Storia delle Unità
Reggimento Cavalleggeri di Saluzzo 12°
motto: "Quo fata vocant"
Origini e vicende organiche
I1 20 aprile 1920, con R° decreto 451, in
seguito a riduzione dell'Arma, incorpora un Gruppo squadroni del
reggimento «Cavalleggeri di Foggia», disciolto, ed
assume, il 1° luglio, la denominazione di «Reggimento
Cavalleggeri di Saluzzo».
«Saluzzo» fa parte con «Monferrato», «Guide»,
«Aosta», del 2° Comando superiore di cavalleria (gen. br.
Francesco Bellotti) con sede ad Udine.
Campagna d'Africa:
Alla campagna italo etiopica «SaIuzzo» concorre con 7
ufficiali e 450 gregari, complessivamente, per la formazione di
reparti vari presso altri corpi. Il 15
dicembre 1935, in
azione a Dombeguinà, cade
il capitano Ettore Crippa, già di «Saluzzo», decorato di
medaglia d'oro al v.m.
Alla vigilia della seconda guerra mondiale «Saluzzo» è a Pordenone, nella Caserma Vittorio Emanuele III: fa parte, nel Corpo d'Armata Celere con «Alessandria», il 1° Articelere, l'11° reggimento bersaglieri della 1a Divisione Celere «Eugenio di Savoia».
Guerra 1940-45:
1940 - La dichiarazione di guerra trova il reggimento al campo, nella zona di Montereale Cellina-Marsure-Giais; in seguito si sposta a S. Daniele del Friuli. I1 28 ottobre «Saluzzo» rientra in guarnigione. Il 20 novembre il gen. Messe lascia il comando del Corpo d'Armata Celere, che viene assunto dal gen. Ferrari Orsi, mentre il gen. Cesare Lomaglio assume il comando della 1a Divisione Celere. Il 30 novembre il gen. Vercellino assume il comando dell'Armata del Po, in sostituzione del gen. Ezio Rossi.
1941 - Il 5 marzo il Corpo d'Armata Celere passa alle dipendenze della 2a Armata. Il 7 marzo il reggimento per Palmanova e Gradiscutta raggiunge il 5 aprile Montespino, ove rimane fino al 12 aprile. Il 7 aprile entra a far parte della 1a Divisione Celere anche il reggimento «Nizza». Il 12 aprile «Saluzzo» si sposta a Villa del Nevoso e il giorno successivo alle ore 14 varca l'antico confine jugoslavo a Clana, senza incontrare resistenza da parte del nemico. Si abbandona la rotabile, perché minata e si prosegue per ripidissima mulattiera. Si sosta a Potkum, (il 13) in fondo valle. Il 14 aprile trasferimento a Sv Marija Trost in una sola colonna con la 3a Divisione Celere, seguita dalla 1a. Si incontrano giovani croati vestiti dell'uniforme dell'esercito serbo, i quali, abbandonate le armi, se ne tornano alle proprie case. Il 15 aprile «Saluzzo» si sposta per Ravia Gora-Sebenico, a Gomirie. Il 16, per Ogulin, viene raggiunta Carevo Polije, sempre su unica colonna, 3°, 1° e 2' divisione celere, e, per Sluni, Lavenac, mulattiera attraverso zone montagnose; il 18, per Dresnik, Vacanac, dove giunge notizia della capitolazione della Jugoslavia. Il 22 a Plitvice Jesero; il 26 a Blata; il 29 per Isero Gora a Josipdol; il 2 maggio ad Ogulin; il 4 per Generalskistol a Ramnice; 11 maggio a Jastrebarsko, da cui si eseguono perlustrazioni a largo raggio.
1942 - Il 22 maggio viene
proclamato il Regno indipendente di Croazia. La banda
reggimentale, da Pordenone, raggiunge il reggimento. Si assiste,
impotenti, ad atrocità croate contro ebrei e serbi, che vengono
brutalmente deportati in modo inumano. Il 9 ottobre «Saluzzo»
raggiunse Pisarovina. Il 1° novembre subentra nel comando il
30° comandante, col. Pasquale Ventrone. Il 6 novembre il
reggimento rientra a Yastrebarsko e continua nel servizio di
polizia e di pattugliamento. Intanto il movimento partigiano
andava crescendo e maggiore era l'impegno per rastrellare la
zona: ne derivano continui spostamenti, specie nel territorio
dei monti Gorianci e delle Petrove Gore. Così il 28 aprile 1942
«Saluzzo» è a Dugaresa, il 1° luglio a Turanj, il 2
settembre ancora a Dugaresa, il 3 a Cwetkovie, il 7 a
Yastrebarsko, dal 4 al 14 ottobre a Dugaresa, il 20 a Spalato,
il 29 a Zruovizza. Particolarmente, in novembre, dal II Gruppo
squadroni viene sventato un attacco di forti formazioni
partigiane contro il nostro caposaldo di Svete Jona. Tutta la 1a Divisione
Celere viene trasferita, in dicembre, in Dalmazia e il
reggimento raggiunge Sebenico, ricevendo ordine di pattugliare e
difendere il settore Konjevrate-Traù.
1943 - «Saluzzo» si sposta su autocarri e svolgere
azione su Konjevrate, dove, il 6 gennaio, obbliga al
ripiegamento formazioni partigiane dopo vivace scontro. Per
lunghi mesi «Saluzzo» operò su
un terreno fatto di boschi
fitti, intricatissimi, folte foreste, pressoché impraticabili,
specie dal punto di vista operativo; e dove non son boschi o
foreste sono montagne, marea di rocce a non finire, terreno
carsico; una terra in cui, una volta usciti dalle poche strade e
dai pochi tratti pianeggianti, anche a piedi è difficile
districarsi. Il
reggimento acquistò una certa fama per la sciolta spregiudicata
e brillante specializzazione in ardite operazioni notturne; ne
hanno fatto una sessantina, oltre, naturalmente, agli altri
cicli operativi; centinaia di avversari uccisi in combattimento
o catturati, cospicui bottini di armi, munizioni, documenti,
materiali di propaganda antitaliana. Il più delle volte i
cavalli dovettero rimanere negli accampamenti; ma il reggimento
appiedato, autocarrato, ha sempre operato con la stessa classica
celerità con cui avrebbe agito a cavallo. Estrema segretezza,
minuziosa preparazione di ogni azione, avvicinamento silenzioso.
Il 17 gennaio «Saluzzo», conosciuta l'imboscata tesa ad «Alessandria»,
a Vodice, raggiunge la località servendosi di mezzi da sbarco
della Marina e compie vasta operazione di rastrellamento. Il 5 e
6 febbraio raggiunge, con gli squadroni in parte appiedati ed in
parte a cavallo, Bilice, e circonda una forte formazione
partigiana; nonostante la vivacissima reazione pochi avversari
riescono a fuggire, mentre molti sono i morti, i feriti ed i
catturati. Continua, da marzo a giugno, una intensa e sfibrante
azione di pattugliamento e rastrellarento nella zona di
Konjevrate, Losovazzo, Scordova, Verpolie, Rogosnizza, Zlarirro,
sempre con violenti combattimenti e cattura di avversari. In
giugno «Saluzzo» è a Porto Re, con il I Gruppo a Krasica,
dove si susseguono gli scontri con le formazioni partigiane. In
luglio, in azione con «Alessandria», nella zona di Monte
Tic si distingue particolarmente il 4° squadrone. In agosto, con
un Gruppo a cavallo ed uno appiedato, combatte, con la divisione
«Re», in zona di Segna, in azione durissima, ma che si conclude
felicemente. L'8 settembre, data dell'armistizio, trova «Saluzzo»
a Novi Vinodolskj: il fermo atteggiamento del comandante, il
col. Giuseppe Curreno di Santa Maddalena riuscì ad impedire che
i partigiani serbocroati occupassero i nostri caposaldi,
mantenendo intatto e vigile il reggimento. Il 10 «Saluzzo»
si sposta a Cirquevizza, per provvedere alla sicurezza del
comando del V corpo d'armata; l'11 a Fiume, a difesa della città
contro gli attacchi avversari, in vigile osservazione sul fiume
Eneo; lo sfilamento in parata dei reparti, nella città olocausta,
dinnanzi al generale Gastone Gambara, comandante della Piazza,
suscita l'ammirazione e il plauso della popolazione e di tutti
gli sbandati. Purtroppo il 13, dal comando della Piazza, viene
permesso l'ingresso in Fiume di reparti tedeschi; il 25, vista
ormai inutile ogni resistenza, il col. Curreno dichiara sciolto
il reggimento, i cui elementi si danno alla macchia, per far
parte del movimento clandestino di resistenza al tedesco, ch'è
ormai, il nostro nemico.
Unità maggiori
Il Reggimento era così composto:
1940-1943 |
Comando Squadrone Comando 3 Squadroni Cavalleggeri di Saluzzo 1 Squadrone Cavalleggeri Guide 5° Squadrone mitragl. LVIII Gr. app. Cavalleggeri di Saluzzo XVII Gr. app. Cavalleggeri di Saluzzo |
Campagne di guerra (1940-1943)
Data |
Divisione |
Corpo |
Armata |
Gruppo d'Armata |
Area di operazioni |
1941 |
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Frontiera jugoslava |
1942 |
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Compiti di controguerriglia |
1943 |
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Jugoslavia |
Comandanti (1920-1943)
C
ol. Augusto Taviani (1920-1927)C
ol. Torquato Puppini (1927-1930)C
ol. Luigi Brioso (1930-1932)C
ol. Umberto Montaldo (1932-1934)C
ol. Ettore Borgstrom (1934-1937)Col.
Mario Mazza (1937-1939)C
ol. barone Emilio Guidobono Cavalchini (1939-1941)Col. Pasquale Ventrone (1942)
Col. Giuseppe Curreno di Santa Maddalena (1943)
Sede
Bologna
Pordenone
FONTE
Gen. Edmondo Zavattari, "I nostri reggimenti", in "Rivista di Cavalleria", annate 1968-1976, su gentile concessione dell'ANAC sez. di Milano "Savoia Cavalleria".
Scuole di Applicazione d'Arma, "L'Arma di Cavalleria - Cenni storici", 1964 2a Edizione,
su gentile concessione dell'ANAC sez. di Milano "Savoia Cavalleria".Dell'Uomo F.-Puletti R., "L'Esercito italiano verso il 2000", vol. I, USSME, Roma, 1998.
Dell'Uomo F.-Di Rosa R., "L'Esercito italiano verso il 2000", vol. II, USSME, Roma, 2001.