Bollettini di guerra

 

 

 

 

 

Comunicati

del Ministero Stampa e Propaganda

durante la Campagna di Etiopia 1935-1936

 

 

 

 

 

 

COMUNICATO N. 1

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Per misure di carattere precauzionale sono state mobilitate tra il 5 e l'11 corrente due Divisioni: la «Peloritana» e la «Gavinana». Le operazioni di richiamo dei contingenti della classe 1911 si sono svolte nel massimo ordine. - 11 febbraio XIII.

 

COMUNICATO N. 2

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Si svolgono, con ordine perfetto, le operazioni di imbarco degli effettivi e dei materiali della Divisione «Peloritana» destinati all'Africa Orientale per rafforzare tempestivamente le difese delle nostre due Colonie. E' escluso il richiamo di altre classi anteriori a quella del 1911, salvo per aliquote di ufficiali e specialisti che si rendessero necessarie e salvo il caso di complicazioni europee che sembrano da escludersi nell'attuale periodo, dopo le recenti intese dì Roma e di Londra, anche in previsione di ulteriori più ampi sviluppi che ne potranno derivare e che rientrano nelle direttive della politica italiana. Tuttavia di fronte ad ogni eventualità è da ricordare che in conseguenza delle nuove leggi fasciste le quali hanno esteso l'obbligo militare dai 18 ai 55, anni, l'Italia può mobilitare 37 classi, con un totale di effettivi tra i sette e otto milioni di uomini. La classe 1914 sarà chiamata alle armi all'epoca normale, cioè al 1° aprile. Continuano a giungere quotidianamente al Ministero della Guerra migliaia di domande per arruolamenti volontari di cui è tenuto debito conto. Sono state costituite due nuove Divisioni, che si chiameranno «Gavinana II» e «Peloritana II». Tutti i materiali che partono sono reintegrati con simultanee ordinazioni all'industria nazionale. - 26 febbraio XIII.

 

COMUNICATO N. 3

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Su proposta del Capo del Governo, S.M. il Re ha nominato Governatore della Somalia e Comandante delle truppe il Generale di Corpo d'Armata Rodolfo Graziani. Il Generale Graziani è già sbarcato a Mogadiscio insieme con i primi contingenti della «Peloritana», giunti col Vulcania e col Biancamano. Il Duce ha mandato un telegramma di caldo elogio al Governatore cessante Maurizio Rava. Mentre la «Gavinana» sta per concentrarsi a Napoli, in attesa dell'imbarco per l'Africa Orientale, da Genova sono partiti per la stessa destinazione, allo scopo di rafforzare le nostre difese aeree, reparti organici dell'Armata Aerea con squadriglie di apparecchi ed un totale di mille uomini circa, tutti volontari. Le industrie nazionali aeronautiche hanno già avute le ordinazioni che sostituiscono il materiale partito e in partenza. D'ordine del Duce, Ministro delle Forze Armate, tutti i volontari saranno inquadrati esclusivamente nelle formazioni della M.V.S.N. che saranno destinate in Africa Orientale. Saranno arruolati gli uomini validi dalla classe 1880 inclusa a quella del 1910 inclusa. A Comandante della Divisione «Gavinana II» è stato nominato il Generale Lazzi, ed a Comandante della Divisione «Peloritana II» il Generale Ivaldi. - 9 marzo XIII.

 

COMUNICATO N. 4

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Il Capo del Governo, Ministro delle Forze Armate, ha ordinato, per misura di carattere precauzionale, il richiamo per la precettazione di tutta la classe del 1911. - I8 marzo XIII.

 

COMUNICATO N. 5

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Con Decreti, in corso di firma, su proposta del Capo del Governo, Ministro delle Forze Armate, S.M. il Re ha nominato: il Generale Emilio De nono, Comandante di tutte le truppe dell'Africa Orientale: il Generale Gabba Melchiade, Capo di S.M.; il Generale Cona Ferdinando, Sottocapo di S.M.; il Generale Dall'Ora Fidenzio, Intendente; il Generale Pirzio Biroli Alessandro, Comandante del Corpo d'Armata indigeno. - 23 marzo XIII.

 

COMUNICATO N. 6

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Le notevoli forniture di armi spedite ad Addis Abeba da talune fabbriche europee nettamente identificate, i provvedimenti di mobilitazione presi dal Governo etiopico, il discorso recentemente pronunciato dal Negus, impongono l'adozione di altre misure di ordine precauzionale per garantire la sicurezza delle nostre Colonie dell'Africa Orientale. Il Duce, Ministro delle Forze Armate, ha ordinato la mobilitazione della Divisione «Sabauda» (Cagliari) e la mobilitazione delle prime due Divisioni Camicie Nere: la Divisione «XXIII Marzo» e la Divisione e «XXVIII Ottobre». Queste due Divisioni sono comandate rispettivamente dai Generali divisionali Bastico e Somma e dai Vice Comandanti Generali brigadieri Galamini e Moscone. Sono stati mobilitati inoltre i Battaglioni Camicie Nere di Palermo, Cuneo, Ravenna e Forlì. Per portare altre unità metropolitane sul piede di guerra sono stati chiamati alle armi i congedati della classe 1913 che avevano fatto sei mesi soltanto di servizio militare. Con questo provvedimento la classe del 1913 è al completo sotto le armi, così come quelle del 1911 e del 1914. In Eritrea l'Alto Commissario ha battuto il «Chitet» per la II Divisione indigena. E' in corso la formazione di una nuova Divisione, che si chiamerà «Sabauda II», al comando del Generale Porta, ed è in corso anche la ricostituzione dei Battaglioni Camicie Nere. Tutte queste operazioni si sono svolte con assoluta regolarità. - 7 maggio XIII.

 

COMUNICATO N. 7

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Una parziale mobilitazione delle forze abissine e l'arrivo in Etiopia di altri materiali bellici impongono di adottare nuove misure difensive per garantire da ogni attacco la sicurezza delle nostre Colonie dell'Africa Orientale. Il Duce, Ministro delle Forze Armate, ha quindi ordinato la mobilitazione della Divisione «Gran Sasso» (Chieti) comandata dal Generale Terziani. Una nuova Divisione che si chiamerà «Gran Sasso II» è già stata costituita al comando del Generale Torrieri. E' stata ordinata la mobilitazione di una terza Divisione Camicie Nere che si chiamerà «XXI Aprile» e che sarà comandata dal Generale Appiotti e dal Vice Comandante Console Gen. Mischi. E' stata ordinata la mobilitazione di una quarta Divisione Camicie Nere che si chiamerà «III Gennaio» e che sarà comandata dal Generale divisionario Traditi e dal Vice Comandante Generale Tessitore. In questi ultimi tempi forti aliquote di ufficiali, sottufficiali, comuni e specialisti della Regia Marina sono stati chiamati con le norme della precettazione personale. E' stato sospeso il congedamento della Leva marittima del 1913. A comandare il complesso delle nostre Forze navali dislocate nel Mar Rosso è stato destinato il Contrammiraglio Barone, che è già arrivato a Massaua. Tutte le operazioni di mobilitazione si svolgono con assoluta regolarità senza il minimo incidente. - 3I maggio XII.

 

COMUNICATO N. 8

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Il ritmo accelerato della preparazione militare dell'Etiopia, impone di procedere ad ulteriori misure di carattere militare. Il Duce, Ministro delle Forze Armate, ha ordinato la mobilitazione della Divisioni «Sila» che sarà comandata dal Generale Bertini e dal Vice Comandante Cerruti. E' stata simultaneamente costituita una Divisione che si chiamerà «Sila II» agli ordini del Generale De Michelis. E' stata ordinata, inoltre, la mobilitazione di una Divisione CC.NN. che si chiamerà «I Febbraio» al comando del Gen. Attilio Teruzzi e del Vice Comandante Marghinotti. E' in corso la ricostituzione di tutte le formazioni Camicie Nere al posto di quelle destinate all'A.O. E' stato ordinato il richiamo degli specialisti dell'Arma del Genio e degli Automobilisti appartenenti alle classi 1909, 1910 e 1912. Il Ministero dell'Aeronautica ha ordinato il richiamo di altre aliquote di piloti e di specialisti. Il Ministero della Marina ha ordinato la costruzione immediata di 10 sommergibili, che saranno varati contemporaneamente nei primi mesi dell'anno XIV. - I6 luglio XIII.

 

COMUNICATO N. 9

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

In conseguenza dei preparativi avanzati di mobilitazione delle forze, etiopiche il Duce, Ministro delle Forze Armate, ha ordinato la mobilitazione delle Divisioni «Assietta» di Asti e «Cosseria» di Imperia, comandate rispettivamente dai Generali Riccardi e Pintor. E' stata sostituita la «Cosseria II» e in sostituzione dell'«Assietta» è stata costituita la «Trento» completamente motorizzata. E' in formazione una sesta Divisione Camicie Nere formata coi volontari italiani residenti all'estero e con i battaglioni organici di mutilati, ex combattenti, ex volontari, ex arditi della Grande Guerra. Questa Divisione si chiamerà «Tevere» e sarà comandata dal Generale Boscardi. Gli studenti volontari saranno con un rapido corso preparati per inquadrare i reparti. Tutte le operazioni si svolgono con assoluta regolarità. - 6 agosto XIII

 

COMUNICATO N. 10.

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

L’ordine di mobilitazione generale in Etiopia sotto la pressione dello spirito bellicoso ed aggressivo fomentato tra capi e gregari che hanno da tempo reclamato a gran voce e ultimamente imposto la guerra contro l’Italia rappresenta una diretta e immediata minaccia perle truppe italiane nelle nostre due Colonie dell’Africa Orientale. La minaccia è aggravata dal fatto che la creazione di una zona neutra, annunziata da Addis Abeba con speciosi motivi, costituisce soltanto una mossa strategica destinata a predisporre meglio l’adunata e la preparazione aggressiva delle truppe abissine. L’aggressione continuata e sanguinosa - documentata dal memoriale italiano - alla quale è stata sottoposta l’Italia negli ultimi decenni sta per entrare così in una fase di maggiori proporzioni e di più larga portata, di cui sono palesi i gravi e immediati pericoli, ai quali ragioni elementari di sicurezza impongono di reagire senza indugio. Il Comando superiore in Eritrea ha pertanto ricevuto ordini di agire in conseguenza. Le truppe italiane stanno occupando talune posizioni avanzate, oltre le nostre linee. - 3 ottobre XIII.

 

COMUNICATO N. 11.

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Ieri 3 ottobre, alle ore 5, le Divisioni dell’Esercito, le Divisioni di Camicie Nere e quelle indigene hanno, per respingere l’imminente minaccia etiopica, oltrepassato il confine tra Barrachit e Meghec. Travolti elementi della copertura avversaria, che non erano stati affatto ritiri - come si era annunciato a Ginevra - le colonne italiane si sono spinte, attraverso terreno aspro e difficile, lungo una fronte che dista in media 20 chilometri dal confine. L’opposizione delle forze etiopiche non è stata impegnativa, mentre le popolazioni hanno atteso le truppe italiane all’ingresso dei paesi agitando drappi bianchi. L’Intendenza ha provveduto a una immediata distribuzioni di viveri a queste popolazioni che si trovano in uno stato di estrema miseri. L’aviazione ha compiuto tre ricognizioni tattiche che sono giunte oltre Macallé ed oltre il fiume Tacazzé. Altre squadriglie hanno lanciato manfestini alla popolazione; due squadriglie da bombardamento, fatte segno a violento fuoco di fucileria e artiglieria, hanno bombardato forze armate etiopiche raccolte attorno ad Adua ed Adigrat. Durante la notte le truppe hanno sostato sulle posizioni raggiunte. All’alba di stamane l’avanzata è stata ripresa su tutta la fronte. Il generale De Bono telegrafa: «Morale delle truppe elevatissimo». - 4 ottobre XIII.

 

COMUNICATO N. 12

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Nella giornata di ieri 4 ottobre le nostre truppe con aumentato slancio ed entusiasmo hanno progredito verso i loro obiettivi. Il primo, Corpo d'Armata Nazionale e il Corpo d'Armata indigeno hanno raggiunto con le avanguardie rispettivamente Adigrat ed Entisciò dove le popolazioni esponendo bandiere bianche si sono poste sotto la protezione dell'Italia. Sulla destra il II Corpo d'Armata Nazionale superate con il concorso dell'Aviazione resistenze di truppe nemiche rafforzatesi a Darò Taclè, ha anche esso proseguito verso sud attestandosi verso sera oltre tale ultima località. Nel bassopiano orientale l'Aviazione ha disperso un forte nucleo di armati del Sultano Terù in regione Aussa. E' stata bombardata da aerei Amba-Bircutam, presidiata dagli armati di Ras Burù. Il generale De Bono comunica che tutte le truppe hanno dato prova ottima di resistenza alle fatiche derivanti da difficoltà terreno, lunghezza percorsi ed elevata temperatura. Alle 5 di stamane è stata ripresa l'avanzata.

Fronte somalo. — Nel settore occidentale le nostre truppe hanno occupato Dolo ed altre località limitrofe. E' stato eseguito un bombardamento su Gorrahei con una squadriglia di sei Caproni. - 5 ottobre XIII.

 

COMUNICATO N. 13

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Fronte eritreo. - Ieri 5 ottobre la nostra bandiera che il 18 maggio 1896 fu ammainata dal forte di Adigrat è stata issata nuovamente sulle rovine del forte stesso dalle salde truppe del 1° Corpo d’Armata guidate dal Generale Santini. La popolazione ed il clero hanno fatto atto di sottomissione. Il Corpo d’Armata indigeno, dopo essersi con fulminea manovra impadronito della Araba-Haugher travolgendone i difensori, si è stabilito nella conca di Entisciò. Il Secondo Corpo d’Armata nazionale che aveva il terreno più aspro da percorrere, ha raggiunto i margini della conca di Adua. L’aviazione ha efficacemente cooperato con le varie colonne. Il Generale De Bono comunica che «tutte le truppe indistintamente hanno dato prova di grande slancio, disciplina e resistenza». Verso sera le truppe hanno sostato sulle posizioni raggiunte. I reparti del Genio e migliaia di operai, lavorando ininterrottamente giorno e notte, hanno già trasformato il sentiero, che dal confine va a Adigrat, in una strada percorribile da autocarri. Altri capi di località limitrofe si sono presentati verso sera per fare atto di sottomissione. Stamane all’alba è stata ripresa l’avanzata dei Secondo Corpo d’Armata Nazionale su Adua.

Fronte somalo. - Ieri mattina; 5 ottobre, le truppe del settore Nord orientale dopo breve combattimento hanno occupato Gherlogubi. - 6 ottobre XIII.

 

COMUNICATO N. 14

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Fronte eritreo

Stamane, 6 ottobre, all’alba, le truppe del Secondo Corpo d’Armata Nazionale hanno ripreso l’avanzata ed alle ore 10,30 sono entrate in Adua i notabili, il clero e parte della popolazione si sono presentati al Comando a fare atto di sottomissione. Un tentativo nemico da Debra Sinna è stato respirato. Sulla nuova linea si è già stabilito il collegamento fra i diversi Corpi d’Armata. - 7 ottobre XIII.

 

COMUNICATO N. 15

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Durante la giornata del 7 ottobre le truppe hanno provveduto a sistemare le posizioni occupate oltre Adua e ad organizzare le linee di comunicazione ed i servizi. Numerosi reparti del Genio e masse imponenti di operai hanno continuato il lavoro nelle retrovie in modo che le autocolonne possono già arrivare regolarmente sulla linea del fronte. Un tentativo di attacco su Om-Ager é stato respinto dagli ascari della banda di confine di Tessenei. Le popolazioni delle zone occupate, all'ombra del tricolore italiano simbolo di civiltà, hanno ripreso la loro vita normale. Nelle operazioni dei giorni scorsi sono state catturate centinaia di prigionieri e molto materiale bellico. Le perdite dei reparti nazionali, dato l'impiego (lei nostri merci, sono minime. Per quanto non ancora accertate, le perdite degli abissini sono gravi. Morale di tutte le truppe eccellente. - 8 ottobre XIII.

 

COMUNICATO N. 16

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

La giornata di ieri 8 ottobre fu tranquilla su tutto il fronte, salvo piccole azioni di pattuglie sulla linea occupata dal Corpo d'Armata indigeno. L'aviazione spintasi a sud di Macallè, ai guadi del Tacazzè, non ha rilevato che sieno in formazione concentramenti nemici. Nell'azione svolta dal 23° Battaglione Indigeni ad Araba Sebat, alla vigilia della presa di Adua, le perdite degli abissini furono gravi anche tra i capi. Continua alacremente il lavoro di sistemazione logistica delle retrovie. - 9 ottobre XIII.

 

COMUNICATO N. 17

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Ieri 10 ottobre, mentre si continuava a lavorare nelle retrovie per le sistemazioni logistiche di ordine stradale e idrico, reparti del Corpo d’Armata Indigeno, fanteria e cavalleria, hanno proseguito l’opera di rastrellamento oltre le nostre linee, disperdendo vari nuclei di armati abissini. Verso il tramonto, il degiac Hailè Sellas­siè Gugsà, capo della vasta regione del Tigrè orientale, si è presentato ai nostri avamposti e si è messo con i suoi armati - assommanti a parecchie migliaia - agli ordini del generale Santini. Poco dopo anche il degiac Hassà Araià è passato con i suoi armati dalla nostra parte. Questi avvenimenti hanno una grande importanza perché dimostrano nettamente come alla periferia gli abissini non siano proclivi a combattere contro gli italiani, dei quali ricordano tuttora il governo di umanità e di giustizia praticato quarant’anni addietro in quelle stesse regioni. Le cifre delle perdite italiane diramate da giornali stranieri sono menzognere. Gli accerchiamenti compiuti su tutto il vasto fronte, dopo i quattro giorni di avanzata, danno le seguenti cifre: 30 morti, dei quali 5 nazionali e 25 indigeni, 70 feriti, dei quali 50 indigeni; dispersi 33 indigeni. Le notizie riflettenti i morti e i feriti sono state direttamente comunicate alle rispettive famiglie.

Armi catturate: un cannone, una mitragliatrice, 134 fucili, trenta casse di munizioni. Procede la riorganizzazione delle zone occupate con le adesioni sempre più spontanee del clero e delle popolazioni. Sul fronte somalo continuano le diserzioni degli abissini. La notizia, di provenienza straniera, di diserzioni dei nostri ascari è, come tutte le altre, falsa. L’Aviazione ha compiuto ricognizioni tattiche e strategiche oltre il fiume Tacazzè, senza notare concentramenti di armati abissini. La notizia che un aeroplano italiano sia caduto presso Axum è falsa. Nel prossimi giorni il Comando Generale si trasferire nel territorio conquistato. Ottima la salute e superbo il morale delle truppe. - 11 ottobre XIII.

 

COMUNICATO N. 18

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Alle ore 13 del giorno 11 il Degiac Hailé Sellassiè Gugsà, dopo essersi presentato agli avamposti, si è recato a Coatit dinanzi al generale De Bono. Egli vestiva con uniforme tipo europeo kaki ed aveva al suo seguito alcuni suoi sottocapi. La sua scorta personale era di 1.500 uomini armati di fucili prevalentemente Manlicher, con venti mitragliatrici, quattro cannoni da montagna e due cannoncini antiaerei Oerlikon. Tale scorta si é raccolta attorno ad Adigrat. Il Degiac Hailé Sellassié Gugsà ha rinnovato al generale De Bono i suoi sentimenti di devozione all'Italia e, mettendosi a nostra completa disposizione, ha manifestato la speranza che il suo atto decida altri capi ad imitarlo per dare a tutte le popolazioni del Tigrai - pacificate all'ombra del tricolore italiano - tranquillità, benessere e giustizia. Oggi domenica 13 il generale De Bono visiterà Adua dove passerà in rassegna le truppe e inaugurerà il monumento ai caduti nel 1896. Nella giornata di ieri, continuando l'azione di rastrellamento, un reparto di fanteria indigena fatto segno a fuoco di fucileria circondava e disperdeva il nemico che lasciava sul terreno ventidue morti, tra i quali un capo. Sul fronte somalo nulla da segnalare. - 13 ottobre XIII.

 

COMUNICATO N. 19

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Ieri 14 ottobre il generale De Dono ha visitato Adua dove ha preso possesso della regione in nome di S.M. il Re. Egli ha passato in rivista le truppe della Divisione Gavinana e quelle indigene rivolgendo un discorsa ai capi ed al clero nonché agli indigeni presenti in numero di 4.000 circa. Sempre nella giornata di ieri, al mattino ed al pomeriggio, l'Aviazione ha compiuto ricognizioni nella regione a sud di Macallè, disperdendo gruppi di armati in marcia verso nord, bombardando un accampamento di circa 300 tende sulle pendici nord di Aralia Alagi ed un deposito di munizioni a Bel-Mitrian, il quale è saltato in aria. Nel bassopiano occidentale continuano a presentarsi popolazioni indigene per sottomettersi. - I5 ottobre XIII.

 

COMUNICATO N. 20

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Stamane, 15 ottobre, alle ore 7.15, le nostre truppe sono entrate nella città santa di Axum. - 16 ottobre XIII.

 

COMUNICATO N. 21

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Il Generale De Dono telegrafar da Adigrat di avere passato in rivista le truppe nazionali e quelle del Degiac Gugsà. Egli ha quindi annunciato di nominare Gugsà, in nome di S.M. il Re d'Italia, Ras dei Tigrai. Tale annuncio è stato accolto con manifestazioni di entusiasmo dai capi e da tutta la popolazione. La sistemazione logistica nel territorio occupato procede con la più grande intensità e gli autocarri possono normalmente transitare da Senafè ad Adigrat. L'aviazione ha effettuato le consuete ricognizioni a sud cd ovest del nostro schieramento e nei dintorni di Macallè, dove stanno concentrandosi notevoli forze nemiche. Alcuni velivoli sono stati fatti segno a intenso fuoco di fucileria che non ha causato danni. Sul resto del fronte e sul fronte somalo nulla da segnalare. — I7 ottobre XIII.

 

COMUNICATO N. 22

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Il Generale De Dono telegrafa che, salvo ricognizioni dell'aviazione, non vi è nulla ala segnalare sul fronte eritreo e sul fronte somalo Continuano le sottomissioni dei capi, popolazioni e comunità religiose. - 18 ottobre XIIl.

 

COMUNICATO N. 23.

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Il Generale De Bono comunica che nulla di speciale vi è da segnalare sul fronte somalo ed eritreo. Il Generale De Bono ha emanato un bando, che abolisce la schiavitù nelle zone occupate dagli italiani e ordina la liberazione degli schiavi. - 19 ottobre XIII.

 

COMUNICATO N. 24.

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Nella giornata del 18 ottobre dieci apparecchi dell'Aviazione della Somalia italiana hanno bombardato per un'ora il presidio etiopico di Dagnerei, nella regione somala degli Sciaveli sul fiume Uebi Scebeli, presidio che si preparava ad attaccare le nostre linee. Dopo il bombardamento, durante il quale cinque nostri apparecchi furono leggermente colpiti da pallottole di fucile, i Dubat dei gruppo bande di Mustaihl, guidati dal maggiore dei granatieri Fava, sono andati i all'attacco e, malgrado la tenace resistenza, hanno sopraffatto il nemico e si sono impadroniti della posizione fortificata. Oltre tale posizione, gli etiopici, incalzati dai nostri, si sono dispersi, lasciando sul terreno cinquanta morti, moltissimi feriti e parecchie decine di prigionieri. Nostre perdite di Dubat: quattordici morti e quaranta feriti. Nella posizione fortificata sono stati abbandonati dal nemico: due cannoni, due mitragliatrici, due autocarri, centinaia di fucili e molte cassette di munizioni. All'azione hanno partecipato, insieme con i nostri Dubat, gli armati del Sultano Olol-Dinle, capo della regione degli Sciaveli, già dipendente dal Governo etiopico, e ora passato dalla nostra parte. Egli ha chiesto di partecipare al combattimento per dare prova della sua lealtà. Come conseguenza dello scontro vittorioso di Dagnerei, tutta la regione degli Sciaveli è sotto il nostro controllo. - 21 ottobre XIII.

 

COMUNICATO N. 25

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Il Generale De Bono telegrafa che non vi è nulla da segnalare sul i fronte, mentre proseguono attivamente i lavori di sistemazione e di rafforzamento. Continua la sottomissione di armati e popolazioni provenienti da zone non ancora occupate. - 22 ottobre XIII.

 

COMUNICATO N. 26

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Il Generale De Dono telegrafa: Niente da segnalare sui dite fronti. salvo la sottomissione di popolazioni dell'altipiano e bassopiano occidentale, zone non ancora occupate. L'Aviazione ha eseguito ricognizioni sul fiume Tacazzè, sulle zone Araba Alagi e Danakil. Tra le popolazioni dei territori occupati la vita ha ripreso il suo aspetto completamente normale. Gli indispensabili lavori di preparazione logistica sono a buon punto.

 

COMUNICATO N. 27

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Il generale De Dono telegrafa che non vi è nulla di speciale da segnalare sul fronte eritreo e su quello sornalo. Dato l'atteggiamento favorevole delle popolazioni, continua la penetrazione delle nostre avanguardie nel Tigrai oltre la linea Adigrat-Adua-Axum. - 24 ottobre XIII.

 

 

COMUNICATO N. 28.

Il Maresciallo Badoglio telegrafa:

Sul fronte somalo continua l'azione nel settore dello Scebeli. Mentre, dopo la presa della località fortificata di Dagnerei prosegue l'avanzata lungo il fiume per l'occupazione dei vari villaggi rivieraschi, un reparto di Dubat, al comando del tenente Mereu, muovendo da Goddere con manovra aggirante ha occupato, il giorno 20, il villaggio di Callafo, capoluogo della regione degli Sciaveli. Numerosi capi tribù si sono presentati a Callafo, facendo atto di sottomissione e consegnando le armi. Sono giù stati ritirati cinquecento fucili. Il sultano degli Sciaveli, Olol Dinle, noi sottomesso, continua con i suoi arma i una azione fiancheggiatrice. Il giorno 21 essi hanno sostenuto uno scontro vittorioso presso il villaggio di Gheledi che è stato occupato. La nostra aviazione ha compiuto frequenti ricognizioni nel settore dell'Ogaden fin a Sassabaneh e nel settore del Giuba, raggiungendo Magalo, compiendo efficace bombardamento di vari obiettivi militari. - 25 ottobre XIII.

 

 

 

FONTE

I Comunicati stampa presentati provengono dal libro di R. Sabbatini, "La nostra guerra in A.O. - Cronache delle operazioni belliche", Edizioni S.A.C.S.E., Milano, 1936 e da "Cronache illustrate dell'azione italiana in A.O.", Tuminelli e C. Editori, Roma, 1936