Storia delle Unità
Corpo d'Armata Alpino
Origini e vicende organiche
Il Comando Corpo d'Armata Alpino si costituisce a Trento il 1° settembre 1939 e inquadra le Divisioni alpine "Tridentina", "Pusteria" e "Cuneense"; per un breve periodo inquadra anche la Divisione alpina "Taurinense".
1940 - Il Corpo d'Armata Alpino ha alle proprie dipendenze le divisioni "Tridentina", "Taurinense", il 4° Gruppo alpini "Valle" e il Raggruppamento "Levanna" che sono dislocati nell'alto Piemonte già prima dell'apertura delle ostilità e il 10 giugno è schierato a difesa del settore Baltea-Orco-Stura. Il 21 giugno le sue unità assumono l'iniziativa e nei giorni 22, 23 e 24, nonostante la tenace resistenza nemica, riescono a superare le difese avanzate e a raggiungere, prima della proclamazione dell'armistizio, l'Isère a sud del settore, Bourg Saint Maurice, al centro e Col de Fours, a nord. Il 29 luglio il Corpo d'Armata si trasferisce nel Veneto al confine con la Jugoslavia, dove rimane fino al 31 ottobre data in cui viene sciolto.
1941 - Durante il conflitto italo-greco, il nominativo di Corpo d'Armata Alpino viene temporaneamente attribuito, dal 4 maggio al 15 giugno, al XXVI Corpo d'Armata che assume la denominazione di Corpo d'Armata Alpino (XXVI).
1942 - Il Corpo d'Armata alpino si ricostituisce
a Trento il 20 marzo avendo alle dipendenze le divisioni alpine
"Tridentina", "Julia", "Cuneense". Inviato sul fronte russo vi giunge nella
seconda decade del mese di luglio, dislocandosi nella regione di Izyum. Nei
primi giorni di agosto, il Corpo viene avviato in linea prima nel Caucaso e
poi, per il sopraggiungere di nuove esigenze, nella zona di Millerovo e
Starobelsk, sul Don, dove viene tenuta in seconda schiera. Nel mese di
settembre alle unità del Corpo d'Armata viene affidato il controllo del
settore compreso fra Babka-Pawlowsk-Nowo Kalitwa, costituendo l'ala sinistra
dell'8a Armata italiana. Il periodo ottobre-novembre è
caratterizzato unicamente dall'attività di ricognizione e da combattimenti
locali. Nel corso della seconda offensiva russa sul Don, iniziata l'11
dicembre, il settore della Grande Unità Corpo è interessato a più riprese da
violenti attacchi nemici che vengono decisamente respinti. A partire dal 23
dicembre, l'intero Corpo d'Armata resta a difesa delle posizioni sul Don
assieme a forze tedesche.
1943 - Nei primi giorni dell'anno la spinta offensiva nemica si
inasprisce, specie in corrispondenza delle ali estreme del Corpo d'Armata.
La mattina del 14 gennaio il fronte tenuto dalla Grande Unità è attaccato
con estrema decisione da poderose forze corazzate russe che premono
sull'intero fronte. Il corpo d'Armata alpino resiste su tutto il fronte, ma
un cedimento delle unità contermini sulla sua destra consente al nemico di
aprirsi un varco e di guadagnare le spalle dello schieramento, minacciando
la sede del comando a Rossosch. Nei giorni 15 e 16 gennaio, in
corrispondenza del proprio settore meridionale, il corpo d'Armata impegna
violenti combattimenti tesi ad evitare l'aggiramento. La notte del 17 il
nemico investe l'intero fronte, ma in nessun punto riesce a progredire,
malgrado la notevole superiorità dei mezzi impiegati. solo nel pomeriggio
del 17, quando le unità nemiche riescono a rompere il fronte anche sulla
sinistra viene ordinato il ripiegamento delle unità alpine. Sganciatesi dal
contatto sul Don, le unità del Corpo d'Armata, dopo sporadiche azioni di
retroguardia, iniziano un faticoso ripiegamento attraverso la steppa
nell'inclemenza del rigido inverno russo. muovono dapprima verso la ferrovia
Rossosch-Jewdakowo ma, successivamente, debbono procedere con movimenti
convergenti intesi a costituire colonne di grandi unità in grado di darsi
reciproco appoggio per le azioni di rottura del fronte di accerchiamento che
nel frattempo i russi erano riusciti a realizzare. Il 19 e 20 gennaio hanno
luogo a Postojalyi e a Skororyo, violenti combattimenti, per aprire un varco
in un primo sbarramento nemico e proseguire quindi verso ovest. Altri
combattimenti vengono sostenuti il 21, contro un secondo sbarramento
fortemente presidiato a Nowo Charkowka e a Warwarowka; il 23 a Nikolajewka e
il 25, 26 e 27 a Nikitowka dove sono impegnate le ultime risorse per rompere
finalmente l'accerchiamento. Il 30 gennaio i resti del Corpo d'Armata Alpino
si raccolgono a Scebekino e gli ultimi reparti giungono il 3 febbraio. Da
questa località vengono avviati nella zona di Gomel da dove partiranno in
ferrovia per far rientro in Italia. Il 1° marzo, al ritorno dalla Russia si
scioglie dando vita al XXIV Corpo d'Armata.
Unità maggiori
Il Corpo d'Armata Alpino era così composto:
DA Tridentina
DA Julia
DA Cuneense
Campagne di guerra (1940-1943)
|
|
|
|
1940 | Ovest | 4a | Fronte occidentale: settore Baltea-Orco-Stura |
1941 | - | ? | Grecia con la denominazione di Cd'A Alpino (XXVI) |
1942 | - | 8a | Fronte russo: operazioni sul Don |
1943 | - | 8a | Ritirata dal Don, Nikolajewka, Nikitowka, Schebekino |
Comandanti (1940-1943)
CORPO D'ARMATA ALPINO (1939-40)
Gen. C.A. Luigi Negri
Gen. D. Ugo Santovito
Gen. C.A. Carlo Rossi
Gen. C.A. Gabriele Nasci
COMANDO CORPO D'ARMATA ALPINO (XXVI) (1941)
Gen. C.A. Gabriele Nasci
Gen. D. Ugo Santovito (interim)
COMANDO CORPO D'ARMATA ALPINO (1942-43)
Gen. C.A. Gabriele Nasci
Sede
Trento (1939-42)