Le armi

 

Cannone da 76/40 Regia Marina

Materiale di artiglieria contraerei, da posizione

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Denominazione

 Cannone da 76/40 R. M.

Tipo

 Cannone

Nazione di origine

 Italia

Nazione utilizzatrice

 Italia

Produttore

Ansaldo su licenza Armstrong

 

 

Bocca da fuoco

Di acciaio a pareti semplici. E' una bocca da fuoco antisilurante della R. Marina adattata al tiro contraerei.

Congegno di chiusura

A vitone cilindro-troncoconico. Congegno di sparo a percussione. Armamento durante l'apertura dell'otturatore e a mano ad otturatore chiuso.

Affusto

L'affusto è a piedistallo. Questo è fissato mediante chiavarde ad una piattaforma (metallica o di legname) o ad un blocco di fondazione in calcestruzzo. E' dotato di speciali affusti per il tiro contraerei. freno idraulico a nervatura nel cilindro, con pistoncino per il freno di ritorno. Ricuperatore a molla.

 

 

 

Origini e sviluppo

 

Il pezzo deriva dal cannone Armstrong QF 12 pounder 12 cwt, Armstrong 76/40 Mod. 1897 secondo la nomenclatura italiana, prodotto sul licenza dalla Ansaldo ed impiegato dalla Regia Marina come pezzo antinave imbarcato sulla maggior parte del suo naviglio sottile dagli anni dieci fino alla seconda guerra mondiale. Equipaggiò dalle navi da battaglia classe Caio Duilio agli incrociatori corazzati della fortunata classe "Giuseppe Garibaldi"; agli incrociatori classe Pisa e San Giorgio fino ai dragamine ed al naviglio minore. Durante la Grande Guerra furono installati anche su pianali ferroviari che garantivano, insieme alle mitragliatrici Colt-Browning M1895, la difesa antiaerea ai treni armati della Regia Marina. Su pontoni armati operati da personale sia del Regio Esercito che della Regia Marina, fu impiegato nella difesa di Venezia.

Dal 1933 venne destinato alle opere fisse di difesa antiaerea del territorio nazionale, nelle batterie dal Regio Esercito e soprattutto della MDICAT, e delle coste ed infrastrutture portuali nelle batterie della MILMART. Alcuni di questi cannoni furono anche utilizzati nelle opere del Vallo Alpino. Allo scoppio della seconda guerra mondiale risulta ancora in servizio sia sulle unità di seconda linea della marina che, in 492 bocche da fuoco, con le batterie antiearee territoriali.
Il cannone, vista la carenza dei moderni 75/46 C.A. Mod. 1934 e 90/53 Mod. 1939, rimase in servizio nelle batterie fisse, insieme ai pezzi da 76/45 Mod. 1911, 75/27 C.K. e 75/27 A.V., per tutta la seconda guerra mondiale.
La maggior parte di questi cannoni era progettata per svolgere una funzione antiaerea o antinave. Nonostante la sua grande diffusione, le capacità operative di questo cannone non erano delle migliori, soprattutto in funzione antiaerea, data la sua relativamente ridotta gittata massima.
Di progettazioni italiana invece era la versione con canna accorciata, il cannone da 76/30 R.M. o Mod. 1915, utilizzato sui cacciatorpediniere classe Rosolino Pilo e La Masa, sui sommergibili classe F, W e Pacinotti, su rimorchiatori e dragamine. in postazione fissa in patria e nelle colonie e soprattutto per armare gli autocannoni da 76/30 R.M.

 

Tecnica


La canna, in acciaio, con l'otturatore a vitone tronco-conico, pesa 660 kg e scorre su una culla a manicotto con due cilindri elastici idraulici e recuperatore a molla, incavalcata su un affustino a forcella. Gli affusti variano a seconda dell'impiego:

 

 

Il pezzo richiedeva 7 serventi, che potevano garantire una cadenza di tiro da 12 a 15 colpi al minuto. Il brandeggio, sia sul 76/40 che sul 76/45, era unicamente manuale: questo limitava le prestazioni dell'arma in quanto non permetteva l'asservimento alla Centrale di tiro Mod. 1937 "Gala" di cui erano munite le batterie, per cui i dati di tiro dovevano essere comunicati dal tavolo previsore ai singoli pezzi via telefono, compromettendo la rapidità e la precisione del tiro.

 

Munizionamento


Il munizionamento, a cartoccio proietto, era basato sulla Granata da 76/40 c.a., in acciaio, pesante 6,016 kg e caricata a tritolo, con spoletta ad accenditore pirico. Lo Shrapnel da 76/40, pesante 6,82 kg, utilizzata nel tiro antinave, venne dismessa prima della guerra.

 

Autocannone da 76/30 R.M.


La versione in 30 calibri, la 76/30 Mod. 1914 R.M., realizzata per la Regia Marina nel 1917, fu impiegata anche per l'allestimento di autocannoni basati su autocarri Fiat 18 BLR. Durante la guerra furono costituite due batterie, seguite da una terza negli anni '20, per un totale di 14 pezzi. Gli stessi cannoni, durante la seconda guerra mondiale furono reimpiegati dalla Regia Marina per armare gli autocannoni, equipaggiati dalla Milizia Marittima di Artiglieria (MILMART) della MVSN e destinati ad aumentare il volume di fuoco disponibile per le Divisioni del Regio Esercito. Durante la seconda guerra mondiale, le officine libiche installarono gli stessi 14 pezzi prima sui nuovi autocarri pesanti Lancia Ro, poi, nel 1942, sul più potente Fiat 634N La 13ª e la 14ª Batteria ebbero cinque autocannoni Lancia ciascuno, la 16ª quattro. Quest'ultima batteria venne aggregata alla 16ª Divisione fanteria "Pistoia", mentre la 14ª fu assegnata alla 60ª Divisione fanteria "Sabratha". Sei autocannoni furono invece allestiti sullo scafo del Fiat 634, assegnati fino alla fine delle operazioni in Tunisia alla 131ª Divisione corazzata "Centauro".

 

Dati numerici principali

 

Cannone

Lunghezza totale

mm. 3139

Rigatura

sinistrorsa progressiva righe: 16

Peso del cannone

(con otturatore) kg. 660

Meccanismo di sparo

Affusto

Esistono 3 tipi di affusto:

- Affusto a candeliere Mod. 915: detto anche affusto terrestre a candeliere c.a. da 76/40 (peso completo della installazione kg. 1790)

- Affusto Mod. 916 detto anche affusto navale a candeliere c.a. da 76/40 (peso della installazione kg. 1790)

- Affusto a piattaforma Mod. 917 (peso della installazione kg. 2676)

 

I tre tipi di affusto possono essere montati su piattaforma in legname1, oppure su fondazioni in cemento.

Settore orizzontale di tiro

360°

Settore verticale di tiro

da -5°  a  +75°

Lungh. totale del pezzo in batteria

mm. -

Lunghezza di rinculo normale

mm. 270

Carreggiata

mm. -

Diametro delle ruote

mm. -

Peso complessivo in batteria

Kg. 2676

Velocità iniziale proietto

690 m/s

Gittata (massima)

m. 6000

Traino

-

Composizione della batteria

-

Velocità oraria stradale

-

Profondità della colonna della batteria

m. -

Tempo della messa in batteria

-

Cariche di lancio

-

Sistema di puntamento

Apparecchio di puntamento

-

Munizionamento

(dati del 1938)

Granata da 76/40 c.a.

di acciaio, peso kg. 6,016 - carica di tritolo

Shrapnel da 76/402

di acciaio, peso kg. 6,820

Celerità di tiro

Normale

Da 12 a 15 colpi al minuto

1) Nota del 1934. A quell'epoca era in esperimento una piattaforma metallica mobile per cannoni da 76/40 e 76/45 a traino meccanico

2) Fino a consumazione

.

 

 

Fonte

F. Grandi, "Dati sommari sulle artiglierie in servizio e sul tiro", Ed. fuori commercio, 1934.

F. Grandi, "Le armi e le artiglierie in servizio", Ed. fuori commercio, 1938.

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