono il Cent. Giarmoleo (scoperto un centro di fuoco,
afferrava un'arma automatica e si lanciava su di esso) ed il Capomanipolo
Amorelli che, raggiunta q. 133, si lanciava di trincea in trincea tempestando il
nemico con le bombe a mano fino a che crollava raggiunto in pieno da una raffica
di mitraglia. Cadevano eroicamente ancora altri ufficiali, sempre alla testa dei
Toro reparti: il Capomanipolo Giulio Tuci, il Cent. Andreoni, il Cent. Ronzani
ed i C.M. Pruzzi e Tauschech.
Alle 8,15 quota 133 era definitivamente conquistata dalla 2a compagnia
del XXIV Btg. che proseguiva, trascinata dal suo comandante Cent. Rao Torres,
all'inseguimento dell'avversario.
Intanto la Cp. del cent. Gatti del XXV Btg. superata la selletta nord di q. 133
dopo averne distrutti i difensori, raggiungeva il villaggio di Zamari e si
disponeva a proseguire per Himara alla ricerca del contatto con l'8° Fanteria
(che agiva a sinistra).
Incurante di colpire anche suoi elementi ormai superati e rimasti accerchiati,
il nemico iniziava un violentissimo tiro contro le posizioni conquistate dalle
CC.NN.; il fuoco di artiglierie e mortai, uscite indenni dal tiro di
preparazione nostro, era di tale violenza da consigliare una sosta sulle
posizioni raggiunte e la richiesta di due compagnie di rincalzo per la
continuazione dell'offensiva, tanto più che i greci ammassavano forze valutate a
oltre 2 battaglioni per lanciare un contrattacco nella nottata. Alla 24a Legione
era venuto a mancare l'appoggio, sulla sinistra, dell'azione dell'8° Fanteria.
In questa situazione il comando della «Cuneo» ordinava l'abbandono delle
posizioni conquistate a prezzo di tanto sangue e il ritorno dei reparti sulle
posizioni di partenza per sottrarli al tiro distruttivo avversario. Il
ripiegamento doveva iniziarsi alle 20,30, mascherato dal fuoco dei cannoni
divisionali; fortuna volle che proprio quando iniziava il fuoco, il nemico
tentasse la riconquista di q. 133, con due furibondi attacchi ai quali
rispondeva la compagnia del Cent. Rao Torres (2a del XXIV Btg.) con
contrassalti che provocavano una dura lotta corpo a corpo ed il nemico era
ricacciato con gravi perdite. Durante la notte venivano raccolti i caduti e
provveduto al trasporto ed alla medicazione dei feriti.
La gloriosa giornata è costata alla «Carroccio», in un ininterrotto
combattimento di 15 ore, forti perdite:
— Caduti: 57 di cui 9 ufficiali
— Feriti: 158 di cui 11 ufficiali
— Dispersi: 24 di cui 1 ufficiale.
Dopo la cruenta lotta sostenuta dalla 24a Legione
il 14 aprile essa, ritornata sulle vecchie posizioni provvede alla sistemazione
dei reparti in conseguenza delle notevoli perdite, specie nei quadri. I reparti
si ricuperano ammirabilmente e presto, mentre la Divisione riprende l'azione
offensiva nel settore nord ed in quello centrale. Qualora si fossero ottenuti
successi, la legione doveva approfittarne per attaccare e travolgere la linea
nemica antistante, da q. 517 al mare. Mentre l'azione negli altri settori si
annunciava già favorevole, venivano costituiti dei pattuglionì per tentare la
reazione nemica e giudicarne la consistenza che risultava indebolita. Infatti
tale era la situazione in seguito ai successi già ottenuti dal 7° e dall'8°
Fanteria che avevano conquistate le Quote 1423 - 1387 - 1376 a nord e le quote
676 e 731 al centro.
Alle 7 del 17 la Legione era già raccolta in zona Cipi i Leros pronta a muovere
su due colonne: a sinistra il XXV Btg. doveva puntare su q. 517 e a destra il
XXIV, passando per il basso, doveva ricongiungersi col XXV a Spilea.
L'attacco della colonna di sinistra inizia alle 8,40 e quello della destra alle
10. Mentre la Legione si lanciava all'assalto giungeva notizia dal comando
divisione che il nemico stava abbandonando anche il caposaldo di q. 1096.
La colonna di destra superava di slancio le residue resistenze nemiche sulle
quote 133 e 66 e quelle di Vlatoria e Panaia eliminandole sul posto. La colonna
di sinistra superata la selletta di q. 133 si gettava all'inseguimento del
nemico per Zamari, Panaia e Porto Palermo.
Il nemico in fuga abbandonava armi, munizioni, il rancio ancora caldo, viveri,
suppellettili di ogni genere ed anche i feriti.
Alle 13,30 il XXV Btg. ha raggiunto q. 20 oltre Segreli e si congiunge col XXIV.
La marcia in avanti per agganciare e battere le retroguardie avversarie veniva
subito ripresa in questa formazione:
Avanguardia: XXIV Btg. CC.NN. e plotoni
esploratori dei 2 battaglioni.
Grosso: 24a cp. mitr. - com. Legione - XXV Btg. CC.NN. - 6a cp.
cannoni da 47/32.
All'altezza di Porto Palermo il nemico tentava una ulteriore resistenza, ma il
passaggio fu forzato; nostri elementi si trovavano già a S. Dimitri oltre le
retroguardie nemiche. Eliminate le ultime resistenze, giunta la notte, la
Legione prendeva posizione nella regione di Porto Palermo con reparti avanzati a
S. Dimitri. Il Generale Melotti mette a disposizione della «Carroccio» le due
compagnie di moschettieri arditi ed una sezione da 65/17. Più tardi passano alla
dipendenza della 24a Legione
anche altri due battaglioni di CC.NN.: l'LXXXIII ed il XIX (della 18a Legione).
La «Carroccio» iniziava all'alba del 18 aprile l'avanzata con tutto il complesso
di forze ai suoi ordini per tentare l'aggiramento delle retroguardie greche
asserragliate nella località di Piquerasi. Malgrado il nutrito fuoco avversario,
il XXIV occupava Castel di Borse ed il XXV forzava la località Sorgente; ma i
greci opponevano una tenace resistenza da formidabili posizioni producendo alle
CC.NN. la perdita di un ufficiale ferito gravemente, di tre morti e 6 feriti fra
la truppa. Fu necessario attendere l'artiglieria per schiacciare i centri
avversari.
Il 19 proseguiva l'azione con sempre crescente slancio e tendeva
all'accerchiamento di Piquerasi, con una Cp. dell'LXXXIII Btg. ed una del XIX
Btg. in testa. Piquerasi fu presa d'assalto alle 8,10 alla presenza del
Comandante della «Cuneo» che era giunto in testa alla colonna animando le CC.NN.
con le parole e la presenza.
Un reparto nemico di cavalleria riusciva a sfuggire prendendo il galoppo sulla
rotabile; erano circa 300 cavalieri. Superata Piquerasi la colonna arrivava a
Sorgente e si sistemava come segue:
LXXXIII Btg. e XIX Btg. della 18a Legione CC.NN. a Bumerit
24a Legione CC.NN. a cavallo della rotabile a ovest di Sorgente
Btg. moschettieri-arditi del C.A.S. in prossimità della strada per Lucova
24a cp. mitraglieri CC.NN. costone sud di Lumi
6a cp. cannoni sulla rotabile alle pendici sud ovest di Sasani
III Gruppo artiglieria a Piquerasi.
Alle 11,30, avuta notizia che elementi greci
avrebbero cercato resistere a S. Basilio, costituito un nucleo scelto di 36
volontari delle Legioni 18a e
24a,
armati di fucili mitragliatori, questo veniva affidato al comando del tenente
Tempesta col compito di eliminare le retroguardie greche, avanzando su S.
Basilio con l'aiuto di motocicli. Intanto tutta la colonna riprendeva fa marcia
in avanti. Veniva occupata Lucova, catturandovi prigionieri, e oltrepassata q.
293 difesa tenacemente dai greci che causavano la perdita di 3 morti e 6 feriti.
Risultava che S. Basilio era ancora difesa da elementi con numerose
mitragliatrici e pertanto veniva disposto l'attacco spingendo innanzi il
battaglione moschettieri-arditi del maggiore Rubini con la 24a Cp.
mitraglieri CC.NN. e inviando sulla rotabile un plotone del 7° fanteria
accompagnato da mitraglieri. S. Basilio era preso alle 19 e alle 19,30 cadeva
anche Nirizza. A sera i reparti si attestavano sulla dorsale Nirizza-S. Basilio,
in attesa degli ordini per la occupazione di Porto Edda.
Il 20 aprile, essendo ostacolata la marcia di una colonna autocarrata a causa di
serie interruzioni stradali preparate dal nemico in fuga, venivano mandati ad
occupare Porto Edda i seguenti reparti:
Plotone esploratori del XXIV Btg. CC.NN., 2' cp. del XXIV, cp. del XXV, che
conquistavano Porto Edda alle ore 7.
La 24a «Carroccio»
Si accampa in località Giasta e vi sosta a riposo per tutto il 21 ed il 22
aprile; l'avanzata viene ripresa il 23 ed il 25 i reparti passano il confine
albanese-greco alle ore 9. Entro le 19 tutta la Legione è raccolta a Smestos, in
territorio greco, e vi sosta.
Segue un giorno di completo riposo e le CC.NN. si dedicano alla pulizia; vengono
distribuiti oggetti di vestiario nuovi. In giornata l'LXXXIII Btg. CC.NN. lascia
la Legione per passare alle dipendenze della Divisione «Modena». Al suo posto è
assegnato il XII Btg. CC.NN. La 24a Legione
permane a Smestos fino al termine del mese1.
La 24a Legione
CC.NN. permane in sosta a Smestos sistemando ogni giorno di più gli
accampamenti.
L'8 maggio le viene assegnato provvisoriamente anche il IX Btg. CC.NN. (Sondrio)
e il 9, assieme ai due battaglioni aggregati, si sposta al campo del reggimento
artiglieria divisionale dove le truppe sono passate in rivista e vivamente
elogiate dal Comandante la Divisione gen. Melotti; indi i battaglioni rientrano
ai loro accampamenti.
E' di quei giorni l'arrivo dall'Italia di un blocco di pacchi dono per la
truppa; per iniziativa di alcuni mitraglieri della 24a Cp.
viene suggerito che invece di essere distribuiti i pacchi vengano posti
all'asta, allo scopo di ricavarne una somma da destinare ai congiunti dei caduti
quale tributo di onore e di affetto dei camerati sopravvissuti. La proposta è
accolta da tutte le CC.NN. e subito ha luogo l'asta; si manifesta grande la
generosità dei legionari che alimentano l'asta alzando esageratamente i prezzi
in maniera di far sì che la somma raccolta sia la più alta possibile.
Il 20 maggio il IX Btg. di Sondrio lascia la Legione perché ha ricevuto ordine
di rimpatrio.
Arriva il 25 l'ordine di spostamento; la Legione lascia Smestos e, autocarrata,
arriva a sera a Votonosi, alle falde del Pindo.
Viene comunicata, in giornata del 18, la notizia della concessione della
medaglia d'argento al V.M. sul campo del Console Italo Romegialli, comandante
della 24a,
ed egli è vivamente festeggiato dagli ufficiali e dai legionari: è il
riconoscimento del valore dimostrato dalla Legione nella dura lotta sostenuta
ininterrottamente per tre mesi consecutivi.
Il 29 maggio viene organizzata per gli ufficiali una visita in autocarro alla
magnifica catena montana del Pindo.
Arriviamo così a giugno; già il 2, la 24a,
autocarrata, lascia gli attendamenti ed è trasportata ad Agrinion dove sosta la
notte all'addiaccio; il 3 è a Crisiù e vi sosta alcuni giorni, fino al 10.
Nuovamente autocarrata giunge a sera a Vasilikì, sul canale di Corinto, di
fronte a Patrasso. Nuova sosta fino al 27; con una brillante marcia di 22 km. le
CC.NN. arrivavano a Missolungi per prepararsi all'imbarco che si effettua il 28
in quest'ordine:
Comando Legione e XXIV Btg. CC.NN. sul "Città di Tripoli".
24a Cp.
mitraglieri e XXV Btg. CC.NN. sul "Città di Savona".
Già il 29 le navi traversano il Canale di Corinto ed il 30 giugno il convoglio
riprende la navigazione scortato da 2 incrociatori, una nave ausiliaria ed un
idrovolante dell'Aeronautica tedesca; ad un certo momento l'idro spara alcune
raffiche contro una macchia visibile dall'alto ed il convoglio si ferma per
eseguire le ascoltazioni con gli idrofoni. Poi la navigazione riprende.
26° Legione CC.NN. d'Assalto
Il 1° gennaio 1941 la Legione risulta già costituita con i suoi reparti:
Comando Legione a Legnano con 11 uff., 9 s. uff., 84 CC.NN.; VII Btg CC.NN.
(Pavia) con 18 uff., 28 s. uff., 460 CC.NN.; LIII Btg. CC.NN. (Padova) con 18
uff., 28 s. uff., 471 CC.NN.; 271a cp. mitr. (Bologna) con 5 uff., 9 s. uff.,
194 CC.NN.
La 26a Legione, con una forza totale di 52 uff., 74 s. uff. e 1209
CC.NN., era comandata dal l° sen. Paolo Nitti, il VII Btg. dal sen.
Achille, Ballarino, il LIII Btg. dal cent. Luigi Di Castri, poi 1° sen.
Giovanni Savio.
I primi giorni di gennaio furono dedicati all'addestramento della truppa mentre
nello stesso periodo, e precisamente il 5 gennaio, i reparti furono trasferiti
in sedi più ravvicinate: il Comando Legione ed il LIII Btg. a Ravenna, il VII a
Imola e la cp. mitraglieri CC.NN. rimase a Bologna. L'8 gennaio ha luogo la
prima partenza per Brindisi; muovono il Comando Legione ed il LIII Btg.; il
giorno successivo partono il VII Btg. e la 267a cp. Tutti i reparti arrivano a
destino fra il 9 ed il 10, e si accantonano.
Fino al 16 gennaio, data di imbarco sul piroscafo «Piemonte», i reparti
continuano l'addestramento al combattimento, effettuano...
NOTE
(1) Riportiamo gli ordini del giorno della Divisione e dell'Armata:
Comando della Divisione di Fanteria «Cuneo» (6a)
P.M. 62 A - 21 aprile 1941 XIX
Ordine del Giorno
Con l'occupazione di Porto Edda la Divisione ha concluso una fase operativa di grandissima importanza. Spezzate con impeto travolgente le munitissime linee nemiche sulla fronte litorale, per quasi 100 Km. non avete più dato tregua all'avversario in fuga, vincendo con altissimo spirito, in una nobile gara di superamento, difficoltà di ogni genere. Dallo Skutarait, dal Mblerezes, dall'Allonagit, dal Messemerit a Porto Edda, in sei giorni di ininterrotto combattimento, tutti — fanti, camicie nere, artiglieri, genieri, autieri — avete scritta una pagina di storia degna delle fiere tradizioni della ultrasecolare nostra Divisione.
La passione con la quale il Paese ha seguito le nostre operazioni, l'elogio delle superiori autorità e la dura lezione inflitta ad un nemico che da circostanze particolari aveva osato trarre motivi di baldanza, siano il migliore premio al vostro valore ed alle vostre fatiche.
Sono fiero di Voi e vi esprimo il mio vivissimo plauso.
Il Comandante: Gen. C. Melotti
Comando 11a Armata
Ordine del Giorno del 23 aprile 1941/XIX
Miei prodi soldati e camicie nere!
Il nemico che in lunghi mesi di aspra e sanguinosa lotta voi logoraste anche
quando inferiori per numero, ha deposte le armi.
Un tonante grido si eleva dalle schiere di questa 11a Armata
«veemente e tenace» ed echeggia nel cielo della Patria che vi guarda orgogliosa
e vi acclama.
Palpitano nel nostro cuore, come luci inestinguibili, nomi di battaglia e di
gloria: Konitza - Kastianani - Ponte Perati - Konispoli - Val Sushes - Chaf e
Drass - Kurvelesc - Val Bence - Val Saliari - Val Suscizza - Mai e Skutarait -
Trebescines - Val Zagorias - Ciaf e Bubesit - Bregu Scialesit - Scindeli -
Bescisti - Kakavia.
Tutti i nostri morti sono in piedi con noi, stretti intorno alle bandiere
spiegate al vento della primavera promessa.
Miei soldati, mie camicie nere!
A voi il mio commosso saluto di comandante, a voi il mio fiero encomio. La
stretta di mano con i valorosi camerati tedeschi che si sono incontrati con voi,
consacra questa luminosa giornata di storia che apre il varco ad altri grandiosi
eventi, alla definitiva vittoria sul superstite nemico.
Saluto al Re! Saluto al Duce!
Il Generale comandante: Carlo Geloso
FONTI
(*) Testo tratto da: E. Lucas-G. De Vecchi, "Storia delle unità combattenti della M.V.S.N. 1923-1943", Giovanni Volpe Editore, Roma, 1976
Altri riferimenti: vedi la pagina contenente la bibliografia