Le armi
Cannone da 381/40 AVS
Materiale di artiglieria di grande portata,
su installazione costiera, in torre corazzata
Denominazione |
Cannone da 381/40 AVS |
Tipo |
Cannone ferroviario |
Nazione di origine |
Italia |
Nazione utilizzatrice |
Italia |
Produttore |
Ansaldo |
Anno di produzione |
1917 |
Quantità prodotta |
- |
Bocca da fuoco |
Di acciaio speciale con cerchiatura a nastro |
Congegno di chiusura |
A vite (a gradini del tipo Welin). Chiusura ermetica ad anello plastico |
Installazione |
E' costituita da un massiccio cementizio centrale, con torre binata (con casamatta, camera di manovra e deposito munizioni) e due centrali. La manovra è idraulica. Le culle sono indipendenti per l'elevazione. Il freno è idraulico con nervatura unica fissata sulla generatrice inferiore del cilindro. I ricuperatori sono idropneumatici. |
Origine e sviluppo
Allo scoppio
della prima
guerra mondiale,
il Regio
Esercito aveva
circa 150
cannoni pesanti,
numero
drammaticamente
insufficiente:
si cercò di
ovviare al
problema
ricorrendo
ampiamente alle
artiglierie di
marina delle
postazioni
costiere, mosse
grazie ad
affusti di
fortuna. Le
artiglierie
ferroviarie
erano
completamente
assenti.
Il Regio
Esercito si
interessò a
questo tipo di
armi solo dopo
aver ricevuto in
prestito,
dall'esercito
francese, alcuni
cannoni
ferroviari da
340 mm Mle 1912
B. Avendo avuto
l'opportunità di
constatarne
l'efficacia in
azione, si
decise di
incaricare
l'Ansaldo di
progettare un
affusto
ferroviario per
installarvi un
cannone di
grande potenza.
I pezzi
prescelti per
l'installazione
furono i 381/40
Mod. 1914 che la
ditta stessa
aveva allestito
per le navi da
battaglia classe
Francesco
Caracciolo, la
cui costruzione
era stata
sospesa
all'inizio delle
ostilità. Il
primo di questi
cannoni venne
approntato
all'inizio del
1917.
Tecnica
Il cannone
utilizzato era
il 381/40 da
marina, che era
sistemato su
un'installazione
ferroviaria
appositamente
progettata. Tale
installazione
era inserita in
un treno armato
del Regio
Esercito così
composto:
locomotiva FS 835 o FS 851;
installazione ferroviaria;
due carri con cassone, ognuno dei quali con 32 proiettili;
un carro con due cannoni antiaerei da 76/45;
numero variabile di carri per alloggi e servizi del personale.
L'installazione ferroviaria vera e propria era lunga 24,78 metri, e pesava 212 tonnellate. Dal punto di vista tecnico, era composta da diverse parti:
cannone da 381/40 Mod. 1914: il pezzo, in acciaio, pesava 62,6 tonnellate ed aveva una rigatura a passo costante (120 righe). Il congegno di chiusura era a vite, con sistema Welin, ed era fornito di un congegno scacciafumo.
culla: si trattava di una struttura con forma cilindrica, dentro la quale doveva scorrere la bocca da fuoco dopo lo sparo (per il rinculo). Comprendeva anche i quattro cilindri per i freni idraulici ed i due attacchi per gli stantuffi dei ricuperatori ad aria compressa.
affusto: trattava di una enorme struttura a trave, in metallo, sulla quale era sistemata la culla del cannone.
Questa struttura
era appoggiata a
tre carrelli
ferroviari (due
posteriori a
quattro assi ed
uno anteriore a
sei assi)
tramite una
sospensione
elastica. Il
funzionamento di
questo cannone
era piuttosto
complesso.
Infatti, vista
la potenza del
pezzo, il
sistema di tiro
era su binario,
che doveva
essere
appositamente
predisposto.
Il puntamento di
direzione veniva
effettuato
muovendo tutta
l'installazione
sul binario
stesso, che
aveva un raggio
in curva di 150
metri. Il
settore di
direzione era di
38°, ma era
possibile
rettificarlo di
un ulteriore
grado una volta
posizionato il
complesso.
L'elevazione era
invece compresa
tra 0 e 25°, e
veniva ottenuta
tramite un
congegno a vite
doppia.
Munizionamento
I proiettili
utilizzati erano
navali, del peso
di 875 kg, che
potevano essere
sparati ad una
gittata compresa
tra i 13 ed i 24
km grazie a tre
cariche
ulteriori,
utilizzate come
esplosivo di
propulsione. La
celerità di tiro
era di un
proiettile ogni
cinque minuti.
Per aumentare la
stabilità
durante il tiro,
la parte
centrale
dell'affusto
poggiava
direttamente sul
binario grazie a
dei ceppi di
legno, che
venivano
manovrati da 12
martinetti posti
sui lati
dell'affusto
(sei per lato).
Il cannone
ferroviario
381/40 AVS entrò
in servizio
all'inizio del
1917.
Complessivamente,
ne vennero
approntati
quattro, al
costo (enorme
per l'epoca) di
due milioni di
lire l'uno.
Questi cannoni
vennero
utilizzati
durante la prima
guerra mondiale
sull'Isonzo e
dopo la
battaglia di
Caporetto sul
Piave nonché
sulla linea
Thiene-Rocchette
presso Chiuppano
nel
Vicentino.[2]
Dopo la
dismissione dei
381/40 AVS, le
bocche da fuoco
smontate furono
impiegate per
difendere il
porto di Genova
nel conflitto
successivo,
armando nello
specifico la
batteria di
Arenzano e la
Batteria Monte
Moro.
Dati numerici principali
Cannone |
Lunghezza totale |
mm. 15570 |
|
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|
Settore orizzontale di tiro |
- |
|
Settore verticale di tiro |
- |
|
Lunghezza totale del pezzo in batteria |
mm. - |
|
Lunghezza di rinculo |
mm. 1140 |
|
Peso del cannone |
Kg. 83825 (con otturatore) |
|
Velocità iniziale proietto |
700 m/s |
|
Gittata (massima) |
m. 240001 |
|
Cariche di lancio |
3 |
|
Sistema di puntamento |
Apparecchio di puntamento |
- |
Munizionamento |
Granata a b.p. da 381 (senza cappuccio) |
di acciaio, peso kg. 876 - carica di tritolo |
Granata a b.p. da 381 (con cappuccio) |
di acciaio, peso kg. 876 - carica di tritolo |
|
Granata a b.p. da 381 (con tagliavento) |
di acciaio, peso kg. 876 - carica di tritolo |
1) La gittata di m. 24000 è ottenuta con l'angolo di tiro di mill. 687, i quali però non sono consentiti dalla installazione. Questa concede soltanto una gittata massima di m. 18900
Fonte
F. Grandi, "Dati sommari sulle artiglierie in servizio e sul tiro", Ed. fuori commercio, 1934.
F. Grandi, "Le armi e le artiglierie in servizio", Ed. fuori commercio, 1938.
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