Le armi

 

Obice da 380/15

Materiale di artiglieria di armata di grande potenza,

a tiro curvo, a traino benzoelettrico

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Denominazione

 Obice da 380/15

Tipo

 Obice di assedio

Nazione di origine

 Austria-Ungheria

Nazione utilizzatrice

 Austria-Ungheria, Italia

Produttore

 Škoda

Anno di produzione

 1916

Quantità prodotta

 8

 

Bocca da fuoco

Di acciaio, composta (tubo anima, ed un ordine di cerchiatura a manicotti)

Congegno di chiusura

A cuneo, manovra con vite estrattrice. Chiusura ermetica a bossolo metallico

Affusto

Installazione a grande settore mod. 1917

E' costituita da una parte superiore (affusto propriamente detto) congiunta con bulloni ad una parte inferiore (sottofusto) a forma di cassa. Il sottoaffusto è unito a sua volta con chiavarde ad un tamburo (che costituisce la piattaforma girevole) ruotante su una corona circolare posta sul fondo di un cassone di lamiera il quale viene completamente interrato. La culla è simile a quella del mortaio da 305/10. Il freno-ricuperatore è però applicato alla parte superiore anziché a quella inferiore della culla. Rinculo corto costante. Freno ricuperatore idropneumatico.

 

 

 

Origine e sviluppo

 

Lo sviluppo dell'obice ebbe inizio nell'aprile del 1915 ad opera della Škoda, per fornire all'Imperial regio Esercito austro-ungarico un'arma che conciliasse una potenza paragonabile a quella dell'obice Škoda 42 cm Vz. 1914 e la mobilità e la cadenza di tiro del mortaio pesante Škoda 30,5 cm Vz. 1911. Il primo test a fuoco fu effettuato nel gennaio del 1916, cui seguì, nel maggio dello stesso anno, il battesimo del fuoco sul fronte italiano: i primi due esemplari, battezzati "Gudrun" e "Barbara" supportarono l'offensiva austro-ungarica di maggio. L'obice "Barbara" fu posizionato presso l'avamposto Viaz vicino al forte Campo Luserna per combattere i forti italiani Corbin, Campolongo e Casa Ratti.[1] L'obice "Gudrun" si trovò invece in Vallagarina a nord di Rovereto presso Volano e colpì la zona del Pasubio, della Vallarsa e la dorsale del Coni Zugna. Soddisfatto delle prestazioni dei due obici, l'Alto Comando austriaco ordinò ulteriori 14 pezzi. Alla fine della Grande Guerra ne erano stati consegnati in totale 10 pezzi, utilizzati su tutti i fronti.
Con la resa dell'Austria-Ungheria, l'armistizio di Villa Giusti imponeva, tra le altre clausole, la consegna di grandi quantità di materiale d'artiglieria. Al Regio Esercito furono quindi consegnati 5 Obici da 380/15, classificati come artiglieria d'armata. Allo scoppio della seconda guerra mondiale, due pezzi vennero assegnati alla Guardia alla Frontiera, mentre i rimanenti tre si trovavano presso l'Arsenale Regio Esercito di Piacenza (AREN); un pezzo armava, a Bardonecchia, la 253ª Batteria del XLVI Gruppo/19º Raggruppamento artiglieria GAF, mentre il secondo pezzo era assegnato alla 250ª Batteria del CV Gruppo/24º Raggruppamento artiglieria GAF, di stanza a Pontebernardo[2]. Queste armi comunque non presero parte alla battaglia delle Alpi e, con l'armistizio di Cassibile, passarono sotto il controllo dei tedeschi, che ridenominarono l'obice come 38 cm sH 721(i) (la i sta per italien); questi tuttavia non vennero mai impiegati sul campo per la scarsità di munizioni.

Tecnica


La canna, lunga 6,46 m e pesante 20.700 kg, è costituita da un'anima a rigatura destrorsa e da un ordine di manicotti, con otturatore a cuneo orizzontale. Essa è inserita nella culla a manicotto, con il freno di sparo idropneumatico applicato alla parte superiore. La culla simile a  quella del mortaio da 305/10, salvo che il freno ed il ricuperatore sono entrambi applicati alla parte superiore invece che a quella inferiore della culla. E' incavalcata sull'affusto vero e proprio, che a sua volta è congiunto con bulloni al sotto-affusto. Sugli ultimi 8 pezzi prodotti, fu usato lo stesso affusto del cannone Škoda 24 cm Vz. 1916, che infatti aveva orecchionerie per entrambi i tipi di armi: l'obice veniva incavalcato sulle orecchionerie posteriori, il cannone su quelle anteriori. L'affusto consta di una parte inferiore, o sotto-affusto, in forma di cassa, di lamiera metallica e di una parte superiore, congiunta all'altra, mediante bulloni e costituente l'affusto propriamente detto. Il freno ricuperatore è idropneumatico. Il sotto-affusto è inchiavardato ad un tamburo, rotante su una corona circolare posta sul fondo del cassone di lamiera, che viene completamente interrato al momento della messa in batteria. La piattaforma consta di un cassone di lamiera, con traverse e rinforzi. Sul suo fondo è sistemata la corona circolare, sulla quale poggia un tamburo, anch'esso diviso in due parti, che costituisce la piattaforma girevole propriamente detta. Ad essa viene assicurato l'affusto mediante chiavarde.

 

Traino meccanico

 

Treno benzo-elettrico è k'Artillerie-Generatorauto M.16, un trattore d'artiglieria progettato da Ferdinand Porsche e prodotto dalla Daimler. Questo, come le vetture, può montare sia ruote ferroviarie che ruote stradali ed ha la particolarità di essere motorizzato con un generatore a benzina che alimenta i due motori elettrici posti sulle ruote posteriori e, tramite cablature, i motori elettrici posti sulle otto ruote di ciascuna vettura.

Per il traino il materiale si scompone in cinque vetture:
-
Vettura  obice - peso circa kg. 38640.
-
Vettura affusto e culla - kg. 34800.
-
Due vetture mezza piattaforma - kg. 39200 quella di destra; kg. 36600 quella di sinistra.
-
Vettura munizioni con 20 proietti e 20 cartocci bossolo ed un vagoncino munizioni - kg. 3740.
Peso di ciascuna, vettura di carico, vuota - kg. 15400 .
Ciascuna vettura di carico costituita, da due carrelli a 4 ruote identici. Ciascun carrello è munito di due coppie di ruote ferroviarie del diametro di mm. 720. Sul mozzo si possono investire le ruote da strada che hanno diametro di mm. 1030. Scartamento delle ruote ferroviarie mm. 1435. Carreggiata (ingombro a terra) con ruote da strada mm. 1500 (comune a tutte le vetture).
Su ciascuna sala sono montati due motori elettrici della forza di 15 H. P. - La corrente è fornita da una dinamo messa
in azione da un motore a scoppio e sistemata col motore sul carro generatore. Carro generatore, provvisto - come detto - di motore a scoppio per azionare la dinamo che fa agire i servo-motori di cui sono provviste le ruote posteriori del carro e tutte le ruote delle vetture di carico. Può circolare con mezzi propri con o senza le vetture da carico, tanto su strada ordinaria quanto su ferrovia, ma non può essere rimorchiato su rotaie. Quando il materiale è trasportato su ferrovia con trazione a locomotiva, il carro generatore si carica su carro piatto. Ogni trattore benzoelettrico può trainare il treno di 5 vetture sia su strada che su ferrovia (per tratte inferiori ai 50 km), mentre su strada buona anche due treni. Per spostamenti ferroviari lunghi, mentre le vetture vengono agganciate a normali locomotive, il trattore non può essere agganciato e viene trasportato su un normale carro ferroviario. La velocità del convoglio stradale è di 6-8 km/h.


La messa in batteria

Per la messa in batteria era necessario scavare una buca di 52 metri cubi, nella quale veniva calato, tramite verricelli, ed interrato il cassone di lamiera in due elementi. Nel foro circolare del cassone viene inserito il tamburo del sottoaffusto e poi l'affusto con la culla, sulla quale viene infine incavalcata la canna. Lo scavo richiedeva dalle 8 alle 20 ore a seconda del tipo di terreno, mentre per il resto delle operazioni erano necessarie 6-8 ore.

 

Munizionamento

 

Le munizioni, del peso di 741 kg, vengono trasportate dall'apposita vettura e caricate tramite paranchi su un apposito vagoncino, che trasporta il colpo fino alla culatta tramite una decauville, dove, tramite una benna sul lato sinistro, viene prelevato e posizionato sulla cucchiaia di caricamento. Con la canna ad 11° di elevazione, il colpo viene quindi inserito nella culatta da un calcatoio meccanico azionato a manovelle.
La granata da 380 in uso nel 1938 era in acciaio pesante 741 kg, caricata con tritolo o toluoammonal di kg 71,760; il detonatore aveva una carica di rinforzo di gr 5 di esplosivo o una carica a infiammazione di gr 130 di B. P; la spoletta è a percussione mod. 16.
 

 

Dati numerici principali

 

Obice

Lunghezza totale

mm. 6460

Rigatura

destrorsa costante righe: -

Peso dell'obice

(con otturatore) kg. 20700

Meccanismo di sparo

Affusto

Altezza del ginocchiello

mm. 1850

Settore orizzontale di tiro

360°

Settore verticale di tiro

da +40°  a  +70°

Lungh. totale del pezzo in batteria

mm. -

Lunghezza di rinculo normale

mm. -

Carreggiata (con ruote da strada)

mm. 2000

Diametro delle ruote

mm. -

Peso complessivo in batteria

Kg. 81300

Velocità iniziale proietto

459 m/s

Gittata (massima)

m. 15000

Traino

Può eseguirsi tanto su strada ordinaria che su ferrovia per mezzo di un treno benzo-elettrico. Per il traino, il materiale si scompone in:

  • Vettura obice, peso kg. 28300

  • Vettura obice e culla, peso kg. 30800

  • Vettura mezza piattaforma di destra, peso kg. 37600

  • Vettura mezza piattaforma di sinistra, peso kg. 36600

  • Vettura munizioni (con 20 proietti e 20 cartocci a bossolo ed un vagoncino munizioni), peso kg. 36800

Ciascuna vettura di carico è costituita da due carrelli a quattro ruote identici. Ciascun carrello è munito di due coppie di ruote ferroviarie (diametro mm. 720) sul cui mozzo si possono investire le ruote da strada (diametro mm. 1030).

Su ciascuna sala sono montati due motori elettrici la cui corrente è fornita da una dinamo azionata da un motore a scoppio, entrambi sistemati su di un carro-generatore (Daimler). Il carro-generatore fa agire i servo-motori di cui sono provviste le sue ruote posteriori, e tutte le ruote delle vetture di carico1.

Composizione della batteria

-

Velocità oraria stradale

Da 6 a 8 Km.

Profondità della colonna della batteria

m. -

Tempo della messa in batteria

da 12 a 14 ore

Cariche di lancio

-

Sistema di puntamento

Apparecchio di puntamento

-

Munizionamento

(dati al 1938)

Granata a b.p. da 380

di acciaio, peso kg. 741 - carica di tritolo o toluolammonal

Celerità di tiro

Normale

1 colpo ogni 15 minuti

Massima

1 colpi ogni 6 minuti

 

1) Il carro generatore rimorchia elettricamente, su strada o su ferrovia, una unità completa di trasporto. Su strade buone anche due. Non può però essere rimorchiato su rotaie ferroviarie; quindi in caso di trasporto con trazione ferroviaria, detto carro viene caricato su di un carro piatto ferroviario.

 

 

 

Fonte

F. Grandi, "Dati sommari sulle artiglierie in servizio e sul tiro", Ed. fuori commercio, 1934.

F. Grandi, "Le armi e le artiglierie in servizio", Ed. fuori commercio, 1938.

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