Storia delle Unità
Reggimento di Fanteria Giovani Fascisti
motto: "-"
Origini e vicende organiche
Nel 1940, all’annuncio
dell’entrata in guerra dell’Italia, molti giovani si
presentarono presso i comandi provinciali della Gioventù
Italiana del Littorio per chiedere di servire in armi la
nazione. I vertici dell’esercito furono sorpresi da tale
entusiasmo e rimasero perplessi su come gestire questo
flusso di quindicenni/diciottenni: tali volontari
necessitavano addirittura del consenso scritto dei genitori.
Fu dato il permesso dal Ministero della Guerra di costituire
24 battaglioni Giovani Fascisti composti da ragazzi della
sola classe 1922. In pochi giorni il numero dei volontari
assommò a circa 24 mila, comprendendo anche i giovani del
1923,1924 e 1925. I battaglioni assunsero il nome del luogo
di costituzione, così come le compagnie che li componevano.
La forza di ogni battaglione era di circa 1000 giovani, con
20 ufficiali e 50 sottufficiali provenienti dal Regio
Esercito, per lo più dai bersaglieri. I volontari suddivisi
in tre raggruppamenti raggiunsero i luoghi prescelti per
l’addestramento militare: il 1° e il 2° sulla riviera
ligure, il 3° sul litorale adriatico. Il 10 ottobre giunse
la notizia di smobilitare pur decidendo di mantenere una
parte di questa forza inserendola in due Battaglioni
Speciali: le adesioni furono di circa 2000 giovani, così che
si dette vita a tre battaglioni. L’intero gruppo fu messo
agli ordini del Ten. Col. Tanucci Nannini. A metà dicembre i
tre battaglioni furono trasferiti in treno verso tre zone
dove continuare l’addestramento: il 1° Btg. fu distaccato a
Formia, il 2° a Gaeta ed il 3° a Scauri. Ogni battaglione fu
inquadrato su tre compagnie più un plotone comando; ai tre
battaglioni fu aggiunta una compagnia mitraglieri autonoma,
ma in seguito i battaglioni erano stati ridotti a due,
facendo confluire l’organico del terzo negli altri.
Il 12 aprile 1941 i battaglioni furono trasformati nella 301a
Legione Camicie Nere Primavera; dopo appena sei giorni un
contrordine portò i giovani tra le fila del Regio Esercito:
fu formato il Gruppo Battaglioni Giovani Fascisti, con tanto
di stellette al bavero. I due battaglioni di stanza a Formia
e Gaeta vennero considerati unità dipendenti dal Centro di
Mobilitazione del Deposito del 81° Rgt. Ftr. a Roma.
L’uniforme, l’organico e l’armamento era quello del
reggimento di fanteria tipo Africa Settentrionale; due
furono però le peculiarità delle divisa: al bavero le fiamme
a due punte, rosse sottopannate di giallo, come i colori di
Roma e della G.I.L.; il fez come copricapo, al posto della
bustina, nero come quello degli arditi della prima guerra
mondiale. I giovani volontari, inquadrati come “volontari
ordinari” e non come volontari di guerra, partirono per
Napoli il 4 maggio 1941 aspettando un promesso utilizzo sul
fronte russo ma alla fine giunse l’ordine di impiego con
destinazione Africa Settentrionale. Il 22 luglio ci fu la
partenza da Napoli per Taranto in attesa dell’imbarco: il
27.07.1941 il 1°, il 2° battaglione ed il Comando Gruppo si
imbarcarono sul Neptunia, l’Oceania e la
Marco Polo e dopo due giorni e due notti arrivarono nel
porto di Tripoli.
Il reggimento, comandato dal
Colonnello dei bersaglieri Fernando Tanucci Nannini, aveva
la consistenza di due battaglioni, comandati dal Maggiore
dei granatieri Fulvio Balisti e dal maggiore dei bersaglieri
Carlo Benedetti. Il 29 luglio 1941 le navi coi volontari
arrivarono nel porto di Tripoli sbarcando 69 ufficiali e
1836 tra sottufficiali e soldati.
Guerra 1940-43
1941 -
I battaglioni sbarcati a Tripoli e mandati a Zavia vengono divisi: il I battaglione e Comando Gruppo a Misurata, il II battaglione a Homs. Poi tutti a Misurata come riserva mobile della difesa costiera, per loro privi di qualsiasi esperienza bellica. Dopo due mesi di inattività trasferimento a El Faida, in Cirenaica. Nell’ottobre i due battaglioni furono incorporati nel Raggruppamento esplorante corazzato (RECAM). Dal Gebel cirenaico i battaglioni GG.FF. sono di nuovo trasferiti sulla litoranea, al Villaggio Berta. A causa di problemi logistici (mancanza di carburante per gli automezzi) da lì si trasferirono separati i due battaglioni verso il fronte: il II Battaglione, insieme al Comando Gruppo, verso la Marmarica; il I Battaglione prese posizione ad Agedabia, dove vi fu il primo caduto a causa di un bombardamento aereo sulle postazioni. Il 27 novembre 1941 il I battaglione fu di nuovo trasferito, stavolta nella zona di Ain Gazala. All’inizio di dicembre venne l’ordine di portarsi a presidiare la zona di Bir el Gobi, località isolata a sud dello schieramento italo tedesco, creando due caposaldi di difesa, poco distanti l’uno dall’altro. Alla sera del 1 dicembre il I Battaglione era già in posizione, subito dopo seguito dal II Battaglione e dal Comando Gruppo con il colonnello Tanucci. A quel momento il Gruppo non era più alle dipendenze del Re.co., ma operava in autonomia. I volontari erano armati di 12 pezzi anticarro da 47/32, 12 mitragliatrici, 6 fuciloni da 20mm., un moschetto 91 corto per ognuno, bombe a mano ed anticarro (le famose Passaglia). Scarse le munizioni così come la disponibilità di acqua. Il 3 dicembre 1941 inizia la battaglia di Bir el Gobi. Durante il bombardamento iniziale delle artiglierie britanniche, 32 minuti di proiettili di grosso calibro, fu subito ferito il Maggiore Fulvio Balisti, già legionario fiumano, 3 volte ferito in guerra, decorato 4 volte al valor militare; ebbe una gamba maciullata che gli fu amputata. Il 5 dicembre fu gravemente ferito anche il comandante Tanucci. Poco più di 1500 volontari contro un corpo d’armata britannico: 11ª Brigata Indiana, 7° Reggimento d’artiglieria campale e uno squadrone di carri armati dell’8° Royal Tanks. D’appoggio un’altra unità corrazzata, la 4ª Armoured Brigade. L'attacco inglese prese subito l’ospedale da campo (OdC 45) nelle vicinanze delle postazioni. I caposaldi circondati resistettero da soli, per 7 tentativi portati dalle truppe britanniche, affrontando spesso a bombe a mano i carri alleati con molteplici atti di eroismo; 1455 volontari in linea con 8 cannoni controcarro, 8 mortai e due casse di bombe Passaglia. Quando ormai l’acqua mancava e le munizioni scarseggiavano, arrivarono i carri della Deutsches Afrikakorps e gli M14 della Ariete. Malgrado la notevole disparità di forze, i Giovani Fascisti fecero fallire il piano inglese che prevedeva di dividere in due lo schieramento italo-tedesco impedendo così alle forze alleate di raggiungere El Adem. Quando i volontari furono fatti ripiegare avevano subito 54 morti, 117 feriti e 31 dispersi, ma infliggendo al nemico perdite maggiori. Dopo l'aspra battaglia di Bir el Gobi, il Gruppo GG.FF viene aggregato alla Divisione Sabratha con la quale prese parte ai combattimenti di El Agheila e Marsa Brega. Altri militari furono inviati nelle oasi di Siwa e Giarabub, coprendo oltre 1000 km in otto giorni.1942 - Il 23 luglio il reparto è in parte aviotrasportato a Siwa (Egitto) per occupare l'oasi. Il 30 agosto muta la sua denominazione in Reggimento Giovani Fascisti e dall'Italia giungono i primi complementi del III Battaglione. Qui i sopravvissuti del II Battaglione GG.FF. furono insieme a quelli del 136° Artiglieria, due carri M e due autoblindo prestate dal Nizza Cavalleria. L'esito della battaglia di El Alamein costrinse la costituenda Divisione Corazzata GG.FF. al ripiegamento, per evitare di essere accerchiata. L'8 novembre la colonna abbandona Siwa effettuando una sosta a Giarabub, dove il presidio si aggrega alla colonna. Il 18 novembre i volontari raggiungo0no Agedabia, dopo aver faticosamente percorso circa 1000 km, in gran parte su piste sconosciute, sotto gli attacchi dell'aviazione avversaria che provoca perdite umane e di mezzi. Nel ripiegamento vanno perduti i due unici carri armati M. 14 della Dicisione Corazzata GG.FF. Il Reggimento è ancora ritenuto efficiente al 95% e quindi impiegato come retroguardia a copertura delle forze italo-tedesche.
1943 - A gennaio 1943 con l'abbandono della Libia, il Reggimento paftecipa a diversi combattimenti e nel mese di febbraio si attesta sulla ex linea fortificata del Mareth (Tunisia). In questo periodo giunge il resto del III Battaglione che viene sciolto per reintegrare le perdite del I e del II Battaglione. La battaglia del Mareth da 17 al 30 marzo, vede i volontari impiegati in violenti combattimenti contro la 50a Divisione di fanteria inglese (Green Howards e Durham Light Infantry), rioccupando alcuni capisaldi all'arma bianca. Con il successivo ripiegamento il Reggimento combatte il 5 e 6 aprile sull'Akarit-Chotts, per poi attestarsi sull'ultima linea di resistenza a Enfidaville. Il Reggimento subisce numerose perdite nei sanguinosi combattimenti della prima battaglia di Enfidaville dal 19 al 30 aprile e anche nella seconda battaglia di Enfidaville dal 9 al 13 maggio contro la 50a Divisione di fanteria inglese (69a Brigata) e la 2a Divisione di fanteria neozelandese (6a Brigata). Nel corso di queste battaglie il Reggimento difende tenacemente, anche all'arma bianca, la quota 141 più volte persa ma rimasta in sue mani fino al cessare delle ostilità. Il 13 maggio, per ordine superiore giunto da Roma, il Reggimento è costretto alla resa nella piana di Bou Ficha., dopo aver distrutto armi e munizioni e bruciato il materiale; le fiamme di combattimento del II e del III Battaglione vengono interrate insieme ai documenti, mentre la fiamma del I Battaglione è suddivisa in 17 parti e consegnate ai volontari e ufficiali affinché non cada in mano nemica. Venne ricomposta dai volontari una volta rientrati in Italia e oggi si trova la Museo Risogimentale. Il Reggimento perse circa la metà dei suoi effettivi; caduti in Libia 198, caduti in Tunisia 597, dispersi 391, deceduti nei campi di prigionia 19 per un totale di 1205 militari
Unità maggiori
Il Reggimento Giovani Fascisti era così composto:
1941-1943 |
Comando Compagnia comando, 2 battaglioni fucilieri*, Compagnia mortai da 81, Compagnia cannoni da 47/32 |
* i complementi del III Battaglione furono assorbiti dagli altri due
Campagne di guerra (1940-1943)
Data |
Divisione |
Corpo d'A. |
Armata |
Gruppo d'Armata |
Area di operazioni |
1941 |
|
|
|
Libia |
|
1942 |
Pusteria |
|
|
|
Libia, Tunisia |
1942-43 |
Venezia |
|
|
C.do Dif. Terr. d'Albania |
Tunisia |
Comandanti (1941-1943)
Ten. Col. Tanucci Nannini
Sede
-