Le armi
Cannone da 75/46 A. A. Mod. 34
Materiale di artiglieria contraereo
utilizzabile per tiro controcarro
Denominazione |
Obice da 75/46 Mod. 34 |
Tipo |
Cannone |
Nazione di origine |
Italia |
Nazione utilizzatrice |
Italia |
Produttore |
O.T.O. |
Bocca da fuoco |
Cannone da 75 mm, di acciaio con 2 tubi separabili a freddo |
Congegno di chiusura |
A cuneo a scorrimento orizzontale |
Affusto |
a piedistallo fissato alla piattaforma mediante cerniere e bulloni a vite |
Origini e sviluppo
Si tratta del primo pezzo contraerei interamente realizzato in Italia prodotto dalla Ansaldo nel 1934 sulle specifiche e le esperienze della Scuola di Artiglieria Contraerei di Nettuno. Destinato alla protezione sia dei reparti in prima linea che delle infrastrutture delle retrovie, era caratterizzato da buona cadenza di tiro, traiettoria tesa e buona velocità alla bocca, tali da renderlo ideale anche per il tiro controcarro, per il quale venne realizzato un apposito proietto che giunse al fronte solo nel 1942. Oltre a questo ritardo pesava, in tale ruolo, l'assenza di una scudatura a difesa dei serventi e la sagoma particolarmente alta. Fu superato, sia come arma contraerea che controcarro, soltanto dal 90/53 Mod. 1939.
Il 75/46 ebbe il "battesimo del fuoco" durante la Guerra civile spagnola con il Corpo Truppe Volontarie, mentre durante la seconda guerra mondiale venne impiegato con successo su tutti i fronti, dall'Africa Orientale Italiana alla Libia italiana, dalla Grecia alla Russia dove armò nel 1941-1942 due Gruppi del CSIR e poi cinque altri dell'ARMIR nell'anno successivo. In Sicilia equipaggiava 8 batterie tra Regio Esercito e MACA. Al gennaio 1943 la dotazione "autocampale" del Regio Esercito risultava essere di 220 pezzi Mod. 34 e 6 Mod. 34M, mentre quella di pezzi "da posizione" della Milizia per la difesa antiaerea territoriale ammontava a 92 cannoni Mod. 40.
Tecnica
Nel primo modello, il Mod. 34, la canna è filettata ed innestata a freddo sulla culatta, permettendo una rapida sostituzione in caso di usura della rigatura della stessa. L'otturatore è a cuneo a scorrimento orizzontale, con chiusura automatica al momento dell'introduzione del cartoccio proietto, apertura automatica rapida ed estrazione ed espulsione del bossolo durante il ritorno in batteria. La canna è alloggiata nella culla a manicotto con due freni di sparo idraulici. La culla è incavalcata tramite orecchionerie su un affustino che brandeggia sul sotto-affusto a candeliere; quest'ultimo è solidale con una crociera a quattro code. In batteria quattro martinetti posti alle estremità delle code permettono il livellamento dell'affusto, mentre in configurazione di marcia le code si ripiegano, si monta il carrello a due ruote con semipneumatici e le code si agganciano ad un avantreno per il traino, effettuato da Pavesi P4 o SPA TM40. Fu il primo pezzo italiano a montare meccanismi di brandeggio elettrici e graduatore automatico delle spolette, asserviti al "tavolo previsore" delle centrali di tiro Mod. 1937 "Gala", Mod. 1940 "Gamma" e, dopo il 1941, telecomandati a distanza dalla moderna Centrale di tiro Mod. Borletti-Galileo-San Giorgio.
Munizionamento
Il munizionamento era finalmente a cartoccio proietto, con carica unica e spoletta a percussione ultrasensibile e a tempo, che permettevano una maggiore efficacia rispetto al 75/27 C.K., al 75/27 A.V. ed al 76/40 Mod. 1916 R.M..
Il Mod. 34M ("M" sta per modificato) differisce dal Mod. 34 per l'eliminazione dell'avantreno per il traino; questi due pezzi trainati sono definiti "autocampali", mentre il Mod. 40 è definito "da posizione"; questo era destinato alle installazioni fisse, con la crociera eliminata e l'affusto a candeliere bullonato direttamente alle piastre d'acciaio inchiavardate nel calcestruzzo.
I progetti per l'installazione in casematte controcarro nel Vallo Alpino del Littorio e per l'installazione sul semicingolato Breda 61 non ebbero seguito, mentre questo cannone equipaggiò il più potente cacciacarri italiano della seconda guerra mondiale, l'Ansaldo M43 da 75/46.
Dati numerici principali
Cannone |
Lunghezza totale |
46 calibri, 3450 mm |
Rigatura |
24 righe destrorse, 2844 mm |
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Peso del cannone | kg. 686 senza otturatore | |
Congegno di chiusura | a cuneo per bossolo metallico con manovra a mano o automatica | |
Congegno di mira (peso) | indipendente (kg 38) | |
Congegno di alzo (peso) |
a cilindro grafico (kg 25) |
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Affusto |
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Freno idraulico | ricuperatore idropneumatico con olio non congelabile | |
Altezza del ginocchiello | mm 1200 | |
Settore orizzontale di tiro |
360° |
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Settore verticale di tiro |
-0° + 90° |
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Lungh. Totale del pezzo in batteria |
mm. 3450 |
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Lunghezza di rinculo massimo |
a 0° mm 1100; a 90° 610 mm |
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Carreggiata |
mm. 1680- |
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Diametro delle ruote |
- |
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Peso del pezzo in batteria |
Kg. 3300 |
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Velocità iniziale proietto |
m. 750 |
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Gittata (massima) |
m. 11890 |
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Trasporto |
Traino |
su carrello e avantreno muniti di ruote gommate |
Peso carrello | kg 690 | |
Peso avantreno | kg 415 | |
Velocità oraria stradale |
- |
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Profondità della colonna della batteria |
m. - |
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Tempo della messa in batteria |
- |
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Cariche di lancio |
polvere C2
in tubi 5,5/2,2 x 500 da kg 1,470;
carichetta di innescamento a
polvere nera fine da kg 0,010 |
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Munizionamento (dati al 1938) |
Cartoccio granata mod. 34 |
di acciaio; lunghezza totale mm 866,7 |
Cartoccio granata mod. 36 |
di acciaio; unghezza totale mm 866,7 |
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Celerità di tiro |
Normale |
- colpi al minuto |
Massima |
- colpi al minuto |
Fonte
F. Grandi, "Dati sommari sulle artiglierie in servizio e sul tiro", Ed. fuori commercio, 1934.
F. Grandi, "Le armi e le artiglierie in servizio", Ed. fuori commercio, 1938.
Museo Storico italiano della guerra di Rovereto, Artiglierie e mortai, Rovereto, 1992.
Ispettorato di artiglieria n. 3038, Tavola di tiro del cannone da 75/46 Mod. 1934. Granata da 75/46 con spoletta meccanica a tempo da 75/46.
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