Le armi
Cannone da 75/27 Mod. 911
Materiale di artiglieria leggera
trainato a cavalli adattabile a traino meccanico
Denominazione |
Obice da 75/27 mod. 911 |
Tipo |
Cannone |
Nazione di origine |
Italia |
Nazione utilizzatrice |
Italia |
Produttore |
Ansaldo |
Bocca da fuoco |
E' l'obice da 75/18 Mod. 34 con diversa organizzazione dell'affusto la quale lo rende atto al traino animale o meccanico. |
Congegno di chiusura |
- |
Affusto |
- |
Origini e sviluppo
Nel 1906 era stato introdotto in servizio
nel Regio Esercito il cannone da 75 mm Krupp a tiro rapido, che
era stato utilizzato già nel 1910 nella guerra di Libia. La
valutazione operativa dei risultati del cannone aveva dato un
esito insoddisfacente, soprattutto a causa della scarsa mobilità
su terreno vario e settori di tiro eccessivamente ridotti.
Considerando che gli arsenali dell'esercito stavano accumulando
un certo ritardo nelle consegne di pezzi Mod. 1906, la questione
dell'artiglieria da campagna fu riconsiderata, effettuando
sperimentazioni su materiali Schneider, Déport e Krupp. In
seguito a queste sperimentazioni fu deciso di adottare il
modello Déport da 75 mm a tiro rapido. La produzione effettiva
del cannone fu affidata ad un consorzio di 27 ditte presieduto
dalla Vickers-Terni e dalla Società Acciaierie Terni. Il 75/27
Mod. 1911 doveva affiancarsi al Mod. 1906 nei reggimenti
artiglieria da campagna, ma il programma subì sensibili ritardi,
tanto che solo alla vigilia della prima guerra mondiale furono
disponibili tutti i pezzi Mod. 1906 e Mod. 1911 ordinati.
La tecnica
Il pezzo era su un affusto ruotato, con ruote in legno a razze,
che ne limitavano fortemente la possibilità di traino meccanico.
Questa, per tutta la vita operativa del pezzo, rimase la
maggiore pecca di un pezzo che, altrimenti, avrebbe potuto
rappresentare una soluzione accettabile per le artiglierie di
accompagnamento della fanteria.
La canna era su due pezzi, anima e manicotto, collegata alla
culla da due lisce per la guida nel corso del rinculo.
L'otturatore era a vite, con tenuta assicurata dall'espansione
del bossolo in ottone. Il meccanismo di percussione era in una
scatola applicata al vitone dell'otturatore, ed era composto da
massa battente, percussore, grilletto, leva di armamento.
La differenza più notevole rispetto al modello 1906 era data
dall'affusto a doppia coda, che permetteva di avere quattro
punti di appoggio al terreno, dato che i giunti fra le code e
l'affusto erano di tipo sferico. In questo modo la stabilità
laterale del pezzo era assicurata anche con la canna ai massimi
valori di brandeggio. Il sistema di rinculo era combinato, per
permettere al pezzo alzi elevati senza che si rischiasse che la
culatta urtasse contro il terreno durante il rinculo. Il sistema
di rinculo combinato era ottenuto dotando l'affusto di due
organizzazioni di organi elastici indipendenti, in modo da
dividere il rinculo in due componenti, una parallela al terreno
ed una parallela alla canna, in questo modo il rinculo della
canna era circa un quarto di quello del modello 1906.
L'affusto era composto dalla sala che poggiava sulle ruote,
dalle due code collegate alla sala, dalla culla e dalla slitta
di (con i propri organi elastici) e dalla culla della bocca da
fuoco (con freno di rinculo e recuperatore propri). La culla
d'affusto, che era imperniata al telaio al centro della sala,
poteva ruotare sul piano orizzontale, mentre la sala poteva
ruotare nel piano verticale per un angolo compreso fra -15 e
+15° (indipendentemente dal meccanismo di elevazione del pezzo).
Il congegno di elevazione agiva sulla culla della bocca da
fuoco, quindi l'elevazione della bocca poteva essere ottenuta
sia agendo sulla sala sia agendo sulla culla. Le code erano di
lamiera a sezione rettangolare e terminavano con una cassa
girevole in cui alloggiavano vomeri a coltello che venivano
fissati al terreno.
Alla sala erano fissati lo scudo dello spessore di 4 mm ed il
freno per il bloccaggio manuale delle ruote. Il meccanismo di
puntamento era a cannocchiale panoramico fornito di dispositivi
di correzione per lo sbandamento e per la derivazione.
Il traino animale (su tre pariglie) era effettuato unendo al
cannone un avantreno con cassone da 32 cartocci proietto, su cui
potevano trovare posto tre serventi. Per il traino meccanico
(tipicamente con trattore d'artiglieria Fiat-SPA TL37) il pezzo
veniva caricato su un carrello ammortizzato inserito
internamente alle sue ruote, sotto la sala. Su terreno rotto il
carrello poteva trasformarsi in avantreno.
L'impiego
Prima guerra mondiale
Il munizionamento 75/27 nella prima guerra mondiale era il
seguente:
granata caricata a tritolo o schneiderite
shrapnel caricato con 360 pallette da 9 g o 260 da 12 g
granata con spoletta a percussione Schneider (costruzione
francese)
granata dirompente per tiro contraerei
granata chimica con 400 g di liquido lacrimogeno o gas
asfissiante o miscela nebbiogena
granata inerte (per esercitazione)
Nel maggio del 1915 erano in linea nel Regio Esercito 125
batterie armate con questo pezzo, per un totale di 500 bocche da
fuoco, in organico ai reggimenti di artiglieria delle divisioni
di fanteria e dei corpi d'armata. Il 75/27 Mod. 1911, grazie
alle sue caratteristiche superiori a quelle dei corrispondenti
materiali austriaci (Škoda 8 cm Vz. 1905), permise
all'artiglieria da campagna italiana di operare vantaggiosamente
nei confronti di quella nemica (vedi l'operazione di puntamento
nella illustrazione di una rivista dell'epoca). Nel corso della
guerra continuò la costruzione dei pezzi da 75 mm sia modello
1906 sia modello 1911, tanto che, nel novembre 1917, erano in
linea 488 batterie con 1931 cannoni di entrambi i modelli.
Nonostante la perdita di 140 batterie nella ritirata di
Caporetto, nel settembre 1918 i cannoni modello 1911 disponibili
erano già risaliti a 820.
All'inizio della guerra una trentina di batterie vennero
assegnate alla difesa contraerei, a cui il pezzo, date le
caratteristiche di traiettoria, di settore e di cadenza di tiro,
si prestava sufficientemente bene. Fin dal 1914 infatti era
stata studiata un'installazione particolare che permetteva
l'elevazione della canna fino a 75-80° ed un settore di
intervento di 30°. Il materiale destinato alla difesa contraerei
era privo di scudo e fornito di dispositivi di mira
particolari[5]. Il 75/27 Mod. 1911 fu il pezzo più utilizzato
dal Regio Esercito in funzione contraerei, arrivando ad armare
43 batterie nell'ottobre 1918.
L'impiego fra le due guerre mondiali
Dopo la prima guerra mondiale il pezzo rimase in linea con i
reggimenti di artiglieria delle divisioni di fanteria, mentre
venivano condotti studi per migliorare le prestazioni del pezzo,
in particolare per raggiungere una gittata di 12 km e per
adattare il pezzo al traino meccanico. In particolare nel 1932
venne adottato un nuovo munizionamento, a cartoccio bossolo cioè
a carica variabile, che aumentava la gittata di 2 km. Per
migliorare la mobilità inizialmente fu adottato un carrello
elastico autotrainabile su cui veniva caricato il cannone, ma
alla fine le ruote a raggi (di legno) furono sostituite da ruote
metalliche gommate, almeno per i gruppi assegnati alle unità
motorizzate. Infatti, anche durante la seconda guerra mondiale
si incontravano spesso cannoni da 75/27 con le ruote in legno
originali (lo stesso valeva per pezzi di calibro maggiore, come
il 105/28 ed il 105/32). Il sistema di autotrasporto, utilizzato
fino al 1928, venne abbandonato sia per le difficoltà di
movimento degli autocarri (che non erano a trazione integrale)
sia per l'instabilità dovuta al baricentro del sistema
eccessivamente alto. I primi trattori utilizzati furono i
trattori ruotati Pavesi P4, ma successivamente furono utilizzati
i trattori cingolati Fiat-OCI 708 CM e ruotati TL37.
Nel corso della guerra civile spagnola 99 pezzi furono
utilizzati con il CTV. I cannoni da 75 mm di calibro, nel
periodo fra le due guerre, diventarono completamente obsoleti
per l'uso come artiglieria da campagna, a causa della scarsa
efficacia (dovuta al calibro limitato) delle granate sparate da
essi; all'inizio della seconda guerra mondiale l'unica grande
nazione che aveva ancora in linea artiglierie da campagna di
tale calibro era la Francia con il suo 75 mm Mle. 1897, mentre
l'Unione Sovietica impiegava un calibro simile, con il cannone
76,2 mm M1936, utilizzato sia come artiglieria da campagna sia
in funzione controcarri.
L'impiego nella seconda guerra mondiale
Il munizionamento 75/27 nella seconda guerra mondiale era il
seguente:
granata ordinaria da 75
shrapnel caricato a pallette
granata a grande capacità
scatola a mitraglia (238 pallette di piombo da 16 mm)
granata perforante esplodente
granata Mod. 32
granata ordinaria Mod. 34/36
granata a doppio effetto
granata 1900/15N (di provenienza francese)
granata Mod. 17 (di provenienza francese)
granate EP (effetto pronto) o EPS (effetto pronto speciale) o
EPS Mod. 42 (a carica cava)
proiettili a grande capacità fumogeni/incendiari
granata chimica lacrimogeno o vescicante
granata a caricamento speciale per scuola di tiro
Nonostante gli studi per adattare i cannoni al traino meccanico,
quando l'Italia entrò in guerra, la massima parte delle
artiglierie era ancora ippotrainata, né facevano eccezione i
75/27 Mod. 11, di cui, su 1300 in linea solo 268 erano già stati
predisposti al traino meccanico[6]. I palliativi utilizzati,
come traino su carrello elastico e la semplice sostituzione
delle ruote in legno con ruote metalliche non diedero buoni
risultati.
Il cannone 75/27 Mod. 11 operò su tutti i fronti, tranne
l'Africa Orientale. I 75/27 Mod. 1911 furono utilizzati
principalmente sul fronte russo, mentre sul fronte nord Africano
veniva preferito il più rustico 75/27 Mod. 1906. In Libia nel
1942 erano disponibili 138 pezzi, ridotti a soli 42 dopo la
battaglia di El Alamein e nel febbraio 1943 erano ulteriormente
ridotti a 10.
Penetrazione per il cannone 75/27 Mod. 06 |
||
Distanza (m) |
Impatto a 90° (mm) |
Impatto a 60° (mm) |
500 |
50 |
45 |
1000 |
45 |
35 |
Questo cannone ebbe anche un certo uso come pezzo controcarri,
utilizzando anche granate a carica cava, tuttavia il confronto
fra il nostro cannone ed i controcarri tedeschi, effettuato nel
1942 nel corso di una missione in Germania per provare
l'efficacia del cannone contro i carri T-34 di preda bellica
tedesca, fu estremamente deludente per il nostro cannone, che
non riusciva a provocare danni sensibili alla corazzatura del
carro russo.
Nonostante le limitazioni, durante la battaglia dell'ansa di
Serafimovich (sul Don, tra il 30 e il 31 luglio 1942) furono
schierati i pezzi del II Gruppo da 75/27 del 120º Reggimento
d'Artiglieria Motorizzato (accanto a pezzi concepiti come
controcarro: gli italiani da 75/32 e tedeschi da 75/97/38,
denominazione italiana per il 7,5 cm Pak 97/38, derivato dal 75
mm Mle. 1897 francese): secondo la relazione, l'utilizzo di
granate mod.32 senza innesco per il 75/27 ha prodotto risultati
solo entro i 100 m e solo contro i cingoli e i fianchi del
carro, mentre sulla parte anteriore non avevano effetto nemmeno
se sparati a 10m.
Dopo l'8 settembre 1943 i pezzi requisiti dai tedeschi vennero
denominati 7,5 cm FK 244 (i).
Dati numerici principali
Cannone |
Lunghezza totale |
calibri 18,3 |
Rigatura |
(da sinistra a destra) righe 25 |
|
Peso del cannone |
kg. 105 |
|
Affusto |
Altezza del ginocchiello |
mm. 960 |
Settore orizzontale di tiro |
50° |
|
Settore verticale di tiro |
-10° + 45° |
|
Lungh. Totale del pezzo in batteria |
mm. - |
|
Lunghezza di rinculo massimo |
mm. 1000 |
|
Carreggiata |
di tiro e di traino normale: mm. 1450 |
|
di traino in montagna: mm. 1150 |
||
Diametro delle ruote |
mm. 1300 |
|
Peso del pezzo in batteria (con scudi) |
Kg. 1100 |
|
Velocità iniziale proietto |
m. - |
|
Gittata (massima) |
m. 9400 |
|
Someggio e traino |
L'obice da 75/18 Mod. 35 può: 1° essere trainato a cavalli, con avantreno (con sospensione elastica alle vetture). Peso della vettura al traino kg. 1800 circa 2° essere autotrainato, con attacco diretto al trattore (e cioè senza avantreno), a carreggiata normale sulle strade ordinarie, a carreggiata ridotta sulle strade di montagna. 3° Essere trainato a cavalli, in montagna, su due vetture bilanciate, a carreggiata ridotta, con attacco a timonella, e quadrupedi di punta. Vettura affusto kg. 800 circa; bocca da fuoco completa (con avantreno) kg. 800 circa. Le due vetture possono anche, eventualmente, essere trainate da un adatto automezzo (trattore da montagna od auto-carretta). |
|
Velocità oraria stradale |
- |
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Profondità della colonna della batteria |
m. - |
|
Tempo della messa in batteria |
- |
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Cariche di lancio |
- |
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Munizionamento (dati al 1938) |
Granata da 70 |
Di acciaio – peso del cartoccio granata kg. 4,840 – carica di tritolo fuso |
Shrapnel da 70 |
Di acciaio – peso del cartoccio shrapnel kg. 4,900 – con pallette di piombo e antimonio |
|
Celerità di tiro |
Normale |
- colpi al minuto |
Massima |
- colpi al minuto |
Fonte
F. Grandi, "Dati sommari sulle artiglierie in servizio e sul tiro", Ed. fuori commercio, 1934.
F. Grandi, "Le armi e le artiglierie in servizio", Ed. fuori commercio, 1938.