Addestramento della fanteria

Addestramento degli specializzati

 

 

 

I) ESPLORATORI E PATTUGLIATORI

 

a) Scopi da raggiungere (1):

Nell'addestramento individuale:
orientamento (punti cardinali — bussola — elementi caratteristici del terreno, ecc.);
stima delle distanze;
percezione degli indizi che rivelano la presenza del nemico (a vista — a udito);
facilità nel determinare specie e forza di un reparto (dalle sue formazioni, dalla sua profondità, dai tempi di sfilamento ecc.).;
abilità nel tiro e nella lotta corpo a corpo;
modo di interrogare abitanti, prigionieri o disertori per evitare risposte evasive, confuse, inesatte;
conoscenza dei più comuni mezzi di collegamento;
chiarezza e precisione nel riferire notizie (verbalmente, per iscritto);
designazione con termini appropriati delle varie accidentalità del terreno.
Nell'addestramento della pattuglia:
allenamento a lunghi percorsi e ad andatura celere;
sfruttamento del terreno per vedere e non farsi vedere;
condotta da tenere nei vari casi di incontro con il nemico.

 

ESERCITAZIONI APPLICATIVE:
movimento nei vari tipi di terreno e nelle più varie condizioni di visibilità;
esplorazioni di case isolate, abitati, corsi d'acqua, macchie boscose, ecc.;
rilevamento a distanza dei vari mascheramenti di uso più comune;
incontro con elementi nemici (fanteria — celeri) nelle varie ipotesi;
avvicinamento ed assalto ad arma bianca di un elemento nemico di forza uguale od inferiore;
imboscata (preparata — subita);
stratagemmi ed astuzie.
In ogni esercitazione, curare in modo particolare la trasmissione delle notizie.


b) APPREZZAMENTO E NOMENCLATURA DEL TERRENO (2).
L'istruttore deve prefiggersi di sviluppare nel soldato l'attitudine ad apprezzare il valore delle singole accidentalità del terreno, per modo che all'atto pratico egli sappia trame il miglior profitto come punti di osservazione o come ripari per avanzare al coperto, e sappia anche, all'occorrenza, giudicare e riferire quali di esse siano di tale entità da arrestare o ritardare il movimento di truppe in marcia.
Per dare al soldato una idea delle varie forme del terreno e metterlo in condizioni di designare cól vero nome le accidentalità principali, vale la traccia seguente:
TERRENI: pianura, collina, montagna, bassure, paludi — se terreno coperto, scoperto — se incolto, coltivato e con quale genere di coltivazione;
ACQUE: fiume, torrente, ruscello, canale, fosso, stagno — corrente, argini sponde o rive quale quella di destra o sinistra — significato delle espressioni o monte, a valle — sorgenti, fontane, pozzi.
STRADE: ordinarie, ferrate — nelle ordinarie, se a fondo sodo o no — loro larghezza, pendenze, fiancheggiamento (cioè se costeggiate da fossi, muri, siepi, filari di alberi, pali telegrafici, paracarri, pietre chilometriche o miliari), se percorse da linee tramviarie, se in rialzo, incassate, a mezza costa o a livello rispetto alla circostante campagna; ponti e loro diverse specie, porti, guadi, gallerie, viadotti, cavalcavia, ecc.
LUOGHI ABITATI: città; villaggi; cascine; stazioni ferroviarie; case cantoniere, ecc.


c) ORIENTAMENTO.
Il soldato deve essere addestrato a raggiungere un determinato obiettivo attraverso strade o terreni sconosciuti.
Valgono all'uopo: le informazioni assunte dagli abitanti, l'osservazione e l'orientamento per mezzo dei punti cardinali.
Informazioni assunte dagli abitanti. — L'istruttore fa comprendere al soldato l'utilità di questo mezzo e gl'insegna con quali accorgimenti bisogna interrogare gli abitanti, perché le risposte non diano luogo ad incertezze od equivoci. Fa notare, ad esempio, come non sia opportuno domandare se la strada tale conduca al paese tale, bensì a qual paese conduca la tale strada; e ciò per obbligare l'interrogato a dare una risposta determinata e non a limitarsi ad una affermazione o ad una negazione. Avverte inoltre che è opportuno controllare le informazioni interrogando più individui.
Osservazione. — L'istruttore abitua il soldato a osservare e a fissare nettamente nella memoria i punti del terreno che percorre, anche volgendosi indietro dopo averli oltrepassati, perché ciò gli potrà essere utile, quando debba rifare la stessa strada in senso inverso. Così, ogni qualvolta la truppa percorra nuovi tratti di terreno, interroga i soldati per sapere di quali accidentalità si servirebbero come punti d'orientamento al ritorno, fra quelle che hanno prodotto in loro più viva impressione. Spiega come attraversando terreni intricati, boschi, ecc. sia molto utile lasciare in taluni punti qualche segno (mucchi di sassi, rami spezzati, ecc.), per poterli rintracciare al ritorno.
In seguito, abitua il soldato a rilevare a distanza e da punti diversi le forme tipiche degli oggetti più appariscenti del terreno (cocuzzoli di monti, campanili, torri, cascine, gruppi d'alberi, ecc.), affinchè egli acquisti l'attitudine a seguire una determinata direzione in terreno non mai percorso. Spiega all'uopo che gli oggetti più salienti devono costituire come i punti estremi per tracciare la propria direzione di marcia, e che conviene sceglierne poi altri minori intermedi da servire come punti di guida.
Con esercizi progressivi passa all'applicazione di questo orientamento mediante incarichi di crescente difficoltà, da affidarsi a soldati isolati od a piccoli gruppi, che precedano come guide tutto il reparto o che si rechino in un punto determinato e visibile, dove un graduato precedentemente inviato li riceve.
Successivamente i soldati, anziché venire inviati su punti determinati e visibili, possono essere incaricati di raggiungere punti dei quali s'indica soltanto la direzione.
Orientamento per mezzo dei punti cardinali. L'istruttore insegna praticamente al soldato come si possano dedurre i punti cardinali dalla posizione del sole o da altri indizi (3).
Richiamate alla sua memoria quelle nozioni elementari sul (torso apparente del sole, che generalmente sono a tutti note, spiega come, tenendo conto delle posizioni del sole, nelle diverse ore del giorno, si possono fissare quattro punti determinati: nord (mezzanotte o tramontana), est (mattina o levante) sud (mezzogiorno), ovest (sera o ponente): che, trovatene uno, tutti gli altri restano determinati e che per orientarsi basta quindi saperne trovare uno qualunque. La qual cosa riesce facile perché, se si guarda il sole quando spunta, o quando tramonta, o verso il mezzo del giorno, si hanno rispettivamente i punti di mattina, sera e mezzogiorno.
Spiega quindi che, facendo fronte ad est, occorre voltarsi a destra, per trovare il sud; che basta invece voltarsi soltanto obliquo o destra, per trovare la direzione intermedia fra est e sud, o così via.
Insegna, infine che, a ciclo coperto, si può desumere un orientamento approssimativo col chiedere al primo contadino che s'incontra l'indicazione del luogo dove si leva il sole o dove tramonta: che un'utile indicazione si può pure avere osservando un albero (preferibilmente di grosso fusto), la corteccia del quale, generalmente, nella parte rivolta a tramontana si presenta umida, muscosa, verdastra, mentre nella parte esposta a mezzogiorno è asciutta.

 

II) OSSERVATORI (4).

Presso ciascun comando di reggimento o di battaglione viene costituito con gli osservatori disponibili, di norma, un posto di osservazione al comando di un graduato (in determinati casi, anche di ufficiale). Il posto è collocato su un punto di osservazione (osservatorio) che:
abbia largo e profondo campo di vista;
sia dominante, ma non sulla sommità di un'altura; non coincida con punti caratteristici del terreno; non sia addossato agli elementi avanzati; sia vicino — o bene collegato — al comando da cui dipende:

abbia facili comunicazioni sui rovesci.
L'osservazione:
va portata essenzialmente sulle zone coperte idonee al movimento, al fuoco e all'osservazione dell'avversario;
si prefigge di determinare presenza e dislocazione del nemico, suoi intendimenti e sue abitudini, centri di fuoco, mezzi motorizzati, ostacoli, osservatori, rincalzi, riserve, punti di obbligato passaggio, ecc.;
è rivolta soprattutto alla ricerca di quei particolari che il nemico tenta di celare con l'occultamento e il mascheramento;
rileva ogni modificazione apportata dal nemico al terreno;
è continua e sistematica.
Di notte o in caso di nebbia si sopperisce all'osservazione con l'ascolto: è utile, all'uopo, applicare l'orecchio sui terreni duri e possibilmente asciutti (preferibilmente margine di rotabili, rotaie ferroviarie).
Gli osservatori vengono addestrati all'uso dei principali mezzi di osservazione (binocoli, goniometri, telemetri, periscopi).

 

III INFORMATORI (5).

Compito degli informatori è la ricerca delle notizie (di norma presso le unità avanzate) e la trasmissione di esse all'ufficiale informatore del reggimento, previa cernita e controllo, nei limiti del possibile.
L'importanza del compito e la conseguente complessità dell'addestramento richiedono che gli informatori, oltre a possedere le doti degli specializzati in genere, abbiano particolari capacità di intelligenza e di sagacia e, possibilmente, la conoscenza di determinate lingue estere.
Prima di iniziare lo speciale addestramento, essi debbono essere abilitati al servizio di esplorazione (con particolare riguardo alla raccolta delle notizie) e a quello di osservazione. Successivamente vengono istruiti circa:

 

uniformi e distintivi d'arma, di grado

principali procedimenti tattici

cenni sulla costituzione delle minori unità di fanteria

armi speciali
compilazione delle informazioni da trasmettere

dell'esercito dei principali stati confinanti


Per l'impiago, gli informatori vengono raggruppati in pattuglie (di norma, un capo pattuglia e 1 o 2 informatori) che, nell'attacco, possono venire staccate, tutte o in parte, presso unità avanzate; nella resistenza, possono concorrere nella costituzione dei posti di osservazione.
9. - Le pattuglie distaccale presso reparti avanzati si tengono a stretto contatto con il comandante del reparto. Esse seguono l'azione dell'unità, si tengono al corrente della situazione, cercando di determinare: unità avversaria che hanno di fronte, forza, situazione; raccolgono e trasmettono all'ufficiale informatore i documenti trovati addosso a morti, feriti, prigionieri, disertori nemici; cercano, in sintesi, di avere le maggiori informazioni possibili sul nemico.
Speciale attenzione va portata ad un eventuale impiego di mezzi o procedimenti nuovi da parte di esso.

 

IV) ADDESTRAMENTO ALLA STIMA DELLE DISTANZE (6).

1. - L'addestramento alla stima delle distanze ha particolare importanza per il personale delle armi di accompagnamento, per esploratori, osservatori e informatori.
Il personale dei reparti fucilieri è addestrato a determinare distanze fino ai 300-400 metri.
Il personale ' dei gruppi tiro delle armi di accompagnamento è esercitato nella stima di distanze relative all'impiego delle proprie armi. I comandanti di squadra sono inoltre esercitati nella stima di ampiezze angolari comprese entro un centinaio di millesimi. I mitraglieri vengono altresì addestrati nella stima delle distanze di bersagli aerei, nei limiti di un migliaio di metri.
Esploratori, osservatori e informatori sono esercitati alla stima di distanze sino ai 1000 metri.
2. - L'istruzione sulla stima delle distanze è svolta normalmente per plotone.
3. - L'abilità a stimare le distanze a vista si fonda essenzialmente:
sull'attitudine a considerare uomini, quadrupedi, oggetti di determinate forme o dimensioni, accidentalità topografiche, a distanze conosciute e in circostanze normali;
sul raffronto dell'impressione conservata di tali oggetti (dimensioni, nitidezza di contorni) e in tali condizioni, con quella che si ha di analoghi oggetti al momento della stima, tenendo conto dell'influenza delle condizioni ambientali (luce, terreno, sfondo, ecc., ecc.).
Circa l'influenza ora detta, si può, come norma generale, ritenere che:
a) si stima corto:
attraverso una depressione forte del terreno;
con sole alle spalle o con luce troppo viva;
su superfici uniformi;
con sfondo chiaro;
con aria limpida e fredda;
dal basso in alto
b) si stima lungo;
in terreno collinoso;
in terreno coperto;
sopra superfici oscure;
con fondo oscuro (es.: boschi);
attraverso spazi lunghi e stretti;
con sole di fronte;
all'ora del tramonto;
dall'alto in basso;
con aria caliginos ;
quando si stima la distanza di uomini in parte coperti;
dalla posizione «a terra» o «in ginocchio».
4. - Gli esercizi debbono tendere, progressivamente, a fissare nella mente dei militari alcune distanze tipo. Queste vengono scelte, per ciascun reparto, in relazione ai compiti normali o all'impiego delle armi del reparto;
stimare distanze non conosciute tenendo sott'occhio qualche distanza tipo;

stimare distanze non note senza ausilio di distanze tipo;

stimare la distanza dei bersagli aerei (solo per i mitraglieri).
È opportuno che le distanze-tipo si riferiscano particolarmente ai comuni obiettivi di guerra (es.: uomini isolati o gruppi di uomini, armi, quadrupedi, carri armati — lutti da fermi o in moto — aeroplani, ecc.).
L'istruttore:
a) fa notare come si presentino i particolari di taluni oggetti (finestre di case, alberi isolati, tralicci di condutture di energìa elettrica a distanze diverse, note);
b) inizialmente, costituisce due o più gruppi di militari o di quadrupedi o altri mezzi e li colloca a distanze diverse che comunica; fa rilevare le differenze secondo le quali si presentano alcuni particolari (es.: vestiario, equipaggiamento, movimenti, ecc.), dei componenti ciascun gruppo. Ripete poi gli esercizi:
in diverse condizioni di luce;
in posizioni varie dei militari d'addestrare (a terra o in ginocchio) facendo rilevare la differenza di visibilità rispetto agli esercizi svolti in condizioni normali ;
c) successivamente, passa a determinare distanze non note di persone, quadrupedi, mezzi, accidentalità topografiche con possibilità di riferimento a elementi simili collocati — a distanze note — lungo direzioni dapprima vicine e poi a mano a mano più lontane. In ogni esercizio fa notare il grado di visibilità dei particolari di ciascun tipo di elemento collocato alle diverse distanze ;
d) in seguito passa a far stimare le distanze non note di oggetti diversi, senza riferimento alcuno alle distanze già note.
5. - Occorre che l'istruttore:
conosca sempre e con esattezza, le distanze da stimare;
si faccia comunicare dai singoli militari la distanza stimata senza che i vicini possano sentire;
proceda all'istruzione di cui alla precedente lettera d) in zone diverse da quelle servite per le istruzioni di cui alle lettere
6) e e);
applichi, volta a volta, la stima delle distanze a un caso
concreto di tiro.
6. - La stima a vista di ampiezze angolari viene controllata, volta a volta, con l'impiego dell'arma (piastrina di direzione, lastrina di direziono, congegno di puntamento) o con altro sistema.
Ai comandanti di squadra più intelligenti può essere insegnato come si possa ricavare il valore di uno dei seguenti tre elementi:
ampiezza (in metri) di una fronte;
valore angolare (in millesimi);

distanza dall'osservatorio (in chilometri) quando ne siano noti due (quantità angolare = ampiezza/distanza).

7. - La stima ad udito della distanza a cui si trova un'arma da fuoco si effettua moltiplicando per 333 il numero dei minuti secondi che trascorrono fra l'apparire della vampa e l'ascolto del relativo colpo.
8. - L'istruzione sulla stima delle distanze viene svolta dedicandovi all'inizio qualche mezz'ora al giorno ; successivamente, intercalando qualche esercizio durante le normali istruzioni.

 

V) ADDESTRAMENTO DEL PERSONALE ADDETTO AI COLLEGAMENTI (7).

Il collegamento è l'indispensabile presupposto dell'azione di comando e della convergenza degli sforzi.
Si realizza, principalmente, attraverso le trasmissioni. I fanti che ad esse provvedono sono combattenti come gli assaltatori ed i serventi delle armi.
Tutti i mezzi di trasmissione campali, in particolare quelli della fanteria, anche se bene impiegali, hanno un rendimento limitato, che sì accentua nell'ambiente sfavorevole del combattimento. Per questo, alla accurata e razionale organizzazione (essenzialmente: impianto di mezzi multipli, utilizzazione del mezzo più redditizio deve seguire severa parsimonia di viso, con poche e brevi comunicazioni, possibilmente contenute in termini convenzionali e comprensivi di ben stabilito significato.
Le unità di fanteria debbono provvedere alle trasmissioni interne (dall'indietro all'avanti) e, se necessaria, alle trasmissioni laterali (normalmente vèrso destra).
I mezzi di trasmissione in dotazione alla fanteria sono : elettrici: telefono, radiotelegrafo, radiotelefono; ottici: fototelegrafo, bandiere a lampo di colore o da segnalazione, teli da segnalazione, cartucce da segnalazione, razzi; animati: staffette a piedi, in bicicletta, in motociclo.
In circostanze particolari possono essere assegnati alle unità di fanteria: fototelefoni; colombi viaggiatori (per collegamenti unidirezionali esterni), ecc.; di carattere occasionale o di assegnazione eccezionale possono essere: mezzi acustici (trombe, sirene, megafoni, ecc.), mezzi balistici (lancia messaggi), cani da guerra.
Quando i mezzi regolamentari vengono a mancare, ogni possibile ripiego deve essere escogitalo per ristabilire il collegamento.


MEZZI DI COLLEGAMENTO

MEZZI

FANTERIA ARTIGLIERIA d. f.
Com. Rgt. Com. Btg. fucilieri Cp. fucilieri Cp. armi accomp. Com. Btg. mortai Cp. mortai da 45 e 81 Cp. cannoni da 47/32 Com. Rgt. Com. Gr. Com. Btr.

Animati:

- staffette (a piedi)

- ciclisti

- motociclisti

 

9

2

4

 

6

-

2

 

2

1

-

 

2

1

-

 

2

1

1

 

1-2

1

-

 

1

1

-

 

-

10

4

 

-

3

-

 

-

4

-

Ottici:

- pistole da segnalazione

- bandiere a lampo colore

- stazioni ottiche mod. 33

- stazioni fototelegrafiche

 

2

2

6

-

 

1

4

3

-

 

1

4

-

-

 

1

8

-

-

 

1

-

-

-

 

1

6

-

-

 

1

4

2

-

 

4

-

-

6

 

3

6

-

4

 

2

4

-

2

Telefonici:

- apparati telef. leggeri ca campo mod. 33

- apparati telef. da guardafili

- centralini telefonici

- cordoncino telef. Km.

 

8

-

1

8

 

8

-

-

6

 

-

-

-

-

 

-

-

-

-

 

-

-

-

-

 

2

-

-

2

 

4

-

-

4

 

7

5

2

40

 

6

4

2

30

 

6

1

1

20

Radio:

- stazioni R.F. 1

- posto R. A. 1

- stazioni R. F. 2

- stazioni R. 2

 

6

1

-

-

 

-

-

-

-

 

-

-

-

-

 

-

-

-

-

 

-

-

-

-

 

-

-

-

-

 

-

-

-

-

 

-

2

-

8

 

-

-

5

-

 

-

-

2

-

Megafoni

-

-

-

-

-

31

2

-

-

-

Teli per segnalazione a terra agli aerei:

- per teloni - cifra

- per segnalazione di linee

 

 

48

-

 

 

48

-

 

 

-

80

 

 

-

-

 

 

-

-

 

 

-

-

 

 

-

-

 

 

48

-

 

 

48

-

 

 

-

-

1) per mortaio da 81

 

a) Il telefono è di lento impianto; soggetto ad intercettazione, specialmente se funzionante su linee a circuito misto; è di buon rendimento; consente la conversazione diretta.
Il materiale telefonico in dotazione alla fanteria (apparato telefonico da campo leggero, centralino a chiavi per 6 o 10 linee, cordoncino telefonico di mm. 2,5) consente ottime comunicazioni per lunghezze di linea comprese entro i 3 chilometri.
Ogni reggimento dispone di un centralino telefonico a chiavi a commutazione circolare a 10 linee al quale possono far capo sino a 10 stazioni (8).
Esso permette di collegare fra loro le varie stazioni e consente 5 conversazioni contemporanee. Queste sono regolate dal centralinista.
L'apparato telefonico leggero da campo può fare da commutatore (a due linee).
La velocità normale di stendimento delle linee (doppio conduttore posato su alberi, arbusti, siepi, muri, eccezionalmente a terra) è di 2 km. circa all'ora; la velocità di ripiegamento di 2-3 km. all'ora. L'impianto di una stazione telefonica richiede da 1' a 2', l'impianto di un centralino richiede da 8' a 6'.
Per attenuare il pericolo di intercettazione nemica, le linee debbono essere a circuito interamente metallico; la rete di fanteria deve essere materialmente separata dalle reti retrostanti. Per facilitare il transito della corrispondenza, dove necessario, stazioni di dette reti vengono dislocate in prossimità delle centrali (comandi di reggimento) o di stazioni della rete di fanteria.
Di norma, il telefono viene impiegato:
nell'attacco: tra comandi di reggimento (qualora non vi provveda la rete divisionale); tra comando di reggimento e comandi di battaglione in primo scaglione e rispettivi reparti di accompagnamento e posti munizioni;
nella resistenza: per i collegamenti predetti e, inoltre, tra il coniando di battaglione in primo scaglione e le compagnie avanzate.
Nell'attacco, la rete telefonica deve seguire il movimento con tempestivo prolungamento delle linee in avanti (ripiegando, appena possibile, i tratti rimasti a tergo). Nella resistenza, può e deve essere particolarmente curata la buona sistemazione delle linee, con tracciati poco esposti e bene occultati. Di importanza essenziale, sempre, è il servizio de guardiani! che, accuratamente organizzato, deve prontamente adattarsi alle reali esigenze del combattimento.
b) Il radiotelegrafo è di rapido impianto; è soggetto a disturbi occasionali o sistematici ed a limitazioni di impiego in relazione alle frequenze disponibili; può essere facilmente intercettalo, consente la corrispondenza cifrata.
Il radiotelefono ha in comune con il radiotelegrafo le principali caratteristiche; è maggiormente soggetto a disturbi; mal si presta alla corrispondenza cifrata; consente la conversazione diretta.
L'uno e l'altro offrono al nemico, attraverso l'individuazione radiogoniometrica, utili indizi.
Per queste sue caratteristiche il mezzo radiotelegrafonico deve essere tenuto in potenza ed entrare in azione per conferire al collegamento tempestività, celerità e continuità quando gli altri mezzi ne siano incapaci.
La stazione radiotelegrafonica in dotazione alla fanteria (R. F. 1) realizza comunicazioni in fonia con portata media di 2-3 km. e comunicazioni radiotelegrafiche con portata media di 8-10 km. Per la sua particolare organizzazione può entrare in azione in brevissimo tempo.
In relazione alla minore soggezione al disturbo, alla maggiore portata ed alla segretezza, la trasmissione radiotelegrafica — sempre cifrata — offre maggiore affidamento; il relativo addestramento deve essere, quindi, particolarmente curato. La trasmissione radiotelefonica è impiegata, normalmente in chiaro, per argomenti la cui conoscenza non giovi al nemico; se possibile in termini convenzionali. In ogni caso, è vietato citare in chiaro comandi, comandanti ed unità; alla corrispondenza sono sufficienti — se ben noti — gli indici di collegamento.
Rigorosa disciplina dì servizio, secondo le norme regolamentari, è fattore indispensabile di buon rendimento.
Di norma, le stazioni radio della fanteria vengono impiegate:
esplorazione tattica terrestre: nell'interno N. E. F.

avvicinamento: tra comando di reggimento e avanguardia e tra questa ed i rispettivi elementi esploratori;
attacco e resistenza: tra comandi di reggimento (ove non provveda una maglia della rete divisionale); tra comando di reggimento e comandi di battaglione; tra comandi di battaglione.

La particolare costituzione della rete dipende:
dal numero di frequenze assegnate (escluse quelle di riserva);
dalle stazioni in atto disponibili;

dalla situazione della rete divisionale.
La possibilità di costituire maglie multiple (di 3-4 stazioni) consente di adattare la rete a varie esigenze e disponibilità; la possibilità di marciare con l'apparato in assetto di funzionamento consente la pratica continuità del collegamento durante il movimento. Quando difficoltà di terreno impongano limitazioni, le stazioni potranno corrispondere ad orario, ovvero per scavalca-mento (il che importa il raddoppio di alcune o di tutte le stazioni della maglia).
c) Fra i mezzi ottici, il fototelegrafo realizza, in complesso, rendimento e portate maggiori. Tuttavia, per essere subordinalo alla reciproca individuazione (non sempre agevole e rapida) delle stazioni corrispondenti, soggetto alle vicissitudini atmosferiche, vincolato alle forme del terreno ed alla necessità di sottrarre i segnali all'osservazione nemica, soffre di molte limitazioni di impiego, in specie durante il movimento. È particolarmente utile in montagna dove spesso, per ragioni di terreno, questo ed il mezzo radiotelegrafonico sono i soli praticamente impiegabili, anche nell'ambito delle minori unità.
d) Le bandiere a l. c. ripetono le caratteristiche del fototelegrafo, con limitazioni attenuate, in ragione del più ristretto orizzonte di impiego, e sono particolarmente utili per le trasmissioni nell'interno dei battaglioni e delle compagnie.
e) Cartucce da segnalazione e razzi sono mezzi sussidiar! che servono per segnali convenuti. Poiché non è praticamente possibile differenziare i segnali a seconda del preciso numero di artifici lanciati, detti segnali sono di numero limitatissimo. Particolare importanza, per evitare confusioni od errori, ha la esatta definizione della località o della zona di lancio.
f) Le portate dei mezzi ottici in dotazione alla fanteria sono:

Stazione fototelegrafica da 45 nini, senza eliografo:

di giorno, km. 2 circa;

di notte, km. 10 circa;

stazione ottica da 45 mm.:
di giorno, a luce solare km. 4 circa;

di giorno, a luce artificiale km. 2 circa;

di notte, krn. 10 circa;

bandiere a lampo di colore o da segnalazione:

con ricezione ad occhio nudo km. 1 circa;

con ricezione col binocolo km. 2 circa;

cartucce da segnalazione:

di giorno, km. 1 circa;

di notte, km. 2 circa;

razzi da segnalazione:
di giorno, km. 4 circa;

di notte, km. 8 circa;
g) I teli per la segnalazione da terra agli aerei; servono per porre in evidenza la linea raggiunta dalla fanteria o per formare i teloni-cifra con i quali si trasmettono all'aereo brevi comunicazioni secondo un codice prestabilito. Tali segnalazioni sono effettuate:
da un posto segnalazione (un graduato e tre soldati) che assume il nome di posto d'ascolto qualora fornito di un apparato radiotelegrafico R. A. 1.
h) Le staffette, quelle a piedi in ispecie, possono sempre sostituire gli altri mezzi di trasmissione, ma, per percorsi lunghi, il loro servizio è lento; con itinerari incerti, è anche malsicuro. In questo caso, è necessario organizzare un sistema di posti di corrispondenza, situati in località riparate e collegate da itinerari coperti, ben definiti e bene individuabili.
Nell'ambito delle minori unità (battaglione, compagnia) eiì in combattimento le staffette costituiscono, in taluni casi, il mezzo di trasmissione più rapido.
Il servizio delle staffette deve essere organizzato sempre, indipendentemente dalla disponibilità e dall'efficienza degli altri mezzi.
i) Posto di corrispondenza: è costituito dalla riunione di più staffette. Di ogni posto si determina: forza (4-8 uomini compreso un graduato comandante), ubicazione (al coperto dal tiro o almeno dalla vista del nemico, prossima a strade o in località facilmente reperibili, a distanza di 10-15 minuti primi di percorso fra posto e posto) e numerazione.

Ciascun capo-posto :
deve conoscere esattamente la località ove trovansi i due contigui e i comandi viciniori;
tiene nota di ogni piego in transito segnando: autorità mittente e destinataria, nome delle staffette che lo recapitano e lo fanno proseguire, ora di arrivo e di partenza ; rilascia ricevuta del piego;
fa accompagnare o avviare ai comandi viciniori i militari che lo richiedono;
consegna, a servizio ultimato, il registro dei pieghi al proprio comandante di reparto.
l) I colombi viaggiatori sono mezzo sicuro, ma unidirezionale e limitato, per la fanteria, a collegamenti esterni.
L'organizzazione del servizio compete ai comandi di G. U. Le unità di fanteria debbono provvedere, in caso di assegnazione, al prelevamento dei colombi presso le colombaie, al loro buon trattamento secondo le norme in vigore ed alle lanciate.
Se non si tratta di colombi addestrati al volo notturno, le lanciate possono compiersi dall'alba ad un'ora prima del tramonto, anche durante intensi tiri di artiglieria ed in atmosfera infestata da aggressivi chimici.
m) L'aeroplano può essere impiegato per il collegamento della fanteria con i comandi di grandi unità specialmente per segnalare a questi le linee raggiunte e l'andamento della lotta nel suo complesso. La fanteria segnala le proprie posizioni mediante teli.
In modo analogo, quando si verifichino condizioni particolarmente favorevoli, possono essere utilizzati aerostati od osservatori terrestri molto dominanti.

 

VI) SEGNALATORI (9).

SEGNALAZIONI ALFABETICHE.

Generalità.

Le segnalazioni alfabetiche servono per comunicazioni urgenti e brevi, le quali perciò devono essere redatte con la massima concisione consentita dalla chiarezza.
Le segnalazioni alfabetiche si ottengono:
— con appositi apparecchi ottici: apparato fototelegrafico Faini; faro del tipo Diana Cerretti, apparato ottico da 45 mod. 33; o di altro tipo (dai 45 mm.);
— con fanali e lanterne di qualsiasi specie;
— con bandiere;
— con materiali di circostanza, quali ad es.: oggetti di vestiario, frascami, fuochi, ecc.
Qualunque sia il mezzo di cui si dispone, per segnalare si fa uso del sistema Morse, osservando le norme sancite qui di seguito.
Alfabeto Morse. — Si fonda su due segni: il punto e la linea. Le combinazioni dei due segni danno le lettere dell'alfabeto, i numeri e i segni ortografici.

 

SPECIE ED uso DELLE BANDIERE.

Le bandiere in servizio sono di due tipi: «a mano e a lampo di colore».
Bandiera a mano.
Consiste in un drappo quadrato di cm. 80 di lato, a due fasce diagonali una di colore bianco, l'altra di colore rosso vivo.
Per l'impiego, la bandiera viene assicurata, mediante le fettucce delle quali è munita, ad un bastone, lungo circa un metro, con comoda impugnatura.
Bandiera a lampo di colore.
È costituita da un telo e da tante striscie ribaltabili di due colori: rosso vivo da un lato e bianco dall'altro. Tali striscie si fanno capovolgere mediante una leggera trazione esercitata sui due lati opposti del telo, muniti all'uopo di asticelle con maniglie.
Per l'impiego, la bandiera, normalmente viene impugnata alle due maniglie e disposta avanti al corpo.
Aperta, in posizione normale, offre alla vista il solo colore rosso; esercitando sulle asticelle una leggera trazione, la bandiera si estende e lascia apparire ben distinto un rettangolo bianco, in campo rosso. Cessando la trazione, la bandiera, per effetto delle sue molle interne, ritorna nella posizione normale. I movimenti per far funzionare la bandiera debbono essere rapidi e decisi. Ad evitare, però, frequenti rotture delle molle è opportuno che nelle prime esercitazioni il soldato tenga rivolto il piano della bandiera verso di sé, così che possa rendersi conto dello sforzo di trazione necessaria per far ribaltare le striscie (10).
Ove si voglia segnalare con un solo braccio, si appoggia su una spalla la cinghia della quale la bandiera è munita, si infila il braccio tra la cinghia stessa e l'asticella, tenendola bene aderente al corpo: quindi si distende la bandiera per l'asticella opposta.
Si può anche attaccare la bandiera ad un punto fisso qualsiasi (ramo d'albero, bastone, crociera della baionetta inastata al fucile, ecc.), anziché alla spalla; in tal caso l'asticella può essere mossa sia con la mano, sia servendosi di una funicella assicurata al centro dell'asticella stessa.
Questo modo di impiegare la bandiera, è particolarmente adatto quando si debba rimanere defilati alla vista ed al tiro del nemico. Con modalità analoghe a quelle ora indicate, il segnalatore può impiegare la bandiera nelle posizioni di seduto o di in ginocchio.
Modo di segnalare.
1) Con le bandiere a mano (11), il punto e la linea si ottengono alzando, come per prendere la posizione di braccio, in alto, rispettivamente e verticalmente in alto una o due bandiere.
2) Con la bandiera a lampo di colore, il punto e la linea si ottengono rispettivamente dalla minore o maggiore durata dell'apparizione del rettangolo bianco, con l'avvertenza che la linea deve avere una durata di almeno tre volte maggiore di quella del punto. Per rendere meglio percettibile la segnalazione, conviene tenere la bandiera leggermente inclinata verso il posto al quale si segnala.
3) Con apparecchi ottici ad oscuramento, quale l'apparato folotelegrafico Paini, si segnala, oscurando la luce con lo schermo (o banderuola) del quale sono muniti, per tempi minori o maggiori a seconda che si tratti del punto o della linea. Per la durata della linea vale quanto è detto al comma precedente.
4) Con apparecchi ottici ad emissione di luce. Tali apparecchi possono essere di due tipi:
— nel primo, la luce è normalmente spenta; si accende per segnalare, e si tiene accesa per tempi minori o maggiori a seconda che si debba segnalare il punto o la linea (11);
— nel secondo, la luce è sempre accesa, ma appena visibile, per segnalare se ne aumenta sensibilmente l'intensità per tempi minori o maggiori a seconda che si voglia segnalare il punto o la linea.
Per la durata della linea, vale quanto è detto al comma secondo.
5) Con i fanali o lanterne si segnala come con gli apparecchi ottici, servendosi all'occorrenza di uno schermo occasionale. Ove si disponga di due fanali si può segnalare come con le due bandiere.
6) Con i mezzi di circostanza, si segnala, a seconda della loro specie, o come con le bandiere a mano (frascami, oggetti di vestiario legati a bastoni, fastelli di paglia accesi assicurati a bastoni, ecc.) o come con i fanali (fuoco da oscurare con una mantellina, ecc.).
Composizione della stazione. — Ogni stazione di segnalazione si compone, di norma:
— del capo;
— di un segnalatore e, per le stazioni lontane dal proprio reparto, di qualche portaordini per il recapito dei dispacci;
— del mezzo per segnalare (2 bandiere a mano; una bandiera a lampo di colore; un apparecchio ottico, uno o due fanali).
La mancanza dell'apposito mezzo non deve pregiudicare la possibilità di servirsi di una stazione di segnalazione, giacché il sistema delle segnalazioni alfabetiche permette di segnalare con qualsiasi mezzo improvvisato.

 

SEGNALAZIONI CONVENZIONALI.

Le segnalazioni convenzionali servono per comunicare rapidamente alcune notizie di uso più comune durante il combattimento e quando non sia possibile servirsi delle segnalazioni alfabetiche (vedasi «Tabella delle segnalazioni convenzionali»).

 

VII) ADDESTRAMENTO AL MASCHERAMAENTO (12).

Il mascheramento può essere attuato con:
mezzi naturali, come: vegetazione (elementi di piante, arbusti, siepi, erba, ecc.), sassi, zolle, terriccio, fango, paglia i fieno, schermi di arelle, neve, concime, ecc.;
mezzi artificiali (schermi costruiti dalla mano dell'uomo: reti mimetiche, veli mimetici, teli da tenda mimetizzati, sacchi a terra colorati, ecc.).

 

I MEZZI NATURALI.

Vegetazione fresca (pianticelle, zolle fresche, ecc.); dev'essere presa il più lontano possibile dalla località d'impiego. Essa appassisce presto e perde così la normale rigidezza e la tonalità del colore.
Questo fenomeno, che può in un primo tempo sfuggire alla osservazione diretta terrestre, si rivela con sensibile anticipo all'osservazione aerea.
L'inconveniente si manifesta più marcato durante il periodo di trapasso delle stagioni (primavera-estate; autunno-inverno). Può essere attenuato facendo «vivere» il mascheramento mediante la continua sostituzione di vegetazione fresca a quella appassita.
Erba corta tagliata, anche se non appassita, si svela ugualmente alla ricognizione aerea. Il colore di un prato, infatti, apparisce dall'alto come la risultante della tinta dell'erba, della tinta del suolo sottostante all'erba, dei riflessi dei fili di erba e delle ombre proprie e portate dei fili stessi, variabili continuamente, specie se spira vento.

 

Num. FRASI SEGNALAZIONI CONVENZIONALI
1 E' in vista il nemico Mettere il copricapo o il fazzoletto sulla Cocca del fucile o del moschetto (o su un bastone) e alzarlo e abbassarlo verticalmente più volte.
2 Nemico in forza considerevole Prendere la posizione di broccia in fuori, ma con le palme in alto, quindi piegare lentamente le braccia ad arco sulla testa sino a che le punta delle dita si tocchino. Rimanere alcuni secondi in tale posizione, quindi ripetere il movimento.
3 Nemico avanza Prendere la posizione di braccia in fuori, quindi con movimento lento e poco esteso far oscillare le braccia in alto e in basso, stendendo poi il braccio destro nella direzione da cui il nemico avanza.
4 Nemico si ritira Prendere la posizione di traccia in fuori, quindi piegare le braccia orizzontalmente innanzi al petto, le mani una sull'altra.
Ripetere più volte il movimento.
5 Urgono rinforzi. Soccorso. Prendere la posizione di braccia in alto e fare ripetutamente e celermente con le due braccia il segnale usuale di chi chiama a se vicino.
6 Avanti Fare con un solo braccio il segno usuale di chi chiama a se vicino
7 Si passa. La località (o la posizione) è sgombra Passare dalla posizione di attenti a quella di braccia in alto e ripetere più volte il movimento, ultimandolo con le traccia tese rivolte nella direzione da cui si passa, quando il segnale è fatto per tale scopo. "
8 Non si passa. Ostacolo. Fermatevi. Alzare verticalmente il braccio destro, poi abbassarlo lateralmente a destra finché risulti orizzontale.
9 Cavalleria nemica nella nostra direzione Alzare verticalmente il braccio destro in alto e agitarlo in modo da descrivere con la mano distesa dei circoli orizzontali.
Se si tratta di ciclisti, fare il segnale con le due braccia contemporaneamente.

N.B. Eccetto che per la segnalazione È in vista il nemico è opportuno che il segnalatore non abbia alla mano il fucile (o il moschetto) che terrà invece a tracoll'arm o a bracc'arm.
Il segnalatore deve ripetere il segnale fino a quando non abbia ottenuto come risposta dai proprio reparto la ripetizione del segnale stesso.

L'erba tagliata e stesa al suolo non può dare, a chi la vede dall'alto, la stessa tonalità di colore del prato coll'erba in piedi.
I mezzi naturali laddove possono trovare utile impiego, dovranno essere sempre preferiti ai mezzi artificiali, data la facilità di provvista e la semplicità di messa in opera.
Con i mezzi naturali si può talora anche integrare, opportunamente, i mezzi artificiali, al fine di aumentare l'efficacia del mascheramento, mediante una più accurata mimetizzazione con l'ambiente.
Con la neve, ad esempio, si possono ottenere ottimi mascheramenti quando si abbia l'avvertenza di evitare forme che producano ombre marcate.

 

I MEZZI ARTIFICIALI.

Il mascheramento con i mezzi artificiali riesce, in qualche caso, più complicato di quello con i mezzi naturali, ma da, talora, risultati sorprendenti.
Quando si faccia uso di schermi appropriati, si riesce a sottrarre alla indagine diretta e fotografica aerea, non solo gli oggetti che si vuole mascherare, ma anche la esistenza degli schermi stessi (mascheramento mimetico).
Per ciò ottenere occorre, fra l'altro, che gli schermi siano perfettamente mimetizzati col terreno adiacente e ne ripristinino le forme, quando queste, per la esecuzione dei lavori e per la presenza di materiali vari, siano state alterate.
Le precedenti considerazioni e la opportunità di disporre, per i mascheramenti, gli schermi, che, oltre a rispondere a requisiti di leggerezza, facilità d'impianto, ecc. consentano, a chi ne è coperto di vedere attraverso agli schermi stessi a scopo di osservazione, hanno portato all'adozione di reti con guarnizione di ciuffetti (reti mimetiche).
Lo spessore della guarnizione naturalmente deve essere tale da non consentire che dall'alto si possa scorgere, attraverso ad essa, l'oggetto o gli oggetti che si vogliono nascondere.
Le reti mimetiche vengono tese sopra all'oggetto da mascherare, appoggiate ad appositi sostegni metallici o di legno (cen-tine) o preparati in laboratori o costruiti in sito con materiali di circostanza.
E' necessario ch'esse siano sovralzate rispetto al terreno il meno possibile, compatibilmente con la mole di ciò che si vuoi nascondere, e, nel caso di mascheramento di armi, con le esigenze del tiro e dell'osservazione.

 

VIII) ADDESTRAMENTO ALL'IMPIEGO DEGLI ATTREZZI LEGGERI.

DESCRIZIONE E NOMENCLATURA (13).

Gli attrezzi leggeri in servizio sono la vanghetta, il piccozzino, il piccozzino-zappetta, la gravinetta.
Vanghetta. — Consta di una pala e di un manico. La pala è di acciaio coi lembi superiori ricurvi ed è munita di gorbia; in questa entra il manico di frassino sul quale sono segnate le suddivisioni in mezzi decimetri.
Serve a scavare e paleggiare le terre e a tagliare zolle. Si adopera introducendola nel terreno a forza di braccia o con l'aiuto del piede premendo sui lembi superiori della pala.
Non si deve usare per rompere pietre; queste si estraggono smovendo il terreno attorno ad esse.
La vanghetta è lunga m. 0,62 e pesa circa chilogrammi 0,900.
Piccozzino. - Consta di una parte metallica e di un manico.
Nella parte metallica, di acciaio, si notano: la piccola scure che serve pel taglio di legnami e di fili di ferro comunemente usati; il picconcino, con scanalature laterali, che serve a forare screstare o rompere muri, e a smuovere terreni molto duri e ghiaiosi, in sussidio della vanghetta; un foro pel manico; il manico di frassino con ondulature per dare maggior presa alla mano.
Il piccozzino è lungo m. 0,425 e pesa chilogrammi 0,830.
Piccozzino zappetta. — Simile al precedente, consta di una parte metallica e di un manico. Nella parte metallica, di acciaio, si notano:

la piccola scure, che serve agli usi già indicati per la scure del piccozzino;

un foro per il manico;

la zappetta, che serve principalmente per smuovere terreni duri e ghiaiosi e può essere anche impiegata per forare, screstare e rompere muri. La zappetta è rafforzata, secondo l'asse, da una robusta costola che da essa si protende a guisa di picconcino. Il manico è di frassino con ondulature per dar presa alla mano.
Il piccozzino-zappetta è lungo m. 0,425 e pesa circa chilogrammi 0,900.
Gravinetta (per alpini). — Consta di una parte metallica e di un manico.
Nella parte metallica, di acciaio, si notano: la zappa che serve a tagliare cotenna erbosa, neve dura, ecc.; un foro per il passaggio del manico; il picconcino dritto, con scanalature laterali, che serve per rompere il ghiaccio, smuovere terreni molto duri, ecc. e può essere anche impiegato per forare, screstare e rompere muri. Il manico è di frassino con ondulature per dare maggior presa alla mano.

 

IMPIEGO (14).

La gravìnetta è lunga m. 0,24 e pesa kg. 0,875.
L'impiego degli attrezzi leggeri sul campo di battaglia costituisce un valido aiuto all'azione del fante, specie nell'attacco, per agevolare il fuoco e per diminuire la vulnerabilità. I lavori hanno, di norma, carattere di adattamento del terreno per migliorare l'appostamento.
Nell'attacco sono impiegati durante pause previste di una certa durata; in difensiva servono, di norma, per integrare gli attrezzi pesanti.
Essi sono adoperati, di regola, in combattimento, dalla posizione « a terra » con spalle e testa abbassate. La terra si ricava da un solco praticato lateralmente al corpo e si getta avanti alla testa in modo da formare un piccolo riparo.
Se il terreno è poco compatto, la vanghetta è maneggiata con una sola mano stando bocconi. Se il terreno è resistente, il fante si regola volta a volta con il criterio di scoprirsi il meno possibile. Buon sistema è quello di:
disporsi supino, alquanto voltato sul fianco e in parte appoggiato sul braccio sinistro;
impugnare la vanghetta con la mano sinistra alla gorbia e contro la pala (palmo in alto), con la mano destra verso l'estremità superiore del manico;
conficcare la pala nel terreno, con la concavità in alto, più o meno verticalmente a seconda della minore o maggiore compatezza di esso;
far leva sulla mano sinistra e staccare una zolla o una palata di terra da collocare avanti alla testa.
Gli altri attrezzi leggeri vanno adoperati con il braccio destro, rompendo il terreno e ammucchiando la terra smossa, aiutandosi con l'attrezzo messo di piatto.
Allorché il fuoco nemico o il pericolo di essere visti non impongano assolutamente di adoperare gli attrezzi dalla posizione «a terra», il maneggio degli attrezzi è fatto dalla posizione più comoda (compatibilmente con la necessità di non essere visti), con una o due mani.
Possibilmente, i lavori non debbono modificare l'aspetto del terreno in quanto lo stesso mascheramento, pur essendo sempre da curare al massimo, spesso è di difficile attuazione alle brevi distanze dal nemico.
L'addestramento è svolto in ogni fase del combattimento con lavori appropriati al caso contingente.


 

 

 

NOTE
1) Dall'Addestr. Fanteria - Vol. II ediz. 1939.

2) Dal Regolamento per l'addestramento Individuale - ediz. 1925.
3) I militari che dimostrino di potervi riuscire con sufficiente facilità sono addestrati anche sul modo di orientarsi con la stella polare e con l'orologio:
a) con la stella polare.
Tale stella serve di notte per la determinazione del nord : infatti guardandola si ha la direzione approssimativa di nord.
Essa fa parte della costellazione dell'Orsa minore detta anche Piccolo carro di cui è la stella più brillante. Viene trovata con l'ausilio dell'Orso, maggiore, o Gran narro, prolungando nel senso della convessità costituita dalle stelle del timone, l'allineamento dato dalle due stelle posteriori del Gran Carro, per una lunghezza uguale a circa 4 volte la distanza tra tali due stelle,

b) con l'orologio.
Di giorno, quando il sole è scoperto, la direzione del nord si può trovare, con larga approssimazione, in questo modo: si dispone l'orologio orizzontalmente in maniera che la sfera corta (quella delle ore) risulti nella stessa direzione che ha l'ombra al momento dell'osservazione: la direzione del nord viene in tal modo a corrispondere alla bisettrice dell'angolo i cui lati sono la sfera corta ed il raggio che dal centro dell'orologio va al n. XII del quadrante.
Per meglio determinare la direzione dell'ombra secondo la quale bisogna disporre la sfera corta, si consiglia di tenere uno spillo, un filo d'erba, ecc. verticalmente al centro del quadrante.

4) Dall'Addestramento della fanteria - Vol. II - ediz. 1939.

5) Dall'Addestramento della fanteria - Vol. II - ediz. 1939.

6) Dall'Addestramento della fanteria - Vol. II - ediz. 1939.

7) Dall'Addestramento della fanteria - Vol. II - ediz. 1939.

8) Il centralino a 6 linee è in dotazione al btg. mitraglieri.

9) Dal regolamento per l'addestramento individuale - ediz. 1925.

10) Apposito taschino praticato sul tergo della bandiera, contiene due mollette piccole ed una grande di ricambio, e una spina ad uncino. Il cambio di una molletta piccola viene eseguito togliendo quella guasta ed infilando quella nuova con l'aiuto dell'uncino attraverso l'asticella ed agganciandola al relativo moschettone.
Quando si guastasse una delle molle più resistenti la si estrae facendola passare attraverso gli occhielli del tessuto ed i fori del legno, e, per mezzo della spina ad uncino, si fa entrare la nuova negli stessi fori, agganciando in ultimo il bottone che si toglie dalla molla guasta.
(11) Nella R. Marina si segnala con una sola bandiera a mano. Il punto si indica con un movimento orizzontale da destra a sinistra, o da sinistra a destra, della banderuola in alto, circa all'altezza del capo.
La linea si indica con un movimento analogo, ma fatto con la banderuola tenuta in basso, circa all'altezza delle ginocchia.
Però se dopo un punto si deve fare una linea, si porta la banderuola direttamente dall'altezza del capo a quella del ginocchio dal lato opposto. Viceversa, se dopo una linea si deve fare un punto, si porta la banderuola direttamente all'altezza del ginocchio e quella del capo dal lato opposto.

11) Gli apparecchi di tale tipo sono ora in uso nella R. Marina e nella B. Aeronautica.

12) Dall'Addestramento della fanteria - Vol. II - ediz. 1939.

13) Dal Regolamento per l'addestramento individuale - Ediz. 1935.

14) Dall'«Addestr. della fanteria», Vol. II, ediz. 1939.

 

 

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