Le armi
Obice da 420/12
Materiale di artiglieria di grande potenza,
in installazione d'assedio e da costa
Denominazione |
Obice da 420/12 |
Tipo |
Obice d'assedio e da costa |
Nazione di origine |
Austria-Ungheria |
Nazione utilizzatrice |
Austria-Ungheria, Italia |
Produttore |
Škoda |
Anno di produzione |
1909 |
Quantità prodotta |
7 |
Bocca da fuoco |
Di acciaio speciale |
Congegno di chiusura |
A cuneo |
Origine e sviluppo
L'obice nasce nel 1914 per fornire all'artiglieria costiera delle basi navali austro-ungariche sul Mare Adriatico un'arma capace di contrastare le moderne dreadnought penetrandone, con un angolo di tiro indiretto, la parte meno protetta dalle corazzature, ovvero il ponte; l'obice infatti risultava più economico dei potenti cannoni necessari per perforare con il tiro diretto le spesse corazze delle murate e delle torrette e inoltre, grazie al tiro parabolico, poteva essere occultato e protetto dietro a colline e ostacoli naturali, risparmiando quindi costose installazioni corazzate. Questo obice fu infatti ufficialmente designato 42 cm L/15 Küstenhaubitze M 14, ovvero "obice da costa da 42 cm L/15 M14".
Nel 1918,
alla fine della
guerra, 7 obici
furono
consegnati come
risarcimento di
guerra al Regno
d'Italia, dove
il pezzo fu
denominato
"Obice da
420/12". Quattro
furono assegnati
a quattro
diverse batterie
dell'artiglieria
della Guardia
alla frontiera.
In particolare
l'obice
equipaggiava la
260ª Batteria a
Tenda, la 263ª
Batteria del LXXV Gruppo/23º
Raggruppamento
artiglieria GAF
a Bar Cenisio,
nel settore del
Moncenisio, la
261ª e 262ª
Batteria del
LXXXV Gruppo/8º
Raggruppamento
artiglieria GAF
a Cesana
Torinese e
Claviere, in Val
di Susa. Altri
due pezzi erano
presso
l'Arsenale Regio
Esercito di
Piacenza ed un
settimo era
fuori uso. Le
batterie non
entrarono in
funzione durante
la battaglia
delle Alpi
Occidentali per
mancanza di
munizionamento,
che arrivò a
scontri
terminati,
mentre i pezzi
della 261ª e
262ª Batteria,
catturati dalla
Wehrmacht dopo
l'armistizio di
Cassibile,
aprirono il
fuoco su
Briançon
nell'inverno
1944-1945.
Installazioni
a) Da
costa :
sistemata sopra
una piazzola di
calcestruzzo;
b) Da
costa trasformata
per l'assedio,
sostituendo alla
piazzola
di calcestruzzo
un robusto
paiolo di travi
di legno;
c)
D'assedio, mod.
16: simile
all'installazione
dell'obice
da
380/15.
altezza dell'asse del pezzo mm. 2070;
settore verticale di tiro da +40° a +70°;
settore orizzontale di tiro 360°;
dotato di Freno idraulico e ricuperatore idropneumatico;
peso
dell'affusto
completo con
piattaforma ed
accessori
kg.
87000;
peso dell'installazione completa: kg. 113000;
d)
D'assedio mod.
17: la
piattaforma è
modificata ed
alleggerita, in
modo da poter
trasportare col
mezzo cassone la
relativa
mezza
piattaforma.
Impiego
Dei due esemplari che dovevano difendere la base della k.u.k. Kriegsmarine di Pola, solo uno fu effettivamente installato in torretta corazzata, mentre il secondo, essendo Pola minacciata dallo scoppio della guerra con l'Italia e ritenendo meno pressante il pericolo dal mare rispetto al fronte terrestre, fu modificato dalla Škoda per il trasporto nel gennaio 1915, ottenendo il 42 cm Haubitze M. 14: questa versione, riconoscibile perché la canna conservava parte dello scudo di torretta, aveva una mobilità molto ridotta e richiedeva un'installazione molto complessa. Il 14 dello stesso mese comunque, uno di questi M 14, il n. 2, sparò il suo primo colpo contro la stazione di Tarnów, in Polonia; l'anno successivo, durante la offensiva austro-ungarica di maggio, formò la batteria numero 3 dell'artiglieria pesante a lunga gittata, affiancando uno degli obici Škoda 38 cm Vz. 1916 ("Gudrun") a Volano nel bombardamento dell'altopiano dei Sette Comuni. Un secondo M 14, da Malga Laghetto di Lavarone e da Casotto nella Valle dell'Astico, appoggiava il "Barbara" nel bombardamento del Forte Verena.
Fotografie conservate presso la Biblioteca nazionale austriaca documentano che nell'agosto 1916 la "Batteria 3" fu spostata nel settore di Mauthen-Kotschach, dove aprì il fuoco il 21 agosto 1916 contro Timau e le retrovie italiane nel settore di Passo di Monte Croce Carnico; nello stesso mese un secondo M14 in torre corazzata fu messo in batteria a Malborghetto in Val Fella con obiettivo le retrovie italiane di Dogna e direzione del tiro affidata a osservatori in volo su ricognitore munito di ricetrasmittente; una delle fotografie documenta i danni alla corazzatura da tiro di controbatteria subiti mentre il pezzo era schierato in Val Lagarina. Nel 1916, per ovviare alla bassa mobilità del pezzo, fu messa in produzione una nuova versione di affusto, che rendeva il pezzo trasportabile previa scomposizione in sei sezioni trainate da autocarri; questa versione fu chiamata 42 cm Autohaubitze M 16 e ne derivò una variante alleggerita detta 42 cm Autohaubitze M 17, trasportabile in sole quattro sezioni. In totale furono prodotti 8 obici: un Küstenhaubitze M 14, due Haubitze M 14, quattro Autohaubitze M 16 e un Autohaubitze M 17. Quest'ultimo non fu in realtà mai adoperato durante le ostilità e fu catturato dalla Germania nazista quando occupò la Cecoslovacchia nel 1938-39: i tedeschi lo ridenominarono 42 cm Haubitze (t), lo impiegarono prima nel 1940 contro l'Opera Schoenenbourg della Linea Maginot, poi nel 1942 in Crimea, nell'assedio di Sebastopoli.
Nel 1918, alla fine della guerra, 7 obici furono consegnati come risarcimento di guerra al Regno d'Italia, dove il pezzo fu denominato "Obice da 420/12". Quattro furono assegnati a quattro diverse batterie dell'artiglieria della Guardia alla frontiera. In particolare l'obice equipaggiava la 260ª Batteria a Tenda, la 263ª Batteria del LXXV Gruppo/23º Raggruppamento artiglieria GAF a Bar Cenisio, nel settore del Moncenisio, la 261ª e 262ª Batteria del LXXXV Gruppo/8º Raggruppamento artiglieria GAF a Cesana Torinese e Claviere, in Val di Susa. Altri due pezzi erano presso l'Arsenale Regio Esercito di Piacenza ed un settimo era fuori uso. Le batterie non entrarono in funzione durante la battaglia delle Alpi Occidentali per mancanza di munizionamento, che arrivò a scontri terminati, mentre i pezzi della 261ª e 262ª Batteria, catturati dalla Wehrmacht dopo l'armistizio di Cassibile, aprirono il fuoco su Briançon nell'inverno 1944-1945.
Varianti
Obice
420/12 Mod. 14
da costa e Mod. 14
d'assedio
La canna,
lunga 6,29 m e
pesante 26.000
kg ha rigatura
destrorsa ad 84
risalti, con
otturatore a
cuneo
orizzontale.
Essa è inserita
nella culla a
manicotto, con
il freno di
sparo
idropneumatico
applicato alla
parte inferiore.
Nel
Küstenhaubitze M
14 la culla è
inserita nella
torretta
corazzata, con
lo scudo della
cannoniera
fissato alla
canna. Nella
versione mobile,
d'assedio,
dell'obice M.
14, la culla
viene
incavalcata su
un affusto
applicato ad una
piattaforma
rotante, con
protezione
laterale
blindata. La
piattaforma
necessita di una
base di
calcestruzzo o
di un paiolo di
travi di legno
sul quale
brandeggia a
360°. Il
caricamento
avviene tramite
una cucchiaia
con calcatoio
meccanico
azionato a
manovelle per
l'inserimento
del colpo nella
culatta.
Obice
420/12 Mod. 16
Viste le
grandi
difficoltà di
trasporto di un
complesso
originariamente
destinato alla
posa statica,
nel 1916 il
pezzo fu
profondamente
modificato per
il traino.
Mantenendo
inalterata la
canna, la culla
ed il sistema di
caricamento, fu
introdotto un
affusto simile a
quello
dell'obice Škoda
38 cm Vz. 1916,
a cassa,
inchiavardato ad
un tamburo,
rotante su una
corona circolare
posta sul fondo
del cassone di
lamiera, che
viene
completamente
interrato al
momento della
messa in
batteria. Le
munizioni,
pesanti fino a
1.000 kg,
vengono
strasportate
dall'apposita
vettura e
caricate tramite
paranchi su un
vagoncino, che
trasporta il
colpo fino alla
culatta tramite
una decauville.
Il traino
avviene su sei
vetture:
vettura obice: per il trasporto della canna, pesante 41.600 kg;
vettura affusto: per il trasporto dell'affusto, pesante 39.200 kg;
due vetture mezzo cassone: ognuna per una metà del cassone di lamiera, ognuna pesante 35.600 kg;
due vetture mezza piattaforma: ognuna per una metà della piattaforma di tiro, ognuna pesante 15.000 kg.
Le prime quattro
vetture erano
montate su due
carrelli, ognuno
dei quali munito
di due coppie di
ruote
ferroviarie da
720 mm di
diametro: su
ogni mozzo erano
inseribili delle
ruote da strada
da 1030 mm. Su
ciascuna delle
quattro sale di
ogni vettura si
trovavano due
motori
elettrici, uno
per ruota. Il
treno di traino,
formato dalle
quattro vetture,
era trainato
dall'Artillerie-Generatorauto
M.16, un
trattore
d'artiglieria
progettato da
Ferdinand
Porsche e
prodotto dalla
Austro-Daimler;
questo, come le
vetture, poteva
montare sia
ruote
ferroviarie che
ruote stradali e
aveva la
particolarità di
essere
motorizzato con
un generatore a
benzina che
alimentava i due
motori elettrici
e, tramite
cablature, i
motori elettrici
posti sulle otto
ruote di
ciascuna
vettura. Le due
vetture per la
piattaforma
erano trainate
da normali
trattrici a
benzina.
Obice
420/12 Mod. 17
Un'ulteriore
riduzione del
peso del
complesso ed
altre modifiche
di dettaglio
portarono al
modello M 17, in
modo da ridurre
a quattro i
carichi
dell'obice
scomposto.
potrebbe ridursi
alla fine a
quattro. Da
questo modello
anche quattro
ordini, con
però, c'era solo
una cosa da
usare. Il traino
avviene su
quattro vetture:
vettura obice: per il trasporto della canna, pesante 41.600 kg;
vettura affusto: per il trasporto dell'affusto, pesante 39.200 kg;
due vetture mezzo cassone con mezza piattaforma: ognuna pesante 40.600 kg;
Le quattro vetture, montate sugli stessi carrelli a servomotori elettrici del M 16 (e dell'Škoda 38 cm Vz. 1916), sono tutte trainate da un carro-generatore Generatorzugwagen M.16.
Munizionamento
Il munizionamento delle versioni del 420/12 era il seguente:
granata a bocchino posteriore da 420 lunga: di acciaio, carica di toluoammonal, peso kg 1.000.
granata a bocchino posteriore da 420 corta: di acciaio, carica di toluoammonal, peso kg 800.
Dati numerici principali
Obice |
Lunghezza totale |
mm. 6290 |
Rigatura |
destrorsa costante righe: 84 |
|
Peso della bocca da fuoco |
(con otturatore) kg. 26000 |
|
Meccanismo di sparo |
- |
|
Affusto |
Altezza del ginocchiello |
mm. 2070 |
Settore orizzontale di tiro |
360° |
|
Settore verticale di tiro |
da +40° a +70° |
|
Lungh. Totale del pezzo in batteria |
mm. - |
|
Lunghezza di rinculo |
mm. - |
|
Carreggiata |
mm. - |
|
Diametro delle ruote |
mm. - |
|
Peso del pezzo in batteria (con scudi) |
Kg. 113000 |
|
Velocità iniziale proietto |
m/s 470 |
|
Gittata (massima) |
m. 14600 |
|
Installazioni |
Sono le seguenti:
|
|
Traino |
Si effettua con carri generatori benzo-elettrici e con vettture a carrelli con servomotori (simili a quelli dell'obice da 380/15) Per l'installazione d'assedio Mod. 916, il traino si effettua in 6 carichi.
Le prime 4 vetture sono trainate con carro-generatore benzoelettrico; le due vetture per mezza piattaforma sono rimorchiate da trattrici.
Per l'installazione d'assedio Mod. 917, il traino si effettua in 4 carichi:
Il traino si effettua con carri-generatori benzoelettrici |
|
Composizione della batteria |
- |
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Velocità oraria stradale |
- |
|
Profondità della colonna della batteria |
- |
|
Tempo della messa in batteria |
- |
|
Cariche di lancio |
- |
|
Sistema di puntamento |
Apparecchio di puntamento |
- |
Munizionamento |
Granata a b.p. da 420 lunga |
Di acciaio, peso kg. 1000 – carica di toluolammonal |
Granata a b.p. da 420 corta |
Di acciaio, peso kg. 800 – carica di toluolammonal |
|
Celerità di tiro |
Normale |
1 ogni 15 minuti |
Massima |
1 ogni 10 minuti |
Fonte
F. Grandi, "Dati sommari sulle artiglierie in servizio e sul tiro", Ed. fuori commercio, 1934.
F. Grandi, "Le armi e le artiglierie in servizio", Ed. fuori commercio, 1938.
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