Le armi

 

Cannone da 88/55 Mod. 36 C. A.

Materiale di artiglieria contraerei

 

 

 

 

 

 

 

 

Denominazione

Cannone da 88/55 Mod. 36 C.A.

Tipo

Materiale di artiglieria contraerea e controcarri

Nazione di origine

Germania

Nazione utilizzatrice

Germania, Italia

Produttore

Krupp

Anno di produzione

1933

Quantità prodotta

-

 

Bocca da fuoco

Proveniente dal modello Krupp.

Congegno di chiusura

Semiautomatico.

Affusto

A candeliere, costituito da un piedistallo, da un perno a forcella e da una culla. L'affusto appoggia su quattro bracci richiudibili per il trasporto su carrello ruotato.

 

 

Origini e sviluppo

 

Nel corso della prima guerra mondiale era stato prodotto dalla Krupp e dalla Erhardt (successivamen-te Rheinmetall) un cannone contraereo del calibro di 88 mm (8,8 cm FlaK) destinato a difendere le città tedesche nelle zone della Ruhr e della Renania dalle incursioni aeree che, nel 1917, cominciavano a interessare quelle zone, prossime ai confini con la Francia.
Dopo il trattato di Versailles la Krupp, per eludere le clausole che limitavano la produzione di artiglierie in Germania, inviò un gruppo di tecnici in Svezia per sviluppare cannoni contraerei in collaborazione con la Bofors: il prodotto finale fu il Bofors 75 mm, ma l'esercito tedesco valutò le caratteristiche del pezzo ancora insufficienti e richiese la progettazione di un cannone di calibro superiore. Nel frattempo, nel 1933 la Germania aveva denunciato il Trattato di Versailles, quindi questo nuovo pezzo comparve direttamente con la denominazione tedesca, 8,8 cm Flak Mod 18. Fu subito chiaro che si trattava di un cannone molto ben riuscito, e fu ordinato in un gran numero di esemplari per la Luftwaffe, che aveva le competenze per la difesa aerea della Germania. Il Mod 18 aveva la canna in un pezzo unico, caratteristica che rendeva necessaria la completa sostituzione di essa dopo un certo numero di tiri. Con il 8,8 cm FlaK 36 la canna fu costruita in sezioni separate, facilitando quindi la sostituzione delle canne usurate dal tiro e permettendo di sostituire solo la sezione adiacente alla culatta (quella che, a causa della maggiore temperatura, si usurava più facilmente).
L'esperienza della Guerra di Spagna spinse i progettisti tedeschi a rivedere il progetto del FlaK 18. La piattaforma a kreuzlafette fu conservata, ma ne fu aumentata la stabilità e furono modificati i carrelli, che ora divennero a doppia ruota e sempre con pneumatici. Dato che ora i carrelli anteriore e posteriore erano intercambiabili, il movimento poteva avvenire con la canna rivolta sia in avanti che indietro, accorciando in tal modo i tempi richiesti per mettere il pezzo in ordine di marcia.
La modifica più importante, tuttavia, era nella costruzione della canna, che ora è in tre sezioni, tenute insieme da un manicotto esterno (che caratterizzò tutte le versioni successive del pezzo). In questo modo era possibile sostituire una sola sezione della canna, risparmiando così sull'impiego sia di mano d'opera sia di materiale nel corso della vita del cannone. Lunghezza della canna, meccanismo di otturazione e scudatura erano uguali a quelli del FlaK 18.

 

Tecnica

 

La canna era composta da tre parti: il tubo della canna, il suo rivestimento e la culatta. Il dispositivo di rinculo consisteva di un freno idraulico tipo mandrino e un freno zigrinato idropneumatico. Il freno di rinculo era dotato di un compensatore e la lunghezza del meccanismo era variabile. La canna era lunga, complessivamente, 53 calibri (e non 55), l'otturatore orizzontale era semiautomatico con una molla messa in tensione dal rinculo del cannone stesso al momento del fuoco. Quanto all'affusto, esso era a crociera su piedistallo assai alto onde permettere che l'otturatore funzionasse anche alla massima elevazione. Benché il sistema a crociera fosse peggiore di quelli convenzionali come altezza, il baricentro del pezzo, quando era messo in batteria, era capace di funzionare al meglio e di garantire rapidi puntamenti sui 360°. Il peso dell'intera arma in batteria era di soli 4985 kg, e la lunghezza della canna di 4,664 m. Esisteva anche una scudatura di protezione.

Impiego

Nel giugno del 1939 l'Italia aveva forti crediti (circa 300 milioni di lire dell'epoca) nei confronti della Germania per la cessione di materiali lavorati, quindi il Ministero della Guerra propose che venissero saldati con la cessione di 50 batterie di 8,8 cm FlaK (88/55 nella denominazione italiana), pari a 300 bocche da fuoco e relativo munizionamento. La proposta fu accettata in linea di massima, ma le autorità tedesche fecero presente di non avere a disposizione tanti pezzi, quindi saldarono il debito in parte con gli 8,8 cm FlaK ed in parte con i 7,5 cm M37(t) (75/50 nella denominazione italiana). Nella proposta presentata dalle autorità tedesche era prevista anche la fornitura da parte italiana di parti meccaniche per cannoni contraerei e controcarri, quindi la produzione di componenti per artiglierie fu avviata nelle officine Ansaldo (Genova e Pozzuoli) e OTO. Le batterie erano fornite complete di centrale di tiro Zeiss Mod. 36 e relative apparecchiature ausiliarie.
Le batterie cominciarono a giungere in Italia pochi giorni dopo l'ingresso dell'Italia in guerra, ed inizialmente furono assegnati in parte alla MACA per la protezione delle principali città ed in parte inviate in Libia per la protezione dei porti. Alcuni gruppi furono successivamente assegnati a reparti mobili motocorazzati, ma fu subito evidente che il Regio Esercito non aveva a disposizione un trattore con caratteristiche adatte al traino del pezzo, dato che il compito era affidato ai Lancia 3Ro, privi di trazione integrale. Alla fine del 1940 erano disponibili 44 pezzi e relative centrali di tiro. A partire dall'ottobre 1942 diverse batterie, pur restando tedesche, furono utilizzate da personale italiano per la protezione di infrastrutture militari e centri abitati, pratica ulteriormente intensificata nel 1943, arrivando ad interessare più di 100 batterie. Oltre ai cannoni che giungevano per i canali stabiliti nel 1940, nel 1943 furono trasferiti 24 pezzi e relativi trattori Sd.Kfz. 7, destinati all'equipaggiamento della 1ª Divisione corazzata "M". L'88/55 nel Regio Esercito fu utilizzato nel suo ruolo naturale, cioè come arma contraerei, e l'utilizzo come cannone controcarri fu limitato all'Africa Settentrionale (Libia e Tunisia) per pochi gruppi autocampali.

Mobilità

Per assicurare la mobilità di artiglierie del peso dei cannoni da 88 mm (superiore sempre alle 5 tonnellate in ordine di marcia) erano richiesti trattori particolarmente potenti, e, nell'ambito delle forze armate tedesche, la mobilità veniva assicurata con i semicingolati da 8 tonnellate. Tuttavia fino al 1934 non erano in servizio veicoli abbastanza potenti, quindi nei primi anni di servizio gli 88 erano trainati dai Sd.Kfz. 11. Il primo trattore effettivamente adatto fu il veicolo KMm 8, prodotto dalla Krauss-Maffei di Monaco di Baviera a partire dal 1934. Tuttavia il veicolo maggiormente utilizzato fu il Sd.Kfz. 7, che comparve nel 1938 come evoluzione del veicolo precedente. Gli 88 del Regio Esercito venivano trainati dai Breda 61, semicingolati di struttura simile ai Sd.Kfz. 7, quando questo si rese disponibile. Presumibilmente fu usato come trattore in condizioni di emergenza anche il Sd.Kfz. 9. È documentato l'utilizzo come trattore anche dello Spa 41 Dovunque.
Il Flak 36 aveva altre modifiche oltre la canna su più pezzi, anche l'affusto era migliorato, i carrelli di trasporto erano a ruote doppie e potevano muoversi sia in avanti che indietro senza alcuna differenza. La canna era adesso addirittura in tre sezioni, con manicotto esterno.

 

 

Munizionamento

La cadenza di tiro era
fino a 15-20 colpi al minuto ed erano del tipo fisso; pesavano 10,4 kg per il tipo HE, o 9,2 kg perforante per velocità di 820 m/sec. La gittata massima era di 9.900 metri, pratica 8.000 metri, massima sull'orizzonte 14.800 m, tiro diretto 3.000 m. Il munizionamento utilizzato era il seguente:

cartoccio-proietto contraerei (spoletta meccanica)
granata perforante L/3.9
granata dirompente L/4.5 (KE)
 

 

Dati numerici principali


 

Cannone

Lunghezza totale

mm. 5500

Rigatura

-

Peso del cannone

4,985 tonnellate

Meccanismo di sparo

Affusto

Altezza del ginocchiello

mm. -

Settore orizzontale di tiro

360°

Settore verticale di tiro

da -3°  a  +85°

Lungh. totale del pezzo in batteria

mm. -

Lunghezza di rinculo normale

mm. -

Carreggiata

mm. 1765

Diametro delle ruote

mm. -

Peso complessivo in batteria

Kg. 5150

Velocità iniziale proietto

820 m/s

Gittata (massima)

m. 8000

Traino

Composizione della batteria

-

Velocità oraria stradale

-

Profondità della colonna della batteria

m. -

Tempo della messa in batteria

-

Cariche di lancio

-

Sistema di puntamento

Apparecchio di puntamento

-

Munizionamento

Granata da 88 c.a. originale

-

Dirompente da 88 c.c. originale

 

Perforante da 88 c.c. originale

-

Celerità di tiro

Normale

15 colpi al minuti

Massima

20 colpi al minuto

 

 

Fonte

Wikipedia