Storia delle Unità
La Milizia durante la guerra di Spagna
Combattimenti
Le operazioni nel Nord. La brigata «Frecce Nere» a Bermeo.
Degli uomini sbarcati a Cadice nel gennaio 1937 (volontari e mezzi provenienti dall'Italia) restavano esuberanti, dopo la formazione dei Gruppi di Banderas che parteciparono alla battaglia di Malaga, un certo numero di ufficiali e legionari ed un quantitativo di armi e mezzi. Fu deciso di costituire delle brigate miste italo-spagnole e di iniziare la formazione delle prime due in Badajoz e Sevilla.
Il 18 gennaio nacque la prima brigata che prese il nome di «Frecce Nere»; su 161 ufficiali, 72 erano italiani e su 5.600 fra sottufficiali e soldati, 500 erano italiani. Si costituirono due reggimenti che presero la numerazione di 4° (quello di Badajoz) e 3° (quello di Merida).
La composizione della Brigata «Frecce Nere» (Flechas Negras) era la seguente:
Comandante: Colonnello i.g.s. Sandro Piazzoni. Capo di S.M.: Ten. Col. Amilcare Farina. |
3° Rgt. di fanteria; Col. Bruno Renzoli, - tre battaglioni - una batteria da 65/17. 4° Rgt. di fanteria; Col. Fiumara, - tre battaglioni - batteria da 65/17. Rgp. Artiglieria; Ten. Col. Rolandi, - tre gruppi di vari calibri. Compagnia mista del genio. |
A formazione completata la brigata era forte di circa 7.000 uomini. Gli italiani erano nella proporzione del 70% degli Ufficiali e del 20% della truppa. La brigata, passando per Toledo, entrò in linea il 19 marzo nel settore Ciempozuelos-Boros, sul Jarama; ma tra il 29 marzo ed il 2 aprile fu trasferita verso Bilbao. Il 5 aprile era già in linea fra Ondarroa e Orcanegui, dando il cambio alla 2a brigata di Navarra.
L'intervento della brigata nella battaglia cominciò il 27; il 3° Reggimento occupò Berriatua ed il 28 si concentrò in Ondarroa, mentre gli arditi del Ten. Biondi prendevano Lequeitio; alle 13,15 il 3° Reggimento entrava in Guernica.
Il Generale spagnolo Mola, comandante delle operazioni, aveva mandato a Piazzoni un telegramma invitandolo a non avanzare verso il Nord prima che fosse conquistato il Monte Sollube, che gli avrebbe così assicurato il fianco sinistro; però il telegramma arrivò alla Brigata troppo tardi, cioè quando il Colonnello Piazzoni aveva già disposto, lanciando il II Battaglione del 3° Reggimento verso il nord. Questo reparto, agli ordini del Maggiore Puzzoli, avanzando vigorosamente sulla sinistra della Ria del Oca, occupava i paesi di Forue, Morueta, Altamira, Busturia, Pedernales e Mundaca, entrando in Bermeo la sera del 30 aprile.
Il nemico, accortosi della debolezza di quella punta avanzata, a cominciare dal 1° maggio, lanciò una serie di terribili attacchi in forze (5 battaglioni) costringendo le Frecce Nere ad abbandonare le posizioni circostanti già occupate e a ritirarsi in Bermeo, dove vennero circondate.
Solo il giorno 3 maggio il 4° reggimento delle «Frecce Nere», assieme a forze della V brigata di Navarra, sbloccava la situazione obbligando l'avversario a rifugiarsi sulle montagne.
La lotta a Bermeo fu durissima; i difensori di Bermeo erano meno dì 700 uomini e combatterono molto valorosamente, tanto che il maggiore Puzzoli iu promosso tenente colonnello ed il suo battaglione da allora fu chiamato battaglione «Bermeo».
Le Frecce Nere soffrirono secondo Piazzoni, la perdita di 289 uomini, di cui 50 morti (4 ufficiali), 232 feriti (13 ufficiali) e 7 dispersi.
La stampa dei paesi contrari, specialmente quella inglese, si accanì ancora una volta contro i legionari, insultando e disprezzando sopratutto gli italiani; tanto da indurre l'Ufficio Stampa Nazionale a pubblicare una nota accusando i giornali inglesi, particolarmente il Times, il Daily Express, la Press Association, il Daily Herald, il Morning Post ed il Manchester Guardian, di aver pubblicate incrudite falsità a proposito della vittoriosa offensiva nazionale sul fronte di Bilbao.
Il 3 maggio il Gruppo battaglioni «23 Marzo» (Generale Francisci) fu affiancato per qualche giorno alle «Frecce Nere», ma fu tosto ritirato dal fronte per completare l'addestramento. Prima aveva contribuito con le Frecce Nere alle operazioni che portarono alla conquista del Sollube, il 7 maggio, mentre le «Frecce Nere» si impossessavano dei Monti Toilu e Jata, con una azione nella quale si distinse il I battaglione del 3° Reggimento, che da allora fu chiamato battaglione «Monte Jata».
Per lo sfondamento del "Cinturone di ferro" di Bilbao si impose il contributo efficiente e valoroso del Raggruppamento Artiglieria Legionaria al comando del Ten. Col. Enzo Falconi, comprendente ben 13 batterie.
Alla marcia finale su Bilbao parteciparono le «Frecce Nere» avanzanti sulla costa (Plencia-Guecho-Algorta) e nell'interno (Munguia-Butròn-Erandio) attraversando la Ria nella zona di Baracaldo, facendo numerosi prigionieri e giungendo fino ad Ontòn sulla strada di Castro Urdiales.
Nel complesso, italiani e spagnoli delle Frecce Nere combatterono molto bene e nella seconda fase della battaglie ebbero perdite sensibili (161 uomini).
NOTE
(1) Fu citato dal Generalissimo Franco in un ordine del giorno che riportiamo:
«La brillante azione delle unità legionarie in Bermeo, conquistata con un ridotto numero di soldati e difesa strenuamente tenendo a bada il nemico nonostante la sua enorme superiorità, mantenendo il possesso di quell'importante porto malgrado i reiterati attacchi nemici da terra e dal mare e finalmente mettendo in rotta le unità avversarie dopo essersi battute con valore esemplare, merita una menzione speciale che mi compiaccio conferire con questo ordine, perché sia conosciuta da tutto l'Esercito e per l'onore degli interessati».
A sua volta Piazzoni dettò alle sue truppe il seguente ordine del giorno: «Mie Frecce Nere! Tutta la Spagna vi ammira, tutta Italia vi applaude. A tutti voi, ufficiali e soldati i ringraziamenti e l'elogio di chi ha l'orgogliosa superbia di comandarvi».
FONTI
(*) Testo tratto da: E. Lucas-G. De Vecchi, "Storia delle unità combattenti della M.V.S.N. 1923-1943", Giovanni Volpe Editore, Roma, 1976
A. Rovighi -F. Stefani, "La partecipazione italiana alla guerra civile spagnola (1936-1939)", USSME, Roma, 1992.