Storia delle Unità
La Milizia nella campagna di Russia 1941-1943 (*)
La 63a Legione CC.NN. d'Assalto «Tagliamento» (poi Gruppo Btgg. CC.NN. «M» «Tagliamento»)
La 63a Legione era stata mobilitata in un primo tempo nel mese di febbraio del 1941, costituita dai battaglioni LXIII (Udine) e LXXIX (Reggio Emilia) e dalla 183a Cp. mitr. CC.NN. (Piacenza), destinata ad essere inquadrata della Divisione di fanteria «Pistoia». Successivamente fu invece trasformata in Legione autocarrata con l'aggiunta di un'altra compagnia mitraglieri (Cuneo) e destinata a rappresentare la Milizia nel C.S.I.R. La 63a Legione era costituita da 1.191 ufficiali e CC.NN., 284 ufficiali e soldati del Regio Esercito (Btr A.A.) e 133 autieri. La 63a Legione CC.NN. Autocarrata «Tagliamento» fu inserita nella formazione organica del C.S.I.R., precedentemente denominato Corpo d'Armata Autotrasportabile, con evidente funzione di rappresentanza a fianco delle Grandi Unita dell'Esercito su quello speciale teatro di guerra. La sua costituzione, d'altra parte, rispecchiava non soltanto l'intendimento d'inviare sul fronte antisovietico reparti della Milizia, ma anche la collaborazione fra questa e l'Esercito. Il Comando della Legione, che aveva la sua sede di pace ad Udine, conservò alle sue dipendenze il LXIII Btg., che aveva la stessa provenienza friulana, ma ebbe assegnato anche il LXXIX Btg. proveniente dalla 79a Legione «Cispadana» che aveva sede a Reggio Emilia, ed il LXIII Btg. Armi d'accompagnamento, formato da personale dell'Esercito e mobilitato dal 151° Reggimento di Fanteria della Divisione «Sassari».
Tra il 9 ed il 10 agosto 1941 i cinque treni che trasportavano la Legione passarono il confine del Brennero ed il 23 dello stesso mese, in una sola colonna, aveva inizio il suo trasferimento per via ordinaria (a piedi, NdR) da Trusesti (Romania) a Perwomajsk, dove il 27 la 63a era messa alle dipendenze della Divisione di Fanteria autotrasportabile «Torino». Il 9 settembre la Legione sostituiva il Reggimento «Lancieri di Novara» nel compito di difendere un tratto della sponda occidentale (destra) del Dnjepr, passando alle dipendenze tattiche della 30 Divisione Celere «Principe Amedeo Duca d'Aosta». Rimaneva in quell'impiego fino al 25, respingendo tre colpi di mano nemici. Le sue prime perdite furono di 12 caduti e 18 feriti.
Il 27 settembre la Legione, passando nuovamente alle dipendenze operative della «Torino», veniva trasferita nella testa di ponte ad oriente del fiume (riva sinistra) in corrispondenza della città di Dnjepropetrowsk. Nei giorni successivi, con il III C.A. germanico (Divisioni: 60a, 198a e "Wiking") prendeva parte alle operazioni per l'allargamento della testa di ponte mediante la rottura diretta delle linee sovietiche ed il raggiungimento dell'obiettivo di Nowo Moskowsk, sul fiume Samara. Lungo la riva destra (ovest) del fiume, con compito iniziale di fissaggio frontale del nemico, era rimasta schierata la 3a Divisione Celere, che intervenne poi anche direttamente all'azione. Da nord cooperavano la Divisione «Pasubio» ed il XIV C.A. germanico, svolgendo un aggiramento destinato a convergere su Nowo Moskowsk. In queste azioni, denominate manovra di Petrikowka, durate fino al 30 settembre, la 63a Legione CC.NN., con lievi perdite (16, di cui 2 caduti) poté catturare 646 prigionieri sovietici, numerose armi individuali e di reparto ed un migliaio di capi di bestiame. Il comandante del C.S.I.R., Generale Messe, ed il comandante del I Gruppo Corazzato Germanico (dal 5 ottobre divenuto I Armata Corazzata) Generale Von Kleist, rivolsero elogi alla Legione.
Nelle successive operazioni, tra il 6 e l'11 ottobre, per la eliminazione della testa di ponte sovietica a Pawlograd (sul fiume Woltschja) la 63a Legione cedette il LXIII Btg. alla Divisione «Pasubio», operando con gli altri due battaglioni nel quadro di un raggruppamento motorizzato, direttamente dipendente dal C.S.I.R. Frattanto l'avanzata della I Armata Corazzata (costituita dai Corpi Corazzati III e XIV e XLIX Alpino, dal nostro C.S.I.R., dalla 3a Armata Romena (con un Corpo Alpino ed uno di Cavalleria) oltre ad altre due divisioni germaniche ed altre unità direttamente dipendenti) si andava sviluppando favorevolmente verso il Mar d'Azov ed analogamente buona si presentava la situazione negli altri settori del vastissimo fronte. Si erano realizzate le premesse per puntare al Donez ed al suo bacino minerario, di grande importanza economica. La 63a Legione «Tagliamento», operando nel quadro della Divisione «Pasubio» con altre unità di rinforzo, il 16 ottobre era a Dmitrjewka, superando ponti interrotti dal nemico in ritirata, spingendo a braccia gli automezzi nel generale pantano; il 20 raggiungeva Podgorodnoje appena evacuata dal nemico. Frattanto elementi della 3a Divisione Celere conquistavano Stalino. Il 28 ottobre la Legione raggiungeva Sslawianka, il 29 Ssergejewka, il 1° novembre era a Grischino, il 5 a Galjuzinowka, l'11 a Jussowo. Nella stessa giornata passava alle dipendenze della 3a Divisione Celere, chiamata a cooperare con la 97a Divisione tedesca.
Entro il giorno 12, la 63a Legione è tutta riunita a Gorlowka. Il 13 passa alle dipendenze tattiche della Divisione «Pasubio» per assumere, fin dal giorno seguente, la responsabilità di un settore difensivo dove, nella notte sul 17, respinge tre attacchi nemici sul fronte del LXIII Btg. Il 18, con la 1a Compagnia del LXXIX Btg., contribuisce ad una azione esplorativa, ottenendo i risultati desiderati e nuovi elogi.
Il 27 novembre la 63a Legione viene rilevata dall'impiego su quel tratto di linea e schierata nella zona di Shelesnoje, a difesa del fianco sinistro di tutto, il C.S.I.R.
Il 3 dicembre il LXIII Btg., rinforzato da elementi mortaisti e controcarro del LXIII armi accompagnamento, si trasferisce nel settore della 3a Divisione Celere a rinforzo della sinistra di quello schieramento ed il giorno 6 tutta la Legione lo raggiunge. Nella stessa giornata del 6, la I/LXIII esegue una esplorazione offensiva su Ploski, meritando un nuovo encomio del Generale Marazzani, Comandante della Celere.
Il 7 dicembre il comando della legione è dislocato a Krestowka, il LXIII Btg. in zona di Malo Orlowka, il LXXIX in zona di Michajlowka, entrambi rinforzati da reparti del LXIII A.A. e da una batteria a cavallo. Al comandante della Legione viene attribuito il comando del settore di sinistra della divisione. Il 9 sono prontamente sventati due colpi di mano, contro l'uno e l'altro battaglione. Il 13 il caposaldo di Nowo Orlowo (LXXIX Btg.) respinge forti pattuglie nemiche; l'azione viene ripetuta nella notte sul 19 con il favore di una fitta nebbia.
Il 23 dicembre la Legione riceve dal comando superiore la notizia che è prevedibile un attacco nemico, ed anche gli ordini per fronteggiarlo.
Nella notte di Natale del 1941, la 63a Legione CC.NN. «Tagliamento», alla sinistra dello schieramento della 3a Divisione Celere, a contatto con la Divisione «Torino», si trova così dislocata:
Dislocamento della 63a Legione CC.NN. «Tagliamento» |
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Unità |
Località |
Comando Legione e Plotone comando, Comando del LXIII Btg. A.A. e plotone comando |
Klestowka |
LXIII Btg. CC.NN. (meno la 2a Cp. ed i plotone mitraglieri) rinforzato da 2 plotoni cannoni e.c. da 47/32 ed una Cp. mortai da 81 mm (meno un plotone) |
Malo Orlowka |
2a Compagnia del LXIII Btg., rinforzata da un plotone mitraglieri |
Scewcenko |
LXXIX Btg. CC.NN. (meno la 2a Cp. e 2 plotoni mitraglieri) rinforzato da reparti cannoni c.c |
Michajlowka |
2a Compagnia LXXIX, rinforzata da 2 plotoni mitraglieri, dal Plotone esploratori, da i plotone cannoni da 47/32, e da un plotone mortai da 81 mm |
Nowaja Orlowka |
Alle ore 6 del 25 dicembre esce dal caposaldo di Nowaja Orlowka una pattuglia diretta su Ploskj. Essa avvista consistenti formazioni nemiche dirette sul caposaldo dal quale è partita e vi fa ritorno, ponendo in allarme i difensori che vengono tosto attaccati. Durante la mattina stessa si interrompono i collegamenti col caposaldo di Nowaja Orlowka; il suo comandante aveva comunicato per radio alle 7,30: «Siamo attaccati sul fronte ed a sinistra. Urgono rinforzi». Infatti il caposaldo risultava attaccato da due battaglioni sovietici, con cavalleria, e sostenuti fortemente da fuoco di mortai e di artiglieria d'accompagnamento. Le comunicazioni radio non si rinnovavano ed a tarda sera restava accertato che il nemico aveva sopraffatto il caposaldo (2a Cp. del LXXIX Btg.). Alle 6,30 il nemico attacca anche il caposaldo di Malo Orlowka. Le forze che lo presidiano reagiscono energicamente e la azione dell'avversario è rapidamente stroncata con sue forti perdite. Contemporaneamente è attaccato in forze anche il caposaldo di Michajlowka (LXXIX Btg. CC.NN.) ed il comando di divisione ordina che gli venga mandata in rinforzo la 2a Compagnia del LXIII Btg. CC.NN. da Malo Orlowka (Scewenko), distante 10 km. Mentre l'azione è in corso di esecuzione, alle 14,20, la compagnia in trasferimento è attaccata da forze nemiche pari a circa 600 uomini ed è costretta a ripiegare su Krestowka. Alle 15,45 anche questa località, non organizzata a caposaldo, è investita dal nemico, oltre alla compagnia del LXIII Btg., di soli cento uomini, ben poca altra forza era sul posto. Il comandante della Legione decide di spostare le unità dislocate a Krestowka (comando legione e comando del LXIII Btg. A.A., sotto la protezione della compagnia affluitavi), nel caposaldo di Malo Orlowka. Al movimento delle CC.NN., coordinando il proprio movimento al loro, si unisce anche quello del Il Gruppo (2 batterie) del Reggimento Artiglieria a Cavallo (3a Divisione «Celere»), con una sezione cannoni da 20 mm. Il movimento viene effettuato con ordine e celerità, come era stato predisposto, ed ha termine alle 17,45. Durante la sua esecuzione, il nemico premeva fortemente sulla 2°/ LXIII tanto che una delle batterie dovette aprire il fuoco con alzo zero. La formazione nemica, sorpresa ed impressionata, arrestò la propria avanzata, dando tempo ai serventi di attaccare i pezzi alle pariglie sopraggiungenti e di iniziare il proprio movimento di ritirata.
Nelle stesse ore pomeridiane anche il caposaldo di Mikajlowka (LXXIX Btg. CC.NN.) sostiene con successo tutti i rinnovati attacchi del nemico. Alle 17,30 lo stesso caposaldo raccoglie il XVIII Btg. bersaglieri (3° Reggimento) che, avendo evacuato Ivanowskj, si schiera a fianco delle CC.NN. Contro la 63a Legione ed il sopraggiunto XVIII Btg. Bersaglieri [in totale 3 battaglioni fucilieri, 1 battaglione armi d'accompagnamento, sostenuti da 1 gruppo (2 batterie) d'artiglieria di piccolo calibro] il servizio informazioni, raccolte le, deposizioni di prigionieri e in base alle notizie di ordini di operazioni del nemico raccolti sul campo di battaglia, ritenne che nella giornata natalizia avessero operato, da parte sovietica, Il battaglioni fucilieri, rinforzati da 2 battaglioni mortai e da unità anticarro, con l'appoggio di 2 reggimenti d'artiglieria, in particolare così articolati contro il nostro schieramento:
Nowaja Orlowka: I e II Btg. del 962° Reggimento Fanteria (296a Divisione) battaglione mortai del 733° Reggimento, aliquote di cavalleria, appoggiati dal 530° e dall'813° Reggimento di Artiglieria e da aliquote dell'87° Reggimento mortai.
Malo Orlowka: 111° Battaglione del 962° Fanteria (296a Divisione) preceduto da formazioni di cavalleria, appoggiati dal 530° artiglieria e da aliquote della 12a compagnia anticarro e dell'87° reggimento mortai.
Michajlowka: III Btg. del 966° Fanteria (296a Divisione), dal 387° Fanteria e dal Il Btg. del 733° Fanteria (136a Divisione) appoggiati da formazioni di cavalleria, dall'813° reggimento artiglieria, da aliquote della 12a compagnia anticarro e dall'87° fanteria, che prenderanno poi parte al combattimento.
Krestowka: attaccata da un battaglione del 962° Fanteria (296a Divisione che ha già attaccato a Novaja Orlowka), anche questa volta preceduto da formazioni di cavalleria e con i precedenti appoggi di fuoco.
Il 26 dicembre il LXIII Btg., mentre muove dal caposaldo di Malo Orlowka per riconquistare quello perduto di Nowaja Orlowka, è attaccato sui fianchi ed a terzo dalle forze sovietiche partite da Krestowka, occupata il giorno precedente, ed è obbligato a rientrare nella propria posizione. L'attacco nemico prosegue contro il caposaldo, ma è respinto con sensibili perdite degli attaccanti. Anche il caposaldo di Michajlowka è nuovamente attaccato, ma l'arrivo di carri armati germanici rinforza la resistenza del LXXIX Btg. CC.NN. e del XVIII Btg. Bersaglieri.
Il 27 dicembre viene ripetuta l'azione del giorno precedente ed il LXIII Btg. CC.NN. con i rinforzi già assegnatigli, accresciuti dalla compagnia mortai dell'81° Reggimento di Fanteria «Torino» e con il fianco sinistro protetto da un battaglione dell'81° Fanteria, in cooperazione con elementi del LXXIX che agiscono da Michajlowka, rioccupa Nowaja Orlowka. Alle ore 15 un'azione di mitragliamento e spezzonamento di reparti aeronautici italiani costringe il nemico ad abbandonare Krestowka.
Il 28 dicembre il comandante della Legione «Tagliamento» assume il comando della riserva della 3a Divisione Celere, costituita dal LXXIX Btg. CC.NN. e dal XVIII Btg. Bersaglieri. Alle ore 9,30 di quella giornata il LXIII Btg. rinforzato da 2 plotoni mortai da 81 mm, da 2 plotoni di cannoni da 47/32 e da una compagnia mortai da 81 mm della Divisione «Torino» muove all'attacco della quota 331,7 e la conquista alle ore 12; alle ore 16 occupa le prime costruzioni dell'abitato di Woroschilowa. Contrattaccato violentemente resiste sulle posizioni raggiunte.
Il 29 dicembre continuano vari contrattacchi russi contro Woroschilowa. Il LXXIX Btg. occupa Iwanowskij, sostituitovi dal XVIII Bersaglieri che vi fa ritorno. Il LXXIX Btg. si congiunge al LXIII Btg. a Woroschilowa dove si trasferisce anche il comando della Legione «Tagliamento».
Il 30 dicembre, prima dell'alba, il nemico attacca in forze Woroschilowa, ma viene prontamente respinto; riesce però a sopraffare due plotoni di fanteria tedesca che avevano occupata quoto 331,7. In tal modo la Legione resta isolata a Woroschilowa, priva di comunicazioni col restante schieramento, in quanto neppure le stazioni radiotelegrafiche riescono a funzionare. Viene tentata l'apertura di un varco mediante l'azione di due plotoni, ma violentissimi concentramenti di fuoco rendono impossibile l'operazione.
Il 31 dicembre il nemico continua nei suoi attacchi contro Woroschilowa ed alle prime luci viene ritentata l'operazione del giorno avanti. Alle ore 7 un plotone di formazione raggiunge la q. 331,7 e prosegue per Iwanowskij, prendendovi collegamento con il Vicecomandante della 3a Divisione Celere. Nella stessa mattina giungono a Woroschilowa reparti corazzati tedeschi ed altri di bersaglieri, che avrebbero dovuto riconquistare q. 331,7, ormai già rioccupata dalle CC.NN. La battaglia difensiva detta "di Natale" è così vittoriosamente conclusa.
Il 18 gennaio, un attacco nemico particolarmente consistente viene nettamente respinto, ma quotidiane azioni diurne e notturne venivano condotte dal nemico in formazioni di forza dai 100 ai 200 uomini, appoggiati da artiglierie di piccolo e medio calibro e da mortai. L'esecuzione di lavori di rafforzamento era resa quasi impossibile dal terreno fortemente gelato e dall'inadattabilità dei mezzi a disposizione per lavorare. Conseguentemente il fuoco nemico produceva forti perdite, mentre altre, pure gravi, venivano determinate per congelamenti dalle condizioni atmosferiche (temperatura scesa talora a -43°).
Dal 9 settembre al 31 gennaio il totale delle perdite fu: 126 caduti (7 ufficiali), 262 feriti spedalizzati (12 ufficiali), 97 feriti curati presso la Legione (9 ufficiali), 379 congelati (11 ufficiali) e 95 dispersi (5 ufficiali). La percentuale delle perdite rapportata alla forza della Legione presente all'atto del passaggio del confine al Brennero, in sei mesi di operazioni era stata del 65 per cento (44 ufficiali e 915 legionari e soldati).
Nel corso dei successivi mesi invernali la Legione «Tagliamento» non ebbe più occasione di essere impegnata in combattimento. Essa rimase in secondo scaglione, dislocata nel settore della 3a Divisione Celere, dipendendo per l'impiego da quel comando. Alla metà d'aprile, l'arrivo della Legione Croata determinò la assegnazione di questo reparto alla 3a Divisione Celere in sostituzione della «Tagliamento», che venne concentrata a Makejewka perché vi si riordinasse. Il problema del ripianamento delle fortissime perdite subite dalla Legione si poneva in quello più vasto dell'ampliamento della forza spedizionaria italiana al fronte orientale. Durante i primi mesi del 1942 era stato deciso che il C.S.I.R., avente costituzione e forze di un corpo d'armata, venisse affiancato da altri due corpi d'armata (II e Alpino) nella costituzione dell'8a Armata. La deliberazione comportò modifiche organiche allo stesso C.S.I.R. non soltanto con la trasformazione della 3a Divisione Celere in unità interamente motorizzata (con l'acquisto del 6° Reggimento Bersaglieri e del 120° Reggimento Artiglieria Motorizzato) e con il passaggio delle unità a cavallo (Reggimenti «Savoia», «Lancieri di Novara» ed «Artiglieria a cavallo») in un omogeneo raggruppamento direttamente dipendente dal comando del Corpo d'Armata, ma pure con provvedimenti che riguardavano le unità di CC.NN. Il C.S.I.R., divenuto XXXV Corpo d'Armata, avrebbe inquadrato, tra le proprie unità suppletive non indivisionate, un Raggruppamento di 6 Battaglioni di CC.NN., ripartiti fra due gruppi di Battaglioni, ciascuno di due Battaglioni di assaltatori e di un Battaglione Armi di Accompagnamento.
La Legione «Tagliamento», conservando l'antico nome, si sarebbe trasformata in Gruppo «Tagliamento», costituito sempre dalle stesse unità. Il Gruppo «Montebello» sarebbe poi giunto dall'Italia. L'uno e l'altro avrebbero costituito il Raggruppamento «3 Gennaio». In quello stesso periodo di tempo fu anche avvicendato nel comando della «Tagliamento» il Console Nicchiarelli, sostituito dal Console Domenico Mittica.
All'inizio del mese di Luglio 1942, nel settore della 17a Armata tedesca, nella quale erano tuttora inquadrate le unità del XXXV C.A. (CSIR), si dava corso ai preparativi per la ripresa delle operazioni offensive. Queste avevano lo scopo di rompere la difesa sovietica organizzata nell'ansa del Donez per dilagare in profondità e manovrare sul tergo dell'avversario, se fosse stato possibile fissarlo sulle sue posizioni, oppure incalzarlo senza tregua se avesse tentato di sottrarsi ripiegando.
Nella giornata dell'11 luglio dovevano essere svolte azioni esplorative allo scopo di saggiare le possibilità di resistenza del nemico. Quelle azioni dovevano essere condotte da forze consistenti, capaci anche di occupare e conservare il possesso di nuove posizioni. Il Gruppo «Tagliamento», schierato nel «settore Lombardi» della 3a Divisione Celere «Principe Amedeo Duca d'Aosta», riceveva l'ordine di occupare il caposaldo russo di Nikitino. L'azione veniva affidata al LXIII Btg. CC.NN., che l'avrebbe condotta partendo dalla base di q. 301, a cavallo della strada per Nikitino; inizio alle 15,30, preceduto da 30 minuti di preparazione di fuoco di artiglieria. Il combattimento è iniziato dal plotone guastatori, che provvede alla rimozione ed al brillamento delle mine negli ampi campi minati. Le prime pattuglie della 18a Compagnia, dopo breve percorso, sono fatte bersaglio al tiro di armi automatiche e mortai, che provoca qualche perdita. La 2a Compagnia si schiera sulla destra della V. Mentre s'intensifica l'azione dei nostri, diminuisce il fuoco della difesa ed avanza anche la 3a Compagnia; ma le ombre calanti della sera rendono difficili i collegamenti e l'azione sembra languire, quando un'ardita pattuglia agli ordini del Capomanipolo Menegozzo (del Plotone Comando di Gruppo), superando le ultime resistenze, entra in Nikitino alle ore 20,30 segnando la strada alla la Compagnia che segue e si schiera a difesa.
Alle ore 3 del successivo giorno 12, la 2a Compagnia occupa Molotowa, la 3a si spinge Fino nei pressi di Kruglij ed alle ore 6,30 si riunisce con il resto del battaglione a q. 333,5 a nord di Nikitino, per dare luogo, alle 6,30, allo scavalcamento da parte del 3° Reggimento Bersaglieri. Per tre giorni, che furono di violentissima pioggia, il Gruppo rimase in sosta a Nikitino, mentre altre unità del XXXV C.A. sviluppavano le loro azioni che avevano lo scopo d'impedire al nemico di ritardare la nostra avanzata con resistenze di retroguardie e di organizzarsi poi a difesa sulla linea Woroschilowgrad (oggi Lugansk) - Krassnij Lutsch.
Nella giornata del 15 luglio il Gruppo «Tagliamento», insieme alla Legione Croata, passando a disposizione del comando della 3a Divisione Celere, con autotrasporto, si trasferisce a Wladimirowka, per sostituirvi reparti della 198a Divisione di Fanteria tedesca, cooperante col CSIR.
Nella notte sul 17 viene attuata la sostituzione del 308° Reggimento di Fanteria tedesco e si costituisce il «Settore Mittica» , rinforzato da una sezione di cannoni controcarro da 75/39, e che dispone della difesa dei due gruppi di artiglieria: III/120° e del III Gruppo a cavallo. Durante la stessa mattina del 17, il LXXIX Btg. CC.NN. riceve il compito di effettuare una azione esplorativa verso le posizioni di Schterowka, per accertare l'eventuale presenza del nemico e, subordinatamente, la consistenza delle sue linee, procedendo, se possibile, all'occupazione del paese e della q. 342. Azione concomitante, sulla sinistra, sarebbe stata condotta da un reggimento di bersaglieri. Alle ore 11, senza preparazione di artiglieria, escono dalle posizioni due squadre esploratori. Dopo avere percorso circa 500 metri sono investite da vivacissimo fuoco di armi automatiche e mortai, in rapido aumento. La 2a Compagnia serra sugli esploratori e l'artiglieria interviene in appoggio. Sono così raggiunte le prime case del paese. Anche la 2a Compagnia subisce sensibili perdite. Alle ore 13, raggiunto lo scopo della ricognizione, i reparti ricevono ordine di rientrare e l'eseguiscono in ordine, portando con sé i feriti ed i materiali. Il nemico, a sua volta, esercita una reazione di contrattacco, sviluppandola in particolare sulla destra del LXXIX Btg., tenuta dalla 1a Compagnia. D'allora in poi lo scontro languisce fino ad esaurirsi col cadere della notte. La ricognizione ha rivelato un fronte nemico tenuto da due battaglioni (I e III del 674° Reggimento Fanteria sovietico) provvisti di larghi mezzi di fuoco. Durante la notte il nemico si ritira ed alle prime ore del giorno 18, mentre continua la pioggia dirotta, il LXXIX occupa Schterowka e Suravjewka, catturando prigionieri e bottino di armi e munizioni.
Il comando della 3a Divisione Celere costituisce il «Raggruppamento Mittica», formato dal Gruppo CC.NN. «Tagliamento», dalla Legione Croata e dal III Gruppo Artiglieria a cavallo, per inseguire i russi in ritirata su Krassnaja Poliana, in collegamento con la Divisione «Pasubio», che ha lo stesso obiettivo. Il movimento ha inizio alle ore 8, da parte di due compagnie della Legione Croata, costituite in distaccamenti esploranti, immediatamente seguite dagli altri reparti del Gruppo. Il fango rende quasi intransitabile tutto il terreno e ritarda i movimenti. Kolpakowo è raggiunta alle 12,20 e Krassnaja Poliana alle ore 14. Alla fine di questo breve ciclo operativo la forza presente delle unità costitutive del Gruppo «Tagliamento» risulta:
Forze del Gruppo «Tagliamento» |
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Reparti |
Ufficiali |
Sottufficiali e CC.NN. |
Comando Gruppo e Plotone Comando |
9 |
102 |
LXIII Btg. CC.NN. |
18 |
535 |
LXXIX Btg. CC.NN. |
16 |
501 |
LXIII Btg. Armi Accompagnam. (R.E.) |
14 |
236 |
Autoreparto |
3 |
129 |
Totale |
60 |
1.503 |
Nel pomeriggio del 18 luglio la dislocazione del Raggruppamento risulta essere:
Dislocazione del Gruppo «Tagliamento» |
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Reparti |
Località |
1a Legione Croata |
Krassnaja Poliana |
Comando del Gruppo «Tagliamento» con il: LXXIX Btg. ed aliquote del LXIII A.A. ed il III Gruppo Art. a cavallo |
Kolpakowo e q. 351,1 |
LXIII Btg. ed aliquote del LXIII A.A |
Shurawjewka |
Alle ore 17 avviene lo scavalcamento da parte della 3a Divisione Celere (Raggruppamento Lombardi) e della Divisione «Pasubio».
Esaurito il compito affidatogli il Raggruppamento Mittica è sciolto. II 19 luglio il Gruppo «Tagliamento» si raccoglie ad Iwanowska, tornando a disposizione del Comando del XXXV C.A.
Mentre il XXXV C.A., ancora inquadrato nella 17a Armata germanica, operava ad ovest del Donez nel bacino minerario di Krassnij Lutsch, il Gruppo di Armate «B» germanico, fino dai primi di luglio, aveva raggiunto il fiume Don nella zona di Woronesh e la sua 6a Armata ne stava discendendo verso sud la sponda destra (occidentale). Quel movimento sul tergo delle grandi unità sovietiche ancora operanti tra Donez e Don impose la loro sollecita ritirata e determinò la conseguente occupazione della città di Woroschilowgrad, dove le unità italiane entrarono il 22-23 luglio. I pontieri gettarono a tempo di primato un ponte d'equipaggio sul Donez, la 3a Divisione Celere vi transitò per prima, diretta all'ansa di Sserafimowitsch, seguita alternativamente dalle divisioni del II e XXXV Corpi d'Armata, che andavano ad assumere lo schieramento difensivo sul Don, il primo a nord ed il secondo a sud, avendo interposto il XXIX C.A. tedesco, insieme al quale avrebbe tenuto il settore affidato all'8a Armata, che aveva completato il passaggio del Donez entro il 31 luglio. Il Gruppo CC.NN. «Tagliamento» si trovava ormai inquadrato nel Raggruppamento CC.NN. «3 Gennaio» del quale costituiva la quasi totalità in quanto la Legione Croata, essa pure inclusa nel raggruppamento, possedeva una forza organica sensibilmente minore ed il Gruppo gemello «Montebello» non era ancora giunto dall'Italia.
Il XXXV C.A., costituito dalle divisioni «Sforzesca» e «Pasubio», oltre che dal Raggruppamento CC.NN. «3 Gennaio» e dal Raggruppamento a cavallo («Savoia Cavalleria», «Lancieri di Novara» e «Reggimento Artiglieria a cavallo») ed altre unità minori, doveva presidiare un settore ampio 60 Km. in linea d'aria, pari ad 80 Km. della tortuosa sponda destra del Don, delimitato ad ovest dal meridiano di Jelanskoje e ad est dal punto di confluenza del Choper nel Don, sulla sponda tenuta dal nemico. La Divisione «Sforzesca» del XXXV C.A. costituiva. ala destra di tutto lo schieramento dell'8a Armata. A destra di essa era 1a 79a Divisione di Fanteria tedesca, inquadrata nel XVII C.A. germanico (Generale Hollidt) estrema ala sinistra della 6a Armata (Generale Paulus).
Per una estensione di una trentina di chilometri verso est sulla riva destra del Don, dal punto prospiciente la foce del Choper fino all'ansa del Don di Sserafimowitsch, la vigilanza del fiume (che gli ordini del Gruppo armate «B» e dello stesso O.K.W. (Comando Supremo tedesco) volevano rigidamente intransitabile) era affidata ad un solo gruppo esplorante (1 squadrone di cavalleria, 1 di ciclisti, 1 compagnia pionieri). Questa modesta unità si era distribuita in pochi chilometri di sbarramento arretrati, assai discosti dal fiume e tra loro ampiamente intervallati. In simile situazione i sovietici finivano per trovarsi padroni, oltre che della riva sinistra del Don, anche della destra e, allargando via via la loro occupazione dalla fascia costiera dei villaggi, si erano sensibilmente estesi in profondità verso sud, specialmente a ridosso del limite di settore tra il XVII C.A. tedesco ed il nostro XXXV.
Pertanto, nella situazione or ora descritta del contatto tattico assai incerto tra i due suddetti C.A., i sovietici disponevano di una ottima base di partenza per condurre puntate ed attacchi sul fianco e sul tergo delle grandi unità italiane. Si deve rilevare che la Divisione «Sforzesca», alla metà di agosto, aveva provveduto a proteggere la propria destra (54° Fanteria) schierata sul Don fronte a nord mettendo in linea due battaglioni e disponendo il terzo fronte ad est; lo stesso XXXV C.A. aveva ripreso il medesimo prudenziale concetto facendo gravitare sulla destra le sue riserve disponibili: Raggruppamento CC.NN. «3 Gennaio», ed il Raggruppamento a Cavallo.
Il 15 agosto 1942 il raggruppamento «3 Gennaio» risultava così schierato:
Schieramento del Raggruppamento «3 Gennaio» |
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Reparto |
Località |
Comando Raggruppamento |
Bolschoj |
Comando Gruppo «Tagliamento» |
Bolschoj |
LXXIX Btg. CC.NN. (meno 1 compagnia) |
Bolschoj |
LXIII Btg. A.A. |
Bolschoj |
Una compagnia del LXXIX Btg. |
Kotowskij |
LXIII Btg. CC.NN. |
Blinoff |
Il Comandante del Raggruppamento cercava di collegarsi anche con la 79a Divisione tedesca ed apprendeva essere in atto in quel settore una occupazione nucleare talmente esigua da risultare più idonea all'avvistamento del nemico che alla resistenza contro .i suoi attacchi. Gli abitati di Bobrowskij e di Ust Choperskij, sulla riva destra del Don, nelle immediate adiacenze del limite di settore tra la «Sforzesca» e la 79a Divisione tedesca, erano occupati dal nemico.
Al mattino del 17 agosto il XXXV C.A. dà notizie sull'attività dell'avversario dall'ansa di Sserafimowitsch verso ovest e verso sud, cioè in direzione delle forze italiane. Il Comando del Gruppo «Tagliamento» ed il LXIII Btg. CC.NN. vengono spostati da Bolschoij a Dewjatkin, il LXXIX Btg. raggiunge la propria compagnia già dislocata a Kotowskij, la 1° batteria del 201° Reggimento Artiglieria Motorizzato è assegnata in rinforzo al Raggruppamento, il cui comando tattico si stabilisce a Dewjatkin. Frattanto le fanterie della «Sforzesca» sono attaccate in altro punto del settore sul Don e nel pomeriggio dello stesso giorno la situazione è ristabilita. Le giornate del 18 e 19 agosto sono impiegate dai reparti per la loro sistemazione difensiva. Alle ore 1.30 del 20 agosto il nemico attacca violentemente ed in forze il fronte affidato al 54° Reggimento Fanteria «Umbria», particolarmente nei pressi dell'abitato di Simowskij, alimentando l'azione con unità precedentemente traghettate sulla sponda destra del Don nel territorio adiacente al settore «Sforzesca», affidato alla 79a Divisione tedesca e da questa non presidiato; affluiscono reparti nemici anche attraverso il Don. Respinti dai fanti un primo ed un secondo attacco, il terzo riesce ad incunearsi nello schieramento del II/54°, a risalire sulle alture retrostanti il paese di Simovskij, dilagando sui rovesci della linea difensiva italiana tra Krutowskij e Simowskij.
Lo sviluppo della situazione comporta la necessità di impiegare subito il battaglione del 54° già schierato al fronte a est per la difesa del fianco destro della «Sforzesca», ed esso viene sostituito dal LXIII Btg. CC.NN., messo dal comando del XXXV C.A. a disposizione della Divisione. Il battaglione prende posizione fronte a nord-est, lungo il margine della balka1 che la Krutowskij si dirama verso sudest, collegandosi con altre unità di fanteria della «Sforzesca», con un gruppo squadroni del «Savoia Cavalleria», appoggiati da una batteria del Reggimento Artiglieria a cavallo, Questo schieramento ottiene che l'occupazione attuata dal nemico nel settore italiano venga circoscritta e controllata, in attesa che un contrattacco ne ottenga l'eliminazione. A questo fine il Comandante del XXXV C.A. pone a disposizione della «Sforzesca» anche il LXXIX Btg. CC.NN. e la la batteria del 201° Artiglieria.
Alle ore 18 il LXXIX Btg. raggiunge la località Fontanelle, due chilometri a sud di q. 163,1 e la la Batteria prende posizione nelle vicinanze. All'alba del 21 agosto il nemico riprende ad attaccare nel punto di saldatura tra i due reggimenti fanteria della «Sforzesca», puntando in direzione della quota 232,2. Alle 11,50 il LXXIX Btg. CC.NN. riceve ordine di spostarsi a piedi in zona dalla quale, autocarrato, trasferirsi ad occupare le q. 191,4 e 188,6 che risultano sgombre dai nemici, e di sistemarsi a difesa. Giunto alle 15 in prossimità del punto di scarico dagli automezzi, la testa della colonna motorizzata è investita improvvisamente dal fuoco del nemico che ha già occupata q. 232,2. Il comandante del battaglione decide di attaccare, ma in quello stesso momento il nemico tenta di aggirare il battaglione stesso. La situazione viene prontamente fronteggiata, ma verso le 17,30, l'avversario, appoggiato da intenso fuoco di mortai e incurante delle forti perdite subite, lancia un forte attacco, tentando di ripetere l'aggiramento sulla destra.
Il battaglione attraversa un momento critico a causa delle perdite numerose anche tra gli ufficiali (ne restano solo quattro), per il forte consumo di munizioni e per la ormai eccessiva ampiezza della fronte occupata in rapporto alla forza disponibile; sarebbe opportuno spostare la difesa su posizioni più facilmente difendibili, ma tale mossa contrasta con la necessità di continuare a proteggere il ripiegamento delle artiglierie e di due battaglioni del 54° Fanteria. Il LXXIX Btg. CC.NN., nell'interesse generale, continua sulle stesse posizioni la propria difficile resistenza e riesce nell'intento. Mentre il LXIII Btg. CC.NN., il I/54° ed il gruppo di squadroni non erano stati ancora attaccati, l'azione del LXXIX aveva richiamato sul reparto tutta l'attenzione dei russi, che tendevano a spezzare lo schieramento italiano per poterne poi aggirare i tronconi.
Frattanto, per ordine del XXXV C.A., la Divisione «Sforzesca» andava costituendo un caposaldo nei pressi di Tschebotarewskij, facendovi affluire tutte le forze di fanteria ed artiglieria disponibili nel settore di destra della divisione stessa; fra queste erano anche il LXIII Btg. CC.NN., il I/54° ed il LXIII Btg. A.A., al comandante del quale Ten. Col. Vittorio De Franco veniva affidato il comando anche delle altre due unità. Non appena il nemico si avvede del ripiegamento su Tschebotarewskij, riprende la propria azione contro i reparti in ripiegamento, riuscendo ad incunearsi tra il LXIII Btg. CC.NN. ed il I/54°, tagliando la via di ritirata al gruppo «Savoia». Questo si apre il varco con una carica, subendo però gravi perdite. Né il LXXIX Btg. era in grado di appoggiare con le proprie armi di maggior gittata i reparti impegnati, a causa del frammischiamento delle forze italiane e russe. Se i sovietici erano riusciti a disorganizzare il ripiegamento dei nostri, non avevano però raggiunto lo scopo di ottenere risultati tattici. Infatti nella notte i reparti, sotto la protezione del LXXIX Btg. CC.NN., provvedevano a riorganizzarsi ed a prendere posizione.
In quelle stesse ore un plotone della 2a Compagnia del LXIII Btg. CC.NN., comandato dal Capomanipolo Limoli (che era già ferito), rinforzato da un plotone mitraglieri, rimane completamente accerchiato e resiste fermamente agli attacchi nemici. A notte inoltrata riesce ad aprirsi un varco fra gli attaccanti, ma in quelle scontro rimane deviato dalla direzione primitiva e, sganciatosi dal nemico, si dirige su Jagodnij, dove partecipa alla difesa di quel caposaldo. costituendo nucleo di una compagnia di formazione mista di CC.NN. e Bersaglieri. Alle ore 2,30 del 22 agosto, il LXXIX Btg. giunge a sostare nei pressi di Tschebotarewskij ed alle ore 5 prende posizione, partecipando alla difesa di quel caposaldo.
La giornata del 22 trascorre senza che il nemico riprenda lo attacco; soltanto nelle prime ore di oscurità si avvicina silenziosamente al tratto difeso dal LXXIX Btg. CC.NN. che, reagendo prontamente e vivacemente col fuoco ed il contrassalto, costringe l'avversario a retrocedere. Durante la notte la lotta si riaccende a più riprese senza che il nemico possa conseguire successi. Alle 3,30 del 23 agosto il nemico attacca in forze su tutta la linea, ma è contenuto a costo di gravi perdite e d'un ingente consumo di munizioni che ormai scarseggiano. Gli uomini, da tre giorni non riposano, da due giorni non mangiano, ma domandano solo munizioni. Alle ore 10 è respinto un nuovo attacco e subito dopo è possibile effettuare un rifornimento di munizioni. Durante il pomeriggio è respinto un altro attacco, ma già pattuglie, inviate in ricognizione, avevano catturati prigionieri e constatate le forti perdite inflitte agli attaccanti. Quella stessa sera, essendo quasi tutti i reparti del gruppo «Tagliamento» concentrati a Tschebotarewskij, con l'autorizzazione del comando del XXXV C.A., il Console Mittica riassume il comando diretto del suo reparto, alle dipendenze della Divisione «Sforzesca».
La giornata del 24 trascorre tranquilla al caposaldo di Tschebotarewskij. Ma alle 5,30 del 25 agosto, i sovietici, con forze valutate al decuplo di quelle che difendono il caposaldo, attaccano Tschebotarewskij avvolgendolo da est ed isolandone i difensori da ogni contatto diretto con i comandi e con le unità di artiglieria destinate al loro appoggio. Queste a loro volta si trovano prive di ogni protezione di fanteria e, con fredda audacia, riescono ad effettuare un balzo nella zona a sud di Kotowskij, dove si riuniscono ai due reggimenti di cavalleria. Il Gruppo «Tagliamento» ed il battaglione del 54° Fanteria resistono impavidi per parecchie ore all'incessante azione del nemico. I legionari per meglio mirare e risparmiare munizioni, si alzano in piedi a sparare, tra le raffiche che li fanno loro bersaglio. Le perdite rilevantissime, l'assoluta mancanza di munizioni e d'acqua e l'interruzione di ogni collegamento inducono i rispettivi comandanti, quella stessa mattina, a decidere una sortita verso sud-ovest, nell'intento di raggiungere Gorbatowo, oppure - se impossibile - una qualsiasi zona tenuta da truppe amiche. Su tre colonne, a sinistra il LXXIX Btg. CC.NN., al centro il LXIII Btg. CC.NN. ed elementi del LXIII Btg. A.A., a destra il battaglione del 54° Fanteria, nello sforzo supremo di un altro contrassalto, si aprono un varco attraverso al quale defluiscono con le armi efficienti tutti i sopravvissuti, anche se feriti, portando seco anche gran parte dei caduti.
Il nemico insegue le tre piccole colonne, ma le rispettive retroguardie, per contenere la baldanza dell'avversario, contrassaltano all'arma bianca, perché ormai del tutto prive di munizioni. Infine riescono a sganciarsi, e nel tardo pomeriggio i resti di quelle unità sono raccolti a Gorbatowo dal Comando della «Sforzesca», passando a disposizione di essa per alimentare la resistenza contro i reiterati attacchi sovietici, che cessano durante la successiva giornata del 26 agosto.
La mattina del 26 agosto il Gruppo «Tagliamento», ridotto ad una forza complessiva di 14 ufficiali e 420 CC.NN., schierato sui costoni a nord-ovest di Gorbatowo, riceveva l'ordine di spostarsi a nord-est della stessa località per presidiare la q. 228, sulla dorsale fra le valli Kriuscha e Zuzkan. Ma la località, contrariamente alle previsioni, risultava essere già occupata dal nemico. Al Gruppo restava comunque affidata la difesa di un fronte di 15 km. e ad essa provvedeva con occupazione nucleare collegata, nei suoi elementi fissi, da pattuglie mobili con armi automatiche.
Il giorno 28 un plotone del LXXIX Btg., inviato in esplorazione fuori delle linee, con un brillante colpo di mano, riusciva ad impadronirsi delle posizioni di q. 228 e ne organizzava la prima difesa, finché veniva sostituito dal I° Btg. del 54° Fanteria.
Il 30 agosto il comandante del Gruppo inviava una compagnia del LXIII Btg. CC.NN., comandata dall'Aiutante Baradello, in rinforzo alla difesa di q. 228 attaccata dal nemico; nelle azioni di contrassalto la compagnia catturava prigionieri ed armi automatiche.
Il 31 agosto l'arrivo di reparti alpini del Battaglione «Vestone» (Divisione «Tridentina») consentiva il recupero della compagnia inviata a q. 228.
Il 2 settembre tutto il Gruppo «Tagliamento» veniva ritirato dalla linea ed era trasferito in riserva divisionale.
NOTE
(1) Profonda incassatura del terreno.
FONTI
(*) Testo tratto da: E. Lucas-G. De Vecchi, "Storia delle unità combattenti della M.V.S.N. 1923-1943", Giovanni Volpe Editore, Roma, 1976
Altri riferimenti: vedi la pagina contenente la bibliografia