Storia delle Unità
La Milizia nella difesa dell'A.O.I. 1940-1941 (*)
Operazioni nel Galla e Sidama
All'inizio delle ostilità le forze dello scacchiere sud, agli ordini del generale Gazzera, comprendevano:
- Un battaglione di CC.NN.
- Due battaglioni CC.NN. di marcia.
- Una compagnia cannonieri nazionali motorizzata. - Una compagnia cannonieri da posizione mista. - 18 battaglioni coloniali.
- 5 gruppi artiglieria coloniale someggiata. Con la mobilitazione vennero aggiunti:
Tre battaglioni CC.NN.
Due gruppi artiglieria da posizione misti.
Una compagnia mitraglieri.
Una compagnia mitraglieri motociclisti,
7 battaglioni coloniali.
3 gruppi artiglieria someggiata.
Una compagnia mortai da 81.
Un battaglione genio coloniale.
In complesso queste truppe non raggiungevano la cifra di 50 mila uomini e dovevano difendere un territorio più grande della madre Patria. Il generale Gazzera organizzò queste forze suddividendole in sei Divisioni (21°, 22°, 23% 240, 25° e 26 a). Le forzi britanniche contrapposte erano dì gran lunga superiori e soprattutto provviste di viveri, munizioni, mezzi e carri armati senza limiti e appoggiate da una forte aviazione che aveva il dominio assoluto del cielo. Inoltre il nemico aveva organizzate molte bande di abissini istruite nel Sudan e nel Kenia e si avvaleva di orde di predoni che si infiltravano nelle nostre terre fomentando la ribellione o aggregandosi a questa dove già era sviluppata.
Tratteremo qui di seguito solamente dei fatti d'armi cui presero parte unità di CC.NN.
Le operazioni della 23° Divisione furono precedute da una rivolta nella zona di Lekemtì. I ribelli, su istigazione del capo locale fino allora fedele, all'alba del 4 febbraio 1941, informati della partenza dell'VIII Btg. coloniale avvenuta nella notte, assalivano i depositi carburanti difesi fino al sacrificio dai valorosi militi della Forestale e due cantieri stradali trucidandovi 16 nazionali.
Il comandante del presidio, costituito dal DVI Btg. CC.NN. (1° Sen. Colombo e poi 1° Sen. Tazzoli) e altri elementi presidiarì, prendeva coi propri mezzi i primi provvedimenti per domare la ribellione ed intanto richiamava il battaglione coloniale (VIII).
La lotta durissima si prolungò nei giorni 5 e 6 mentre si otteneva l'accorrere di una sezione autoblindo e del XLV Btg. coloniale. I ribelli premuti da ogni parte, si rifugiavano sui monti: malgrado operazioni di polizia opportunamente disposte non si riuscì ad eliminarli completamente e la loro azione tornerà a farsi sentire in concomitanza con quella delle truppe britanniche che opereranno in quel settore.
Nel settore della 25° Divisione (zona sinistra del fiume Omo) agivano i battaglioni CC.NN. II e DLXXXV.
Il 29 aprile 1941 viene effettuata una operazione offensiva per alleggerire indirettamente la pressione nemica su Dessiè, con una puntata da Sciasciamanna in direzione di Moggio. La effettua una colonna motorizzata di formazione (gen. Bertello) di cui fa parte il DLXXXV Btg. CC.NN. la cui forza è già ridotta a circa 300 uomini. Il nemico reagì alla mossa attaccando Monte Ficcè il 1° maggio conquistatolo, vi trovò solo morti, feriti e pochissimi superstiti senza munizioni.
Nel settore della 24' Divisione operava il DV Btg. CC.NN. che aveva partecipato bravamente alla battaglia di Uadarà. Il DV battaglione era agli ordini del 1° Seniore Bologna (poi del Seniore Di Pancrazio). Dal 24 aprile al 3 maggio gli inglesi lanciano contro la posizione 'di resistenza ben undici attacchi che vengono tutti respinti malgrado l'azione dei ribelli che privava 'per sette giorni le nostre truppe dei viveri e delle munizioni delle artiglierie e dei mortai. Ma il 5 maggio, sotto la sempre crescente pressione avversaria (reggimenti della Costa d'Oro) fu necessario ripiegare; il 10 maggio le retroguardie combattevano ancora fermando le avanguardie nemiche. Solo il 16 l'avversario riusciva a scacciare i nostri dalle alture che ancora occupavano, come riconosce a denti stretti il generale Cunningham nella sua relazione ufficiale rendendo omaggio al valore delle nostre truppe.
Settore Dacano srrll'Omo Bottego.
Delle truppe di questo settore fa parte il II Btg. CC.NN. Qui l'azione comincia il 1° giugno 1941 con tiro di bombarde e di artiglierie nemiche. Nella notte del 3 i britannici occupano le alture di riva sinistra dell'Orno fino alla confluenza dell'Odonitta, settore dove resiste il II Btg.; fanno affluire mezzi corazzati e camionette, paralizzando intanto col tiro il movimento nella piana. Il 4 l'avversario riesce a passare il fiume ed il 5 rinnova l'attacco con assoluta supremazia di mezzi. Il battaglione CC.NN., malgrado la tenace eroica difesa viene alla fine travolto. Lo comandava il Seniore Otello Rossi.
Fronte Orientale (26' Divisione).
Ne fanno parte il DVI Btg. CC.NN., il IV Btg. CC.NN. e il V Btg. CC.NN. quale riserva divisionale. Il DVI Btg. che già aveva combattuto nel febbraio a Lekemtì contro i ribelli, in maggio combatteva ad Argiò, a Didessa e a Bedelle. Le perdite di 7 ufficiali e di 250 CC.NN. sono la testimonianza del valore, della tenacia e della forza di questo reparto.
Il 'IV Btg. combatte a Orde Mulè; il 14 giugno grossi nuclei di ribelli attaccarono tre volte Orde Mulè da più parti, armati di mitragliatrici. Respinti dal tiro di artiglieria e da contrattacchi di CC.NN. e di Ascari, desistettero verso le 17. Giudicando ormai esaurito il compito affidato al presidio di Orde Mulè, il comando dava ordine per il ripiegamento, ma l'ordine non giunse mai al distaccamento.
Il mattino del 15 giugno gli attacchi ricominciano ripetuti e violenti, effettuati da inglesi con artiglieria e grosse formazioni ribelli; un primo attacco viene contenuto, ma alle 10,30 si fa più violento, rafforzato da tiro di mortai e artiglierie ed intervento di altri reparti di colore.
Si combatte con disperato accanimento fino al totale esaurimento delle munizioni; la batteria da 65/17, composta di coloniali, sparò tutti i proiettili disponibili, poi si mescolò alle CC. NN. seguitando a lottare coi moschetti ed all'arma bianca.
La lotta si concluse solo quando furono sterminati tutti i difensori. Gli abissini, inferociti dalla eroica e lunga resistenza, si accanirono anche contro i moribondi, come avvenne al Centurione Veneziani che fu decapitato morente al posto di medicazione. Il comandante del IV battaglione CC.NN., Seniore Bracciforti, catturato ferito e deceduto, in seguito alle ferite, in prigionia, affermò che a Orde Mulè furono massacrati oltre 200 uomini sui 367 legionari presenti all'inizio del combattimento. Gli inglesi non consentirono ai pochi scampati di riconoscere e seppellire i caduti: fra questi il Colonnello del Genio Bazzani (che aveva predisposte le interruzioni, ed i Centurioni Carrer e Bernardelli).
Fronte occidentale - 23" Divisione.
Ne faceva parte un reparto mitraglieri della Milizia Forestale, circa 150 CC.NN. Il comando dello scacchiere, viste le condizioni dell'andamento della campagna e le condizioni del ternpo, che con piogge continue rendevano sempre più difficili gli spostamenti ed i rifornimenti, decideva di raccogliere tutte le truppe (resti delle Divisioni 22 a, 23a e 263) per alimentare l'ultima resistenza a Dembidollo. I reparti CC.NN. inquadrati tra queste truppe, oltre i suaccennati mitraglieri della Forestale, erano: il V Btg. CC.NN., e i sopravvissuti del DVI Btg. A Dembidollo però non riuscivano ad arrivare i resti della 22a Divisione, fermati sul torrente Maghellà dai ribelli e dal crollo del ponte sul torrente Gambar, nella zona si fermarono per combattere le masse ribelli provenienti da Gore: erano ormai ridotti a 450 nazionali e un migliaio di coloniali!
Intanto a Dembidollo, ove erano raccolti in tutto 1065 nazionali e 2.850 coloniali, cominciavano ad arrivare, stremati e ridotti di numero, i primi reparti della 23a Divisione provenienti dal Didessa e dal Dabus.
Il 2 luglio i Congolesi attaccavano sul Burta con forte appoggio di artiglieria, riuscendo a costringere i nostri elementi più avanzati a retrocedere. Il mattino del 3 riprendevano l'assalto, ma venivano contrattaccati e respinti. Verso le 11, tornata la calma, sembrò giunto il momento di accettare la proposta di cessazione delle ostilità fatta dal nemico per radio e con getto di manifestini dal cielo. Gli accordi conclusi nella notte sul 4, si estendevano a tutte le truppe dello scacchiere, compresa quindi la 22a Divisione ancora nella zona di Gore. Le condizioni per la cessazione delle ostilità furono comunicate alla 22a Divisione il mattino del 4 luglio. Ma il mattino stesso i ribelli attaccavano, insieme a reparti negussiti in divisa, investendo tutte le posizioni della divisione: la lotta si protraeva fino alle 18,30 e l'avversario, fortemente provato e battuto ripassava il torrente Maghellà.
Malgrado gli accordi, gli attacchi si rinnovavano il 5 ed il 6 senza successo. Mentre verso le 10 del 6 il nemico rinunciava all'azione e si andava ritirando, due nativi con bandiera bianca si presentavano al comando con una lettera del Comando britannico comunicante gli accordi per la cessazione dei combattimenti. e per la consegna delle armi agli abissini. Il comandante respingeva la proposta e dichiarava che non avrebbe mai ceduto le armi ad indigeni da noi considerati fuori legge e coi quali non voleva trattare. Il 7 luglio, dopo lunghe trattative, si concordava che la consegna -delle armi sarebbe stata fatta solo alla presenza di un delegato britannico, il giorno 8 alle 11. Le operazioni del ritiro delle armi venivano iniziate dietro assicurazione dell'imminente arrivo dell'inglese. Alle 13, quando le operazioni stavano per essere ultimate, gli abissini si abbandonavano al più sfrenato saccheggio senza distinzione fra nazionali e coloniali, passando per le armi chi tentava di opporsi alla spoliazione. Contro il gruppo bande Dubat ormai disarmato si apriva il fuoco anche con armi automatiche dimostrando la premeditata volontà di massacro e di vendetta. Molti Dubat accorrevano a riprendere le armi e si accedeva un combattimento che durava fino a notte, riacceso al mattino del 9.
Finalmente un capo indigeno sopraggiungeva affermando di essere un comandante di truppe regolari etiopiche e faceva cessare il fuoco agli abissini offrendo la resa alle condizioni stipulate.
NOTE
(I) I reparti coloniali erano formati da indigeni, inquadrati da ufficiali e sottufficiali dell'Esercito Nazionale.* Questi reparti erano regolari e facevano parte dell'Esercito Coloniale. Vi erano inoltre bande regolari comandate da ufficiali italiani e bande irregolari.
FONTI
(*) Testo tratto da: E. Lucas-G. De Vecchi, "Storia delle unità combattenti della M.V.S.N. (1923-1943)", Giovanni Volpe Editore, Roma, 1976
Altri riferimenti: vedi la pagina contenente la bibliografia