Storia delle Unità

Reggimento Lancieri di Aosta 6°

 

 

 

 

 

motto: "Aosta d'fer"

 

 

Origini e vicende organiche

 

I «Lancieri di Aosta» traggono origine dall'antico Reggimento di Cavalleria Aosta costituito per volere di Vittorio Amedeo III nel 1774.

Il 20 maggio 1920 assume la denominazione di «Cavalleggeri di Aosta» e perde la lancia. Per lo scioglimento dei 18 reggimenti di cavalleria incorpora elementi dei «Cavalleggeri di Caserta» (3° e 4° squadrone); il 1° luglio il 2° squadrone dei «Cavalleggeri di Roma» ed il 1° squadrone dei «Lancieri di Milano». Viene costituito su Stato maggiore, 4 squadroni e deposito.
Il 1° marzo 1930 viene nuovamente ricostituito il 5° squadrone mitraglieri su 8 mitraglie pesanti. Lo Stato maggiore assume la denominazione di «reparto comando» con autocarreggio (15 autocarri leggeri che sostituiscono i carri bagaglio con cavalli), mezzi di collegamento (12 motociclisti e 3 stazioni radio R/3); ogni squadrone riceve 8 fucili mitragliatori.
L'8 febbraio 1934 riprende la denominazione di «Lancieri di Aosta» con il fregio dei lancieri: l'armamento però è invariato.
Il 30 giugno 1935 sciolto il 4° squadrone ed i suoi elementi aumentano l'organico degli altri squadroni, che hanno così 12 anziché 8 fucili mitragliatori; il 5° squadrone si chiamerà 4° squadrone mitraglieri. Viene costituito il 5° squadroni carri veloci su 15 carri armati con 2 mitragliatrici Fiat modello 35.
Nel giugno 1935 vennero costituiti, a Torre Annunziata il III, ed a Baia il IV, gruppi mitraglieri autocarrati di 
«Aosta», su 3 squadroni ed 1 plotone comando per Gruppo, con richiamati della classe 1911 del reggimento e di quelli affluiti dai reggimenti «Novara», «Firenze», «Vittorio Emanuele II», «Saluzzo», «Monferrato», «Alessandria» e «Guide»; gli squadroni avevano la forza di 120 effettivi e di 60 lo squadrone comando; in totale 125 ufficiali, 239 sottufficiali, 5.421 lancieri.

L'armamento è moschetto 1891 T.S., pistola per ufficiali e sottufficiali, tre mitragliatrici Breda 30 per ogni plotone.

 

Campagna d'Africa:

Il III Gruppo, comandato dal Ten. Col. Panzini, s'imbarcò per Mogadiscio nella seconda quindicina di agosto; il IV, maggiore Travaglianti, il 27 settembre. A Mogadiscio si ricevono 11 autocarri Ford 8 V per ogni squadrone ed 8 per lo squadrone comando. Il 20 gennaio 1937 viene occupata Neghelli; si avvicendano al comando del IV il Cap. Marcello Invrea ed il Cap. Carlo Bozzi. Intanto il 1° gennaio 1937 i due gruppi — insieme al I e II di «Genova Cavalleria», erano stati riuniti nel «Raggruppamento Cavalieri di Neghelli», al comando del Col. Micheli, così chiamato per la vittoriosa azione che aveva portato all'occupazione di quell'importante nodo. Esso combatte a Darar, Mega Sadè, Aghrasalem, Harbagoma, Javello, Agheramiam, Finciau, Adicciò, per le grandi operazioni di polizia coloniale. Gli squadroni rimpatrieranno nella tarda primavera del 1937 e saranno subito disciolti; molti componenti si fermeranno in AOI per opere di pace come colonizzatori e funzionari di governo.

 

Campagna di Spagna:
Per la guerra di Spagna (1935-39) 
«Aosta» inviò 5 ufficiali, 8 sottufficiali e 51 lancieri.

 

Occupazione dell'Albania:
Nel 1939 il I Gruppo squadroni di 
«Aosta» viene inquadrato nel «reggimento provvisorio di cavalleria» (Col. Raffaele Pelligra): partecipa alla campagna per la conquista dell'Albania.

 

Guerra 1940-45:
1940 - 
«Aosta», con i «Lancieri di Milano» e le «Guide», entra a far parte del Corpo d'Armata della Ciamuria (Gen. Rossi), nel «raggruppamento celere del Litorale » (Gen. Rivolta), schierato sul fronte albanese-greco, ala destra della manovra aggirante. I gruppi sono comandati dai Ten. Col. da Zara e Sequi Passino, aiutante maggiore in 1° il Magg. Dias. Il 27 ottobre si effettua una ricognizione, da Ciflika al confine, con pattuglie esploranti, comandante l'avanguardia il Cap. Flamini (3° squadrone), comandante la testa d'avanguardia il Ten. di Sangro. Segue immediatamente il comando di reggimento, con 2 plotoni mitraglieri ed una batteria someggiata. Il confine lungo il mare è varcato alle ore 10 del 28, senza incontrare resistenza. Alle 16 viene raggiunto il Kalamas. Il 29 (piove a dirotto) il reggimento è tutto riunito tra Mouromores ed il Kalamas (ore 8). Il ten. Avati, con 9 nuotatori, passa il fiume (alto 2 metri); segue il II Gruppo, parte a nuoto, parte (per il materiale) con barchette trovate in loco, con corde. Alle 11 Avati è ad Hegoumenitsa, a 6 km. oltre il fiume, che trova occupata e che reagisce con intenso fuoco. Alle 15 avanzano nuclei nemici ed il reggimento riceve l'ordine di sostare, in vigilanza, sulla destra del Kalamàs. Pattuglie di cavalleria avversaria cercano di individuare il fronte della nostra occupazione. Il 3 novembre, con la costruzione di una chiatta, si traghettano, via via, gli squadroni. Viene occupata Gomenika, graziosa stazione marina, dove, però, i Greci hanno tutto distrutto prima di ritirarsi. Il II Gruppo avanza su Grakohari (il 6), mentre avanzano, altresì, il 3° Granatieri ed i «Lancieri di Milano». Plataria viene raggiunta da tutto «Aosta»: è una piccola rada marina, chiusa tra i monti. Si avanza su Myrtos, abitato da albanesi mussulmani: parrebbe che i Greci si siano ritirati in Preveza, abbandonando la Ciamuria. Ma il 9, invece, «Aosta» riceve ordine di ritirarsi, per andare ad aiutare la divisione «Siena» seriamente impegnata. Il 10 si riceve l'ordine di effettuare un raid su Paramythia, a tergo delle linee nemiche: i sentieri sono pessimi, ma il villaggio viene raggiunto ed accerchiato, mentre il 3° squadrone vi penetra, e, quantunque lo trovi occupato, vi distrugge magazzini saturi di rifornimenti: brillantissima manovra, pienamente riuscita! ritirata senza danni, con la cattura di 2 autobus, 2 autocarri, 2 autovetture. «Aosta», il 16, riceve l'ordine di ripiegare, a sostegno del 3° Granatieri, fortemente attaccato e si schiera a protezione del fianco destro col fronte. Si ripiega poi su Kastrion e Porto Sagiada: sono stati, così, percorsi 100 km. in territorio nemico: sono stati feriti 2 lancieri, 21 cavalli sono morti, 32 sgombrati, perchè lesionati, 150 sferrati e fiaccati. Il 17 si effettua, durante la notte, il ripiegamento su Gomenica, si riattraversa il Kalamàs; il 18 si riceve l'ordine di trasferirsi ad Argirocastro, si pernotta a Sopiku. Poi, da Delvino, ci si ritira ancora, su sentieri pieni di fango, a mezza costa. Il 22 il corpo d'armata, che desidera avere «Aosta» a propria disposizione, in attesa di altre forze, per arrestare la continua avanzata greca, ordina di accorrere a sostenere le «Guide», che sarebbero in critica situazione; viene inviato il I Gruppo (da Zara), con 2 plotoni mitraglieri. Il 23 l'Armata dà ordine ad «Aosta» di raggiungere subito l'alta valle del Lumi e Shues, a difesa delle provenienze da Pohcam. Parte subito il II Gruppo (Sequi), in attesa che il I possa sganciarsi dalla grave situazione trovata accanto a le «Guide». Il 24 si organizza la difesa di Shues e della stretta del Lumi. Piove sempre a dirotto. A sera rientra il I Gruppo. Ordine di trasferirsi a Giorgucat per Libohove. Si costituisce un reparto autocarrato (ten. di Sangro), con 75 lancieri appiedati, a causa di malattia e morte di cavalli. Il 25 «Aosta» è a Bodristho, pronto ad agire su Longo e su Radati, dove continua la pressione avversaria. Nel pomeriggio viene respinto un attacco greco su Katavia. Il 27 un Gruppo resta a Bodristho, a disposizione della divisione «Centauro»; il resto di «Aosta» al bivio di Libohove. Altro ordine (mai si erano avuti continui ordini di spostamenti come in questa campagna! a tutto danno, soprattutto, dell'efficienza di uomini e di cavalli!) di spostamento a Suhes, dove la divisione «Modena» era in condizioni difficili. Si lasciano i cavalli, e, a piedi, si sposta il 2° squadrone su Gliabovo, a protezione di quello sbocco in fondo valle, ed il 1°, col comandante di Gruppo, su Suhes; ordine al reggimento di difendere Suhes, rinforzato da 1 compagnia Granatieri, da 2 compagnie di camicie nere (appena giunte in volo dall'Italia) e da 1 Gruppo del 29° artiglieria. Ordine successivo di svolgere, il 28, un contrattacco in direzione di Polican, in concomitanza di analoga azione di un battaglione alpino da Permet. Violenta è la reazione nemica: muore un lanciere, sono feriti un sergente ed un lanciere; molti i morti e feriti dei Granatieri e delle camicie nere. Il 29 giunge un vivo elogio del comandante della divisione «Centauro» per il II Gruppo, che aveva svolto valorosa azione in Vodhove, a protezione del fianco della divisione stessa: il Gruppo passa, poi, alle dipendenze della divisione «Siena». Il 1° dicembre «Aosta» appoggia l'azione del battaglione camicie nere su Polican de Permet: piove sempre e il terreno è un pantano sempre peggiore. Frattanto il II Gruppo aveva forti perdite in morti, feriti, 20 dispersi. Nei giorni 6, 7, 8 dicembre si effettua nuovo ripiegamento a difesa delle grandi unità. Si raggiunge la strada per Tepeleni: forti perdite specie nei cavalli. Dal 9 al 12 da Tepeleni si va verso la zona di Fieri. Il 13 si ricostituisce il «Raggruppamento celere», riserva d'armata, con «Aosta», «Milano» e le «Guide». Il 20 il nemico ha attaccato nella zona del Litorale, sul fronte della divisione «Siena» e giunge ordine di trasferire a Valona, su autocarri, 1 Gruppo appiedato di ciascuno dei 3 reggimenti di cavalleria, affidando al Col. Morigi il comando di questo reggimento di formazione. Continua l'organizzazione della difesa, aggravata da condizioni atmosferiche sempre peggiori.

1941 - Il II Gruppo «Aosta» si porta a Passo Logora; il I Gruppo è a Vodica, a cavallo, agli ordini del IV corpo d'armata. Il 21 febbraio tutto «Aosta» è nuovamente riunito, al comando del Col. Imperiali ad Apollonia. Il 26 febbraio viene affidato, allo stesso un «reggimento di formazione», per azione da svolgere, ai primi di marzo, su Klisura con la divisione «Centauro»: costituito da comando di «Aosta», 1 Gruppo delle «Guide», 1 squadrone di «Milano», 1 squadrone di «Aosta», squadrone mitraglieri su 3 plotoni, tratti 1 da ciascuno dei 3 reggimenti (questa continua creazione di reparti poco affiatati caratterizza questa strana guerra, non ultima causa della sua triste conclusione!). Il 7 marzo il reggimento di formazione passa agli ordini dell'VIII Corpo d'Armata, a Rehove. Il 20 marzo, essendo fallita l'azione su Klisura, è venuta meno la necessità di avere questo reggimento di formazione per sfruttare il successo, e quindi esso è sciolto!. «Aosta» viene intanto rinforzato da 1 squadrone dei «Lancieri di Firenze» giunto dall'Italia. Il 28 marzo il Col. Imperiali cede il comando al Col. Ricci: il reggimento deve trasferirsi a Krue, per parare ad eventuali complicazioni della Iugoslavia: il 1° squadrone entrerà, poi, primo reparto italiano a Dibra. Con una marcia di 1.100 km. in territorio di occupazione «Aosta» si sposta poi dal fronte jugoslavo ad Atene, dove svolge, per 8 mesi, compiti di sorveglianza e di sicurezza nella zona del Pireo; analogo compito svolgerà, poi, di fronte al canale di Corinto. Era, intanto, stato costituito presso il deposito del reggimento, rimasto in Napoli Bagnoli, il VI Gruppo squadrone mitraglieri «Aosta», inviato poi in Africa settentrionale. Nel settembre 1941 è schierato sulla Balbia, a sud di Tobruk, inquadrato nella divisione «Trento»; il 17 resiste a reiterati attacchi inglesi, malgrado l'inferiorità di mezzi; il 7 ottobre contro sanguinosi attacchi alle posizioni di Bir el Azazi; e poi ancora il 10 ottobre, il 19 novembre. Il 7 dicembre tiene testa a masse di fanterie e mezzi corazzati, mentre è in atto un ripiegamento; il 1° squadrone subisce le perdite più gravi; resiste per due giorni ai furiosi assalti nemici, insieme ad 1 Gruppo di artiglieria, e provoca agli Inglesi la perdita di una decina di carri, con oltre la metà degli equipaggi. Viene poi assegnato al XXI corpo d'armata, a Bengasi.
1942 - Il 4 settembre «Aosta» era dislocato, col comando reggimentale, squadrone comando, II Gruppo squadroni, squadrone mitraglieri, a Lutraki (zona Canale di Corinto), I Gruppo squadroni a Megara, alle dipendenze del III corpo d'armata, dislocato nel Peloponneso. Stava formandosi il movimento di ribellione, ad opera del generale greco Zervas (nazionalista) e dell'associazione EAM (comunista): gli Alleati costituiranno e raggrupperanno tali partigiani in vere e proprie grandi unità, sotto le bandiere dell'EDES e dell'ELAS. A metà settembre, per avvenimenti verificatisi a Lamia, il II Gruppo squadroni, con 2 plotoni mitraglieri, viene colà dislocato. Il comando reggimentale, con le rimanenti forze dipendenti, si trasferisce a Larissa, alle dipendenze della divisione «Pinerolo»: a dicembre rientra il II Gruppo da Lamia. Da gennaio a giugno 1943 si intensifica il movimento partigiani dell'ELAS, con sempre maggiori atti di ostilità contro le truppe di occupazione. La zona Trikkala Karditsa, nella quale è dislocato «Aosta», rinforzato da 1 battaglione di fanteria e da 1 batteria d'artiglieria, diviene il centro dell'attività partigiana, che compie continui atti di sabotaggio per interrompere le comunicazioni. Così, col brillamento del ponte sul Penejos, Trikkala è isolata dal resto della divisione. Il reggimento è, di continuo, impegnato in difficili azioni, le principali delle quali furono: gennaio 43 a Grevenà, aprile a Kalabaka, giugno a Musacchion, Porta, Mesenikolas, luglio a Grizanon e Zarko Karia. Molte sono le perdite; ferito il comandante di Gruppo, maggiore Riario Sforza.
1943 - L'armistizio sorprende 
«Aosta» a Trikkala: difficile il collegamento col comando della divisione. I partigiani della ELAS iniziano le proprie vendette di partito, fomentano disordini e tendono ad ottenere l'ingresso in Trikkala di reparti armati della loro 1° divisione. Il reggimento, compatto, è padrone della situazione. Il mattino del 9 sono presi contatti con la missione alleata, che pretenderebbe la resa dei reparti, naturalmente respinta decisamente, Si gettano, poi, le basi per un accordo, presente anche il generale greco Fluglis, comandante la divisione ELAS, per una collaborazione contro i tedeschi. La sera del 10 viene, dal col. Berti, firmato un accordo con gli Inglesi ed i partigiani dell'ELAS e dell'EDES, quale patto di cobelligeranza, per il quale «Aosta» si schiera in campo alleato per la lotta contro i Tedeschi. Per la parte logistica riceverà 1 sterlina oro mese per lanciere e per cavallo, unico rifornimento per vivere. In tale epoca l'organico era il seguente: squadrone comando; I Gruppo su 1° squadrone e 2° squadrone; II Gruppo su 3° squadrone e 4° squadrone, 5° mitraglieri, XXXI Gruppo appiedato; in totale 48 ufficiali, 1.718 sottufficiali e truppa, 1.628 moschetti, 52 fucili mitragliatori, 38 mitragliatrici, 800 cavalli. La notte sul 12 settembre tutto «Aosta», con gli altri elementi che lo rinforzano, abbandona, come dall'accordo, l'abitato di Trikkala, passando agli Andartes, partigiani dell'ELAS, il materiale intrasportabile, raggiunge Pirgos, alle falde della montagna del Pindo, con il XXXI Gruppo appiedato ed 1 batteria del 18° artiglieria a Musacchion. Il 15 il Col. Berti lascia il comando del reggimento, che viene assunto, interinalmente, dal Ten. Col. Pittarelli. Il 1° squadrone viene inviato a Kalabaka, dove respinge, con Andartes, un tentativo di passaggio del varco da parte dei Tedeschi, che volevano assicurarsi la strada per Gianina. Il 28 il XXXI Gruppo è trasferito a Porta Psari, per concorrere, con la divisione greca, alla difesa di detta località. Il 29 tutto il reggimento - eccettuato il 4° squadrone - si trasferisce a Chiana. Il 5 ottobre il 2° squadrone, con 1 sezione autoblindo ed 1 plotone mitraglieri, respinge l'azione tedesca appoggiata da un aereo tipo Cicogna, che viene poi abbattuto dall'autoblindo comandata dal S.Ten. Sandrini: vi era, a bordo, un generale tedesco, che decedette insieme al pilota. Sino al 14 il reggimento è impegnato in azione di pattuglie, al consolidamento delle posizioni, all'addestramento alla speciale forma di lotta. Una formazione di un centinaio di uomini, in prevalenza del 3° squadrone con 2 pezzi di artiglieria da montagna, attraversando per 100 km circa la zona occupata dai Tedeschi, effettuò una azione sul campo di aviazione di Larissa. Furono distrutti vari apparecchi. Nonostante il contributo valoroso, portato sino ad allora da «Aosta» con sacrificio di fame, freddo, dissenteria, al movimento partigiano, e che aveva riscosso il compiacimento del generale greco Averopulos, comandante del settore, il 14 ottobre due battaglioni di Ancartes attaccarono vilmente il reggimento, uccidendo il tenente cappellano don Marino Pilati, medaglia d'argento alla memoria, 19 lancieri, ferendone 49; nonostante la strenua difesa il reggimento, a sera, dovette sospendere la resistenza. Gli ufficiali furono divisi dai lancieri, si impedì loro di vedere i morti e di assistere i feriti, molti furono brutalmente percossi. A Pirgos il I Gruppo, col Magg. Tognozzi, resistette più a lungo, finché il comando divisione diede, anche ad esso, ordine di cessare l'inutile resistenza. Lunghe furono le sofferenze ulteriori dei componenti «Aosta», trascinati pei monti, tra popolazione ostile, con mancanza di ogni sostentamento: sempre però fieri dei loro. Saranno rimpatriati solo nel marzo 1945. La barbarie greca verso gli Italiani che, pur compiendo il loro dovere, si erano sempre mostrati generosi ed umani, fu inaudita e selvaggia! Lo Stendardo venne nascosto da graduati e sottufficiali di «Aosta» e riportato in Italia, il 28 ottobre, a Bari. Nel 1943, dopo il ripiegamento in Tunisia, al comando del magg. Noschese, combatte inquadrato nella I brigata speciale a Serred Maknasy ed a Djebe Noemia. I resti del Gruppo combattono ancora strenuamente sulla linea di Enfidaville, in aprile. Il 20 luglio 1943 il XXIII Gruppo appiedato costiero «Aosta» prende parte alla difesa della piazza militare di Marina di Reggio Calabria e combatte a Villa S. Giovanni. Il reggimento viene, poi, sciolto, come tutti i reggimenti di cavalleria.
 

Unità maggiori

Il Reggimento era così composto:

 

1940-1943

Comando

Squadrone Comando

3 Squadroni Lancieri di Aosta

1 Squadrone Lancieri di Milano

VI Gr. mitr. Lancieri di Aosta

VII Gr. cost. Lancieri di Aosta

IX Gr. cost. Lancieri di Aosta

XXI Gr. app. Lancieri di Aosta

XXIII Gr. app. Lancieri di Aosta

XXXI Gr. app. Lancieri di Aosta

LVII Gr. app. Lancieri di Aosta

XXVI Btg. Movimento stradale Lancieri di Aosta

Cdo 2° Rgpt. app. Lancieri di Aosta

 

Campagne di guerra (1940-1943)

 

Data

Divisione

Corpo

Armata

Gruppo d'Armata

Area di operazioni

1940

 

 

 

 

Fronte greco-albanese

1941-43

 

 

 

 

Opera in territorio greco, Africa Settentrionale

1943

 

 

 

 

Territorio metropolitano

 

Comandanti (1920-1943)

Col. Cesare Bonati (1920 al 1926) 

Col. Cesare Aymonino (1926 al 1931)

Col.Guido Primerano (1931)

Col. Federico Ferrari Orsi (1931 al 1934)

Col. Giuseppe de Sanctis (1934 al 1937)

Col. Raffaele Pelligra (1937 al 1939)

Col. Giovanni Imperiali d'Afflitto e di Francavilla (1939 al 1941)

Col. Goffredo Ricci (1941 al 1942)

Ten. Col. Crisanti inter. (1942)

Col. Giuseppe Berti (1942 al 1943)

Ten. Col. Pittarelli (1943)

 

Sede

Ferrara (1909-1932)

Napoli (1932-1943)

 

 

 

 

 

 

FONTE

Gen. Edmondo Zavattari, "I nostri reggimenti", in "Rivista di Cavalleria", annate 1968-1976, su gentile concessione dell'ANAC sez. di Milano "Savoia Cavalleria".

Scuole di Applicazione d'Arma, "L'Arma di Cavalleria - Cenni storici", 1964 2a Edizione, su gentile concessione dell'ANAC sez. di Milano "Savoia Cavalleria".

Dell'Uomo F.-Puletti R., "L'Esercito italiano verso il 2000", vol. I, USSME, Roma, 1998.

Dell'Uomo F.-Di Rosa R., "L'Esercito italiano verso il 2000", vol. II, USSME, Roma, 2001.