Le armi
Obice da 75/18 Mod. 34
Materiale di artiglieria leggera someggiabile e trainabile
Denominazione |
Obice da 75/18 mod. 34 |
Tipo |
Obice da montagna |
Nazione di origine |
Italia |
Nazione utilizzatrice |
Italia |
Produttore |
Ansaldo |
Bocca da fuoco |
Di acciaio con tubo anima sfilabile a freddo, scomponibile in due parti: canna e blocco di culatta, collegate fra di loro da una slitta, la quale ha anche il compito di aumentare il peso della massa rinculante (e quindi diminuire il tormento dell'affusto). La bocca da fuoco è provvista di freno di bocca. |
Congegno di chiusura |
A cuneo orizzontale (simile a quello dell'obice da 75/13). congegno di sparo a ripetizione, a percussione |
Affusto |
Ha le due code del sottaffusto divaricabili, facilmente adattabili al terreno, con apertura variabile, e scomponibile in parti, in modo da dare la possibilità di sparare a code lunghe ed a code corte. Orecchioni: della culatta molto indietro. Carreggiata variabile. Possibilità di grandi settori di tiro verticale ed orizzontale. |
Origini e sviluppo
Nel 1929 il Servizio Tecnico Armi e Munizioni emanò un programma di ammodernamento generale dell'arma di artiglieria, che ancora era basata sui materiali usati nel corso della prima guerra mondiale e su materiale di preda bellica (principalmente Skoda), comunque quasi tutto ormai obsoleto in confronto alle costruzioni ed ai progetti delle altre potenze. In base a questo programma di ammodernamento fu previsto di costruire un obice che sostituisse i pezzi da montagna tipo 75/13 Mod. 15 di preda bellica e quelli tipo 75/27 Mod. 1906 e 75/27 Mod. 1911 in alcune tipologie di divisioni, considerati ormai obsoleti. I requisiti per il nuovo pezzo di artiglieria erano una buona mobilità, anche in terreno difficile, possibilità di essere scomposto in carichi someggiabili per spostamenti in terreno montuoso, ampio settore di tiro. Il calibro fu deciso in 75 mm non tanto basandosi su considerazioni sull'efficacia del proietto, quanto sulla base delle notevoli scorte di munizioni di tale calibro disponibili nei magazzini. Fu presentato un progetto Ansaldo nel 1932, con bocca da fuoco lunga 17 calibri, ma, dopo la presentazione di un nuovo progetto della Direzione del Servizio Tecnico Armi e Munizioni, la lunghezza della bocca da fuoco fu portata a 18 calibri (75/18 Mod 32), dopo i risultati soddisfacenti ottenuti dai tiri e le prove di traino, furono ordinati 4 esemplari di preserie. L'obice venne adottato ufficialmente nel 1934. Questo pezzo nacque in ritardo sui tempi, dato che ormai il calibro di riferimento per le artiglierie divisionali si stava spostando su valori attorno a 100 mm (la Francia stava mettendo in linea il Bourges 105 mm C Mle 1935, la Germania aveva deciso per il 10,5 cm leFH 18 e la Gran Bretagna stava studiando l'Ordnance QF 25 lb da 88 mm). Se si considera però l'utilizzo che se ne fece del pezzo, ovvero quello di artiglieria da montagna (i pezzi finiti in Russia ed in Tunisia erano inquadrati nelle cosiddette "divisioni da montagna", divisioni di fanteria in grado di sostituire l'autotrasporto al someggio di artiglierie e salmerie), fu un buon pezzo; solo per fare un paragone, la Wehrmacht utilizzò il 7,5 cm Gebirgsgeschütz 36 con una gittata inferiore di 500–1000 m (9,0 della controparte germanica contro i 9,5 km del pezzo italiano, elevabili a 10,0 con un apposito freno di bocca, che nell'obice tedesco era invece già installato), una granata decisamente più leggera (5,7 kg contro 6,7), un peso ed una lunghezza della canna all'incirca uguale.
Il modello 75/18 Mod. 34
La canna, con anima sfilabile a freddo, nei primi lotti di produzione era fornita di un freno di bocca a 4 luci di efflusso, successivamente eliminato. L'otturatore era a cuneo, scorrimento orizzontale, simile a quello dell'obice da montagna Škoda 7,5 cm Vz. 1915. Il puntamento era ottenuto tramite un alzo a tamburo, a linea di mira indipendente da quella della canna, fornito di un dispositivo per correggere l'errore legato all'eventuale dislivello delle ruote. Questo pezzo aveva un affusto a doppia coda divaricabile e ripiegabile, quindi con un ampio settore di tiro orizzontale (48°) e verticale (-10-65°). Le code erano ad assetto variabile sia in lunghezza (2 posizioni) sia in apertura (4 posizioni). Le ruote, di diametro ridotto con semipneumatici, erano a carreggiata variabile, per permetterne il traino anche su carrarecce e mulattiere. La variazione della carreggiata era ottenuta collegando opportunamente i due mezzi assali che formavano l'assale rigido del mezzo. Con particolari accorgimenti era possibile portare l'elevazione massima a 80°, cioè utilizzando il pezzo come mortaio, con una gittata di 3300 m, ma con un'ordinata della traiettoria di 5420 m e un angolo di caduta di quasi 52. La granata standard era la 75/13, con cui si raggiungeva una gittata di circa 9 km, tuttavia, utilizzando un apposito freno di bocca rigato, la portata poteva essere aumentata fino a 10 km. Utilizzando lo stesso freno di bocca si otteneva inoltre un sensibile miglioramento per quanto riguardava la precisione del tiro. Il traino poteva essere animale, a timonella, oppure meccanica, sostituendo la timonella con un attacco apposito. Per il movimento in montagna il pezzo poteva essere scomposto in 8 carichi someggiabili. Il Mod. 34 fu costruito in circa 600 esemplari.
Dati numerici principali
Cannone |
Lunghezza totale |
calibri 18,3 |
Rigatura |
( da sinistra a destra) righe 25 |
|
Peso del cannone |
kg. 105 |
|
Affusto |
Altezza del ginocchiello |
mm. 756 |
Settore orizzontale di tiro |
50° |
|
Settore verticale di tiro |
-10° + 65° |
|
Lungh. Totale del pezzo in batteria |
mm. - |
|
Lunghezza di rinculo massimo |
mm. 1000 |
|
Carreggiata |
con sale rigide di tiro: mm. 1284 |
|
con sale rigide di traino: mm. 984 |
||
con sale elastiche: mm. 1175 |
||
Diametro delle ruote |
mm. 700 |
|
Peso del pezzo in batteria (con scudi) |
Kg. 800 |
|
Velocità iniziale proietto |
m. 400 |
|
Gittata (massima) |
m. 9500 |
|
Someggio e traino |
Il sommeggio si effettua scomponendo il pezzo nei seguenti carichi: 1° carico - bocca da fuoco kg. 105 2° carico - testata kg. 109 3° carico - ruote, sale ed alzo kg. 115 4° carico - code e vomeri kg. 110 5° carico - slitta, stanghe accessori kg. 109 6° carico - culatta ed equilibratori kg. 105 7° carico - scudi e timonella kg. 111 La manovra di passaggio dalla posizione di batteria a quella di traino richiede non più di 5 minuti. Le munizioni vengono trasportate in cassette capaci di contenere 2 colpi completi. un mulo porta 6 cassette. Il traino è stato particolarmente studiato con quadrupedi (attaccati di punta a mezzo di apposita timonella). Il traino senza scudi è normale in montagna, a causa dell'ingombro laterale degli scudi. Il traino meccanico si effettua con attacco diretto del trattore. Peso della vettura al traino (con scudi) kg. 820 Peso della vettura la traino (senza scudi) kg. 740 Per il trasporto a spalla, i carichi di peso massimo indivisibili sono i seguenti: bocca da fuoco kg. 105 testata kg. 109 culla kg. 106 slitta kg. 88 culatta kg. 70 |
|
Velocità oraria stradale |
con trattore da montagna e sale elastiche: 15 km ora |
|
con trattor veloce: 30-35 km ora |
||
Profondità della colonna della batteria |
m. - |
|
Tempo della messa in batteria |
- |
|
Cariche di lancio |
- |
|
Munizionamento (dati al 1938) |
Granata da 70 |
Di acciaio – peso del cartoccio granata kg. 4,840 – carica di tritolo fuso |
Shrapnel da 70 |
Di acciaio – peso del cartoccio shrapnel kg. 4,900 – con pallette di piombo e antimonio |
|
Celerità di tiro |
Normale |
- colpi al minuto |
Massima |
- colpi al minuto |
Fonte
F. Grandi, "Dati sommari sulle artiglierie in servizio e sul tiro", Ed. fuori commercio, 1934.
F. Grandi, "Le armi e le artiglierie in servizio", Ed. fuori commercio, 1938.
Wikipedia