Storia delle Unità
Reggimento Lancieri di Milano 7°
motto: "Sic personat virtus"
Origini e vicende organiche
I «Lancieri di Milano» traggono origine dall'antico reggimento costituito con R.D. del 25 agosto 1859 in omaggio alla metropoli lombarda, nella quale, il 7 giugno, erano entrate vittoriose, le truppe alleate franco-piemontesi.
Il 1° gennaio 1920 ha la forza di 38 ufficiali, 3.667 truppa,
487 cavalli. In febbraio scioglie il 2° sqd.; incorpora, poi, un
Gruppo squadroni del Reggimento «Roma», con deposito e
Stato maggiore. Ma il 20 aprile, ridotti a 12 i Reggimenti di
cavalleria, «Milano»,
viene sciolto: il 1° sqd. è incorporato in «Genova Cavalleria»,
il 2° già di «Roma» in «Novara»,
il 4° già di «Roma» in
«Aosta». La pattuglia reggimentale viene incorporata
nelle «Guide», il 31 agosto.
Nel 1938 «Milano» viene ricostituito presso la Scuola
Centrale delle Truppe Celeri in Civitavecchia, con il concorso
del 3° squadrone dei «Cavalleggeri
del Monferrato» e dello squadrone «Cavalleggeri
di Sicilia», con la denominazione di Reggimento «Lancieri
di Milano» e con l'organico di: 1 Gruppo squadroni a cavallo
con plotone mitraglieri, 1 Gruppo su 3 squadroni appiedati, 2
plotoni carri veloci, 1 plotone motomitragliatrici.
Guerra 1940-45:
1940 - Nel
giugno «Milano» viene
inviato in Albania, dove incorpora un Gruppo squadroni albanesi.
Il 28 ottobre «Milano», con «Aosta», il 3°
Granatieri e 2 batterie someggiate, costituisce il
«Raggruppamento celere del Litorale», con il compito di invadere
l'Epiro, raggiungere la zona di Arta, fiancheggiare ad ovest le
Grandi unità che attaccavano in direzione di Anina-Larissa
(fermate poi subito sulla «linea Metaxas»). L'Epiro non era
stato organizzato a difesa dai Greci, mancando la regione di una
rete stradale per il transito di automezzi pesanti; furono
infatti sfruttate solo due rotabili campestri e molti sentieri.
Passato con mezzi di fortuna il Kalamas, furono incontrate solo
deboli pattuglie, che ripiegarono verso sud, mantenendo il
contatto. Il 1° novembre «Milano» giunse
nei pressi di Arta, deboli resistenze di grosse pattuglie mobili
con 1 mortaio e 2 pezzi di artiglieria da montagna.
Successivamente, con ardita e brillante azione, superando
condizioni atmosferiche avverse, raggiunge il fiume Vuvos,
cattura pezzi d'artiglieria, penetra, per 100 km., nelle linee
nemiche. Cessato anche il collegamento radio con l'Armata, il
Raggruppamento rimane nella parte meridionale dell'Epiro,
sostenendo azioni di guerriglia e vivendo sulle scarse risorse
locali. Il 22 novembre, non avendo più né munizioni né viveri né
collegamenti, ripiega sotto pressione di azioni di disturbo
sulla vecchia linea di confine; il 23 novembre «Milano» si
schiera fronte a sud (colline di Sajada) ed, all'alba del 24, è
attaccato da 1 battaglione con mortai, sbarcato col favore delle
tenebre da Corfù. Il III Gruppo riesce a contenere l'attacco e
poi a respingerlo contro il II gr., che aveva aggirato i Greci;
questi si trovano chiusi tra i 2 gruppi ed il mare; il
combattimento si protrae per 4 ore; vengono catturati oltre 100
prigionieri, altrettanti i feriti ed i morti. «Milano» ebbe
vari morti, una trentina di feriti, tra i quali lo stesso
comandante del I Gruppo.
1941 - Trasferito al confine con la Jugoslavia il 10
aprile, il Reggimento prende parte al forzamento della testa di
ponte sulla Drina; partecipa poi alla sanguinosa battaglia per
Driba, nella valle dell'Ostrenj Vogai. E il comandante della
colonna Dibra (Gen. G. Nasci) il 10 aprile 1941 scrive:
«Apprendo in questo momento (ore 22,20) del meraviglioso
contegno dei «Lancieri
di Milano», che hanno saputo distinguersi non solo
mantenendo le posizioni loro assegnate, ma anche strappando al
nemico quote aspre ed impervie. A voi, ai vostri ufficiali e a
tutti i lancieri il mio vivo elogio».
1942/43 - «Milano» partecipa
alle operazioni contro i guerriglieri, in Croazia ed in Albania:
qui è all'armistizio dell'8 settembre 1943 e si scioglie, su
ordine superiore; molti dei suoi uomini entrano a far parte di
formazioni partigiane per la lotta contro i Tedeschi; altri
sono, da questi, deportati in Germania come prigionieri di
guerra.
Unità maggiori
Il Reggimento era così composto:
1940-1943 |
Comando Squadrone Comando Gruppo Squadroni Lancieri di Milano Plotone mitragl. Lancieri di Milano Plotone Carri Veloci Lancieri di Milano |
Campagne di guerra (1940-1943)
Data |
Divisione |
Corpo |
Armata |
Gruppo d'Armata |
Area di operazioni |
1940 |
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Fronte albanese |
1941 |
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Fronte jugoslavo |
1942-43 |
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Albania, Croazia |
1943 |
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Grecia |
Comandanti (1939-1943)
C
ol. Cesare Lomaglio (1938)C
ol. Ugo de Carolis (1938-1939)C
ol. Mario Badino Rossi (1939-1940)C
ol. Giorgio Morigi (1940-1942)C
ol. Tommaso Barbantini (1942-1943).
Sede
Civitavecchia (1938-1943)
FONTE
Gen. Edmondo Zavattari, "I nostri reggimenti", in "Rivista di Cavalleria", annate 1968-1976, su gentile concessione dell'ANAC sez. di Milano "Savoia Cavalleria".
Scuole di Applicazione d'Arma, "L'Arma di Cavalleria - Cenni storici", 1964 2a Edizione,
su gentile concessione dell'ANAC sez. di Milano "Savoia Cavalleria".Dell'Uomo F.-Puletti R., "L'Esercito italiano verso il 2000", vol. I, USSME, Roma, 1998.
Dell'Uomo F.-Di Rosa R., "L'Esercito italiano verso il 2000", vol. II, USSME, Roma, 2001.