Storia delle Unità

 

La Milizia durante la guerra di Spagna

Combattimenti

 

 

 

 

 

 

La battaglia di Catalogna e la fine della guerra.

 

In previsione della nuova offensiva nazionalista per la conquista della Catalogna il C.T.V. fu schierato nella piccola testa di ponte di Seros, sulla riva sinistra del Segre. L'attacco ebbe inizio il 23 dicembre; la divisione «Littorio» avanzò su Cogull, avendo sulla sinistra la «Frecce Nere», e riuscendo nella stessa prima giornata di battaglia a penetrare per una trentina di chilometri nelle linee nemiche sulla direttrice della strada da Lerida a Tarragona. Ma davanti agli italiani ecco di nuovo presentarsi la forte e tenace Divisione «Lister»; ed ecco subito farsi più accaniti i combattimenti nella zona di Castellserà.

Per liquidare più presto l'avversario intervengono in modo massiccio e come sempre esemplare, l'artiglieria e l'aviazione legionarie. Solo il 5 gennaio 1939 i legionari conquistano Borjas Blancas ed il 10 Montblanch. Durante questi aspri combattimenti i legionari soffrirono sensibili perdite; lo stesso Generale Gambara fu ferito leggermente ma non per questo lasciò il comando. La ferocia della lotta da parte dell'esercito repubblicano, conscio della sua fine, non ebbe limiti: il tenente Mario Ricci e tre altri suoi compagni del Raggruppamento carri, ebbero la disavventura di essere catturati dagli uomini della Divisione «Lister», nel corso della battaglia, e furono fucilati.

Il proseguimento dell'azione è favorevole ed avviene su due direzioni: una colonna motorizzata agli ordini del Ten. Col. Pace si dirige su Tarragona dove entra con la 5a Brigata di Navarra, l'altra prosegue verso Igualada ed Esparraguera verso il rio Llobregat; superato questo gli italiani, passando al largo di Barcellona, dove entrano solo gli spagnoli, si dirigono verso S. Quirico de Tarrasa. Il 29 gennaio il C.T.V. divide le sue forze sii tre colonne, inviando le «Frecce Nere» su Granollers, la «Littorio» su Gerona (che sarà presa il 4 febbraio), e le «Frecce Azzurre» su Blanes; le «Frecce Verdi» rimangono in riserva.

Durante questa seconda fase si ebbero ancora numerose perdite; le sole «Frecce Nere» ebbero 456 caduti (14 ufficiali) e 954 feriti (69 ufficiali).

Alcuni giorni dopo la conclusione della battaglia di Catalogna il Generalissimo Franco passò in rivista le truppe vittoriose in Barcellona; alla grande parata intervennero anche i Legionari italiani.

Chiusa la fase della guerra in Catalogna, senza fretta, il Comando supremo spagnolo iniziò il concentramento delle truppe per il colpo finale alla barcollante repubblica. Il C.T.V., sempre al comando del Generale Gambara, passò alle dipendenze dell'Esercito del Centro e fu schierato sul fronte di Toledo. Franco, lasciando ai nemici il tempo di sfasciarsi da soli, ritardò l'inizio dell'ultima offensiva e la sferrò solo il 28 di marzo. L'avanzata non fu difficile; i Legionari conquistarono Aranjuez, Albacete e finalmente, il 30 marzo, entrarono in Alicante. Qui sono ricordati con particolare simpatia dagli ex nemici, circa 15.000 fra combattenti, rifugiati e fuggitivi, che si erano raccolti in quel porto in attesa di varie navi inglesi già contrattate e mai giunte, e che furono trattati molto umanamente dagli italiani.

Finita la guerra, cominciarono in Spagna gli onori e le cerimonie di addio ai Legionari che si avviavano al concentramento di Cadice per essere imbarcati e rimpatriati. Il 1° giugno 1939 salpò da quel porto un grosso convoglio scortato; partirono, coi Legionari, alcuni Generali spagnoli, tra cui l'eroico Queipo de Llano, ed il Ministro degli esteri di Spagna, Serrano Suner.

I Legionari sbarcarono a Napoli dove furono accolti dall'entusiasmo della popolazione, dall'abbraccio affettuoso dei parenti; sfilarono in parata davanti al Re Imperatore. Una rappresentanza dei combattenti volontari e tutti gli ufficiali del C.T.V. raggiunsero Roma dove li attendeva l'elogio commosso di Mussolini, cui furono presentati personalmente dal Generale Bergonzoli.

Il tributo italiano alla guerra civile spagnola fu di oltre 3.300 caduti e di più di 11.000 feriti; il sangue delle CC.NN. si era ancora una volta mescolato a quello dei soldati volontari dell'esercito e delle altre FF.AA., così come era avvenuto in precedenza e come avverrà ancora e sempre, fino allo scioglimento della Milizia.

 

 

 

FONTI

(*) Testo tratto da: E. Lucas-G. De Vecchi, "Storia delle unità combattenti della M.V.S.N. 1923-1943", Giovanni Volpe Editore, Roma, 1976

A. Rovighi -F.  Stefani, "La partecipazione italiana alla guerra civile spagnola (1936-1939)", USSME, Roma, 1992.